mercoledì 30 marzo 2016

Jesus on line

Un titolo che è tutto un programma. "Jesus on line": Gesù è on-line... Non solo "una canzone per dare Dio e cantarlo", ma anche per danzarlo... Ma come è venuta fuori?

Anno del Signore 2001, appena approdato nella nuova parrocchia di San Felice in Pincis. La gente ci ha visto come nemici fin dall'inizio, dispetti a non finire da parte dei giovani, dei filo-ex parroco... insomma resistenze e cattiverie di ogni sorta a rendere la mia allora precaria fede ancor più in bilico. Secondo il mio sentire: "Non mi vogliono, arrivederci". Invece don Peppino, l'altro sacerdote della comunità, con determinazione, voleva restarci a costo di avere tutti contro. Daltronde era stata sua l'idea di fare una comunità e unità pastorale sul territorio di Pomigliano. Avevo accettato per farlo contento anche se ancora ero scottato dalla perdita di mia mamma che mi aveva prostrato spiritualmente. Il Vescovo mi aveva dato qualche mese di "riposo", ero andato qualche settimana al Centro dei Sacerdoti del Movimento dei Focolari a Grottaferrata e lì mi ero ripreso abbastanza. A settembre 2000 eravamo approdati nella gabbia dei "tutti contro tutti". Non auguro a nessuno quello che abbiamo sopportato in quegli anni.

Col senno di poi, credo che sia valsa la pena soffrire e offrire ogni cosa per il Regno dei Cieli. Sono nate, dal dolore sofferto e offerto per Gesù, tantissime vocazioni all'Opera di Maria, ossia il Movimento dei Focolari e tra queste, Gina Sodano di cui ho già parlato nella canzone "Un mare per volare".
Ritorniamo alla canzone.
Una mattina ho afferrato la chitarra e ho cominciato a rimurginare dentro di me: "Ci sei o non ci sei?", allora cominciava l'era di internet e i modem per collegarsi facevano una musichetta che poi ho messo all'inizio della canzone... "Gesù sei on-line?"...
C'era anche l'esigenza di fare qualche canzone per l'animazione dei ragazzi del catechismo per svegliarli un pò e allora: "Jesus on line..."

www.mimmoiervolino.it

Presentazione della canzone nella trasmissione "Cristianità" su RAI International

A questa canzone se ne aggiunsero altre cinque e in più mi venne di di mettere sul CD che prende il nome dalla canzone che sto presentando, una traccia multimediale corredata del racconto della mia vocazione, con lo sfondo della bella Costiera Amalfitana, di un video con una scuola di danza con propria coreografia, testi e catechesi...insomma di tutto. L'esperienza della traccia multimediale fu una cosa innovativa. Forse sono stato il primo sacerdote cantautore a metterne una in un CD musicale.

Racconto della mia vocazione nella traccia multimediale del Cd "Jesus on line"

Nel 2001 avevo già pronto il CD ma non sapevo con chi produrlo. Nel 1999 le Paoline mi avevano aiutato, rifaccio la proposta, ma loro mi dicono che la musica dance non è musica, è rumore. E' vero concordo... ma la mia era più una proposta di evangelizzazione per i giovanissimi, un esperimento. Daltronde nei concerti queste canzoni divertivano e coinvolgevano tantissimi e proprio per esse mi hanno chiamato dappertutto persino in America.

Questa dell'America è una storia che vi devo raccontare. 

Da Radio Kolbe di Schio (Vicenza), mi arriva l'invito a partecipare al meeting dei giovani intorno al 14 agosto 2001. Mi invento un look giovanile, con il microfono senza fili ad archetto, con un gruppo di ragazzini del meeting per due giorni facciamo le prove dei movimenti per l'animazione del pubblico. Salgo sul palco, con la ciurma di bambini e ragazzi, e comincia la prima canzone Jesus on line... Il coinvolgimento è totale, la gente è divertita. A quelli di Radio Kolbe viene in mente di registrare e fare copie del concerto sulle famose cassettone VHS, che andranno a ruba. Io non avevo ancora il CD tra le mani. La produzione del Messaggero di Sant'Antonio, avverrà solo nel 2002. 

In quell'occasione c'era una produttrice americana sotto la palco, perché aveva accompagnato alcuni artisti americani al meeting. Quando scende anch'ella entusiasta, mi invita ad andare a Washington, come ospite di una grande manifestazione di musica cristiana. E' ovvio che dissi subito il mio "Sì". Intanto a settembre di quell'anno ci fu l'attentato alle torri gemelle, per cui sembrava che questo evento dovesse saltare, invece mi arriva l'invito della Wendy per il 5 dicembre 2001. La fifa di prendere l'ereo mi fece optare per una partenza insieme a Roberto Bignoli, che pure vi doveva partecipare, per ricevere un premio: gli Unity awards della musica cristiana. All'inizio di Novembre siamo in aereo alla volta di Toronto. Approfittai di questa opportunità per far visita a una mia cugina che da qualche anno si era trasferita con figlio in questa metropoli. La mia presenza in quel mese per Salvatore, il figlio di Lucia, fu un toccasana. Stando con lui tanto tempo lo potei ascoltare, e rimotivare e fargli fare un'esperienza che a dire suo: non dimenticherà mai. 

