mercoledì 14 agosto 2019

Bella più Bella

L’ho scritta tanti anni fa se non ricordo male, intorno al 2002. La canzone piacque a Niki il mio arrangiatore e volle inserirla nel suo unico CD che lui si è prodotto: Cento passi più del tempo.
In seguito nel 2014 decido di inserirla nel CD “In fondo all’anima” dopo aver concordato con Niki alcune modifiche.

Ascoltiamo la canzone.




Bella più bella. Il titolo. 

Così scriveva Tomislav Vlasic:

“Un mese fa la Madonna è apparsa alla piccola Jelena che le ha chiesto: « Madonna mia, perché sei così bella? ». E la risposta è stata: «Io sono bella perché amo. Se volete diventare belli, amate e non avrete tanto bisogno dello specchio ». Allora la Madonna parla al livello della bambina. 
Io dico: guardate, abbiamo tutti una chance per diventare belli nella nostra vita se c'è amore. E questa è la più grande chance o la più grande critica per tutti noi. Se la Madonna dice: «Voi non sapete ancora amare», questa deve essere per noi proprio la cosa che ci scuote. E tutti i problemi nel mondo e nella vita vengono perché non sappiamo amare, non perché non abbiamo tanti soldi quanti ne abbiamo bisogno o altre cose. I problemi vengono quando non si ama. L'amore è un'altra parola per la conversione. Nessuno può dire « io mi sono convertito ieri». La conversione è un processo e nessuno può dire «io ho amato ieri». Un bambino non si interessa di ieri, vuole essere amato oggi dalla madre. Così se la Madonna ci invita alla preghiera, al digiuno, all'amore, è una cosa molto importante.
(p Tomislav vlasic - 22 marzo 1985)

Prima strofa
Quante parole non ho
Per dirti quello che vorrei.
Quale mistero tu sei?
Chiaro negli occhi suoi,
velato in quelli miei... vorrei.

"Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?"(Mt 12,48)
“È molto difficile, a mio avviso, cogliere l'abisso di bellezza della Vergine Madre perché siamo, rispetto a lei, piccoli, come il bimbo nel seno della madre: non può ancora vedere il suo volto, solo più tardi lo vedrà e spesso, soltanto da adulto, scoprirà l'importanza di quella presenza nella sua vita. Maria è grande proprio nel suo scomparire, nel suo "non esserci" per amore, solo lo Spirito Santo può darci di comprendere qualcosa di lei e qual è la sua funzione nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa.

Più che parlare di Maria, bisognerebbe cantarla: i poeti le hanno dedicato dei versi, gli artisti hanno realizzato delle opere bellissime, come la Pietà di Michelangelo. Molti sono i modi di onorare la Madonna, basti pensare alle varie feste liturgiche a lei dedicate o ai numerosi santuari mariani, disseminati in tutto il mondo.

Maria è un mistero, che non potremo mai conoscere a fondo, non dico mistero nel senso di qualcosa che non si può capire: il mistero non è incomprensibile, è inesauribile, per quanto si faccia non si riuscirà mai a coglierlo appieno.”

Seconda strofa
Quante parole non ho
per darti quello che c’è in me.
Quale mistero d’amore tu sei?
Chiaro negli occhi suoi,
velato in quelli miei... vorrei e saprei...

“ Amare nell'attimo presente è vivere in comunione con Maria, che è la donna d'amore; fare la volontà di Dio è amare perché Dio è Amore e tutto il Vangelo è il Vangelo dell'Amore. Alla fine della vita saremo giudicati sull'amore; basti pensare alla pagina evangelica sul giudizio finale, quando gli eletti si sentiranno dire: "Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?" (Mt 25,34-37). Il brano evangelico si conclude con la grande risposta di Gesù: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40). Gesù non dice: "…è come se l'aveste fatto a me", ma "…l'avete fatto a me", ciò significa che qualunque cosa facciamo al nostro prossimo, al fratello, alla sorella, la facciamo a Gesù nel prossimo. Alla fine della vita saremo giudicati soltanto sull'amore. Qualunque persona incontriamo è Gesù, non ci resta che amare, amare ogni momento Dio e amare il prossimo, perché in lui c'è Gesù, e questo nell'attimo presente; né possiamo amare genericamente, ma una realtà per volta, una persona per volta, interamente; anche le mamme, quando hanno un parto gemellare, generano un figlio per volta. L'amore è sempre personale, e si esprime nel presente: se non amiamo nel presente, non amiamo.
Per accogliere in noi il mistero di Maria, per vivere in comunione con lei la sua stessa vita, lasciamola libera di situarsi al centro della nostra anima e di insegnarci ad amare, ad aprirci ogni momento alla Parola di Dio, meditandola nel nostro cuore, come faceva lei, e mettendola poi in pratica soprattutto amando i fratelli e le sorelle che incontriamo nell'attimo presente, facendo quello che dobbiamo fare nell'amore: tutto è amore e dono di Dio.”

(Fonte: http://www.suorebellamore.it/it/scritti-spirituali/parole-da-vivere/28-archivio-pl/144-febbraio-2013?tmpl=component&print=1&page= )


Ritornello
 ...dirti che sei bella, più bella, perché ami.
Saperti esistere per me è poter vivere.
Dirti che sei bella, più bella perché credi.
Il Cielo in te s’è fatto vita anche per me.
Ora so che se ci sei,
son bello anch’io, in te.

“Nel silenzio della chiesa, ancora una volta, si dischiude una luce di Cielo. È Chiara stessa a raccontarlo, nella lettera del 19 luglio 1949 indirizzata a Igino Giordani: «Allora guardai sopra di me, dove stava una bella statua della Mamma, e compresi come Ella fosse soltanto Parola di Dioe La vidi bella oltre ogni dire: tutta vestita della Parola di Dio che è la Bellezza del Padre, segreta custode dello Spirito in sé. E, appena l’amai, mi amò e mi mostrò con chiarezza di Cielo tutta la sua bellezza: Madre di Dio!».
Maria la “Tuttabella”, come da sempre è stata cantata. Se il Verbo è lo splendore del Padre, la sua bellezza, Maria, interamente rivestita della Parola di Dio, riflette lo stesso splendore, la stessa bellezza del Verbo. L’idea di Maria tutta Parola non è completamente nuova. Andrea di Creta (+ c. 740) scrive ad esempio di lei come di un «libro vivente in cui la parola spirituale è stata silenziosamente inscritta dalla viva penna dello Spirito». Un teologo medievale, Ruperto di Deutz, afferma che la Parola di Dio è raccolta in Maria, «nel cui grembo Dio ha convogliato tutto l’insieme delle Scritture, ogni sua parola».”

Terza strofa
Quante parole ora ho,
se la Parola vive in me.
Anch’io mistero d’amore sarò,
chiaro negli occhi tuoi,
chiaro negli occhi suoi. Saprei e vorrei...

Gustare il Paradiso ’49
«Sempre in Lei era la Parola. Così deve esser dell’Anima nostra: vivere sempre con la Parola: tutta concentrata e solo concentrata sulla Parola».

La grandezza di Maria è essere la Madre del Verbo, che è la Parola di Dio: ha accolto e vissuto la Parola. È la strada per quanti vogliono essere un’altra piccola Maria: vivere la Parola di Dio, essere unicamente Parola di Dio. Soltanto così potremo sedere anche noi nei cieli, abbracciati dalla Trinità.”

Ritornello 
dirti che sei bella, più bella, perché ami.
Saperti esistere per me è poter vivere.
Dirti che sei bella, più bella perché credi.
Il Cielo in te s’è fatto vita anche per me.
Ora so che se ci sei,
sono bello anch’io, in te, Maria.

