lunedì 30 novembre 2015

In fondo all'anima

Sarebbe bello poterlo fermare quell'attimo o quel tempo e analizzarlo. Ci provo adesso.
Non so se qualcuno l'ha provata un'emozione forte per un evento accaduto, per una pagina di un libro, per il profumo in un campo di fiori, per la carezza di una mamma al proprio bambino mentre ti suscita dentro il ricordo delle carezze ricevute... Insomma infinite emozioni o sentimenti, stanno alla base delle canzoni. Certo, c'è chi le scrive a tavolino, ma questo non sono io.



"In fondo all'anima",
la canzone che dà il nome al mio ultimo lavoro discografico (luglio 2015), nasce da una grande impressione davanti a questa pagina degli scritti di Maria Valtorta (mistica italiana, ancora non riconosciuta
dai "maestri dei cavilli"). La riporto.

Dai Quaderni del '43 - 8 Ottobre

Scrivo come posso alla luce del crepuscolo. È uscita ora una delle povere creature che contribuiscono a rendermi ancor più insopportabile questo luogo d’esilio. È uscita dopo aver sciorinato la sua... cultura (era uno scienziato che aveva offeso la povera Maria Valtorta). 


Mentre la udivo io pensavo a Te, Maestro mio, e alle tue lezioni, vere lezioni che educano ad un sapere che è pane allo spirito oltre che al pensiero. E... avevo nausea di quest’altra povera scienza che non ha sapore di Te. Non posso pregare perché penso ancora... e Tu mi porti a vedere. Ecco: io ti vedo, mio Dio incarnato, sfolgorante e maestoso, ritto nell’etere più puro.
Sei solo. Non vedo che Te, glorioso nell’aspetto di Re del creato. Splende la veste di immateriale e perlifera materia, e più splende la tua Carne glorificata che è carne e luce insieme. O Bellezza sconosciuta a tanti che non si curano di agire in modo di conoscerti un giorno! O mia Bellezza che abolisci ogni mia pena col tuo mostrarti! Gesù non parla, ma mi invita con lo sguardo ad andare a Lui. Ed io vado. Lo spirito mio sale, aspirato dal suo desiderio, spinto dal mio, sino al mio Re.
Ed Egli dice: «Guarda. Conosci. Confronta.» E con la mano luminosa, su cui è il rubino della piaga, accenna ad uno sconfinato orizzonte celeste. Sì. Perché io sono elevata oltre gli spazi, oltre stratosfera, nelle zone in cui non sono altro che astri ed etere. 

Non più nubi, non più polveri, non più venti. Ossia un vento vi è ancora: quello cantante, armonico, che si crea per il moto degli astri.
 

Comprendo che Gesù, senza parole, mi vuole mostrare
la “verità” di questo segno stellare. Oh! come è dissimile dal povero concetto che poco fa fu enunciato e da tutti quelli che sin qui ho conosciuto. Mi sforzo a dire.
Astri formati vanno, quali rettilinei nella corsa come proiettili di cannone a zero, quali guizzanti come serpenti nell’azzurro, quali roteanti, oltre che correnti, sul loro asse, quali danzanti come festosi fanciulli sul prato etereo. Ad ogni moto la luce ha un palpito, quasi la gioia del moto e dell’ubbidienza alle leggi del Creatore desse maggior incandescenza al loro corpo ardente. Unico fisso, il sole, enorme globo di un oro fuso a topazi ardenti, metallo e gioielli che i nostri più belli sono sudici sassolini e opaco ottone, raggia la sua luce uguale. Pare una enorme e votiva lampada adorante la maestà di Dio.
 

Quanti astri! Lo sguardo mi va, mi va, mi va... e dovunque astri e pianeti... Quante vite
stellari sconosciute! Quanti fulgori ignoti! Quanti misteri di parole quassù! E di vite!
Astri che si purificano nella loro corsa fulminea perdendo emanazione e scorie, le quali si fondono ad altre di altre stelle e creano nuclei di nuove vite, polveri d’astri che fanno una via di innumeri piccole vite, piccole rispetto ai pianeti, incalcolabilmente grandi rispetto al nulla che è un corpo d’uomo. E questa via, tutta luminosa, vera peschiera di stelle, lascia ogni tanto evadere una delle sue vite di luce, fiore che si abbandona al vento del firmamento, abbandonando l’aiuola natia, e va a compiersi, per
un processo che io non so spiegare, nutrendosi di sostanze che rapisce nell’andare... e una nuova stella è nata. O meglio: si è isolata per dire all’uomo che la scoprirà: “io pure sono”. E altre stelle ancora in processo di formazione che vanno, con la scia della loro combustione e solidificazione come manto di fiamma o capigliatura disciolta e stesa dal vento dell’andare. E tutto questo in una prateria di un etereo azzurro in cui perde pregio la più pura turchese e il più prezioso zaffiro chiaro, tanto sono pallidi e opachi al confronto. Oh! luce dei campi del cielo! Oh! perché non so meglio dire queste congiunzioni, queste formazioni, queste disgregazioni, questo fermentare inesausto di vite, questa ubbidienza, bellezza, maestà del mondo stellare?