Roberto doveva tenere diversi concerti insieme ad un altro cantautore, Marco Tavola, che però ritornò in Italia perché sua moglie partorì anticipatamente. Inserirono me al posto suo. Avendo bisogno di uno che traducesse dall'italiano, con noi venne Salvatore che allora non lavorava perché s'era operato al ginocchio e stava facendo le fisioterapie. Da Toronto ci spostammo in diverse città degli Stati Uniti fino ad arrivare a New York dove incontrai alcune persone conosciute su internet. Mi invitarono infatti, a casa loro per il pranzo. E poi ci fu un'intervista a Radio Maria di New York, e sulla Radio degli italiani di New York. Davvero un'esperienza eccezionale. Dopo un girovagare di 20 giorni a portare in giro "Jesus on line", a Toronto fummo intervistati su un grosso network tenuto da italiani. Mi telefonarono per dirmi se volevo dare la musica di Jesus on line per una pubblicità... immediatamente replicai il mio "no". Invece fui preso per la GMG a Toronto che si tenne nell'estate 2002, con San Giovanni Paolo II Papa. Avrei dovuto cantare davanti a migliaia e migliaia di giovani che sarebbero venuti alla veglia col Papa. Il concerto si sarebbe svolto immediatamente prima. Ed infatti si realizzò a fine luglio 2002. Anche arrivare al palco fu un'avventura che non racconto...

Quell'inizio di dicembre 2001 a Washington lo vivemmo con tanta apprensione per la paura di attentati, l'antrace, e poi il nostro albergo era a un passo dalla Casa Bianca... Ma eravamo così stanchi dell'America e dei suoi Mc Donalds (mi veniva da vomitare appena sentivo l'odore da lontano), che quest'altra città americana non mi diceva nulla e tantomento la Casa Bianca e chi c'era dentro. Non vedevo l'ora di tornare a casa. La mia performance, ora che la rivedo dopo anni mi fa ridere a crepapelle. L'evento era il secondo Unity Awards della musica cristiana in america, andata in onda anche su EWTN (qualche settimana fa la fondatrice di questa Radio-Tv americana, Madre angelica si è spenta alla veneranda età di 92 anni).

Non so perché ho accettato in quegli anni di fare un pò il giullare, ma una cosa è certa ho accumulato tantissime esperienze e mi sono reso conto che la musica dance o techno, non mi apparteneva. E' stata una parentesi, e come tale sta lì. E' vero che non ho mai venduto tanti CD come per Jesus on line. A ogni concerto esaurivo le scorte.

E fu la canzone "Jesus on line"...

Ma ora mi sfogo un pò cercando di far capire cosa volevo dire con essa.

Innanzitutto è stato il tentativo di comunicare con le nuove generazioni che sembravano (negli anni dell'inizio del terzo millennio) prese da questo tipo di musica. Trovare un arrangiatore per questo tipo di musica non è stato facile. Un giorno chiesi ad un mio amico che creava pubblicità per le radio private e che si serviva spesso di basi dance, se ne conosceva uno. Mi disse che c'era un certo Franco e che stava a Pomigliano. Le mie antenne si drizzarono perché facendo il parroco a Pomigliano, non mi sarei neanche dovuto allontanare troppo e così subito lo contattai e gli spiegai il progetto. Franco dapprima titubante, poi mi aiutò perché si trattava di poche canzoni e così partimmo. La prima canzone ad uscire dalle sue mani fu appunto "Jesus on line" a cui volli aggiungere il suono del modem di quando si entrava in internet...

La prima strofa

E ti sorprendi quando ti prende.
E ti sospende tra cielo e mente.
Diventi anche un re,
per te si fa per tre,
è un amico, lo troverai


Il linguaggio, come si può notare è diretto, immediato, i verbi "sorprendi", "sospende" giocano sulle assonanze ma rendono l'idea di ciò che fa Gesù se entra nella tua vita. All'inizio di ogni vocazione, per chi ha ancora il ricordo delle emozioni della prima chiamata, è un sentirsi sospeso tra "cielo e mente". Ricordo nettamente questa sensazione, ciò che era terreno non aveva più il senso che ci davo prima, le cose del Cielo invece mi attiravano con molta forza. In famiglia si accorsero subito della "novità": non facevo più tardi con gli amici, certi spettacoli non mi dicevano più niente. ero attirato solo dalle cose che riguardavano Gesù.
"Diventi anche un re per te si fa per tre". Una frase che è uscita senza pensarci, ma che ha una grande profondità. Tutti i personaggi biblici, quando incontrano Gesù ritrovano la loro dignità perduta, vengono in un certo senso riabilitati. Così mi sentii io all'inizio della mia vocazione cristiana prima e, sacerdotale poi. Non che mi interessasse diventare re, ma sentirsi importante per qualcuno è una bellissima sensazione, ed io mi sentivo importante per Gesù che mi aveva guardato dal Cielo e pescato lì giù in una fabbrica di periferia dove si confezionavano finte pelli. E che Dio per noi si è "fatto per tre", è logico perché Dio è Uno e Trino, se ti guarda uno, ti guardano tutti e Tre.
Inoltre dire che Gesù è un amico, lo ha detto Lui stesso: "Vi ho chiamati amici" (Gv 15, 15) , e lo troviamo di sicuro, se solo apriamo il nostro cuore alle novità dello Spirito.