“Vedendola tutta sostanziata di Parola, riflesso della bellezza del Figlio, il Padre se ne innamora e fa scendere su di lei la sua Parola eterna: Maria diventa la Madre del Verbo fatto carne e la sua bellezza raggiunge il più alto splendore. «Dio – scriverà Chiara più tardi, il 9 luglio 1950 –, non poteva scendere nel peccato e allora inventa Maria che, riassumendo in Sé tutta la bellezza del creato, “inganna” Dio e Lo attira sulla terra».
Agli occhi di Chiara Maria non è più la giovinetta di Nazareth, la più bella creatura del mondo, ma la Madre di Dio, fatta da Dio grande come Dio, tale da poterlo contenere; contenuta nella Trinità e contenente in sé la Trinità.
Ancora una volta le previsioni fatte prima di entrare in chiesa vengono smentite. Erano sicure, seguendo una logica umana, che dopo il Padre e il Figlio si sarebbe manifestato lo Spirito Santo. Lo Spirito, da gran signore, ha invece fatto posto a Maria, la sua sposa, «per chiuderla poi, con la sua manifestazione – scrive Chiara con audacia –, quarta nella Trinità». Con altrettanta audacia san Massimiliano Kolbe afferma che Maria «inserita nell’amore della Santissima Trinità, diviene fin dal primo istante dell’esistenza, per sempre, in eterno, il complementodella Santissima Trinità».
Quarta nellaTrinità, precisa Chiara, non quarta dellaTrinità. Non c’è una “quaternità” nella santissima Trinità. Da quando Gesù è salito al cielo con la sua umanità è tuttavia avvenuto qualcosa di nuovo nella Trinità: la sua carne, che è carne di Maria, si è ormai inserita nel mistero stesso della Trinità. Dopo di lui è poi salita, in anima e corpo, anche Maria: con lei la Trinità accoglie in sé la creazione intera, di cui Maria è come la sintesi e l’espressione. L’iconografia, fin dalle prime basiliche mariane, ha ritratto nelle absidi la Madre seduta accanto al Figlio, attorniata dalle altre due divine Persone e da tutti e tre incoronata Regina. È la vocazione finale – espressa plasticamente – di ogni cristiano, di cui Maria è segno e anticipazione, come ricorda la Lettera agli Efesini: Dio «ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù» (2, 6).”

martedì 13 agosto 2019

Tempo che ritorna

Con questa canzone partecipai ad un concorso di canzoni mariane organizzato dalla diocesi di Terni e arrivai terzo. In giuria c’era Eugenio Bennato fratello del più famoso Edoardo.

Fu una bella esperienza. In seguito la canzone entrò a far parte del CD Buonenuove ed. Paoline 1999. L’ho ricantato e messa nel nuovo CD Concerto a Maria, album che raccoglie tutte le mie canzoni dedicate alla Mamma Celeste più quattro nuove con cui dico grazie al Signore per i miei 25 anni di ministero sacerdotale.

Il titolo viene dalla lettura di un bellissimo libro di Mobs. Bruno Forte, dedicato a Maria dal titolo: Maria icona del mistero. In questo libro si legge la dicitura “l’eternità nel tempo”. Maria è la supercreatura che permette a Dio Eterno di entrare nel tempo. Ed io sintetizzo: Maria è “Tempo che (fa ritornare) ritorna... l’Eternità nel tempo”.

Come ci ricorda San Luigi Grignion De Monfort è giunto il tempo di Maria. Lei si sta preparando i suoi apostoli che Gesù troverà quando ritornerà per l’epilogo finale.

Maria è infatti la via verso la Via, verità e Vita, ossia Gesù.

Dal trattato della vera devozione a Maria:

PARTE PRIMA - CAPITOLO TERZO MARIA NEGLI ULTIMI TEMPI DELLA CHIESA

1. Maria e gli ultimi tempi

[49] Per mezzo di Maria ebbe inizio la salvezza del mondo, ancora per mezzo di Maria deve avere il suo compimento. Nella prima venuta di Gesù Cristo, Maria quasi scomparve, perché gli uomini, ancora poco istruiti e illuminati sulla persona di suo Figlio, non si allontanassero dalla verità, attaccandosi troppo sensibilmente e grossolanamente a lei. (...) Ma nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei. Non esistono più, infatti, i motivi che determinarono lo Spirito Santo a nascondere la sua sposa mentre elle viveva quaggiù e a manifestarla ben poco dopo la predicazione del Vangelo.

[50] In questi ultimi tempi, Dio vuole dunque rivelare e manifestare Maria, capolavoro delle sue mani

1) Perché ella quaggiù volle rimanere nascosta e si pose al di sotto della polvere con umiltà profonda, avendo ottenuto da Dio e dai suoi Apostoli ed Evangelisti di passare inosservata.

2) Perché ella è il capolavoro delle sue mani, sia quaggiù nell'ordine della grazia che in cielo nell'ordine della gloria, e Dio vuole riceverne gloria e lode in terra dai viventi.

3) Perché è l'aurora che precede e annuncia il sole di giustizia Gesù Cristo, e quindi dev'essere conosciuta e svelata, se si vuole che lo sia Gesù Cristo.

4) Perché, essendo la strada per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, è pure la strada che egli seguirà nella sua seconda venuta, anche se in modo diverso.

5) Perché è il mezzo sicuro e la strada diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente. Per mezzo di lei, dunque, devono trovarlo le anime sante che devono risplendere in santità. Chi trova Maria, trova la vita, cioè Gesù Cristo, via, verità e vita. Ora non si può trovare Maria senza cercarla, né cercarla senza conoscerla; poiché non si cerca, né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia conosciuta più che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità.
 (...)

( fonte: http://louisgrignion.pl/download/trattato_della_vera_devozione_a_maria.pdf )



La canzone sembra quasi una moderna litania che esalta le glorie di Maria e che danno Gloria a Dio.

Prima strofa
E’ la via verso la Via. E’ la Via tra mille vie. 
E’ la gioia di casa mia. E’ la gioia di chi cammina
per la via di Maria, per la via di Maria.
E’ la bellezza di quel Cielo,  Maria.  E’ la bellezza di quel Dio, Maria.                   
E’ la verità dal Vero, Maria.   E’ la verità dell’esserci
per la via di Maria, per la via di Maria.

 
E’ via da Via, vita da qui,
strada che s’intreccia
con quella di Maria.
E’ via del Sole, via del Vento,
tempo che riflette l’Eternità nel tempo.
Tempo che ritorna l’Eternità nel tempo.


E’ la vela di chi naviga, E’ la vela piena di Vento.
E’ la barca, è la storia. E’ l’icona dell’Amore,
Maria, Maria.

E’ la spiaggia di ogni naufrago, Maria. E’ il porto sospirato, Maria.
E’ l’ombra nel deserto, Maria. E’ l’acqua che disseta
lungo la via di Maria, lungo la via di Maria.

E’ via da Via, vita da qui,
strada che s’intreccia
con quella di Maria.
E’ via del Sole, via del Vento,
tempo che riflette l’Eternità nel tempo.
Tempo che ritorna l’Eternità nel tempo.


E’ il silenzio nell’ascolto, Maria. E’ l’ascolto del Vivente, Maria.
E’ il nulla, non essendo, Maria. Su quel vuoto si è dato Dio,
per Maria, per Maria.

E’ via da Via, vita da qui,
strada che s’intreccia
con quella di Maria.
E’ via del Sole, via del Vento,
tempo che riflette l’Eternità nel tempo.
Tempo che ritorna l’Eternità nel tempo. 



lunedì 12 agosto 2019

Mamma Maria

Mamma Maria è in napoletano. L’ho ricavata da un testamento. Sembra strano ma è così. Andammo al capezzale di un nostro amico che era stato professore di latino e greco. Faceva parte dell’Associazione dei cantautori “il mio Dio canta giovane” anche se non era musicista. Il prof. Catello Coppola, era avanti negli anni e veniva a tutti gli incontri. Quando si ammalò chiese di vederci ed io ed altri amici andammo a trovarlo. In un clima sovrannaturale gli impartimmo l’Unzione degli Infermi e la Santa Comunione. La sorella che lo accudiva ci disse che aveva scritto una poesia in napoletano alla Mamma Celeste e voleva che ne ricavassimo una canzone. Mi presi io il compito e nacque Mamma Maria. A noi sembrava che ci desse una consegna: il suo testamento spirituale, racchiuso tutto in quella pagina in vernacolo.
La poesia del prof. Catello, racchiudeva tutti i punti della Sacra Scrittura dove si parlava di Maria. Era una sorte di “via Mariae”. Una via che anche noi siamo chiamati a percorrere. 



Mamma Maria! Te parlava Gabriele
e diceva parole d’ammore.
Dicisti “sì” e Dio pigliaje vita in te.
Mamma Maria! N’copp ‘o piett o bambino,
forte ‘o strignive a te.
E tutto o cielo cantava: “Sia gloria o re dei re”.

Criature nuje
facimme a via sicura.     
Pa mana c porta, mamma Maria.
Jamm senza paura,
pecché a mamma è mamma
e nun c’abbandona mai,
e nun c’abbandona mai.

Mamma Maria! Quanne sentiste o prufeta
che na spada t’aveva trapassà
tremmaste, sì, ma nun te mancaje o curaggio e suffrì.

