martedì 21 maggio 2019

"Mille Ave Maria" dal CD "Concerto a Maria" 2019

La seconda canzone del CD "Concerto a Maria" uscito il 26 giugno 2019 si può dire che è il prosieguo della prima: "Cari figli miei" (vedi tra le altre canzoni del blog). Come ho già spiegato nella pagina dedicata a "Cari figli miei", essa riguarda una pratica inventata da Padre Silvano fondatore dell'Associazione "Apostoli della pace". Consiste nel recitare tante Ave Maria durante la giornata insieme agli altri componenti della famiglia e contarle fino ad arrivare a mille. A questo punto si scarica dal sito degli Apostoli della Pace: http://www.milleavemaria.it/home/en/  l'assegno, lo si compila e lo si può mandare da Padre Silvano a Medjugorje che ha inventato il museo delle Ave Maria che gli arrivano da tutto il mondo. Lui stesso spiega che la pratica delle Mille Ave Maria è la preghiera di chi sta all'asilo della spiritualità. Il rosario detto bene è di chi sta alle elementari dello Spirito; chi recita l'ufficio (lodi e vestri) starebbe alle superiori e chi fa meditazione e aggiunge tutte le altre pratiche, sta all'università...
Ma dire solo le Ave Maria non basta, infatti dice Padre Silvano che se alle Ave Maria non corrispondono "germogli di speranza", ossia conversioni, grazie, miracoli... significa che esse sono state recitate male e sono sterili. Tutte le preghiere ben fatte ottengono frutti nello Spirito e di conseguenza frutti di bene verso coloro per i quali si prega. Così si può fare una verifica, dice Padre Silvano. Dopo ogni incontro di preghiera bisogna saper vedere i germogli che la Madre di Dio fa sbocciare. Si impara così a dire grazie per essi e si rende Gloria a Dio e alla Madre. Si diventa anche più sensibili al bene che sboccia, invece di prestare attenzione alla logoca dei telegiornali, che ci fanno vedere solo il negativo che accade intorno a noi. Insomma è un bel esercizio spirituale, semplice ma efficace. Ascoltiamo la canzone.



Mille Ave Maria
Il titolo, lo abbiamo già spiegato nella introduzione all'ascolto della canzone, non agiungo altro

 Prima strofa
Mille rose, mille grani,
per i campi di Maria,
per le storie di noi santi,
santi ancora per la via.


 Ogni Ave Maria è una Rosa che sale al Cielo dalla Mamma Celeste... Così Ella disse alla mistica Maria Valtorta l'8 maggio 1947:

«Ti ho dato il giorno 5, la vista intellettiva di ciò che è un Rosario ben detto: pioggia di rose sul mondo. Ad ogni Ave che un'anima amante dice con amore e con fede io lascio cadere una grazia. Dove? Da per tutto: sui giusti a farli più giusti, sui peccatori per ravvederli. Quante! Quante grazie piovono per le Ave del Rosario! Rose bianche, rosse, oro. Rose bianche dei misteri gaudiosi, rosse dei dolorosi, d'oro dei gloriosi. Tutte rose potenti di grazie per i meriti del mio Gesù. Perché sono i suoi meriti infiniti che dànno valore a ogni orazione. Tutto è e avviene, di ciò che è buono e santo, per Lui. Io spargo, ma Egli avvalora. Oh! Benedetto mio Bambino e Signore! Vi do le rose candide dei meriti grandissimi della perfetta, perché divina, e perfetta perché volontariamente voluta conservare tale dall'Uomo, Innocenza di mio Figlio. Vi do le rose porpuree degli infiniti meriti della Sofferenza di mio Figlio, così volonterosamente consumata per voi. Vi do le rose d'oro della sua perfettissima Carità. Tutto di Mio Figlio vi do, e tutto di Mio Figlio vi santifica e salva. Oh! io sono nulla, io scompaio nel Suo fulgore, io compio solo il gesto di dare, ma Egli, Egli solo è l'inesauribile fonte di tutte le grazie! E voi, mie dilette anime, ascoltate questa Mia parola: Fate con spirito ilare la volontà del Signore. Fare la Sua Ss. Volontà con tristezza è dimezzare il grande merito del farla. La rassegnazione è già cosa che Dio premia. Ma la gioia del fare la Volontà di Dio centuplica il merito, e perciò il premio, del fare questa divina Volontà, sempre, sempre, sempre giusta, anche se forse all'uomo non pare tale. Fate dunque con spirito ilare ciò che Dio vuole. E sarete a Lui gradite e a me, Madre vostra, dilettissime. State in pace sotto lo sguardo mio che non vi abbandona.»