La seconda strofa

Non ti sorprendi se ci stai dentro.
Naviga bene e lo troverai.
Www. Heaven 

è il suo solo sito.
E’ un amico, lo troverai.
Giocare sul parallelo del navigare internet col navigare l'anima è un'intuizione molto bella. Spesso questo concetto lo dico e ridico perché sono convinto che l'anima è un oceano, un cielo dove si può navigare come volare. E chi ti permette tutto ciò è il Signore Iddio. Come entra si naviga, si vola. Provare per credere e credere per volare... o navigare...

www.heaven l'unico sito di Dio è fuori e dentro di noi: è in ogni luogo e ci siamo immersi dentro come anche nello stesso tempo ci abita. Direbbe qualche padre della Chiesa: fra il dentro e fuori si gioca la "Pericoresi"( Il termine pericoresi, dal greco περιχώρησις, pericóresis, "penetrazione", derivato di περιχωρέω, pericoréo, "ruotare", "movimento circolare", è specifico della Teologia Trinitaria, ed indica la compenetrazione reciproca e necessaria delle Tre Persone divine nella Trinità, sulla base dell'unità di essenza in Dio. Le tre ipostasi del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo "si muovono l'una nell'altra", ossia si appartengono a vicenda. Il termine nasce in ambito cristologico, dove serve per spiegare la comunicazione degli idiomi (communicatio idiomatum). Con San Giovanni Damasceno ne inizia l'uso trinitario. http://it.cathopedia.org/wiki/Pericoresi ). Applicata a noi implica quanto detto da Gesù nel Vangelo di Giovanni: "Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi" Gv 17, 11.

Il ritornello

Jesus on line, cliccalo dentro te… (x 4)
Non perderlo mai. Non perderti mai.
Ricliccalo dentro te.


Cliccalo dentro te... ossia scopri la Sua presenza in Te. Il linguaggio è quello tecnico degli internauti, ma da l'idea di cosa bisogna fare per entrare in contatto col Dio che ci abita dal Battesimo. Prima di questo Sacramento vi siamo immersi dentro, anche se è ancora fuori di noi, poi con la sparizione del peccato originale, Egli nelle Tre Divine Persone, viene ad abitarci, a stare dentro di noi.

Capiamo bene cosa chiediamo col Battesimo e a quali altezze Egli, Dio, ci eleva?
Sembra invece che la gente voglia i Sacramenti per diritto acquisito, ma non vede i doveri che pure si acquisiscono col Battesimo, di cui il primo è: "Va e non peccare più"... Ma chi è cosciente di tanto?
E' vero forse il contrario, ossia che spessissimo ci mettiamo sotto i piedi la GRAZIA ricevuta e non pensiamo neanche lontanamnente al male che facciamo a noi stessi, soprattutto alla nostra anima, quando non corrispondiamo alla Santità che ci dovrebbe essere "Naturale... per Grazia".

Non perdelo mai. Non perderti mai.  Ecco allora il desiderio di fare sul serio con la VITA d Dio in noi, e puntare a concentrare tutte le nostre forze, fisiche, psichiche e spirituali, per trattenere in noi la Grazia di Dio, perché se andiamo di là col "vestito logoro" (cfr. La Parabola del convito. Mt 22, 11-14: "Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti"), ossia senza Grazia, non entreremo nell'Eternità. Dunque, bisogna prendere coscienza di cosa ci perdiamo quando pecchiamo, e correre ai ripari subito, con una buona confessione.

Terza strofa

Apri alla Vita la tua bella storia.
Giocati l’unico gioco da vincere.
Diventa anche un re,
navigando il tuo “te”
per quest’amico, lo troverai.


Aprirsi alla Vita, e chi è la Vita? Gesù di sé ha detto: "Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14, 6). Dunque o con Gesù o niente...
Giochiamo con tante cose che tante volte nascondono la presenza nefasta del nemico numero uno dell'umanità: Satana, e non ci accorgiamo che l'Unico per cui vale la pena giocarsi la vita è Gesù Cristo nostro Signore. Per noi ha dato la Vita, per poterci donare l'Eternità, per farci da uomini, "dei" (Gv 10, 34). Non come nei miti greci, metà uomini e metà dei, con sempre i capricci umani a farla da padrone, ma con quella Santità che è propria di Dio e che consiste nell'essere AMORE ossia donati al 100%. Sì, perché l'amare consiste nel dare la vita, che è il dono sommo che si può fare: "Non c'è amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici"(Gv 15, 13), (ma soprattutto i nemici) .