Mamma Maria! Quanta gioie e duluri
pe Gesù perduto e arritruvato.
Pure o core nuosto s’appacia quando o ritrova.

Rit. Criature nuje
facimme a via sicura.
Pa mana ce porta, mamma Maria.
Jammo senza paura,
pecché a mamma è mamma
e nun nge abbandona mai,
e nun nge abbandona mai.   

Mamma Maria! E piere e sta croce,
ncroce ce staje tu pure.
“Donna chiste è tuo figio” e si mamma e
l’umanità.

Mamma Maria! Gloria! Alleluia!
Criste è risorto e mò vive pe sempe.
Nuje pure, insieme a isse, putimme risorgere.

Criature nuje
facimme a via sicura.
Pa mana ce porta, mamma Maria.
Jammo senza paura,
pecché a mamma è mamma
e nun c’abbandona mai,
e nun nge abbandona mai.

Maria dice sì e Dio si incarna; Maria va in fretta da Elisabetta e viene chiamata Madre di Dio; Gesù nasce a Bethlemme; Maria presenta Gesù al tempio; Maria smarrisce Gesù; Maria sotto la croce; Maria Madre del Risorto; Maria nel Cenacolo a Pentecoste ...
Una via che anche noi siamo chiamati a percorrere perché anche noi facciamo nascere Gesù in noi; col Battesimo veniamo presentati a Dio; col peccato lo smarriamo e con una bella confessione lo ritroviamo; quando arrivano i dolori stiamo sotto la croce se come Maria assistiamo un crocifisso e se siamo noi a soffrire siamo proprio noi Gesù. Ma niente ci deve turbare perché Gesù ha vinto la morte e anche noi risorgeremo.

Una cammino tracciato da Maria dobbiamo solo impegnarci a mettere i nostri piedi nelle sue sante orme.

Così scrive Chiara Lubich in una meditazione dove parla anche lei della Via Mariae: 

"Maria è il tipo e la forma della chiesa, ed è perciò evidente che, in tale sublime creatura, possono trovare il proprio modello tutti i cristiani. Così è stato anche di noi. (“) I diversi momenti della sua vita, presentati dal Vangelo, pur essendo straordinari, ci sono apparsi come tappe successive a cui l’anima nostra poteva guardare, nelle diverse età della vita dello spirito, per averne luce e sprone. E l’illuminazione è stata così forte che abbiamo chiamato la nostra strada: Via Mariae, la Via di Maria. 

Eccone alcune tappe, in estrema sintesi e quasi a titoli. Un primo avvenimento della vita di Maria è l’Annunciazione, quando il Verbo si incarna nel suo grembo. Se noi cerchiamo di capire la vita di alcuni santi, vediamo che qualcosa di analogo è avvenuto anche in loro. Quando si va nella chiesa di San Damiano, in Assisi, dove Chiara è vissuta, a volte la guida, illustrando quel luogo sacro, dice: “Qui Cristo si incarnò nel cuore di Chiara”. Benché Chiara d’Assisi vivesse anche prima una fervente vita cristiana, l’incontro con san Francesco, che era la personificazione della parola “povertà” ridetta, attraverso un carisma dello Spirito, al mondo, provocò in lei qualcosa di nuovo: fece sviluppare e crescere Cristo nella sua anima, fino a farla una delle più grandi sante della Chiesa cattolica. Così, quando qualcuno s’imbatte nel carisma dell’unità e acconsente a farlo suo, avviene pure in lui qualcosa di simile a quanto è successo in Maria e in certi santi: Cristo, nel suo cuore, può veramente crescere spiritualmente, come per una attualizzazione del battesimo. 

Il secondo episodio della vita di Maria è la sua visita a Elisabetta per aiutarla. Ma, appena arrivata sul posto, avendo trovato nella parente un’anima aperta ai misteri di Dio, ha sentito di poterle comunicare il suo grande segreto, e lo ha fatto col Magnificat, narrando, in questo modo, a Elisabetta la sua straordinaria esperienza. Tutti coloro che conoscono il movimento e scelgono Dio come l’ideale della propria vita, avvertono che, per tradurre in pratica questa scelta, debbono incominciare ad amare. Ed amano. Ma l’amore è luce. Ed essi comprendono qualcosa dell’azione di Dio presente in loro, colgono, per la prima volta, il filo d’oro del suo amore nella loro vita. E raccontano volentieri ai fratelli quanto hanno capito. È la loro esperienza. Il terzo avvenimento della vita di Maria è la nascita di Gesù. Nel movimento si ama e si è amati perché tutti vogliono amare. Ma questo vicendevole amore frutta la presenza di Gesù tra gli uomini, ed è – come ho già accennato – un “generare Cristo” a imitazione di Maria. 

Maria presenta il Figlio al Tempio e incontra il vecchio Simeone. È un momento di gioia per lei, perché quell’uomo giusto e pio conferma che il bambino è Figlio di Dio. Ma è pure un dolore perché Simeone le dice: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Anche chi vuol vivere la spiritualità del movimento passa un momento simile. È quando viene a sapere che, per poter camminare per questa strada, è necessario un “sì” alla croce. È l’annuncio del mistero di Gesù crocifisso e abbandonato come essenziale alla vita d’unità. Dopo le parole a lei rivolte da Simeone, Maria sperimenta ben presto il patire, nella fuga in Egitto, subendo così quella persecuzione che si macchiò del sangue di tanti innocenti. Proporzioni fatte, è ciò che succede a quanti seguono la Via Mariae. L’ideale che essi vivono e presentano al mondo è in antitesi con esso. Non c’è da meravigliarsi allora che, quando cominciano a diffonderlo, venga attaccato dalle prime critiche. Occorre in quei momenti reagire, amando in queste croci Gesù crocifisso e abbandonato, il perseguitato per eccellenza, sicché il Risorto continui a splendere nel proprio cuore. 

Gesù, a 12 anni, si ferma a Gerusalemme e parla ai dottori nel Tempio. Maria, ritrovatolo, gli dice: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”. E Gesù risponde: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”."



 Sempre Chiara rispondendo au giornalista risponde:

Giornalista: "Per lei personalmente, Chiara, chi è Maria?"

Chiara: Per me personalmente, Maria è tantissimo, nel senso... a parte che Maria è quella che è anche senza che io dica qualche cosa di lei, comunque... Intanto è la capo della mia Opera. E' lei la fondatrice, è lei la regina, è lei la madre ed è lei la capo di quest'Opera. E tutti gli altri siamo persone che cercano di fare un po' le sue parti presso tutte le persone che aderiscono al Movimento.

In particolare poi, per me Maria è il mio "dover essere". Io sento che noi siamo un po' il "poter essere Maria", ma che dobbiamo guardare sempre a lei come il dover essere, diventare altre lei. 

Diventando altri Gesù, si diventa in qualche modo anche altre lei.

Questo un pochino il concentrato del mio amore per la Madonna, del mio rapporto.


Papa Francesco al n. 60 della Enciclica Lumen Fidei fa questa bellissima preghiera:

Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa.
Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede.
Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare.
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!

sabato 10 agosto 2019

Maria Maria dal Cd "Concerto a Maria" 2019

"Maria, Maria" un titolo che ripete il nome di Maria per sottolineare l'invocazione filiale, e anche per dire che questo nome è sempre sulla nostra bocca, nel nostro cuore, ogni volta che ci troviamo in difficoltà. Questa canzone è una supplica alla Mamma Celeste per chiederle aiuto nei momenti di dolore, di sofferenza, quando anche la migliore intelligenza è scossa e si frantumano le sicurezze, soprattutto quelle della fede.
Proprio ieri sera sono stato contattato da una signora che diceva di avere la fede in frantumi perché suo marito di soli 60 era morto in tre giorni con una leucemia fulminante. Mi diceva: "non riesco più a credere, come ha potuto Dio, fare questo a un uomo così buono?". Davanti a tanto dolore non è che si può parlare di teologia o argomentsare sulla sofferenza, le ho mandato uno scritto dettato da Gesù ad una mistica eccolo qui:

"Sappiate, sappiate, o voi tutti che piangete per il dolore di un lutto recente, che colui che piangete non è morto, ma vive in Me. Sappiate che il medesimo Pane che vi ha sfamato l’anima mentre eravate uniti sulla terra, mantiene la vita e la comunione fra i vostri spiriti viventi quaggiù ed i trasumanati viventi in Me. Nulla può fare la piccola morte di male agli spiriti immortali. È la grande morte quella da temersi, quella che veramente vi toglie in eterno un vostro parente, un vostro coniuge, un vostro amico. La grande morte, ossia la dannazione dell’anima, la quale separa realmente da Me cellule del mio mistico Corpo cadute in preda delle cancrene di Satana. Ma per coloro che sono morti nel mio Nome e che hanno nutrito in sé la vita dello spirito con il Cibo eucaristico, che non perisce e che è sempre preservazione dalla morte eterna, no, per essi non c’è da piangere, ma da giubilare, perché essi sono usciti dal pericolo di morire per entrare nella Vita. Pensa, pensate che ben difficilmente chi s’è nutrito di Me può essere fratello di Giuda, simile a lui al quale il mio Pane non fu Vita ma Morte. A seconda della loro capacità di assimilazione spirituale, il mio Pane, ossia Me stesso fatto cibo per dare agli uomini la forza di conquistare il Cielo e la moneta per entrarvi, darà ad essi una più o meno sollecita entrata nel Regno della gloria, ma nel 99 per 100 dei casi dà sempre la salvezza dell’anima. Non piangete, perciò, genitori senza più figli, coniugi senza più consorti orfani senza più genitori. Non piangete. Come alla madre del Vangelo, Io, che non mento mai, vi dico: “Non piangete”. Credete in Me: Io vi renderò l’essere che amate e ve lo renderò in un regno dove la triste morte della terra non ha accesso e dove l’orribile morte dello spirito non è più possibile. Non piangete. Su voi tutti scenda questa speranza che è fede e la mia benedizione."

( fonte: http://www.valtortamaria.com/operaminore/quaderno/1/manoscritto/8/7-ottobre-1943 )

Dunque qualsiasi dolore può divenire più sopportabile, se davanti si ha questa prospettiva: il sapere che non siamo fatti per la morte, quest'ultima è solo un passaggio per l'eternità. Tutte le nostre energie dovremmo canalizzarle verso questa meta e diventare veramente pellegrini su questa terra. Come suggerisce Gesù nel Vangelo di Giovanni al cap. 17, 14: "Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo".

Stare sotto a una croce o addirittura starci sopra non è una passeggiata. Lo sapeva bene Maria, la nostra Madre. Lei ha saputo soffrire bene, e ha saputo offrire ottimamente diventando per questo co-redentrice.

Ascoltiamo la canzone:



Prima strofa
Maria madre mia,
madre dell’Amor
insegnami il silenzio nel dolor.
Insegnami a soffrir come soffristi tu
e portami con Te sotto la Croce
ad ascoltar Gesù prima che muoia:
“Per sempre madre sei”, Maria.


 Chiara Lubich ebbe una grande intuizione su Maria Addolorata, che però chiamava "Desolata":

Maria ai piedi della croce, nello straziante «stabat» che fa di lei un mare amaro di angoscia, è l’espressione più alta, in umana creatura, dell’eroicità di ogni virtù. Ella è la mansueta per eccellenza, la mite, la povera fino alla perdita del suo Figlio che è Dio, la giusta che non si lamenta d’esser privata di ciò che le appartiene per pura elezione, la pura nel distacco affettivo a tutta prova dal suo Figlio Dio... In Maria Desolata è il trionfo delle virtù della fede e della speranza per la carità che l’accese durante tutta la vita e qui l’infiammò nella partecipazione così viva alla Redenzione.
Maria ci insegna nella sua desolazione, che l’ammanta di ogni virtù, a coprirci di umiltà e di pazienza, di prudenza e di perseveranza, di semplicità e di silenzio perché nella notte di noi, dell’umano che è in noi, brilli per il mondo la luce di Dio che abita in noi. Maria addolorata è la Santa per eccellenza, un monumento di santità cui tutti gli uomini che sono e saranno possono guardare per imparare a rivestirsi di quella mortificazione che la Chiesa da secoli insegna e che i santi, con note diverse, hanno in tutti i tempi riecheggiato.
Noi pensiamo troppo poco alla «passione» di Maria, alle spade che hanno trapassato il suo Cuore, al terribile abbandono provato sul Golgota quando Gesù l’ha consegnata ad altri...
E forse tutto questo dipende dal fatto che Maria ha saputo troppo bene coprire di dolcezza e di luce e di silenzio la sua viva angosciosa agonia.
Eppure: non c’è dolore simile al suo...

Se un giorno le sofferenze raggiungessero certi culmini, in cui tutto in noi sembra ribellarsi perché il frutto della nostra «passione» pare tolto dalle nostre mani e più dal nostro cuore, ricordiamoci di lei.
Sarà con questo gelo che ci renderemo un po’ simili a lei, che si staglierà meglio la figura di Maria nelle nostre anime, la tutta bella, la Madre di tutti, perché da tutti, massime dal Figlio suo divino, staccata, per divina volontà.
La Desolata è la Santa per eccellenza.
Vorrei riviverla nella sua mortificazione.

Vorrei saper star sola con Dio come lei, nel senso che, pur tra fratelli, mi senta spinta a fare di tutta la vita un intimo dialogo fra l’anima e Dio.
Devo mortificare parole, pensieri, atti, fuori del momento di Dio, per incastonarli nell’attimo ad essi riservato.
La Desolata è certezza di santità, perenne fonte di unione con Dio, vaso traboccante di gaudio. La Desolata!
Ecco il mio «eureka!». Sì, ho trovato. Ho trovato la via.


( http://www.centrochiaralubich.org/it/documenti/scritti/4-scritto-it/162-la-desolata.html )

Non bisogna esorcizzare il dolore, dunque, bisogna invece farlo diventare divino, elevarlo con l'aiuto di Maria a strumento di redenzione. Gesù sulla croce ha preso tutto il dolore umano e lo ha innazato, tanto che San Paolo ha scritto: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me". Pensiamo un pò a Padre Pio che con 50 anni di stigmate, ha potuto aiutare Gesù a salvare milioni di anime, e così tutti gli altri santi che per amore di Gesù hanno saputo soffrire e offrire accettando non solo con rassegnazione, ma desiderando il dolore, non per masochismo, ma per amore di Gesù, sapendo che con ogni sofferenza aiutavano a salvare anime. Sapremmo noi accettre la sofferanza con rassegnazione? Sarebbe già molto, ma se all'accettazione sapremmo chiederne di più saremmo tre volte nella luce in Paradiso. La Beata Chiara Luce Badano, riuscì non solo ad accettare la sofferenza della sua malattia, ma ne volle ancora di più per poterla offrire a Gesù che lei chiamava: il mio sposo. Così si legge in un dettato di Gesù ad una mistica:

"Quanto più uno è nella Luce e tanto più accetta, ama, desidera il dolore.
Accetta, quando è una volta nella Luce.  Ama, quando è nella Luce due volte. Desidera e chiede il dolore, quando è tre volte nella Luce, immerso in essa e vivente in essa.
Mentre, quanto più uno è nelle tenebre e più fugge, odia, si ribella al dolore. (Quaderni 17.9.43)

( fonte: http://www.mariavaltorta.it/Dolore%20e%20sofferenza.html )

 Il ritornello
Maria,  Maria
prendimi per mano
ora più che mai
ho bisogno di Te.

Maria, Maria
parlami nel cuore
e se ci sono tenebre
rischiarale.

Infatti, Maria è nostra Madre e ci conduce per le strade del tempo, per farci arrivre alla meta: il Cielo. Così scrive Papa Francesco nell' Evangelii Gaudium:

Il dono di Gesù al suo popolo
285. Sulla croce, quando Cristo soffriva nella sua carne il drammatico incontro tra il peccato del mondo e la misericordia divina, poté vedere ai suoi piedi la presenza consolante della Madre e dell’amico. In quel momento cruciale, prima di dichiarare compiuta l’opera che il Padre gli aveva affidato, Gesù disse a Maria: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse all’amico amato: «Ecco tua madre!» (Gv 19,26-27). Queste parole di Gesù sulla soglia della morte non esprimono in primo luogo una preoccupazione compassionevole verso sua madre, ma sono piuttosto una formula di rivelazione che manifesta il mistero di una speciale missione salvifica. Gesù ci lasciava sua madre come madre nostra. Solo dopo aver fatto questo Gesù ha potuto sentire che «tutto era compiuto» (Gv 19,28). Ai piedi della croce, nell’ora suprema della nuova creazione, Cristo ci conduce a Maria. Ci conduce a Lei perché non vuole che camminiamo senza una madre, e il popolo legge in quell’immagine materna tutti i misteri del Vangelo. Al Signore non piace che manchi alla sua Chiesa l’icona femminile. Ella, che lo generò con tanta fede, accompagna pure «il resto della sua discendenza, […] quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù» (Ap 12,17). L’intima connessione tra Maria, la Chiesa e ciascun fedele, in quanto, in modi diversi, generano Cristo, è stata magnificamente espressa dal Beato Isacco della Stella: «Nelle Scritture divinamente ispirate, quello che si intende in generale della Chiesa, vergine e madre, si intende in particolare della Vergine Maria […] Si può parimenti dire che ciascuna anima fedele è sposa del Verbo di Dio, madre di Cristo, figlia e sorella, vergine e madre feconda […]. Cristo rimase nove mesi nel seno di Maria, rimarrà nel tabernacolo della fede della Chiesa fino alla consumazione dei secoli; e, nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele, per i secoli dei secoli».

