domenica 14 febbraio 2016

Innamorami di Te

"Non so dire in quante versioni musicali esiste questa canzone... Certamente la prima versione è del 1994 ed entrò a far parte della cassetta (allora si usavano le cassette stereo 7) dal titolo "Innamorami di Te". Il mio primo lavoro discografico che uscì in occasione della mia Ordinazione Sacerdotale. Quella del CD "Buonenuove" è già la terza versione...



Così è nata.
Ero ancora al Seminario maggiore di Capodimonte, al quinto anno 1991-92. A Ottobre del 91 finalmente ricevo il ministero dell'Accolitato. Al seminario minore di Nola nella bella e nuova cappellina con tutti i seminaristi amici miei e quelli del seminario minore, si fa una bella Messa. Non mi ricordo che giorno era, i miei compagni di corso se ne ritornano a Capodimonte senza di me, convinti che fossi rimasto a Nola per il pranzo, invece scendo giù dopo aver salutato tutti e non trovo le macchine. A piedi raggiungo la stazione della Vesuviana e da lì Capodimonte, morto di fame e stanchissimo. Proprio nella bella e lunga camminata dal seminario alla Vesuviana comincia a girare nella testa il motivo e la frase "Innamorami di Te", in modo martellante. Seduto nel treno, con calma prendo l'unico posto dove potevo prendere appunti, una agendina

dove avevo tutti i numeri di telefono, e comincio a scrivere...


L'agendina era del 1991, ma portava dietro anche il 1992. Io comincio a scrivere sul primo Ottobre del '92. Il primo Ottobre è il giorno di Santa Teresina di Lisieux.
Fatto sta che la melodia che avevo nella testa mi sembrava simile a un'altra canzone e arrivato in Seminario me la sono addirittura dimenticata. Piuttosto mi precipitai dai miei amici per rimproverarli di avermi lasciato a piedi. Col senno di poi dico: "Benedetti ragazzi", perché mi avete permesso di incarnare una ispirazione, forse la più grande che ho avuto, per realizzare probabilmente la canzone più bella che ho preso in prestito dal Cielo.

Quell'anno è stato durissimo. Avevo diversi esami arretrati dagli anni precedenti e volevo finirli a tutti i costi a giugno, altrimenti il Vescovo non mi avrebbe dato il permesso per andare alla Scuola Sacerdotale di Loppiano (FI) dove ci si forma alla Spiritualità dell'Unità, del Movimento dei Focolari.

Riesco nell'impresa entro il 19 giugno. Mi presento dal Vescovo per chiedere di andare a Loppiano, ma mi da un'altra Volontà di Dio: compleatare il Baccalaureato. Dovevo superarlo o con una tesina scritta o con 30 tesi orali: 10 per la Sacra Scrittura, 10 per la teologia morale e 10 per la teologia dogmatica. Un'impresa che sembrava impossibile. 

Il 20 giugno del '92 sono ritornato a casa, vi avevo già portato tutti i libri. Quei cinque anni che sembravano infiniti erano finalmente terminati. Più che essere ordinato Sacerdote, desideravo approfondire la Spiritualità dell'Unità, per poter meglio entrare nel mondo presbiterale. Sembravo un marziano perché i miei compagni di seminario erano in fibrillazione per l'Ordinazione Diaconale con tanto di merletti, cotte e talari. Io viaggiavo su un altro binario: di queste cose non me ne fregava niente. In quel periodo mentre stavo a casa e mettevo assieme i pezzi delle 30 tesi, don Pasquale sacerdote "del Focolare", dove allora prestavo servizio come seminarista, mi chiede di aprire e chiudere la chiesa perché lui andava da qualche parte a riposarsi. 
Fu proprio in quei silenzi davanti al Santissimo in Chiesa, dove per ore sostavo e poi spostandomi in sagrestia dove avevo una chitarra, ho ripreso quel testo da quell'agendina che mi riaffiorava nel ricordo e mi faceva sentire il caldo della forte Presenza di Dio di quel viaggio in treno, dove avevo trasformato la rabbia d'essere stato lasciato a piedi in un'opportunità di incontro con Dio. 
Me la comincio a suonare e mi piace, mi attira, la smusso qui, là e comincia a uscire dall'indecifrato: "Innamorami di Te"... ma non era ancora finita...