E qui si capisce la differenza tra chi offre la vita per redimere e di chi la offre per sopprimere. Nel primo caso si è come Gesù nel secondo come Satana.

Tutta la violenza del presunto Daesh, o Isis, viene da Satana, diciamolo quant'è, si tratta di un contro-martirio che non da vita, redenzione, ma morte a chi lo compie.
Quanto bisogna imparare da Gesù, per saper distinguere la luce dalle tenebre! Più si diventa ignoranti nelle cose del Cristo e più le tenebre finiranno per farci soccombere.

Diventa anche un re, naviganto il tuo te.

Dio si è fatto uomo per farci diventare Dio, e se Gesù è Re anche noi parteciperemo con Lui e regneremo, per l'Amore, con L'Amore, e nell'Amore, ossia saremo Eterni in Dio. Occorre allora munirsi di mappe aeronautiche o marine o stellari, per navigare l'interiorità e scoprirvi il Cielo di Dio che desidera riempirci di Sè, tanto che noi immersi in Lui, possiamo esserne abitati. Che cosa sono i Vangeli se non le carte per la buona navigazione verso la meta? Allora viverlo è meglio che conoscerlo perché Gesù ha detto: "A chi mi ama mi manifesterò" (Gv 14, 12). Non perdiamoci quest'occasione.

Jesus on line, dunque,  per dire a tanti giovani, ma anche a tanti adulti, vecchi, bambini, che l'unica Luce vera è Gesù: "In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati" (Atti 4, 12).


lunedì 14 marzo 2016

A mà

È del 2000 ed è nata dall'esperienza di grande dolore della perdita della persona a me più cara: mia madre. Forse per noi sacerdoti è il legame umano più forte che abbiamo. Per me così è stato. Dopo mesi di ospedale, gli ultimi diciannove giorni sono stati come la salita all'Everest. L'impotenza, la croce nuda e cruda che ti visita, ti lacera... credo sia stato il dolore più grande che abbia dovuto metabolizzare in tutta la mia vita. Mia mamma Raffaela è partita il sette di Gennaio del 2000, ma questa canzone ha visto la luce verso marzo, dopo tre mesi di incubazione del dolore, del distacco, in cui è maturato il mio "Sì" alla Volontà di Dio.
Non è che non accettassi che dovesse morire, ma proprio non mi aspettavo un calvario del genere che non sto qui a raccontare. E arrivò "A mà", come sfogo, come liberazione, come catarsi. Ricordo che quando l'ebbi partorita del tutto telefonai a mia sorella Maria per fargliela ascoltare. Dall'altro capo del telefono prima silenzio, poi anche per lei lacrime liberatrici.

Una piccola parentesi. Questa canzone, l'ho voluta inserire nel Cd "Attimi di Cielo" del 2005.

 "Attimi di Cielo" volevo fosse la dimostrazione che la "canzone d'autore" potesse essere un valido strumento per l'evangelizzazione; coronamento della discussione della tesi in Scienze della Comunicazione Sociale, avrebbe dovuto corredare il mio lavoro finale alla Pontificia Università Salesiana, ma secondo il mio Relatore, avrebbe complicato le cose, così il capitolo finale e il CD, stanno ancora qui a galleggiare tra le cose che ho cercato di realizzare. Inoltre, contiene anche una traccia multimediale molto carina coi video per ogni canzone e tante altre cose. Chiusa parentesi.

Ascoltiamo la canzone. (Il video è stato realizzato da Rosaria, una ragazza che ha fatto sua la canzone e ha messo le foto di sua mamma, ma rende bene l'idea anche della mia)

versione dal CD "Attimi di Cielo"

Ritorniamo ad "A mà". 

Il titolo "A mia mamma" sarebbe stato troppo lungo e scontato e così ho optato per il troncamento.

La genesi dell'arrangiamento è da raccontare. Ad Alessandro Gallo, l'allora bassista del gruppo che mi accompagnava (gruppo che io avevo soprannominato "Bioritmo", nome che a loro non è mai piaciuto), la canzone piacque moltissimo e mi convinse di fargli provare a fare l'arrangiamento. Dopo qualche tempo mi fece ascoltare il provino, che non mi convinceva molto. Nel frattempo partecipai ad una selezione per una trasmissione televisiva per canzoni napoletane, la prima selezione andò bene per cui si profilava la possibilità di partecipare e occorreva una camzone inedita e "A mà" era inedita e in napoletano. Mi venne l'idea di far intervenire sull'arrangiamento, Niki Saggiomo, che effettivamente con le chitarre le diede davvero un sound più partenopeo. Alessandro (capatosta) non era contento del risultato e mi convinse a fare delle modifiche "a modo suo", facendomi pagare altri soldi di studio e di musicisti e al Festival di Napoli mandammo la sua versione. Capitò che alle selezioni finali venni escluso e la canzone rimase nel cassetto. Quando maturai la possibilità di autoprodurmi "Attimi di Cielo" volli metterla al centro del CD, fra le altre canzoni, ma nella versione in cui Niki Saggiomo aveva aggiunto le chitarre.

