sabato 2 gennaio 2016

All'ottavo giro

Dal CD "Vegliando le stelle", la canzone "All'ottavo giro" è una di quelle che raccontano una storia vera e non solo sentimenti. 


Quando si ascolta fa subito sorgere una domanda: perché l'ottavo giro?
Allora bisogna raccontare come è nata, cosa me l'ha ispirata.

Nel 2004 muore Eduardo, un nostro giovane papà di due bellissime ragazze e marito di Maria, una nostra catechista. Di ritorno da Lourdes il verdetto nefasto di un tumore che lo stroncò in pochi mesi. Egli aveva un diario, dove appuntava pensieri, paure, propositi... In una di queste pagine veniva descritto un fatto curioso. Una mattina era andato come al solito nella villa a correre o a passeggiare o per portare la cagnetta molly, a fare i suoi bisogni. La sua anima era in subbuglio perché era tra gli amministratori dell'Associazione per disabili AGVH. Si vede che qualcosa non lo convinceva e voleva mollarla. Mentre gira nella villa, parla dentro di sè con Dio e gli dice: "All'ottavo giro ho bisogno di un segno che mi faccia capire cosa devo fare: continuare nell'impegno o lasciare?". Conta e all'ottavo giro arriva il segno: incontra Vincenzo. Quest'ultimo era disabile egli stesso. Allora Eduardo chiede: "Dove vai?". Vincenzo risponde: "Vado all'AGVH ad aiutare gli altri". Poteva essere un incontro fortuito, ma per Eduardo fu il segno chiarissimo della presenza di Dio nella sua vita. Egli si manifestava in Vincenzo. Non è forse scritto: "Quello che fate al più piccolo dei fratelli lo fate a me"? Senza tentennamenti capì il da farsi.
Di seguito le foto delle pagine del Diario...






Prima  e seconda strofa con special
Giro e rigiro, la mia vita non va.
Un altro giro e la luna, scomparirà.
 
Giro e rigiro, risposta non ho:
perché gli ultimi non hanno più voce, chissà!

Ho chiesto a quel Dio, che esiste lassù,
 
di darmi un segno perché ne ho bisogno.

La vita é una ruota che gira, come la Terra e la Luna da tempo immemorabile e così la vita degli uomini. Quella di Eduardo quella mattina era un pò cigolante, aveva bisogno di 'manutenzione divina'. I giri nella villa di circa 800 passi cominciavano che l'alba ancora non c'era per poi protrarsi coi primi bagliori. La luna sbiancava e il sole dava il suo benvenuto. Riflettendo su questo scorrere del tempo e degli eventi della sua vita di padre e di impegnato nel sociale, Eduardo, giocava a nascondino con Dio, forse per una bella confidenza che aveva acquistato ultimamente o per un necessario bisogno di trovare sfogo nella sua anima ai tanti perché e per come. 
Gli "ultimi", i suoi amici disabili, quante lotte per loro. Una volontà ferrea a voler dare risposta agli infiniti "perché?", ma uno ne risolveva, cento ne ricomparivano. Umano allora il chiedersi: "Perché?". Se non altro, Egli stesso l'ha gridato dalla Croce: "Perché mi hai abbandonato". In quel grido, il grido dell'umanità sofferente.
Primo Ritornello 

All’ottavo giro lo voglio incontrare,
all’ottavo giro gli devo parlare
non posso aspettare.
C’è un muro che deve crollare.
All’ottavo giro lo voglio vedere,
all’ottavo giro lo voglio sentire
non posso aspettare,
che la vita ci viva e ci sfugga di mano.
 Arriva l'ottavo giro ecco Vincenzo, non deambula bene, né articola con chiarezza la parola, ma il suo esserci rende un servizio a Dio, che attraverso di lui, si fa presente alla coscienza di Eduardo.
In un mondo dove si costruiscono muri dopo averne fatto crollare uno, quello di Berlino, che divideva l' occidente dall'oriente è davvero un'amara constatazione dell'involuzione verso cui stiamo andando. L'Europa si chiude e innalza muri Per Eduardo il muro delle resistenze cade, si riapre un varco nel suo cuore dove Dio grida e si fa riconoscere in Vincenzo. L'attesa è finita solo dopo sette giri di villa comunale. Un tempo brevissimo se vogliamo che ha coinciso coi tempi di Eduardo. Non c'è tempo da perdere, perché la vita sfugge di mano come sabbia tra le dita... L'impegno per i disabili riprende. Quest'esperienza ci sprona a non chiudersi, ma aprirsi. Le novità di Dio sono davvero eccezionali se lasciamo che entrino, ma bisogna far cadere le tante paure che innescano chiusure che col tempo diventano trappole disumanizzanti, come i tanti campi profughi nelle periferie di zone dove ci sono conflitti per interessi economici, in nome dei quali l'umanità non ha nessun valore, le persone diventano solo numeri.
La vita dunque, bisogna viverla, la si vive se la si consuma per un ideale grande, viceversa diventiamo vittime e artefici di disumanizzazione. Voglio sperare che i popoli presto si sveglino e protestino contro tutte le politiche atte a disumanizzare. L'economia mondiale in mano a pochi, sta piegando verso la povertà intere nazioni. Così Papa Francesco, attraverso la spiegazione della parabola di Gesù, sul ricco Epulone, fa capire cosa sta accadendo nel mondo. Ascoltiamolo.