Versione di Innamorami di Te del 2011 presente nel Cd "Vegliando le stelle"

A settembre del '92, il 28 di preciso, mentre piove a dirotto e Napoli è bloccata, per vie secondarie arrivo in facoltà per l'esame di baccalaureato. Anche i professori arrivano tardi, uno addirittura non viene e buon per me: proprio quello di morale. Siamo in tre: Io, un frate minore, un frate conventuale. Superiamo tutti e tre l'esame, ma a me non sembrava vero. Il lascia passare per Loppiano l'avevo ricevuto. 
Nella prima settimana di Ottobre '92, saluto mio padre che era ancora a letto che mi dice: "Chissà se ci vediamo più!". Ed io: "Papà sempre catastrofico, vado a Firenze (Loppiano si trova vicino Incisa Valdarno - FI) e sto lì fino a maggio, mica me ne vado per sempre". Bacio lui, mia madre, mia sorella Maria e salgo in macchina. Mi accompagnavano due fratelloni che ora sono in "Focolare" con me (la freternità sacedotale di cui faccio parte): Salvatore e Pellegrino. 
Comincio una settimana full immersion nella Spiritualità. Avevo un compito speciale: sbobinare le cassette registrate di un grande sacerdote che era passato da poco a miglior vita, per il quale bisognava scrivere un libro: Toni Weber. Più sbobino, più mi sento innalzare da terra. Sono in Cielo, il cuore mi scoppia d'amore: l'Ideale di Chiara, spiegato da Toni per quelli che erano alla scuola sacerdotale, mi faceva capire che stare a Loppiano significava per davvero scoprire qualcosa di veramente grande: la possibilità di vivere come in Paradiso già qui. E vi sono. Tutto è amore, anche quando dopo appena cinque giorni, che mi erano sembrati un'eternità, per quello che vivevo, mi arriva la telefonata da parte di mia sorella che mio padre era morto con un infarto.
Ritorno a Loppiano dopo il settimo a mio padre, con nel cuore non solo una canzone, con parole poetiche, ma con un'esperienza che mi apre alla comprensione di Gesù Crocifisso e "Abbandonato" come lo chiamava Chiara Lubich, fondatrice del Movimento. 

Sempre alla Scuola nel febbraio '93, c'è un incontro dove vi partecipa anche un mio amico sacerdote di Corato (BA), Nicola. Mentre sta per andare via mi dice: "Non venir via dalla scuola senza aver scritto una canzone a Gesù Abbandonato". Ed io: "Per il mistero delle relazioni trinitarie che qui ci sforziamo di vivere, la scriverò in te".

Finisce la Scuola e ancora una volta il sacerdote, don Pasquale, che l'altro anno a Giugno mi aveva chiesto di sostituirlo per una settimana, mi fa la stessa richiesa. Accetto. Ancora nel silenzio e davanti al Santissimo riprendo la canzone e questa volta esce con strofe e ritornello preciso così come è adesso. Anche nel suo significato profondo assume nuove sfumature. E' un inno a Gesù Abbandonato: amore puro, all'amicizia pura, al dolore amato e offerto.
Mi preparo all'ordinazione Diaconale e a vivere un anno ricchissimo di esperienze. I miei amici erano già sacerdoti e quando matura anche per me l'Ordinazione Sacerdotale, uno di loro mi propone di registrare con l'aiuto di qualcuno almeno dieci canzoni e di realizzare una cassetta (allora non c'erano ancora i CD). Prendo il consiglio a volo e lo propongo ai miei amici sacerdoti del Movimento, che mi aiutano economicamente a realizzare l'impresa. Mi aiuta anche una vecchia signora dell'Azione Cattolica e qualcun altro che ora non ricordo: esce il mio primo lavoro discografico col titolo appunto "Innamorami di Te". Sarà il ricordo (la bomboniera) che diedi, per la mia Ordinazione Sacerdotale.

Questa canzone ha di speciale che ogni anno si arricchisce di gioie e dolori e ha un significato sempre più profondo perché racchiude tutti i miei "sì". Quando andrò di là sarò la stessa canzone? Non mi chiamerò soltanto Domenico Iervolino, ma "Innamorami di Te". Chiara Lubich a molti che glielo chiedevano, dava una Parola di Vita personale. A me ha dato: "Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta mettendola a servizio degli altri" 1Pt 4, 10. "Innamorami di Te" racchiude anche questa Parola. Volesse il Cielo che presentandomi di là Gesù mi dica: "Vieni 1Pt 4, 10". Che grande responsabilità. Dopo 22 anni di vita sacerdotale, mi sembra di aver dato così poco, e di aver sfruttato poco anche i tanti talenti ricevuti. E non so se è stata solo colpa mia o anche di una brutta contingenza...
Chiedo perdono a Dio per quello che mi riguarda... e gli ridico infinite volte: "Innamorami di te per gli altri giorni, altri perché...".