(Fonte: Maria Valtorta, I Quaderni del 45-50, 8 maggio 1947, ed. CEV)

 Seconda strofa
Mille rampe per il cielo,
per volare nell’azzurro,
cuore caldo e sempre puro
che si riempirà di pace.


Ogni Ave Maria dunque, è una rampa per andare in alto, un colpo d'ala per salire, ascendere verso le altezze dello Spirito e per tenere caldo il cuore nella pace di Dio.
Ma vediamo dentro all'Ave Maria cosa c'è:

Spiegazione e commento alla preghiera dell'Ave Maria

"Ave"

Composta di due parti, l'Ave Maria è fra le preghiere più diffuse e amate dell'intera cristianità. Una prima parte, di lode, precede una seconda di più schietta supplica. Questa prima parte, di chiaro riferimento biblico, è la lode per eccellenza a Maria, perché composta da parole rivelate, contenute nel Van­gelo. Questa lode costituisce per noi un filo spirituale che si dipana dall'Angelo e da Elisabetta per secoli sino ai nostri giorni.
La lode inizia con le parole del saluto rivolto dall'angelo Gabriele a Maria: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1, 28). L'invito a gioire (kàire, nell'originale Vangelo di Luca, in greco) è sostituito nella preghiera con il saluto latino "ave". Il medesimo invito alla gioia rivolto a Maria, che ella ha accolto e realizzato pienamente, è infatti rivolto anche a noi, ogni giorno.

"Maria, piena di grazia"

Il nome Maria, inserito nella preghiera, prende il posto del piena di grazia delle parole dell'Annunciazione, creando una sovrapposizione: la Vergine è la piena di grazia (Kekaritoméne) per eccellenza, ricolma di Spirito Santo, compimento di Israele, primizia della Chiesa e modello di ogni cristiano.
Nel nome Maria è anche inscritto il destino della Vergine. Se ne accogliamo l'origine egizio-ebraica, il significato del nome risulta essere "amata da Dio" (la radice egizia Myr vuol dire "amata", l'ebraica yam è l'abbreviazione di Iahvè). Se guardiamo invece al mondo aramaico, il significato è di "principessa", "grande signora". In entrambi i casi, il nome racchiude in sé tutto il significato e il mistero di colei che ha generato il Figlio di Dio.

"il Signore è con te"

Questa formula, applicata a Maria, ci apre orizzonti ampissimi. Nella Bibbia questa espressione ricorre nel sottolineare la vicinanza di Dio al Suo popolo, spesso nell'ottica dell'Alleanza, della quale l'arca è il simbolo visibile e concreto. La Vergine stessa, nel contesto della Nuova Alleanza, è la Nuova Arca, nella quale lo Spirito Santo realizza e irradia la Sua azione.
Le parole assumono altresì un significato consolatorio e di rassicurazione, rispondendo direttamente alla più che umana domanda di Maria all'Angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» (Lc 1, 34). L'Angelo la rassicura: non deve temere nulla, finché il Signore è con lei, perché «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1, 34).
In aggiunta a questo, la vicinanza del Signore a Maria prende un significato di prossimità anche fisica: Dio, Cristo, è veramente dentro Maria, incarnato nel suo ventre.