286. Maria è colei che sa trasformare una grotta per animali nella casa di Gesù, con alcune povere fasce e una montagna di tenerezza. Lei è la piccola serva del Padre che trasalisce di gioia nella lode. È l’amica sempre attenta perché non venga a mancare il vino nella nostra vita. È colei che ha il cuore trafitto dalla spada, che comprende tutte le pene. Quale madre di tutti, è segno di speranza per i popoli che soffrono i dolori del parto finché non germogli la giustizia. È la missionaria che si avvicina a noi per accompagnarci nella vita, aprendo i cuori alla fede con il suo affetto materno. Come una vera madre, cammina con noi, combatte con noi, ed effonde incessantemente la vicinanza dell’amore di Dio. (...) Come a san Juan Diego, Maria offre loro la carezza della sua consolazione materna e dice loro: «Non si turbi il tuo cuore […] Non ci sono qui io, che son tua Madre?».

 Seconda strofa
Maria, madre mia,
madre di Gesù
ascolta le preghiere di quaggiù.
C’è un mondo che ti chiama
quasi non ce la fa più.
Qualcuno ha chiuso il cuore, non lo riapre più.
Donaci di nuovo quella fede
che porta al cuore tuo, Maria.


In una bellissima sintesi Enzo Caffarelli, giornalista, mette insieme le parole di Papa Francesco su Maria e ne ricava quanto segue:

PAPA FRANCESCO DICE CHE DOBBIAMO PREGARE LA MADONNA PERCHE’…

…è la Madre della Misericordia: “Hai custodito nel tuo cuore la divina misericordia in perfetta sintonia con il tuo figlio Gesù. Maria, tu attesti che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno”. (“Misericordiae Vultus”, bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, 11 aprile 2015).
…ci aiuta a diffondere la Buona Novella: “Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce”. (“Evangelii Gaudium”, esortazione apostolica, 24 novembre 2013).
…suscita in noi un desiderio di santità: «Nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità, nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo». (preghiera alla Madonna per l’Immacolata Concezione, 8 dicembre 2013).
…converte i peccatori: «O Maria, stella del mare, rifugio dei peccatori, ottieni la conversione del cuore di quanti generano guerra, odio e povertà, sfruttano i fratelli e le loro fragilità, fanno indegno commercio della vita umana». (preghiera a Lampedusa, 8 luglio 2013).
…fa contemplare il volto di Gesù: “Rivolgiamo a te la preghiera della Salve Regina, perché non ti stanchi mai di rivolgere a noi i tuoi occhi misericordiosi e ci rendi degni di contemplare il volto della misericordia, tuo Figlio Gesù”. (“Misericordiae Vultus”, bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, 11 aprile 2015).
…ci fa amare gli ultimi: «Abbiamo bisogno delle tue mani immacolate, per accarezzare con tenerezza, per toccare la carne di Gesù nei fratelli poveri, malati, Disprezzati». (preghiera alla Madonna per l’Immacolata Concezione 8 dicembre 2013)
…aiuta a restare in ascolto della voce del Signore: «il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti, la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano». (preghiera alla Madonna per l’Immacolata Concezione, 8 dicembre 2016).
…scioglie tutti i nodi: “Tu conosci la mia disperazione e il mio dolore. Sai quanto mi paralizzano questi nodi e li ripongo tutti nelle tue mani. Per la gloria di Dio ti chiedo di scioglierli per sempre. Nelle tue mani non c’è un nodo che non sia sciolto”. (preghiera a Maria che scioglie i nodi)
…non ci fa sentire orfani: «Un cristiano senza la Madonna è orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne madri, due donne vergini». (discorso ai giovani di Roma 29 giugno 2014).
…il Rosario è la preghiera dei santi: “È la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi… È la preghiera del mio cuore”. (messaggio su Twitter, 7 ottobre 2016).
( https://www.miopapa.it/le-preghiere-a-maria-con-le-parole-di-papa-francesco/ )

Ritornello
Maria, Maria
prendimi per mano
ora più che mai
ho bisogno di Te.

Maria, Maria
parlami nel cuore
e se ci sono tenebre
rischiarale.



Donaci di nuovo quella fede
Che porta al cuore tuo, Maria 


Con questa preghiera Papa Francesco termina la Evangelii Gauudium e io la ripropongo:

Vergine e Madre Maria,
tu che, mossa dallo Spirito,
hai accolto il Verbo della vita
nella profondità della tua umile fede,
totalmente donata all’Eterno,
aiutaci a dire il nostro “sì”
nell’urgenza, più imperiosa che mai,
di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.


Tu, ricolma della presenza di Cristo,
hai portato la gioia a Giovanni il Battista,
facendolo esultare nel seno di sua madre.
Tu, trasalendo di giubilo,
hai cantato le meraviglie del Signore.
Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce
con una fede incrollabile,
e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione,
hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito
perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.

Ottienici ora un nuovo ardore di risorti
per portare a tutti il Vangelo della vita
che vince la morte.
 

Dacci la santa audacia di cercare nuove strade
perché giunga a tutti
il dono della bellezza che non si spegne.

Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione,
madre dell’amore, sposa delle nozze eterne,
intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima,
perché mai si rinchiuda e mai si fermi
nella sua passione per instaurare il Regno.


Stella della nuova evangelizzazione,
aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione,
del servizio, della fede ardente e generosa,
della giustizia e dell’amore verso i poveri,
perché la gioia del Vangelo
giunga sino ai confini della terra
e nessuna periferia sia priva della sua luce.

Madre del Vangelo vivente,
sorgente di gioia per i piccoli,
prega per noi.
Amen. Alleluia.


(fonte: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html )

venerdì 9 agosto 2019

Se ho gli occhi tuoi dal CD "Concerto a Maria" 2019

Fin da quando l'ho scritta ho sentito che era una canzone speciale, più delle altre. Da qualche tempo dicevo allo Spirito Santo: "Ma non hai parole e canzoni per Maria tua Sposa che io possa trovare?". Con l'ispirazione di questa mia, mi è sembrato che mi desse una risposta. Lo Spirito Santo Sposo della Vergine Madre, ha tutto l'Amore, e non si esaurirà l'Eternità per raccontare, poetare, lodare Maria.

Quante volte ho desiderato avere gli occhi di Maria per non vedere il male o per vederlo con occhi senza rancore, senza odio... E chi più di Lei può insegnare come amare anche i nemici? Allora mi è uscito dall'anima la frase: se ho gli occhi tuoi... il resto è uscito come dettato da qualcuno. E così la melodia semplice e profonda. Insomma non so se è un capolavoro, ma a me sembra una delle più belle canzoni che ho scritto.

Inoltre vorrei chiarire che avrei potuto dire, "Se avessi gli occhi tuoi" e invece mi veniva spontaneo: "Se ho gli occhi tuoi". Infatti, lo sforzo di somigliare a Maria vivendola nelle piccole cose quotidiane, come insegnano tanti santi, è quanto ho in cuore e quanto mi sforzo di fare con l'aiuto di Dio, ogni giorno, ogni momento.

Ascoltiamo la canzone.




Prima strofa
Se ho gli occhi tuoi, il mondo non è cenere.
Se ho gli occhi tuoi la morte non può esistere
Se ho gli occhi tuoi un fiore resta un fiore.
Se ho gli occhi tuoi un uomo non è un numero
 


Se ho gli occhi tuoi i miei saranno liberi
Se ho gli occhi tuoi è Luce dalle tenebre
Se ho gli occhi tuoi mi vesto d’infinito
Con gli occhi tuoi perdono chi mi uccide
perdono chi mi uccide.