E ora passiamo al testo.

Prima strofa

Innamorami di Te
amore grande, amore puro, amore vero.
Innamorami di Te
per gli altri giorni,
altri domani, altri “perché?”
Innamorami di Te
perché son piccolo di fronte all’infinito.
Innamorami di Te
da non poter più vivere se non per Te.


Credevo di essere l'inventore di questo lessema, ma in realtà è il titolo di una canzone di un cantante degli anni 50 del vecchio secolo, Teddi Reno... La mia novità sta nel fatto che dedico la canzone  al Signore Gesù, all'Amore degli Amori. Il verbo Innamorarsi è intransitivo e renderlo transitivo è un errore grammaticale, una forzatura. A qualcuno non puoi dire "Innamorami di te", ma al massimo "mi sono innamorato di te". Ci ho riflettuto per anni ed ho concluso che Dio fa l'impossibile, perché essendo AMORE, può darti di innamorarti di Lui. Allora a Dio si può dire "Innamorami di Te", ma solo a Lui e a nessun altro. Egli nella Sua Trinità, è amore infinito, puro, vero... Gesù nell'umanarsi ci ha tracciato una strada per dare una risposta a tutti i nostri "Perchè?". Nel suo "...perché mi hai abbandonato?", detto al Padre sulla croce, riflette tutti i perché umani, tutte le divisioni, tutti i dolori, le incomprensioni. Tutta la distanza che separava gli uomini da Dio è in quel "Perché?" e attraverso Gesù crocifisso e Abbandonato ritroviamo la strada per Cielo da dove eravano usciti per il peccato. Sì, il peccato ha creato l'infinita distanza da Dio, e solo un Dio poteva colmarla coll'estremo sacrificio della sua stessa vita. Quando si entra in questo abisso d'AMORE, incominciando a capire quanto Dio ha fatto per questa umanità, allora dal profondo dell'anima sorge il grazie e il valore immenso del dolore e del suo potere di diradare le tenebre. Il dolore è l'unica cosa non sporcata dal SATAN e diventa l'unica "via" presa da Dio in Gesù, per riportarci in seno al Padre. Il dolore è stato riempito da Gesù tanto che nel soffrire non siamo più noi ma è Lui a soffrire in noi (cfr. Gal 2, 20).

Così spiega Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari


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Seconda strofa

Innamorami di Te
mentre guardo in alto e poi ti scopro dentro me.
Innamorami di Te
perché fatico a risalire la sorgente.
Quel mio sole che sei Tu
rischiari l’alba, la mia vita, la mia gioia.
Innamorami di Te
per riscoprirti sempre nuovo, amore vivo.

Dentro di me. Qui sei, mio Dio.
Così scrisse Sant'Agostino nelle Confessioni:
"Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace" (Confessioni, 10, 27, 38).

Ci abita, dunque, ed è una fatica risalire la Sorgente. In uno scritto della Valtorta Gesù descrive il valore della moneta che Dio da ad ognuno e che alla fine da essa dipende il prosieguo nell'Eternità:
 "... Solo una parte piccolissima sa apprezzare la mia moneta e farla fruttare al dieci per uno, sa tuffarsi nell’amore come pesce in limpida peschiera e risalire la corrente per giungere alla sorgente, al Dio suo, e dirgli: “Eccomi. Ho creduto, amato, sperato in Te. Tu sei stato la mia fede, il mio amore, la mia speranza. Ora vengo, e la mia fede e la mia speranza cessano e tutto diviene amore. Poiché ora non ho più bisogno di credere che Tu sei, ora non ho più bisogno di sperare in Te e in questa Vita. Ora ti ho, mio Dio. E l’amarti, unicamente l’amarti, è l’eterno compito di questa mia eterna Vita. Sii di queste, anima mia, e la mia pace sia con te per aiutarti a questa opera" (29 giugno 1944, Quaderni).

La fatica della continua ricerca di Dio verrà premiata con l'Eternità e la contemplazione dell'Eterna Bellezza che è sempre nuova. Così Sant'Agostino nelle confessioni: "Come ti cerco, dunque Signore? Cercando te, Dio mio, io cerco la felicità della vita. Ti cercherò perché l'anima mia viva. Il mio corpo vive della mia anima e la mia anima vive di te" (Confessioni, 10, 20, 29).

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Il ritornello

Innamorami di Te.
Innamorami di Te
Innamorami di Te

Perché sei tutto quel che può
entrare in tutta la mia vita.
Perché sei Tu l’unica pace
che può placare questo mare.
Sei Tu la forza dentro me
quando son nulla per amore come Te.