"Tu sei benedetta fra le donne"

Queste parole, insieme a quelle successive, sono quelle di Elisabetta, cugina di Maria, per come ce le riferisce il Vangelo di Luca (Cf. Lc 1, 42). Elisabetta, rischiarata dallo Spirito Santo, riconosce in Maria «la benedetta fra tutte le donne». Anche il figlio che Elisabetta porta in grembo nonostante l'età avanzata, partecipa - ed anzi anticipa - della gioia della madre: «ppena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo» (Lc 1, 44). Maria è la bendetta da Dio, Creatore, autore della vita, in azione in modo del tutto speciale in Maria.

"e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù"

Elisabetta, dopo aver riconosciuto Maria come la benedetta fra le donne, riconosce il frutto benedetto che ella porta nel proprio ventre. Una qualifica già anticipata a Maria dall'Angelo a proposito di Gesù: «sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo» (Lc 1, 32). Gesù, frutto delo Spirito Santo (Cf. Lc 1, 35; 4, 18) e di Maria è il Benedetto per eccellenza, delle stessa natura di Dio, eppure pienamente frutto del seno di Maria: tanto fu, infatti, soprannaturale il concepimento, quanto normale fu la gestazione della Vergine. Per nove mesi, come ogni altra donna, Maria portò il Verbo fatto carne nel proprio utero, ne percepì i movimenti, lo alimentò, lo vide crescere nella rotondità del suo ventre. Possibile che Maria, come ogni madre, abbia trasmesso al Cristo qualcosa dei propri lineamenti, del colore della propria pelle, il colore dei propri occhi, qualcosa del proprio carattere. Dopo aver accolto l'azione divina nella propria anima e nella porpia vita con il suo "sì" all'opera di Dio, Maria ne accolse il frutto nel proprio corpo. Un "frutto" chiamato Gesù, nome frequente fra gli Ebrei del tempo, letteralmente «Iahvè salva».

"Santa Maria"

La proclamazione della santità di Maria ci introduce nella seconda parte della preghiera, che, pur mantenendo indissolubili legami con le Sacre Scritture, è stata composta in seno alla Chiesa. Per quanto l'attributo della Santità appartenga soltanto a Dio in modo pieno ed esclusivo, in una maniera che totalmente trascende la natura umana, Maria è detta santa. Come è possibile questo? Molte sono le persone e le cose ad essere dette "sante": il popolo di Israele, i Profeti, gli Apostoli, ; santa è la Chiesa; santi il tempio, l'altare, Gerusalemme. Santo è ciò che entra in relazione con Dio e partecipa della Sua santità. Sato è chi imita, con tutti i limiti umani, l'inarrivabile santità di Dio: «Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione» (1Ts 4, 3). Alla base di questa imitazione di Dio sono Cristo, maestro e modello supremo, e lo Spirito Santo, elargitore di grazie.

"Madre di Dio"

Il ruolo di Maria come genitrice, letteralmente colei che ha generato, di Cristo è molto ben sottolineata dalle Chiese orientali, con l'appellativo greco di Theotòkos. Come è possibile che una donna generi una Persona divina che è Dio dall'eternità? Maria è madre di Dio perché, in modo mirabile e misterioso, nelle sue viscere e attraverso le sue viscere il Verbo di Dio si incarna. Cristo mantiene la Sua natura pienamente divina - cio che é - e ne assume anche una pienamente umana, attraverso la carne di Maria. Riconoscendo, come già fecero i padri conciliari ad Efeso (431) e Calcedonia (451), che Maria è veramente madre di Dio, noi riconosciamo che Gesù è veramente Dio e veramente uomo. Nessuna creatura umana è stata pensata e poi elevata a così alta dignità: «redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo, e a Lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, [Maria] è insignita del sommo ufficio e della eccelsa dignità di Madre del Figlio di Dio, e perciò prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo. Per il quale dono di grazia esimia precede di gran lunga tutte le creature, celesti e terrestri» (Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, 53, pp. 164-65).