"Ignorare il povero è ignorare Dio"
 Terza strofa con special
Giro e rigiro, la mia strada dov’è?
Si apre a un cielo insperato, leggero, quaggiù.
Ha risposto quel Dio: “Non cercarmi lassù,
ma nel grido del mondo, dell’umanità.
Ecco dove trovarlo il Dio, che si nasconde e tace e parla solo dove e quando ce n'è bisogno, sul silenzio duro del dolore, per poter dire l'ultima parola di Resurrezione, che non udremo certo di qua... Bisogna fidarsi dei tanti che sono andati e ritornati e hanno visto e riportato visioni di Angeli, di persone care nella luce... Dio c'è e ci attende a braccia aperte o con uno sguardo di rimprovero...
Quanta fede occorre e allora bisogna chiederla: "Dammi più fede"; "Aiutami nella mia incredulità".  Eppure Lui ha detto: "A chi mi ama mi manifesterò", allora, avrà pensato Eduardo: "Fatti vedere..." e poi "Ma sì, in Vincenzo ci sei Tu..."; "Ho capito, così farò...". L'impegno per l'associazione per i disabili riprende a pieno ritmo coinvolgendo anche tutta la famiglia... 
Ha interpretato con la luce della fede, la presenza di Gesù in Vincenzo. Ha ascoltato bene, non ha cercato segni straordinari, ma ha interpretato un segno ordinario: in ogni fratello c'è Gesù, che ha detto: "Quello che fate al più piccolo dei miei fratelli l'avete fatto a me". I veri cristiani non vanno in cerca di fenomeni da baraccone, imparano a cogliere la presenza di Dio nell'ordinario. In fondo i fratelli che più hanno bisogno, li abbiamo sempre con noi. San Giovanni ancora ci esorta: "Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede" (1Gv 4, 20) e ancora: "Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello" (1Gv 3, 10). Che altro dobbiamo capire? Dove andare a cercare?

Secondo ritornello
All’ottavo giro ho capito chi eri,
all’ottavo giro mi hai parlato sul serio
e non hai aspettato.
Il muro è crollato davvero.
All’ottavo giro ti ho visto in Vincenzo,
all’ottavo giro ho sentito il tuo grido,
che non può aspettare, che la vita ci viva e ci sfugga di mano.
 La Vita quella con la "V" passa e ti da le occasioni per rivelarsi, incontrarti. Passa perché bussa e vuole un cenno di adesione, uno spiraglio, una finestra aperta per donarti la luce che rischiara il senso dell'esistenza. Ma se bussa e tu non apri, non ti fa violenza. Tu continuerai a rimanere al buio ed ESSA, la VITA, ti sfuggirà di mano... Riporto di seguito quanto detto da Papa Francesco durante l'angelus del 21 dicembre 2015: “Maria ci insegna a cogliere il momento favorevole in cui Gesù passa nella nostra vita e chiede una risposta pronta e generosa. E Gesù passa… Il Verbo, che trovò dimora nel grembo verginale di Maria, nella celebrazione del Natale viene a bussare nuovamente al cuore di ogni cristiano: passa e bussa. Ognuno di noi è chiamato a rispondere, come Maria, con un “sì” personale e sincero, mettendosi pienamente a disposizione di Dio e della sua misericordia, del suo amore“. (Papa Francesco Angelus 21 Dicembre 2015).
Proprio così, Dio passa, se perdi l'attimo ...  e puoi giocarti l'Eternità.
Alla prossima canzone per Dare e cantare Dio...