Un altro episodio va ricordato per far quadrare il cerchio. 

Nella seconda parte del ritornello c'è una frase che io prendo da una poesia scritta da un giovane che ad Ischia assistette ad un mio concerto e alla fine ci volle a cena a casa sua. Fu una cena improvvisata, ma molto bella per il clima di fraternità che si creò. Questo ragazzo era agli arresti domiciliari e il concerto l'aveva sentito da casa sua. Aveva mandato la mamma a dirci che ci voleva tutti da lui. Non potemmo dire di no. Durante la cena ci fece vedere che lui in carcere aveva scritto tante poesie e una in particolare me la volle dare perché ne ricavassi una canzone. Ebbene da quel testo ho estrapolato le frasi:

"Mamma mia, mamma mia bella  (Mamma mia, mamma mia bella)
si fa ‘o viento tu me parl’,            
(se c'è vento, tu mi parli)
si me serv’ nu cunziglio               
(se mi serve un consiglio)
dint’ ‘o suonn’ arrivi tu..."           
(dentro ai sogni arriverai tu)


 Le traduzioni purtroppo non rendono il patos del napoletano, sembra una violeza inaudita a un'emozione. Ma per far capire anche a chi il napoletano non lo conosce, facciamo l'orribile traduzione.

Analizziamo e spieghiamo ora il testo.

Intro del piano
Voluto da Alessandro perché diceva: "Altrimenti sarebbe somigliata a qualche canzone di Pino Daniele". A me non sarebbe dispiaciuto, ma lui diceva che aveva una sua originalità e che si doveva rispettare. Ok andiamo avanti.

Prima strofa

Mamma mia te tengo a dint’   (Mamma mia ti tengo dentro)
da matina ‘nfino a sera,         
(dal mattino fino alla sera)
da chill’ultimo respiro          
   (da quell'ultimo respiro)
primma ‘e te vede’ partì.        
(prima di vederti partire)


Mamma mia me manchi tanto:       (Mamma mi mi manchi tanto)
vas’, abbracci e parulelle:            
  (Baci, abbracci, piccole parole)
“M’ vuò bbene?” – rispunnive –   
("Mi vuoi bene?" Rispondevi)
“Te ne voglio ammore mio”.         
(Te ne voglio, amore mio)

Pensate all'incubazione del dolore per il distacco. Pensate all'esistenza a cui manca un aggancio col reale. Ora la vita andava in salita. Senza la mamma si è più soli, non c'è chi ti sostiene, colei  che con una carezza attutiva i colpi della tua storia personale, non sempre piena di soddisfazioni. Ora si era più soli con se stessi e sopravvivere a questa prova sembrava impossibile se il Signore non mi avesse dato la forza, il coraggio di andare avanti. "Quell'ultimo respiro", chi lo può dimenticare? Rimarrà come stigmata nella mia anima a ricordarmi che sono di passaggio anch'io e con quell'attimo dovrò fare i conti ogni volta che affiora il ricordo.

Manca la mamma, e come manca. Mancano gli abbracci, che tra l'altro mia mamma non poteva più fare per un ictus che l'aveva debilitata per metà, ma io prendevo quella mano e me la stringevo attorno insieme all'altra e le dicevo: Mi vuoi bene? E lei: manc nu poc (neanche un poco), ma i suoi occhi brillavano del contrario e ti faceva sentire importante, come nessuno sa fare, perché le mamme sanno amare e basta, non sanno fare altro. Quell'amore lo sentivi, caldo che ti rischiarava le nubi, scioglieva il freddo accumulato altrove. Grazie mamma.

Seconda strofa

Mamma mia ccà nun ce staje,  (Mamma mia qui non ci sei)
ma t’ trov’ a dint’ o core,          (ma ti trovo dentro al cuore)
‘mparavise mbracci’ a ‘Dio,    (in Paradiso, in braccio a Dio)
‘nsiem’ all’Angel’ e a Maria.   (insieme agli angeli e a Maria)

Mamma mia, che vita strana,    (Mamma mia che vita strana)
fatt’ sul’ e sacrifici!                   (fatta solo di sacrifici)
Ma te sacc’ mbracci’ a ‘Dio    
(ma ti so in braccio a Dio)
e me fa pace a nce pensà.          (mi da pace pensarlo)

 Se non ci fosse stata la fede, difficilmente avrei superato la prova, ma anche, se non ci fossero stati i sacerdoti della mia comunità. Quante volte don Peppino, don Virgilio, don Salvatore, mi sono stati vicino, per le notti in ospedale, nell'attesa prima dell'ingresso alla rianimazione e in tante altre occasioni. La fede dunque è l'orizzonte che si apre all'Oltre e che ti fa sperimentare che il Calvario non è l'ultima parola, esso è solo un passaggio. Sentire anche le carezze di Dio e quelle di Maria, la Mamma delle mamme, in queste dure occasioni, è davvero un dono speciale. Dopo una vita di sacrifici, l'unica pace viene dal convincermi che mia mamma era oramai in Paradiso tra le braccia di Dio e in compagnia degli Angeli e di Maria..

