lunedì 11 novembre 2019

Brividi di agosto

Avevo compiuto da poco diciotto anni e guardavo al futuro con ottimismo, anche se non avevo niente di ottimo davanti a me. Avrei dovuto affrontare di lì a poco l'esame di maturità e dopo il diploma di perito elettrotecnico, ci sarebbe stato il nulla, tabula rasa, nessun progetto, nessuna strada da prendere. Tutto da inventare. Mio padre mi chiedeva: "Allora cosa vuoi fare?". Questa domanda mi innervosiva ogni volta che la ascoltavo. Tutti i miei amici sapevano benissimo cosa dovevano fare, io no, mi dovevo inventare qualcosa. Certamente non mi vedevo a fare il sarto, il mestiere di mio padre, anche se col senno di poi, mi sono perso un bel treno. Ma mio padre non ci aveva neanche provato ad insegnarci il mestiere e così ognuno di noi figli prendeva il volo da qualche parte. Il primo fratello mio a undici anni stava già in un'officina meccanica ed era patito per i motori; il secondo da una fabbrica di botti per il vino a poliziotto; la terza e la quarta sorella in fabbrica a cucire pantaloni; io dovevo scegliere... ma cosa? Scrivere canzoi mi piaceva parecchio e avrei voluto fare quello come mestiere, ma si sa che "uno su mille ce la fa"... Partecipai ad un concorso di canzoni organizato da un paesano e lo vinsi, sembrava quella la strada, ma quando mi iscrissi alle selezioni per Sanremo, dopo il provino mi dissero, bella la canzone ma... Mio fratello il poliziotto, che conosceva bene Roma mi portò a fare il provino e al ritorno demmo un passaggio ad un altro ragazzo di Bagnoli che pure scriveva canzoni e per lui la vita già era segnata da un grande dolore, il padre gravemente ammalato.

Brividi di agosto dunque, una canzone che posso definire, la prima canzone che non ho cestinato e che è rimasta lì in attesa che qualcosa cambiasse, che qualche coincidenza o dio-incidenza arrivasse per far cambiare una vita che si preannunciava già come al solito, amara, dura e senza troppe pretese.

Ascoltiamola.



Ricordo ancora l'attimo che mi ha impresso l'emozione da cui è scaturita la canzone. Ero in vacanza alla casa al mare del primo fratello mio, era un pomeriggio, aveva piovuto per cui non si poteva andare al mare. Come al solito avevo la mia chitarra e i miei spartiti e si cantava a squarciagola "Strada facendo" di Baglioni che era primo in classifica. Avevo anche imparato a cantare Yesterday dei Beatles ed altre canzoni... Guardavo la pioggia fuori, un temporale ristoratore che faceva prima rinfrescare e poi riaccendeva l'aria. Proprio mentre le nuvole si sfogavano tra lampi e tuoni, mi sale alla mente la prima frase: "Pomeriggio di pioggia e brividi di agosto...". La scrissi non so in quanti giorni o in quante ore e poi la tenni lì forse per mesi, anni, finché un giorno cominciai a canticchiarla mentre aspettavamo gli altri del gruppo per le prove (allora ci chiamavamo i Suddance). Il batterista, rimase meravigliato e mi chiese: "ma l'hai scritta tu veramente?" Chiamò la mamma perché la ascoltasse anche lei rimase bene impressionata, poi arrivò anche il pianista che cominciò a suonarla. Con l'arrivo del chitarrista finimmo per inventarci un arrangiamento alla buona e da quel momento diventò il nostro cavallo di battaglia.
"Brividi di agosto", brividi di un giovane che lasciava l'adolescenza per addentrarsi nell'età dove si cominciano a fare scelte che poi pesano per la vita e dove finisci per lasciare nei cassetti, sogni cullati e curati.
Conoscemmo un personaggio che sapeva imbrogliare bene e ci imbrogliò qualche soldino, promettendoci mari e monti... ci credemmo per poco, menomale... Da quella esperienza cominciai a stare coi piedi per terra e a cercare l'Unico che può donarci grandi orizzonti e far sognare alla grande: Dio.