"Prega per noi peccatori

Chiediamo qui alla Madre di Dio di intercedere per noi presso la Santissima Trinità. Intercedere significa intervenire a vantaggio di qualcuno, ottenere una grazia. Maria può intercedere in quanto è dalla parte di Dio e dalla parte nostra. Quella di Maria è una sorta di "onnipotenza" indiretta: solo Dio è onnipotente, ma Maria può ottenere da Dio ciò che è bene per quei figli bisognosi che Dio stesso le ha affidato (Cf. Gv 19, 26). A Maria ci rivolgiamo consapevoli di essere, come tutti, peccatori, malati di peccato. Ma è proprio per i malati che è venuto Cristo, come ci ricordano i Vangeli (Cf. Lc 5,31; Mc 2,17 Mt 9,12). Non nascondiamo le nostre miserie, ma poniamole invece tutte di fronte al Figlio dell'Altissimo e a Sua madre.

"adesso"

Chi di noi può dire di non necessitare, proprio ora, di qualche cosa da Dio? E quanto grandi, spesso, sono queste cose! Nell'adesso dell'Ave Maria riecheggia l'oggi del pane quotidiano del Padre Nostro. L'uomo, totalmente bisognoso di Dio, ha bisogno del Suo intervento in ogni momento. Credere il contrario è solo un'illusione.
Ma l'adesso della preghiera è anche una lezione ed un ammonimento per l'uomo, troppo spesso perso nei rimpianti di un passato che non può più essere modificato e nelle illusioni di un futuro ancora irrealizzato ed incerto. In tale atteggiamento l'adesso, l'oggi, il quotidiano, vengono espulsi dalla vita dell'uomo. L'Ave Maria ci insegna a ridare al presente la sua giusta ed importante dimensione; a vivere, sul modello della fiducia di Maria, il nostro oggi con intensità ed operosità, alimentandolo con la memoria del passato e l'attesa del futuro.

"e nell'ora della nostra morte"

Fra le cose che il futuro riserva a tutti, inesorabilmente, c'è la morte. Temuta, esorcizzata, allontanata, ignorata, ma inevitabilmente presente. Mettendoci faccia a faccia con le nostre paure, l'Ave Maria ci richiama con forza alla mente questa realtà. Per ben cinquanta volte in un Rosario pronunciamo la tanto temuta parola: morte! Non ci sono trapasso, decesso o dipartita. C'è solo la morte, nella sua onesta crudezza. La nostra fede ci dice che Cristo, morendo, ha distrutto la morte; la nostra natura umana con ogni sua fibra si oppone all'evento. Che cosa possiamo fare, allora? L'Ave Maria, Maria stessa, ci mostra l'unica cosa possibile: guardare Cristo. Cristo affisso sulla croce, insultato e morente; al Suo corpo morto, chiuso nel sepolcro dietro una ietra fatta rotolare; al Cristo veramente ed eternamente vivo, trasfigurato nella gloria delle Risurrezione. Con Gesù come modello e con il sostegno di Maria, la speranza di oggi ci sostiene nel presente e ci dispone con serenità al futuro e a quell'ultima ora. Preghiamo come la beata Elisabetta della Trinità, giovane mistica francese del primo Novecento: «La morte non è altro che il sonno del bambino che si addormenta sul cuore della mamma. Finalmente la notte dell'esilio sarà tramontata per sempre, ed entreremo nel possesso dell'eredità dei santi nella luce». Guardiamo a Maria come a questa nostra mamma.
(fonte: http://www.preghiamo.org/spiegazione-ave-maria-commento.php )

 Il Ritornello
Mille Ave Maria
Mille Ave Maria
da pregare nell’amore
e con l’Amore

Mille Ave Maria
Mille ave Maria
da cantare con lo Spirito
Sposo di Maria…  di Maria 


Dopo quanto scritto, bisogna convenire che recitare un'Ave Maria deve diventare quello che per un'artista è creare un'opera d'arte. L'artista nel creare un'opera da tutto se stesso, tutte le sue potenze dell'anima e del corpo, così ognuno dovrebbe profondere in un'Ave Maria tutto il suo essere per rendere alla Madre tutto l'amore possibile. Questo si può fare quando si prega nello Spirito e con lo Spirito, quando cioè si è immersi in Dio. E se, come diceva Sant'Agostino "chi canta bene prega due volte", allora le Ave Maria bisognerebbe crearle e cantarle ogni volta.
"Pregare nell'Amore", è una cosa semplice come tutte le cose di Dio, ma di una profondità abissale come tutte le cose di Dio. Pregare nell'Amore significa essere così riempiti di Spirito Santo, che quando preghiamo stiamo in Lui, ossia nell'Amore del Padre e del Figlio, siamo nella Trinità.