 Papa Francesco il 1 gennaio 2019 ha detto nell'omelia:

Lasciamoci guardare. Questo soprattutto nel momento del bisogno, quando ci troviamo impigliati nei nodi più intricati della vita, giustamente guardiamo alla Madonna, alla Madre. Ma è bello anzitutto lasciarci guardare dalla Madonna. Quando ci guarda, lei non vede dei peccatori, ma dei figli. Si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima; gli occhi della piena di grazia rispecchiano la bellezza di Dio, riflettono su di noi il paradiso. Gesù ha detto che l’occhio è «la lampada del corpo» (Mt 6,22): gli occhi della Madonna sanno illuminare ogni oscurità, riaccendono ovunque la speranza. Il suo sguardo rivolto a noi dice: “Cari figli, coraggio; ci sono io, la vostra madre!”

Questo sguardo materno, che infonde fiducia, aiuta a crescere nella fede. La fede è un legame con Dio che coinvolge tutta intera la persona, e che per essere custodito ha bisogno della Madre di Dio. Il suo sguardo materno ci aiuta a vederci figli amati nel popolo credente di Dio e ad amarci tra noi, al di là dei limiti e degli orientamenti di ciascuno. La Madonna ci radica nella Chiesa, dove l’unità conta più della diversità, e ci esorta a prenderci cura gli uni degli altri. Lo sguardo di Maria ricorda che per la fede è essenziale la tenerezza, che argina la tiepidezza. Tenerezza: la Chiesa della tenerezza. Tenerezza, parola che oggi tanti vogliono cancellare dal dizionario. Quando nella fede c’è posto per la Madre di Dio, non si perde mai il centro: il Signore, perché Maria non indica mai sé stessa, ma Gesù; e i fratelli, perché Maria è madre.

Sguardo della Madre, sguardo delle madri. Un mondo che guarda al futuro senza sguardo materno è miope. Aumenterà pure i profitti, ma non saprà più vedere negli uomini dei figli. Ci saranno guadagni, ma non saranno per tutti. Abiteremo la stessa casa, ma non da fratelli. La famiglia umana si fonda sulle madri. Un mondo nel quale la tenerezza materna è relegata a mero sentimento potrà essere ricco di cose, ma non ricco di domani. 

Madre di Dio, insegnaci il tuo sguardo sulla vita e volgi il tuo sguardo su di noi, sulle nostre miserie.  Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi.

(fonte: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2019/documents/papa-francesco_20190101_omelia-giornatamondiale-pace.html )

Desidero Madre guardare la realtà con gli occhi tuoi, perché in essa tu vedi solo il bello, il vero e il buono, ossia Dio, e sai distinguere le tenebre e i tranelli del nemico. Aiutaci Madre, come ha detto anche il Papa, ad assumere il tuo sguardo positivo, il tuo sguardo divino.
 
Seconda strofa
Se ho gli occhi tuoi non dico più parole
Se ho gli occhi tuoi vedo quel che è vero
Se ho gli occhi tuoi con gli occhi tuoi
non ho più paura amo anche il nemico.

Con gli occhi tuoi i miei saranno chiari
con gli occhi tuoi  ritorno dall’inferno
Se ho gli occhi tuoi non filtro il moscerino
e la trave dal mio occhio toglierai  ed io vedrò
con gli occhi tuoi.


 
"Nello sguardo di Maria c’è il riflesso più puro della luce di Dio uno e trino, ma c’è anche tutta la devozione di Maria all’Altissimo, la sua umilissima disposizione al servizio d’amore alla volontà del Padre, la serena fiducia del suo riposo in Dio in una pace imperturbabile, i bagliori del fuoco d’amore che arde nel suo cuore santissimo, un amore che supera la misura di tutte le creature angeliche e terrestri. (...)

Gli occhi di Maria sono stati il paradiso di Gesù sulla terra, una volta esiliato dal cielo, il suo ambiente naturale e a Lui più idoneo nell’infanzia e giovinezza beata nella casetta di Nazareth, il suo riposo nei momenti di stanchezza e di fatica, la sua pace quando subiva gli urti dell’umana incomprensione e agitazione, la sua consolazione nei momenti di dolore e di pianto, il suo conforto nelle pene piccole e grandi, il suo alimento spirituale più gustoso perché fatto di amore purissimo e di perfetta sottomissione alla volontà di Dio. Nelle sue numerose e ingravescenti fatiche apostoliche, dove Gesù trovava umano ristoro meglio che nello sguardo materno-filiale-sponsale di sua Madre? Quale persona umana a Lui più vicina e più amante? E quali dolcezze dovevano fluire dalla sua bocca verso il Figlio suo Dio e Signore!" (fonte: http://divinaconsolatio.altervista.org/alterpages/files/LosguardodiMaria.pdf )

Anche noi desiderando di avere lo sguardo di Maria, diciamo di voler essere altre piccole Maria per dar ristoro a Gesù che è sempre in cerca di anime che lo possano ospitare e dargli quell'amore di cui è assetato.

Ritornello
Se ho gli occhi tuoi, con gli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, negli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, con gli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, negli occhi tuoi
di certo è già tempo, del tuo tempo … Maria
...


 "Per mezzo di Maria ebbe inizio la salvezza del mondo, ancora per mezzo di Maria deve avere il suo compimento. Nella prima venuta di Gesù Cristo, Maria quasi scomparve, perché gli uomini, ancora poco istruiti e illuminati sulla persona di suo Figlio, non si allontanassero dalla verità, attaccandosi troppo sensibilmente e grossolanamente a lei. Così sarebbe certamente accaduto -se ella fosse stata conosciuta -a causa dell'incanto meraviglioso che Dio le aveva conferito anche nell'aspetto esteriore. Ciò è così vero che san Dionigi l'areopagita osserva che quando la vide, l'avrebbe presa per una dea a motivo delle segrete attrattive e dell'incomparabile bellezza che aveva, se la fede, nella quale era ben fermo, non gli avesse insegnato il contrario. Ma nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei. Non esistono più, infatti, i motivi che determinarono lo Spirito Santo a nascondere la sua sposa mentre elle viveva quaggiù e a manifestarla ben poco dopo la predicazione del Vangelo." San Luigi Grignion De Monfort

( fonte: http://louisgrignion.pl/download/trattato_della_vera_devozione_a_maria.pdf  )


Terza strofa

Se ho gli occhi tuoi, il mondo non è un carcere
Con gli occhi tuoi, le mie mani sono libere.

Con gli occhi tuoi, i miei saranno scudi,
con gli occhi tuoi ritorno in Paradiso
Se ho gli occhi tuoi mi vesto d’infinito,
la trave dal mio occhio toglierai
e io ci vedrò con gli occhi tuoi.

 "Convinciti dunque che quanto più guarderai Maria nelle tue preghiere, contemplazioni, azioni e sofferenze -se non con uno sguardo distinto e attento, almeno con uno generale e impercettibile, -tanto più perfettamente troverai Gesù Cristo. Egli, infatti, è sempre con Maria, grande, potente, operante e incomprensibile, più ancora che nel cielo e in qualsiasi altra creatura dell'universo. La divina Maria,completamente immersa in Dio, è ben lontana pertanto dal divenire un ostacolo ai perfetti nella via dell'unione con Dio. Anzi, non c'è mai stata finora né ci sarà mai alcuna creatura che aiuti più efficacemente in questa grande opera, sia comunicando le grazie utili a questo fine -«nessuno è ricolmo del pensiero di Dio, se non per mezzo di lei», dice un santo ó sia assicurandovi contro le illusioni e inganni dello spirito maligno.

Dove Maria è presente non c'è lo spirito maligno. E un segno infallibile che si è condotti dallo spirito buono è l'essere molto devoti a Maria, il pensare spesso a lei e il parlarne di frequente. È questo il pensiero di un santo, il quale aggiunge che, come la respirazione è sicuro indizio che il corpo non è morto, così il frequente ricordo e l'invocazione affettuosa di Maria sono un segno sicuro che l'anima non è morta per il peccato. Come dicono la Chiesa e lo Spirito Santo sua guida, soltanto Maria ha distrutto tutte le eresie. Perciò non avverrà mai -anche se i critici borbottano -che un fedele devoto di Maria cada nell'eresia o nella illusione almeno formale. Potrà certo, benché più difficilmente di altri, commettere un errore materiale, confondere la menzogna con la verità e lo spirito maligno con quello buono; ma presto o tardi conoscerà la sua colpa e il suo errore materiale e, quando li avrà conosciuti, non si ostinerà a credere e sostenere ciò che aveva creduto.