Il ritornello: prima parte

Mamma mia, mamma mia bella,  (Mamma mia mamma mia bella)
quanta vot’ pens’ a quann’          (Quante volte, penso a quando)
s’arapeva chella stanza               (si apriva quella stanza)
e tu pront’ a m’ capì,                   (e tu pronta a capirmi)
mò che nun ce staje cchiù,          (adesso che non ci sei più)
m’ fa mal’ a nce trasì.                 (mi fa dolore entrarci)


 È duro anche ritornare nei luoghi della presenza, il vuoto diventa insopportabile, ma di nuovo la fede riempie. Fa male, addolora il ricordo, ma la gioia del Paradiso, diventa sempre più certezza, quando si meditano pagine di mistici, che l'hanno visto e raccontato. C'è solo da attendere, perché noi andremo di là e non viceversa.

Ecco una pagina che mi ha dato tanta consolazione:

Dai quaderni del '43 a Maria Valtorta.

 "Sappiate, sappiate, o voi tutti che piangete per il dolore di un lutto recente, che colui che piangete non è morto, ma vive in Me. Sappiate che il medesimo Pane che vi ha sfamato l’anima mentre eravate uniti sulla terra, mantiene la vita e la comunione fra i vostri spiriti viventi quaggiù ed i trasumanati viventi in Me. Nulla può fare la piccola morte di male agli spiriti immortali. È la grande morte quella da temersi, quella che veramente vi toglie in eterno un vostro parente, un vostro coniuge, un vostro amico. La grande morte, ossia la dannazione dell’anima, la quale separa realmente da Me cellule del mio mistico Corpo cadute in preda delle cancrene di Satana. Ma per coloro che sono morti nel mio Nome e che hanno nutrito in sé la vita dello spirito con il Cibo eucaristico, che non perisce e che è sempre preservazione dalla morte eterna, no, per essi non c’è da piangere, ma da giubilare, perché essi sono usciti dal pericolo di morire per entrare nella Vita. Pensa, pensate che ben difficilmente chi s’è nutrito di Me può essere fratello di Giuda, simile a lui al quale il mio Pane non fu Vita ma Morte. A seconda della loro capacità di assimilazione spirituale, il mio Pane, ossia Me stesso fatto cibo per dare agli uomini la forza di conquistare il Cielo e la moneta per entrarvi, darà ad essi una più o meno sollecita entrata nel Regno della gloria, ma nel 99 per 100 dei casi dà sempre la salvezza dell’anima. Non piangete, perciò, genitori senza più figli, coniugi senza più consorti orfani senza più genitori. Non piangete. Come alla madre del Vangelo, Io, che non mento mai, vi dico: “Non piangete”. Credete in Me: Io vi renderò l’essere che amate e ve lo renderò in un regno dove la triste morte della terra non ha accesso e dove l’orribile morte dello spirito non è più possibile. Non piangete. Su voi tutti scenda questa speranza che è fede e la mia benedizione."


 Il ritornello: seconda parte

Mamma mia, mamma mia bella  (Mamma mia mamma mia bella)
si fa ‘o viento tu me parl’,           (se c'è vento tu mi parli)
si me serv’ nu cunziglio               (se mi occorre un consiglio)
dint’ ‘o suonn’ arrivi tu,              (dentro ai sogni arrivi tu)
pecché sta vita è stran’                  (perché questa vita è strana)
mo’ t’ ‘o ‘lleve e mo’ t’ ‘o ddà.     (mentre lo toglie lo da)

Il vento qui è sinonimo di difficltà, di momenti in cui le cose non girano come dovrebbero. Proprio allora si ha bisogno di qualcuno a cui dire il proprio tormento, il proprio dolore, la difficoltà sopraggiunta. Le mamme (almeno quelle di una volta), erano capaci di portare pesi enormi di tutta una famiglia e di trovare per ognuno una parola, una esortazione e magari anche una soluzione al problema o ai problemi.
Nella vecchia cultura napoletana poi, c'era il ricorrere ai sogni per conoscere o interpretare eventi passati o futuri, quasi che Dio desse dei segni, da saper interpretare. 
Nella Bibbia in diversi episodi si parla dei sogni, come nel caso di Giuseppe il sognatore, figlio di Giacobbe (Israele), che diventa per questa sua propensione ad interpretare i sogni, secondo signore d'Egitto; o anche San Giuseppe, che in sogno riceve le dritte sugli eventi dell'incarnazione... Anche nella vecchia cultura napoletana i sogni avevano il loro posto. Si credeva infatti, che i trapassati potessero venire a visitarti e dirti qualcosa... Così mi auguro nella canzone, nel momento del bisogno vorrei che mia madre mi dicesse, magari in sogno, una parola, una esortazione...per meglio affrontare la realtà... Sì, perchè la vita è strana, mentre sta andando al massimo può avere un arresto improvviso e allora bisogna essere preparati.