In un bellissimo articolo padre Diego Fares, approfondisce quanto Papa Francesco aveva detto ai Gesuiti del Myanmar così scrive:

"Nel suo incontro con i gesuiti del Myanmar, il Papa ha parlato degli Esercizi e della Contemplazione per crescere nell’amore. Mi è piaciuta la sua interpretazione: “Raggiungere l’amore” significa “crescere nell’amore”. Per noi, l’idea di raggiungere qualcosa – raggiungere un obiettivo – ha un senso di azione compiuta, e forse ciò ha fatto sì che la Contemplazione per raggiungere l’amore, pratica che si fa a conclusione degli Esercizi, venga vissuta come una chiusura, quando in realtà essa è un’apertura. Se le cambiamo il nome e alla conclusione degli Incontri di preghiera di quest’anno, ad esempio, proponiamo una “Contemplazione per crescere nell’amore”, non sentiamo che qualcosa è finito, ma che qualcosa si apre: abbiamo
un esercizio spirituale da praticare nella vita attiva.
La Contemplazione per crescere nell’amore è il frutto con il suo seme, figura che riassume tutti gli Esercizi e che ciascuno può seminare nel giardino e nei metaforici “vasi” della propria vita quotidiana.
Ci sono due “indicazioni” di sant’Ignazio per crescere nell’amore. Sono corti come un tweet, ma sono pieni di sapienza.
La prima indicazione è questa: “L’amore deve essere messo più nelle opere che nelle parole”.
Se continuiamo con la metafora del frutto e del seme, quello che ci dice Ignazio è in quali vasi seminare l’amore affinché cresca bene. Se lo si mette in un’opera concreta, l’amore attecchisce immediatamente e cresce. Pertanto, dobbiamo esercitarci nel “metterlo più nelle opere che nelle parole”. Attenzione che non dice “solo” nelle opere. Tuttavia, in quella tensione sempre feconda in cui si muove il Vangelo, tra pratica e annuncio, la prima deve avere un certo primato.
Il secondo appunto dice: “L’amore consiste nella comunicazione fra le due parti”.
Sant’Ignazio ci descrive la dinamica della comunicazione: “Vale a dire, nel dare e comunicare l’amante all’amato ciò che ha o ciò che può dare, e così, al contrario, l’amato all’amante; cosicché, se uno ha la scienza, darla a colui che non ce l’ha, e lo stesso se ha onori, se ha ricchezza, e così via, l’uno all’altro”. Crescere nell’amore significa, quindi, crescere nella comunicazione." 
 (fonte: https://agensir.it/chiesa/2017/12/20/contemplazione-per-raggiungere-lamore-consigliata-per-coloro-che-si-sentono-poveri-nella-preghiera-e-desiderano-crescere-nellamore/ )


Dunque si può pregare stando nell'Amore, ma in esso c'è un cammino da fare... Infatti, Dio non si può contenere in poche parole, in un'idea, in un libro...insomma in qualcosa di piccolo e definitivo. Semmai dobbiamo preparare il cuore a diventare sempre più grande per potergli far contenere Dio e traboccarne... anche se Dio essendo infinito noi non potremmo mai possederlo. Semmai sarà Lui a possedere noi, nella misura in cui gli ci abbandoniamo.