Chi dunque vuole progredire nella via della perfezione ed incontrare sicuramente e perfettamente Gesù Cristo -senza il pericolo di cadere nell'illusione che è ordinaria nelle persone di preghiera -abbracci «con cuore generoso e animo pronto» questa devozione alla santissima Vergine, che forse prima non conosceva. Entri in questo eccellente cammino a lui sconosciuto e che io gli sto indicando: «Io vi mostro una via migliore di tutte». È una via tracciata da Gesù Cristo, Sapienza incarnata, nostro unico Capo. Percorrendola, il membro di questo Capo non può sbagliarsi. E una via facile, per la pienezza della grazia e dell'unzione dello Spirito Santo di cui è ricolma. Camminandovi, non ci si stanca né s'indietreggia. È una via breve: in poco tempo ci conduce a Gesù Cristo. È una via perfetta: sul suo percorso non c'è fango, né polvere, né la minima sozzura di peccato. Infine, è una via sicura, per la quale si giunge a Gesù Cristo e alla vita eterna in modo diritto e sicuro, senza deflettere né a destra né a sinistra. Prendiamo dunque questa strada e in essa camminiamo giorno e notte, sino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo."

(fonte: http://louisgrignion.pl/download/trattato_della_vera_devozione_a_maria.pdf  )


Ritornello
Se ho gli occhi tuoi, con gli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, negli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, con gli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, negli occhi tuoi
di certo è già tempo, del tuo tempo … Maria ...
 


"Orsú, dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi, e mostraci dopo questo esilio Gesú, il frutto benedetto del tuo seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria."
In questo tempo fisserò i tuoi occhi, o Maria, perché i miei siano piú pieni di Dio. E mi lascerò guardare da te perché tu mi riempia di Grazia e di Bene! Grazie, o Maria!


(fonte: http://www.reginamundi.info/finestra/occhi-di-maria.asp )

giovedì 8 agosto 2019

Madre sei dal Cd "Concerto a Maria" 2019

Anche "Madre sei" fa parte di questo nuovo CD, di quelle 12 canzoni dedicate a Maria, durante questi miei 25 anni di ministero sacerdotale.
L'ho scritta qualche anno fa. Nel Movimento dei Focolari si approfondiva la figura di Maria. Facendo meditazione sulle belle pagine a Lei dedicate da Chiara Lubich mi venne l'ispirazione per questa canzone.

È così bella la mamma

È così bella la Mamma nel perenne raccoglimento in cui il Vangelo ce la mostra: «Serbava tutte queste cose nel suo cuore». Quel silenzio pieno ha un fascino per l'anima che ama. Come potrei vivere io Maria nel suo mistico silenzio quando la nostra voca­zione é a volte parlare per evangelizzare, sempre allo sbaraglio in tutti i luoghi ric­chi e poveri, dalle cantine alle strade, alle scuole, ovunque? Anche la Mamma, ha parlato. E ha dato Gesù. Nessuno mai al mondo fu apostolo più grande. Nessuno ebbe mai parola co­me Lei che diede il Verbo. La Mamma é veramente e meritata­mente Regina degli Apostoli. E Lei tacque. Tacque perché in due non potévano parlare. Sempre la parola ha da poggiare su un silenzio, come un dipinto sullo sfondo. Tacque perché creatura. Perché il nul­la non parla. Ma su quel nulla parlò Gesù e disse: Se stesso. Iddio, Creatore e Tutto, parlò della creatura. Come allora vivere Maria, come profu­mare la mia vita del suo fascino? Facendo tacere la creatura in me, e su questo silenzio lasciando parlare lo Spi­rito del Signore. Così vivo Maria e vivo Gesù. Vivo Gesù su Maria. Vivo Gesù vivendo Maria.

Chiara Lubich
(fonte: http://www.loppiano.it/LN/1987%203.pdf )

Madre sei. Già il titolo è tutto un programma. Maria è Madre, non solo di Dio, ma di tutti noi che nasciamo alla fede e poi camminiamo nella storia tra alti e bassi, luci e tenebre e se non stiamo attenti cadiamo nelle trappole del nemico numero uno.




Ascoltiamo la canzone




Prima strofa

Madre, che sei la Madre,
che tutto può.
Vieni in soccorso di questi,
figli tuoi.
Prega per noi,
ancora in viaggio verso il Cielo,
dove in ansia ci aspetterai.


Così si legge nella Lumen Gentium Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II al n. 53:

"Maria e la Chiesa
Infatti Maria vergine, la quale all'annunzio dell'angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore. Redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia eccezionale precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri. Insieme però, quale discendente di Adamo, è congiunta con tutti gli uomini bisognosi di salvezza; anzi, è « veramente madre delle membra (di Cristo)... perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra » (S. Agostino). Per questo è anche riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità; e la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amatissima."

 La Mamma Celeste stessa ci parla da 39 anni da Medjugorje e ci chiama "cari figli", dunque ha coscienza di essere MADRE... in alcuni messaggi sottolinea la sua maternità:

Messaggio del 2 gennaio 2008 (Mirjana) Medjugorje
"Cari figli, con tutta la forza del mio cuore, io vi amo e mi dono a voi. Come la madre lotta per i propri figli, io prego e lotto per voi. Da voi chiedo di non temere ad aprirvi, per potere amare con il cuore e donarvi agli altri. (...).

Messaggio del 2 febbraio 2008 (Mirjana) Medjugorje
Cari figli, io sono con voi! Come Madre vi raduno perchè desidero cancellare dai vostri cuori ciò che ora vedo. Accogliete l'amore di mio Figlio e cancellate dal cuore la paura, il dolore, la sofferenza e la delusione. Vi ho scelto in modo speciale perchè siate la luce dell'amore di mio Figlio. Vi ringrazio!
 Non so voi, ma io da questi messaggi sento tutto l'amore della Madre per l'umanità intera e soprattutto per quella più lontana da Dio. Lei ci viene in soccorso e attende paziente il nostro ritorno e poi ci guida, ci conduce per mano, proprio come una Madre, una vera Mader fa coi propri figli.

Messaggio del 2 maggio 2008 (Mirjana) Medjugorje
Cari figli ! Per la volontà di Dio sono qui con voi in questo luogo. Desidero che apriate i vostri cuori e che mi riceviate come Madre. Io con il mio amore vi insegnerò la semplicità della vita e la ricchezza della Misericordia e vi guiderò a mio Figlio. La strada verso Lui può essere difficile e dolorosa, ma non abbiate paura; io sarò con voi. Le mie mani vi sosterranno fino alla fine, fino alla gioia eterna e perciò non abbiate paura di aprirvi a me. Vi ringrazio. Pregate per i sacerdoti. Mio Figlio ve li ha donati.
Messaggio del 30 maggio 2008 (Ivan) Medjugorje
Cari figli, anche oggi la Madre vi invita: pregate per i miei figli che si sono allontanati da mio Figlio. Pregate. Pregate che ritornino a mio Figlio e trovino la pace in Lui. Grazie, cari figli, per aver risposto alla mia chiamata!

 Seconda strofa
Madre che sei la Madre
che tutto dà.
Dal tuo dolore immenso,
vita verrà.
Prega per noi,
ancora annebbiati dal male,
da cui ci difenderai.

 Maria da tutto, ha dato tutto di sé e tutto del Figlio e ancora si dona e dona grazie attraverso il Figlio Gesù.

"MARIA MADRE E MAESTRADI VITA SPIRITUALE" di Jesús Castellano Cervera, o.c.d.

È Madre perché genera nuovi figli nella Chiesa
, Maestra perché li attira con il suo esempio per condurli alla carità perfetta realizzazione della santità evangelica aperta a tutti. Come Maestra spirituale ci insegna «alla sua scuola»; una scuola di santità dove la vita evangelica è il modello, e l’amore di Dio sopra ogni cosa diventa il dono e l’impegno; ma ancora dove la contemplazione mariana del Verbo ne è il cammino, e il servizio generoso, sull’onda della sua carità come esperienza di vita nuova, l’espressione di una vera e propria spiritualità apostolica.
Finalmente, nella preghiera dopo la comunione si sottolinea il cammino dell’imitazione delle virtù della Madre e l’impegno della testimonianza dell’amore di Dio nel mondo.