"A mà" dunque, per dire un grazie a Dio per essere stato amato da qualcuno, mia madre Raffaela, che nella semplicità senza troppe filosofie ed elucubrazioni, mi ha voluto bene e messo al mondo, con un atto d'amore magari non troppo consapevole, ma che una volta ascoltato il primo vagito non ha lesinato lacrime, fatiche, abbracci e baci. Mia madre era di pochissime parole. Tutto quello che voleva dire lo diceva coi fatti. Anche alcuni miei vicini di casa ricordano proprio questo suo aspetto. Se c'era da lavorare, lei c'era, se c'era da aiutare anche, ma se c'era da perdere tempo, era già altrove.

(Versione video di "A mà" dalla traccia multimediale di "Attimi di cielo")



Alla prossima canzone...

venerdì 11 marzo 2016

Un mare per volare

Datata 1997 o 1998, questa canzone è nata da una sensazione molto forte mentre guardavo l'orizzonte del mare. Allora ero parroco a Torre Annunziata (vicino Pompei) e quando mi sentivo arrugginito correvo sulla spiaggia ad ascoltare le onde che si infrangevano sul bagnasciuga, e lo sguardo mi andava all'orizzonte e immaginavo di volare radente l'acqua come un gabbiano. Volando a pelo d'acqua. Una sensazione di grande libertà un pò per evadere dal caos, un pò per ricaricarmi spiritualmente. Come non vedere la bellezza di Dio nel creato, nell'azzurro del cielo, nel tepore di una giornata primaverile, nell'allegria dei gabbiani, nella brezza che ti accarezza il cuore. Ecco il mare per far volare l'anima, e la bellezza per far tremare il cuore alla Presenza del Creatore che sottende tutte le cose che sono. Non è forse vero che tutto passa in fretta e se non prendiamo al volo le decisioni fondamentali, la vita passa e ci si ritrova col niente?

Ma da cuore a cuore ti direi
l’estate se ne va e con lei la vita
se non ti sbrighi perderai il tuo treno,
perderai il tuo treno.

Ma da cuore a cuore ti direi
il fuoco accenderò per riscaldarti,
per rinfrescarti la memoria
un fiume ti darò da bere
e un mare per volare.  

Un mare per volare dunque...




La versione in video l'ho registrata con la mia telecamerina fissa in fondo al Teatro di Reggio Calabria a maggio 2012, dove insieme ai "Nuova Civiltà" e Roberto Bignoli, tenemmo un concerto che per me fu memorabile e unico. Ricordo che per fare le prove col gruppo mi recai fino a Reggio Emilia. Da una Reggia all'altra in giro per la Bella Italia.

La Canzone "Un mare per volare" è stata arrangiata da Niki Saggiomo mio collaboratore da sempre e finì nel Cd : "Buone Nuove" (1999), edito dalle Suore Paoline.


www.mimmoiervolino.it

Questa canzone mi lega a una persona speciale della mia attuale parrocchia, passata a miglior vita il 31 dicembre 2015. Era la sua canzone preferita e sembra che l'abbia vissuta in pieno, e che racconti della sua storia personale. Gina Sodano, così si chiamava questa donna di 48 anni che negli ultimi 10 anni ha dovuto dire tanti "Sì" a Dio, dal continuo cambiamento di prospettive di lavoro, dallo spostarsi da Pomigliano d'Arco (NA), a Loppiano vicino Firenze, dall'annuncio della malattia al suo passaggio in Cielo. La sua esperienza è stata raccontata da una sua collega di lavoro per una trasmissione andata in onda su radiotelepace all'inizio di marzo 2016. Di seguito il link per poterla ascoltare: Parola di vita Marzo 2016 RadioTelePace.  Come si può capire, il legame con Gina è profondo è sovrannaturale. Dalla madre ho ricevuto una lettera che lei aveva scritto per me, e che non mi aveva mai dato, dove mi indicava la strada per amare Dio nel suo "Abbandono". Una lezione alta, profonda... un altro mare per volare.

Pomigliano d’Arco 25 ottobre 2011

            Carissimo Mimmo, sento forte in questi giorni nella mia anima l'eco delle tue parole: "...la santificazione dei sacerdoti dipende anche dalle preghiere di ciascuno di voi...". (...)
Dio ti ha scelto, è Lui che riempie la tua anima: le tue canzoni lo testimoniano. (...)
Questa è la mia preghiera per te: che tu possa ogni giorno, Ogni ora, ogni attimo, essere testimone del suo amore.