Terza strofa
Mille pietre, sono cuori,
che di carne diverranno,
mille anime salvate
che a Dio ritorneranno

Per ogni Ave Maria una grazia scende dal Cielo ed io immagino che tanti cuori si convertano e da dure pietre diventino cuori che sanno amare, ossia cuori umani, di carne e non assatanassati dal denaro, dal senso o dalla ricerca del potere. Ritornare a Dio con tutto il cuore, significa, non solo coi sentimenti, ma con tutto quello che siamo, affinché quanto facciamo e pensiamo sia un riflesso della Sua presenza in noi.
Guardandoci intorno ci si scoraggerebbe prima di cominciare, ma se abbiamo Dio dalla nostra chi potrà competere? Occorre una grande fede in Dio Amore, e in questo dobbiamo esercitarci ogni giorno: accrescere il nostro rapporto con Dio

Quarta strofa
Germogli di speranza
mille grazie sbocceranno
per le mani di Maria
a Gloria di Dio-Amore.

Così nel Trattato delle vera devozione a Maria il Monfort:

"Dio vuol dunque rivelare e manifestare Maria, il capolavoro delle sue mani, in questi ultimi tempi:
1) Perché ella si nascose in questo mondo e si pose al di sotto della polvere con la sua profonda umiltà, avendo ottenuto da Dio, dai suoi Apostoli ed Evangelisti, di non essere manifestata.
2) Perché essendo il capolavoro delle mani di Dio, sia quaggiù per la grazia che in cielo per la gloria, egli vuole esserne glorificato e lodato sulla terra dai viventi.
3) Siccome ella è l'aurora che precede e manifesta il Sole di giustizia, che è Gesù Cristo, deve essere conosciuta e svelata, affinché lo sia Gesù Cristo.
4) Essendo la via per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, ella lo sarà ancora quando verrà la seconda, sebbene non nello stesso modo.
5) Essendo il mezzo sicuro e la via diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente, è per mezzo di lei che devono trovarlo le anime sante destinate a risplendere in santità. Chi troverà Maria troverà la vita, cioè Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita. Ma non si può trovare Maria se non la si cerca; né si può cercarla se non la si conosce: poiché non si cerca né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia più conosciuta che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità.
6) Maria deve risplendere, più che mai, in misericordia, in forza e in grazia in questi ultimi tempi: in misericordia, per ricondurre e ricevere amorosamente i poveri peccatori e gli sviati che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa cattolica; in forza contro i nemici di Dio, gli idolatri, gli scismatici, i maomettani, gli ebrei e gli empi induriti, che si ribelleranno terribilmente per sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti quelli che saranno loro contrari; infine ella dovrà risplendere in grazia, per animare e sostenere i valorosi soldati e fedeli servi di Gesù Cristo che combatteranno per i suoi interessi.
7) Infine Maria deve essere terribile al diavolo e ai suoi seguaci come un esercito schierato in battaglia, specialmente in questi ultimi tempi, poiché il diavolo, ben sapendo che gli rimane poco tempo, e molto meno che mai, per perdere le anime, raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e i suoi combattimenti; susciterà presto crudeli persecuzioni e tenderà terribili insidie ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che egli vince più difficilmente degli altri."


Il ritornello
Mille Ave Maria
Mille Ave Maria
da pregare nell’amore
e con l’Amore

Mille Ave Maria
Mille ave Maria
da cantare con lo Spirito
Sposo di Maria… (bis)

Prima abbiamo spiegato cosa significa "pregare nell'Amore", ora vogliamo approfondire cosa significhi "cantare con lo Spirito Sposo di Maria".

Così scrive Padre Reginaldo Maranesi O.F.M. Capp. in un articolo "La presenza dello Spirito Santo nella vita di Maria Santissima":
 

"Il Concilio Vaticano II, nel capitolo VIII della Lumen Gentium – sintesi mirabile della dottrina della Chiesa sulla Vergine Maria – afferma che la Madonna, in quanto scelta ad essere la madre di Dio e del Redentore, è la figlia prediletta del Padre e il tempio dello Spirito Santo (n. 53-54). 