Possiamo infatti dire che questa visione della maternità spirituale di Maria e della sua efficace ed interiore pedagogia esprime molto bene una linea di spiritualità mariana ecclesiale come è quella carmelitana, come risplende nella grande schiera dei santi e sante del Carmelo con i suoi tre Dottori della Chiesa e con figure di grande rilievo come la beata Elisabetta dellaTrinità e Santa Teresa Benedetta della Croce. Mi sia permesso citare di Edith Stein una bella pagina, intrisa del suo genio filosofico, del suo voler fondare una nuova pedagogia e del suo essere vicina come ebrea e come donna alla Vergine di Nazaret per proporla come Maestra e Madre spirituale, con un sottile ed elevato tono di femminile genialità. Ecco questo testo tratto da una sua conferenza sull’educazione della donna alla luce di Maria:
«Chiamare Maria nostra Madre, non è una semplice immagine. Maria è nostra Madre. In un senso reale ed eminente, in un senso, cioè, che trascende la maternità terrena. Ella ci ha generato alla vita della grazia, quando ha donato tutta se stessa; tutto il suo essere, il suo corpo e la sua anima, alla maternità divina. È per questo che ci è tanto vicina. Ci ama, ci conosce, s’impegna a fare di ciascuno di noi ciò che deve essere; sopratutto: a portare ciascuno di noi alla più intima unità al Signore. (...) Ma come la grazia non può compiere la propria azione nelle anime se esse non le si aprono con tutta libertà, così anche Maria non può realizzare in pieno la sua maternità, se gli uomini non si abbandonano a lei. Le donne che desiderano corrispondere in pieno alla loro vocazione femminile, nei diversi modi possibili, raggiungeranno nel modo più sicuro il loro fine se non solo terranno davanti agli occhi l’immagine viva della Virgo-Mater e cercheranno di imitarla nel lavoro della loro formazione, ma si affideranno alla sua direzione, si porranno tutte sotto la sua guida. Ella può formare a propria immagine coloro che le appartengono... Ecco segnati i gradini che conducono la donna al suo posto, voluto da Dio, nel corpo della Chiesa: esser figlia di Dio, essere organo voluto da Dio nel corpo della Chiesa per maternità naturale e soprannaturale; simbolo ecclesiale e soprattutto figlia di Maria». (fonte: http://www.culturamariana.com/pubblicazioni/fine19/Pdf/Fine19_Castellano_250-274.pdf )
 
Il Ritornello
Madre e ancora Madre,
nel “Pensiero Pensato”, Madre.
Per dar vita alla VITA, Madre.
Madre e ancora Madre,
nel “Pensiero Pensato”, Madre.
Per dar vita alla VITA, Madre.
Dell’uomo e degli Angeli               
Madre e Regina…            
Dell’uomo e degli Angeli Madre
e Regina sei.

Da qiuanto detto finora, vivendo Maria diamo vita alla Vita di Dio in noi, ossia Gesù in noi, la Trinità in noi. E non aggiungo altro... Ma del ritonello vorrei solo spiegare "Nel Pensiero Pensato" riportando una rivelazone ad una mistica:

"Quando il peccato di Lucifero sconvolse l'ordine del Paradiso e travolse nel disordine gli spiriti meno fedeli, un grande orrore ci percosse tutti, quasi che qualcosa si fosse lacerato, si fosse distrutto, e senza speranza di vederlo risorgere più. In realtà ciò era. Si era distrutta quella completa carità che prima era sola esistente lassù, ed era crollata in una voragine dalla quale uscivano fetori d'Inferno.
   Si era distrutta l'assoluta carità degli angeli, ed era sorto l'Odio. Sbigottiti, come lo si può essere in Cielo, noi, i fedeli al Signore, piangemmo per il dolore di Dio e per il corruccio suo. Piangemmo sulla manomessa pace del Paradiso, sull'ordine violato, sulla fragilità degli spiriti. Non ci sentimmo più sicuri di essere impeccabili, perché fatti di puro spirito. Lucifero e i suoi uguali ci avevano provato che anche l'angelo può peccare e divenire demonio. Sentimmo che la superbia poteva, era latente, e poteva svilupparsi in noi. Tememmo che nessuno, fuorché Dio, potesse resistere ad essa se Lucifero aveva ad essa ceduto. Tremammo per queste forze oscure che non pensavamo potessero invaderci, che potrei dire: ignoravamo che esistessero, e che brutalmente ci si disvelavano. Abbattuti, ci chiedevamo, con palpiti di luce: "Ma dunque l'esser così puri non serve? Chi mai allora darà a Dio l'amore che Egli esige e merita, se anche noi siamo soggetti a peccare?".
   Ecco allora che, alzando il nostro contemplare dall'abisso e dalla desolazione alla Divinità, e fissando il suo Splendore, con un timore sino allora ignorato, contemplammo la seconda Rivelazione del Pensiero Eterno. E se per la conoscenza della prima venne il Disordine creato dai superbi che non vollero adorare la Parola Divina, per la conoscenza della seconda tornò in noi la pace che si era turbata.
   Vedemmo Maria nel Pensiero eterno. Vederla e possedere quella sapienza che è conforto, sicurezza e pace, fu una sola cosa. Salutammo la futura nostra Regina con il canto della nostra Luce, e la contemplammo nelle sue perfezioni gratuite e volontarie. Oh! bellezza di quell'attimo in cui a conforto dei suoi angeli l'Eterno presentò ad essi la gemma del suo Amore e della sua Potenza! E la vedemmo umile tanto da riparare da sé sola ogni superbia di creatura."
(fonte: http://www.valtortamaria.com/operaminore/libro-azaria/6/sezione/50/8-dicembre-1946-2 )

Terza strofa
Madre che sei “Amore”
da Dio Amore.
Pura dal puro Trino e
perfetto Amore.
Prega per noi,
ancora in viaggio verso il Cielo,
che ci otterrai perché tu sei…

Dunque Maria viene dall'Amore trinitario, è amore perché figlia perfetta del Padre, Madre perfetta del Figlio di Dio, Sposa perfetta dell'Eterno Amore. Unica e presente in Dio prima dellea creazione del tempo e di tutto quello che vi è dentro, e dunque Maria è eterna, seconda solo alla Trinità, e prende il posto che radi Lucifero. Ora si comprende meglio: "Gli ultimi saranno primi e i primi gli ultimi" (cfr. Mt 20, 16).
Fare con Lei il viaggio di questa vita è compagnia sicura e fedele. Può una vera Madre abbandonare i suoi figli? Allora con Lei saremo al sicuro, guai a perdere la sua mano nel trambusto di questa vita. Come bambini persi in una folla sconosciuta, così ci rotroveremmo a gridare e a a cercare di nuovo le mani amorose della Madre.

Il Ritornello si ripete alla fine due volte
Madre e ancora Madre,
nel “Pensiero Pensato”, Madre.
Per dar vita alla VITA, Madre.
Madre e ancora Madre,
nel “Pensiero Pensato”, Madre.
Per dar vita alla VITA, Madre.
Dell’uomo e degli Angeli               
Madre e Regina…            
Dell’uomo e degli Angeli Madre
e Regina sei.

Maria Madre e Regina degli Angeli e dei Santi, per Grazie e per i suoi meriti.

Messaggio del 2 aprile 2012 (Messaggio straordinario dato a Mirjana)
 

Cari figli, come Regina della pace desidero dare a voi, miei figli, la pace, la vera pace che viene attraverso il Cuore del mio Figlio Divino. Come Madre prego che nei vostri cuori regni la sapienza, l’umiltà e la bontà, che regni la pace, che regni mio Figlio. Quando mio Figlio sarà il Sovrano nei vostri cuori, potrete aiutare gli altri a conoscerlo. Quando la pace del cielo vi conquisterà, coloro che la cercano in posti sbagliati e così danno dolore al mio Cuore materno la riconosceranno. Figli miei, grande sarà la mia gioia quando vedrò che accogliete le mie parole e che desiderate seguirmi. Non abbiate paura, non siete soli. Datemi le vostre mani ed io vi guiderò. Non dimenticate i vostri pastori. Pregate che nei pensieri siano sempre con mio Figlio, che li ha chiamati affinché lo testimonino. Vi ringrazio.


Per concludere una preghuera di San Bonaventura

Le Beatitudini di Maria

Il pensiero di Maria non parta dalla tua mente.
Il nome di Maria non abbandoni il tuo labbro.

L'Amore di Maria non si spenga nel tuo cuore.
Seguendo Maria non ti perderai.

Appoggiandoti a Maria non cadrai.
Sperando in Maria non temerai.

Ascoltando Maria non sbaglierai.
Vivendo con Maria ti salverai.

Ecco la nona beatitudine:
Beati quelli che si sono consacrati a Maria:
i loro nomi sono scritti nel libro della vita.

(San Bonaventura da Bagnoregio)
 (fonte: http://www.reginamundi.info/preghiere/PreghiereAgostino.asp )