 La fatica del cercare esige la richiesta di continuo vigore spirituale e l'invocazione "Innamorami di Te", diventa allora richiesta dei doni dello Spirito: sapienza, scienza, intelletto, forza, consiglio, pietà e timor di Dio, richiesta dello Spirito Santo-Amore che può infondere amore per poter finalmente, corrispondere adeguatamente all'Amore di Dio.
Un'altra pagina della Valtorta dove Gesù detta cosa si deve intendere per vocazione così termina:
"... In alto una sola stella: Io. Io che devo essere luce, calore, voce, speranza, conforto, fede, guida per l’eroico camminatore. Io solo. Guai a non guardare continuamente Me. Ma chi persevera vede che ai sassi, ai rovi sussegue più liscia strada e qualche fiore si affaccia ai suoi bordi, vede che alle liane, che prima hanno straziato come funi di ferro spinoso, succedono morbidi festoni che non sono più costrizione ma aiuto, e più ampi si fanno i passaggi, meno paurosi i sentieri, più sicura la via, più ampia, più luminosa, più calda, più serena nel suo continuo salire. In ultimo l’anima vola, non cammina più. Vola. Penetra come strale d’amore nella terra che si è conquistata. Il Cielo è suo. Ma quanta generosità è necessaria! Dare tutto, Maria. E non avere nulla. “Neppure tanto da posarvi il piede” (v. 5) (At 7,5) (Gen 8,9). Non pretendere nulla perché non prometto nulla quando dico: “Vieni”. Nulla di umano. Prometto il sovrumano eterno. Ecco cosa ti devi sforzare di capire e di accettare, e con te tutti i tuoi uguali per la mia elezione che vi consacra nel chiostro o nel mondo, e anche coloro che per esser migliori, pur non essendo i chiamati a vie di perfezione speciale, non essendo militi della perfezione consigliata e non imposta, si chiedono il perché non sia placida di benessere anche terreno la loro vita. Io non mento e non ho mai mentito. Io ho promesso e prometto di darvi la Vita e le cose inerenti alla Vita. Questo è necessario e questo vi do. Il resto è il superfluo perché è destinato a ciò che perisce. E ve lo do perché sono buono anche con il moscerino al quale concedo per letto il calice di una mentuccia montana e per cibo la microscopica goccia di miele che essa contiene. Così do a voi, perituri, le cose necessarie a ciò che perisce: cibo, vesti, dimora. Ma vi invito a tendere a ciò che è più alto: allo spirito e a ciò che è dello spirito. Chi più mi ama più mi comprenda. E proceda nudo, affamato, misero di ciò che è di questa giornata terrena, ma sazio, ricco, in veste regale di ciò che è del Giorno eterno". 

"Nulla per Amore" è stato per primo Gesù. Cosa non ha dato? Così San Paolo nella lettera ai Filippesi al capitolo 2:  

6 Il quale (Gesù), pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
7 ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
8 umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
9 Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
10 perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11 e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

Ecco la strada per l'OLTRE, "la porta stretta", essere come Gesù: NULLA per AMORE.



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 Terza strofa

Innamorami di Te
amore grande, amore puro, amore vero.
Innamorami di Te
per gli altri giorni,
altri domani, altri “perché?”
Quel mio sole che sei Tu
rischiari l’alba, la mia vita, la mia gioia.
Innamorami di te
da non poter piu’ vivere se non per Te.

L'ho costruita prendendo metà della prima e metà della seconda. Non perché non avessi altre parole, ma per meglio sottolineare che Gesù Crocifisso e ABBANDONATO è la risposta a tutti i nostri perché. Lui è il sole (la stella) a cui bisogna guardare, farsi riscaldare e, farlo diventare TUTTO fino a non avere altro che Lui.

La seconda strofa comincia un tono più in alto e così sarà per il secondo ritornello, ma l'assolo è già un altro tono più su. L'ultimo ritornello è "il grido" di chi chiede tutto a Colui che tutto può.

Infine, molte sono state le versioni di questa canzone e gli arrangiamenti fatti. La prima di Peppe Sasso presente nella cassetta dal titolo "Innamorami di Te" del 1994; la seconda quella che entrò nella compilation: Magnificat '95; la terza quella nel Cd Buone Nuove del 1999; la quarta quella nel CD "Le mie canzoni più belle scelte per voi" 2003; la quinta quella nel Cd "Vegliando le stelle"(2011)... e poi le infinite versioni live...

Rimane per molti la mia canzone più bella. Io non saprei dire se è la più bella, ma certamente dice tutto il mio amore a Dio Amore.

Alla prossima canzone per dare e cantare Dio.