Nell’opera della nostra salvezza, Maria è la collaboratrice della Trinità e, in particolare è il capolavoro dello Spirito Santo. Tutta la vita della Madonna infatti è permeata, pervasa e plasmata dallo Spirito Santo. Maria è legata allo Spirito Santo da un vincolo così profondo e personale che qualche Padre della Chiesa e diversi santi, l’hanno chiamata “Sposa dello Spirito Santo”: Gesù infatti ha unito la Madonna e lo Spirito Santo più di quanto un figlio unisce tra loro un padre e una madre." (...) Sono tre i momenti nei quali, in modo tutto particolare, lo Spirito Santo scende con la sua potenza divina d’amore sulla Madonna e compie in Lei le sue meraviglie: l’Immacolata Concezione, l’Annunciazione e la Pentecoste.(...) La Madonna è dunque possessione esclusiva e totale dello Spirito Santo; e tutti quelli che avvicina sono toccati dallo Spirito (cfr. Lc 1,41; 2,27).  

Maria appare come l’arca della nuova alleanza che richiama la nube luminosa che adombrava la Tenda dell’antica alleanza (cfr. Es 13,22). Tutta la vita della Madonna, come la vita terrena di Gesù, è posta sotto il segno dello Spirito Santo. È lo Spirito che infiamma il cuore di Maria e lo fa traboccare nel canto del Magnificat. È ancora lo Spirito Santo che spinge Maria a sollecitare amabilmente dal Figlio suo il primo miracolo alle nozze di Cana. Fu certamente lo Spirito Santo che sostenne Maria ai piedi della Croce e che dilatò il suo cuore per accogliere tutti noi come figli nella persona dell’apostolo Giovanni. Fu infine «lo Spirito Santo che, divampando con supremo ardore nell’animo di Maria pellegrina sulla terra, la rese bramosissima di riunirsi al Figlio glorioso e la dispose a conseguire degnamente, a coronamento dei suoi privilegi, quello dell’Assunzione in anima e corpo al cielo» (Paolo VI). 

Immersa nella gloria della SS.ma Trinità, glorificata col Figlio e incoronata Regina,la Madonna, sempre guidata dallo Spirito Santo, continua ad essere presente a tutti noi suoi figli. «Assunta in cielo – ci ha ricordato il Concilio – non ha deposto la sua funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenere le grazie della salute eterna [...] Per questo Maria è invocata con titoli di “Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice” (L.G. 62). 

Da queste riflessioni sulla presenza dello Spirito Santo nella vita della Madonna, una nota spicca in modo inconfondibile: la piena, totale docilità e disponibilità di Maria all’azione dello Spirito.  La Madonna si abbandona pienamente alle mozioni dello Spirito e, nel buio della fede, dice il suo “Sì” ad ogni suo impulso e ad ogni sua ispirazione. Per questo accoglie Gesù prima nella mente e poi nel suo seno: prima crede e poi concepisce. «Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la vivono» (Lc 11,28) dirà Gesù proprio in rapporto alla sua madre e per indicare la sua vera grandezza. 

Tutta la vita di Maria – nota M.Magrassi – è condensata in tre parole: 
    – Ecce, eccomi: l’abbandono generoso.
 – Fiat, sì: la sottomissione amante.
 – Magnificat: il canto della lode e della riconoscenza.
Sotto questo aspetto, la Madonna è modello incomparabile per la nostra vita soprannaturale.
«Tutti quelli che si lasciano guidare dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio» (Rm 8,14). Dobbiamo imitare la Madonna nell’essere pienamente docili all’azione dello Spirito Santo che è un maestro delicato, dolce e soave, ma estremamente esigente e crocifiggente.  


Lo Spirito Santo non può compiere in noi la sua opera di santificazione senza far morire le opere della carne. Per questo ci chiede sacrifici e rinunce per liberarci dalle nostre schiavitù. S.Paolo diceva ai primi cristiani e lo ripete anche a noi: «Non vogliate contristare lo Spirito Santo di Dio col quale foste segnati» (Ef 4,30). Con le nostre infedeltà e resistenze, lo Spirito Santo è come paralizzato dentro di noi: e questo spiega il perché di tante santità mancate.
Solo nella fedeltà piena allo Spirito Santo che ci spinge a compiere sempre la santa e santificante volontà di Dio, potremo raggiungere la pienezza dell’amore: la santità.(...) 


(fonte: https://www.spiritosanto.org/formazione/articoli/0041.html )