Ma per quanto la luce di questo sconfinato giardino d’astri che è il firmamento sia quale mente di poeta o di scienziato non può neppur e lontanamente pensare, ecco che Gesù fa un movimento. Non fa che abbandonare con lo sguardo le stelle per volgersi verso sinistra e indietro. Un ordine deve scoccare dal suo Pensiero, un desiderio. Ma io non odo parola. Un angelo viene velocissimo e si prostra adorando ai piedi del Salvatore. E Gesù mi dice: «Confronta questa luce a quelle luci». Non dice altro. Infatti l’angelo, ed è uno solo, splende più che non tutti gli astri insieme..."


 Ecco, è bastata questa pagina per dar vita ai versi e alla musica di "In fondo all'anima".

Prima strofa: 

Ma guarda che cielo!
Mutevole, con quelle nuvole…
Bianche e nere, sole e sale
la malinconia, nostalgia di Te.

Dopo aver letto e meditato la pagina esco con lo sguardo dalla finestra e il creato ritorna piccolo, con quelle nuvole che si rincorrono a volte bianche a volte nere e mi sale dall'anima una profonda nostalgia di Cielo. "Dove sei?" ... grida la mia anima e sembra rispondermi: sono lì con te, in te...

Seconda strofa:

In fondo all’anima,
Cielo di Dio, senza nuvole,
Grazia che irrora e placa
la malinconia, nostalgia di Te.

Sì, proprio lì, "In fondo all'anima", dimora l'Eterno e mette ordine tra il disordine creato dagli umani. Ideologie di ogni sorta vengono bruciate alla presenza dell'Amore che si Rivela, e la senti, riscalda, fa sentire il suo AMORE.

Primo special :

Ti vedo dentro ai cuori dei tuoi Santi.
Vorrei anch’io esserne un riflesso.
Ma quanta povertà, quanta miseria,
ancora mi trattengono…

Confronto la mia miserica con la purificazione avvenuta per Maria Valtorta che a furia di saper soffrire e saper offrire, dischiude a se stessa immensità inaudite, permettendo al Creatore di mostrarsi. Sì, perchè è scritto: "A chi mi ama mi manifesterò" (Gv 14, 21). La misura della sua manifestazione è data dall'amore che è puro nella misura in cui, esso amore, è purificato dal dolore, unica medicina che sa vermente guarire l'amore, quello umano. A questa luce faccio ammenda della mia piccolezza, ancora perso nelle vanità di un mondo in cerca di "posti al sole", ma non al "SOLE". 

Che miseria, che povertà, che inganno diabolico sono gli infiniti messaggi che la presunta "cultura laica" offre sul banco delle prove dell'inesistenza di Dio e di altrettante prove razionali e teologiche, dei soloni della scienza teologica, vengono a chiudere e non a dischiudere le ricchezze di messaggi che Dio ancora manda attraverso le sue "voci", piccole, ma che gridano ancora l'infinito di Dio che è oltre sempre i poveri ragionamenti umani.

Terza strofa:

Ma guarda che cielo!
Da lì tutte le stelle, sono vive,
le hai viste nel finito dell’empireo,
angeli che muovono le leggi.

 L'Empireo, così viene chiamato il creato e Maria Valtorta vede, contempla, stupisce rimane estasiata, e comprende come può e come Dio le da, la magnificenza di ogni cosa creata, dove Dio ha dato tutto il suo Amore e nessuna cosa ne ha di meno, di questo amore creatore, perché Dio non può dare di meno o di più, da sempre tutto di sè altrimenti non sarebbe amore. E la Vita è lo Spirito, la Terza Persona, che le si manifesta come luce azzurra sotto ogni cosa creata e viva. Perché è morto ciò o colui che decide di non avere in sè la Vita, l'Amore, lo Spirito Santo. A quale Amore dunque siamo chiamati! A quale risposta d'amore siamo chiamati. Se Dio si da tutto a noi, noi non possiamo non dargli tutto. E se meno gli diamo ora, di là certo glielo renderemo per giustizia.

Quarta strofa:

Rapita dal Creatore in un baleno,
in un punto dove tutto è colpo d’occhio
Maria, sei speciale per davvero,
Hai visto l’impossibile di Dio…

E' speciale, Maria, ha saputo soffrire la sua sofferenza, e l'ha saputa offrire. E' divenuta anche lei, ma come potrebbe divenire ognuno di noi, corredentrice per Grazia. Ha sanato cuori, stanato demoni, è diventata una finestra sull'Oltre, nell'imparare e poi diventare, "nulla" per amore. Quante lezioni ha ricevuto da Gesù e ce l'ha lasciate per Suo volere perché anche noi potessimo, volendolo, fare un pò del suo percorso, magari senza avere estasi e doni soprannaturali speciali come i suoi... ma almeno incamminarci verso il CIELO, che non lesina LUCI, ma si dona sempre a piene mani a chi apre il cuore e la mente.