"Brividi di agosto" dunque, il primo titolo della colonna sonora della vita mia. Il sottofondo dei primi anni da maggiorenne, delle uscite a fare tardi con gli amici, le prime uscite con la macchina di mia sorella, con la patente appena "conquistata".

Ma adesso entriamo come al solito nel testo.

"Brividi di agosto" il titolo
E chi dice che ad agosto non si possano avere dei brividi? Magari non saranno brividi per il freddo... Infatti, non mi riferivo ad un abbassamento di temperatura, ma ad un'emozione, provata in seguito ad una profonda riflessione. Con la chitarra tra le mani e la voglia di comunicare quanto hai dentro, stai lì a sognare, ma anche a parare i colpi della vita. L'esame di maturità era alle porte, ancora un altro anno, e poi bisognava decidere cosa fare da grande. Il meccanico con mio fratello Salvatore? Tentare di entrare in polizia come mio fratello Pasquale? Diventare cantante? O magari un semplice operaio di una fabbrica di periferia. Quando pensavo al futuro mi mancava il terreno sotto ai piedi, ma a 18 anni non pensavo in alcun modo di diventare sacerdote... Per questo ci sono "mille idee nuove e un'emozione più bella"...che non si può descrivere... È come affacciarsi su un baratro e averne paura. Il futuro lo puoi progettare, ma non lo puoi conoscere... col senno di poi....la mia vita ha avuto una svolta impensabile e imprevedibile proprio con l'incontro con l'AMORE, ossia Dio.

Prima strofa

Pomeriggio di pioggia 
e brividi di agosto.
Mille idee nuove 
e un’emozione più bella,
che non ha descrizione, 
ce l’ho ancora nel cuore.
Non mi riesce a parlare
da diverse settimane.
Proverò con l’amore
a buttar giù queste parole.
Proverò a sognare 
senza lacrime più amare.
Proverò cantando
e il buon umore tornerà.

E quando fai entrare l'Oltre, l'Altro, Dio, la Vita s'impenna, diventa una bella e forte avventura. Ma Gesù non promette la luna... anzi: "Chi vuol venire dietro a me prenda la sua croce e mi segua", anche se "Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi...". Insomma gioie e dolori e così è stato. Dunque a diciotto anni, sentivo un vuoto esagerato incolmabile dalle cose che la vita offriva o faceva sognare. Qualcosa di più bello e di più grande ci doveva essere, l' "Immenso", mi ha cercato, trovato, chiamato. Mai pago di essere arrivato da qualche parte, scopro sempre nuovi orizzonti da raggiungere, da colorare, con la Sua Presenza."Proverò cantando e il buon umore tornerà"... Si "E nei sogni di bambino, la chitarra era una spada e chi non ci credeva era un pirata"... Veramente sognavo ad occhi aperti immaginandomi su chissà quale palco e con chissà quali fans ... Volevo proprio diventare un cantante... Anche se sono venute fuori tante canzoni e anche tanti CD, questa strada non si è mai aperta come avrei voluto io. Sarà che coi tempi che corrono, la Christian Music è piuttosto avversata che aiutata, e poi un prete che canta a chi lo vai a raccontare? Fra poco vorranno solo ucciderci, per non sentire più di scandali e di robacce varie e come al solito pagherà il povero Cristo di turno. "Hanno trattato così il legno verde cosa faranno del legno secco?". Le mie canzoni così sono perle dell'anima mia, che vengono fuori tante volte anche inconsapevolmente. Sono una esternazione di quanto provo dentro, nell'intimo, nell'anima. Sono lo specchio del mio io interiore, sono la verità di me, che si dice in canzone. E così in questo continuo tirar fuori l'interiorità, in questo continuo esodo dell'io all'IO, si dipanano mete, speranze, per arrivi oltre il pensabile e il desiderabile. "Son io e non son io" dico in un'altra canzone ("Al di là c'è da vivere ancora" nel CD "Vegliando le stelle"). "...e il buon umore tornerà..." Non sono mai stato musone, mi piace scherzare ma senza esagerare. Infatti, non prendo mai in giro nessuno, e non mi piace scherzare sui difetti degli altri. Anche perché ne ho così tanti che perderei qualsiasi partita, semmai si giocasse a prendersi in giro. Allora evito. Ma il buon umore torna, quando ho una melodia per una nuova canzone, lì sento una gioia indescrivibile... sento che ricevo molto da Dio in quell'attimo creativo. Sento che la nuova creazione mi possiede finché non la possiedo e quando è tutta fuori, sento che non è più mia, ma di tutti. Che bella alchimia è un atto creativo!