Carissima Gina, ti rispondo con la tua canzone preferita.

Prima parte prima strofa

Ieri, un altro giorno era
sopra la collina verde chiaro.
Alberi, da frutta: melograni
castani, rosso sangue.


La vita è così, un susseguirsi di giorni. La immagini come un giardino fiorito e con alberi da frutta già maturi. Ma può diventare tutt'altro se non si sta attenti a colorarla, a intesserla di sementi che cadute nel terreno buono producono, ora il trenta, ora il sessanta, ora il cento per uno. Darsi da fare dunque, per cercare il vero senso che le dia sapore, spessore, continuità, e non la faccia planare negli abissi dell'esistere senza senso, nel vuoto delle ore a consumare droghe ed emozioni che col tempo imbrutiscono la mente, l'anima e il corpo.

Seconda parte prima strofa

E il cielo cadeva giù al tramonto,
un altro giorno andava
tra inferno e Paradiso,
tra l’acqua e il sale.


Quanti giorni cadono uguali, e quanti tramonti tristi di vite spezzate dal nulla! Di qua sarà sempre un susseguirsi di inferni e paradisi, di ferite curate con acqua e con sale.
La fede qui gioca un ruolo particolare, ha la capacità di dare senso al dolore, perché colui che per primo l'ha provato su di sé e riempito del nostro, nel Grido: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato, ha fatto sì che i nostri dolori, le nostre passioni, le nostre croci, prendessero colore, avessero senso, facendole diventare materia prima di purificazione e caparra per la salvezza. E da allora ogni nostro dolore canta, la Presenza di Dio Amore.

Prima parte di ritornello 

Ma da cuore a cuore ti direi
l’estate se ne va e con lei la vita
se non ti sbrighi
perderai il tuo treno,
perderai il tuo treno. 


Carissima Gina, carissimi tutti che vi preparate al Cielo, la vita è proprio come l'estate, inesorabilmente passa con le sue spensieratezze, o con le sue lacune mai colmate. Dio ci offre una possibilità o anche infinite, ma alla fine conta il Sì che vale un'eternità. Bisogna sbrigarsi, fare in fretta, non c'è tempo ci attende l'OLTRE.


Seconda parte di ritornello

Ma da cuore a cuore ti direi
il fuoco accenderò per riscaldarti,
per rinfrescarti la memoria
un fiume ti darò da bere
e un mare per volare.

 Anche una canzone, che è poca cosa rispetto a tutto quello che occorre per vivere, può accendere l'anima a qualcosa di più importante, di più altro e di più oltre e di più alto. A qualcuno si accenderà un sogno, a qualche altro si rinfrescherà la memoria, e se entra Dio, un fiume rinverdirà le radici del cuore, e ci potrà anche essere un mare per volare.


Prima parte seconda strofa

Domani, che sarà domani?
Non più collina, solo case
Alberi, gente normale, tra le cose
da fare, da dire, da cercare.

Se il tran tran ci prende è finita. Non esiste più poesia, non esiste più festa, solo una catena di montaggio che ti fa desiderare di essere già altrove. E' qui che bisogna stare attenti a far diventare speciali le piccole cose, i piccoli gesti. Madre Teresa di Calcutta diceva alle sue suore: "Nell'amare non dimenticatevi di dare amore".

 Seconda parte seconda strofa

Lassù non cade più una nuvola
lacrime e pioggia a sera
tra inferno e Paradiso
gioia, dolore. 

 A volte sembra che il Cielo non abbia più occhi e non abbia più orecchie, ma bisogna ricordarsi che prima ci è passato Lui per l'abbandono, e che nelle sue orme anche noi dovremmo incamminarci verso la "porta stretta". Quando ci sentiamo abbandonati, allora siamo Lui crocifisso. A quel punto bisogna dire con Gesù: "Padre, Perdona loro perché non sanno quello che fanno".... "Padre nelle tue mani consegno il mio Spirito"... 


Ancora il ritornello arricchito dalle ultime tre frasi... perché per un mare per volare occorre volare un mare... e la vita è oltre che un mare...


Ma da cuore a cuore ti direi
il fuoco accenderò per riscaldarti,
per rinfrescarti la memoria
un fiume ti darò da bere
e un mare per volare,
per volare un mare,
un mare per volare.



Special...

Né ieri, né domani,
ho solo oggi tra le mani
col poco, nel poco, fedele ti sarò
per essere ora qui e per sempre...

Il messaggio centrale della canzone "Vivere l'attimo presente". Il passato non c'è più, non c'è ancora il domani, tra le mani abbiamo solo l'attimo presente in cui giocarci l'intera esistenza e prepararci così per l'Eternità.

Un mare per volare...


Un'altra versione live con Niki Saggiomo ed Elia Nunziata... amici di sconfinati concerti per tutta l'Italia...