Secondo special:

 Ed io ho potuto un poco immaginare,
le vette a cui ha portato il tuo dolore.
Inadeguato a compiere lo stesso
sotto i colpi bassi del nemico

 Il nemico, sempre in agguato. Quante volte il Signore l'ha mostrato a Maria V., nella sua bruttezza più disgustosa, per farle capire cosa fa il "non amore": l'odio. Nato da Lucifero (portatore di luce) diventato Satan (creatore dell'odio), nemico, avrà un epilogo disgraziato dove lo godranno, con lui negli abissi e tra i fetori che il peccato genera nelle anime morte, coloro che non hanno voluto farsi luce nella LUCE. Che orrore ... Imparare allora, l'arte di amare che ci ha insegnato il Cristo per divenire sempre più Luce, come Cristo Gesù ha detto di sé : Io sono la LUCE. Essere Lui in Lui: nell'Agape (amore gratuito: dono), nella Pericorsi (reciprocità d'amore gratuito), nella Kenosi (donando tutto di sé: croce). Vivere nella Trinità con la trinitarietà dei rapporti: amatevi l'un l'altro COME IO VI HO AMATI; SIATE UNO AFFINCHE' IL MONDO CREDA.

Il ritornello:

Vorrei volare in alto, ma con Te…
Vorrei capirti al volo, ma non so,
perché tutto è difficile quaggiù?
Vorrei volare libero, da me…
Vorrei scoprirti semplice, ma lì...
In fondo all'anima...

 Nell'essere amore per l'AMORE, ossia in Dio uno e Trino che è AMORE, ci si scopre in volo verso le altezze vertiginose dello spirito. La strada è semplice, ma è alta, infatti, semplice non è sinonimo di facile. Occorre morire per vivere, morire al peccato per vivere nella luce, morire all'egoismo, per vivere nell'altruità. Nell'attimo in cui non sei in te e sei nell'altro scopri di essere più te e l'altro più sé. Quali ricchezze ci perdiamo quando veniamo ricacciati dal nostro io, appesantito dal peccato che non ci lascia volare, nel fango dell'esserci qui per poche presunte gioie materiali. Queste ultime si dovrebbero lasciare per trovare quelle eterne e mai fugaci.

Quinta strofa:

Ma guarda che cielo!
Da lì tutte le stelle, sono vive,
Sono i Santi che splendono d’Amore
del Noi divino, Trino ed Uno Amore.

 Il Cielo che ora si vede è quello di Dio, non più quello terreno. E lì tutto vive per la VITA (Gesù il Verbo di Dio), tutto vive per l'AMORE (Lo Spirito-AMORE, che procede dal Padre e dal Figlio), tutto vive per DIO PADRE (Origine, originante, "pensiero pensato"). E chi ha vissuto di qua nell'amore e nell'AMORE, merita finalmente di vivere in Eterno nella Trinità. Sono i Santi trinitarizzati dall'Amore dei TRE e DIVINIZZATI dall'AMORE Uno e Trino.

Terzo special:

Ti vedo dentro ai cuori dei tuoi Santi.
Vorrei anch’io esserne un riflesso.
Provarci, almeno a brillare dell’Amore,
di quell’Amore Eterno, senza fine…

Senza avere estasi, ma meditando pagine di mistici che sono stati in Paradiso, si può immaginare, addirittura rivivere per riflesso e provare ad andare in alto non per arrivare a qualcosa, ma per farsi avvolgere e amare dall'Uno e Trino. Infatti, l'amore va dato al Dio dei doni, non ai doni di Dio. Dio si ama perché l'amore va amato e provarci, già significa accoglierlo e sentire i primi bagliori della beatitudine eterna.

La canzone a questo punto è già andata da Si bemolle a Do e poi a Re nel secondo ritornello. In alto dunque anche con la voce.

Secondo ritornello:

Vorrei volare in alto, ma con Te…
Vorrei capirti al volo, ma non so,
perché tutto è difficile quaggiù?
Vorrei volare libero, da me…
Vorrei scoprirti semplice, ma lì...
In fondo all'anima...

Infine, la somma degli sforzi umani e spirituali. Ancora un'impennata musicale: Mi maggiore. La voce è tutta fuori e anche tutta l'anima: l'estasi è significata, ma non ancora compiuta. Si sa che avverrà se la vita procederà in questa unica direzione verso l'AMORE.

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