Seconda strofa
Vecchio tramonto
tra nuvole speciali
e pochi alberi
tra la civiltà.
Che paesaggio!
Sembra quasi una cartolina
guastata da un corvo
che vola basso.
Proverò a parlare
facendomi ascoltare.
Proverò a dimenticare
tutte le cose sbagliate.
Proverò ad inventare 
un’altra canzone.

"Un'altra canzone". Oh come sono brutti i periodi di astinenza. Sembra che non si abbia più un motivo per vivere. Tutto si ripete uguale, mentre con una canzone nuova, la routine si rompe per far irrompere nel già dato, un'altra goccia di Cielo. Sì, perché le canzoni sono un irrompere del sovrannaturale, sono ispirate e dunque vengono da Dio, almeno le mie che vogliono solo parlare di Dio. Non oso pensare da chi vengono ispirati i rapper vari che esplicitamente scelgono di stare dalla parte del nemico...(http://www.centrosangiorgio.com/rock_satanico/articoli/pagine_articoli/fedez_l_arte_di_accontentare_massoni_satanisti_e_anticlericali.htm)
Certamente qualcuno mi dirà: "Ma sei così sicuro di essere ispirato da Dio?". Cerco di vivere solo per Dio, e cerco di pensare e fare solo quello che vuole Dio... credo dunque che le canzoni nascendo dalla mia vita, debbano in qualche modo riflettere da quello che vivo e da chi per cui vivo.

Terza strofa

Quella luna sbiadita
e tante stelle ad oriente
stanno lì a guardare
questi pochi amici
e questi giorni di crisi 
ed io resto impietrito.
Chissà poi perché
me la prendo tanto
quando ho voglia di stare solo.
Proverò a capirmi 
se qualcuno mi capirà.
Proverò a cambiare
se qualcuno mi aiuterà.

Quando si vuole veramente qualcosa, si guarda il Cielo e al Cielo si chiede. Guardi in alto e vedi la luna, le stelle, l'ignoto... le sicurezze svaniscono, svanisce l'orgoglio di esserci e di essere qualcosa, qualcuno... si ha bisogno di crescere nella comprensione di sé allora si cerca in giro chi può aiutarti... Mamma mia che fortuna o meglio che PROVVIDENZA, la vocazione, l'entrata in seminario, la bella persona che è stata per me, ancora oggi, il mio animatore di seminario, don Maurizio Pepe. Anche lui sempre alla ricerca di come migliorarsi, andare avanti... e propose anche a me una scuola di psicopedagogia, per ritrovarsi, scrivere i puntini sulle "ì" ancora incomplete... Ancora dico grazie per quelle ore di ricerca del sé per cercare di situarlo sempre più nella realtà. Un cammino in avanti verso la maturità umana e spirituale, mai conclusasi. Infatti, ancora mi cerco, ancora rimango basito davanti a certe scoperte interiori, che trova solo chi si mette a cercare con fatica, accettando vittorie e sconfitte della vita, dell'esistenza...

Qualcuno si chiederà: ora sei arrivato da qualche parte? No cari i miei lettori. Non sono arrivato da nessuna parte se non nella comprensione d'essere un "io" felice di aver capito che riversarlo nell' Io di Dio è tutto il nostro cammino. Dall'io a Dio. Tutto qui e più mi ci riverso più sento una libertà crescente che mi stacca dal tempo verso qualcosa che immagino ma che non so ancora come potrà essere. "Proverò a capirmi se qualcuno mi capirà... proverò a cambiare se qualcuno mi aiuterà".

Che grandi doni ho ricevuto, posso dire solo grazie a don Maurizio, all'allora padre rettore: Mons. Filippo Luciani, al Movimento dei Focolari, alla spiritualità di Chiara Lubich e dunque a Chiara Lubich, ai confratelli sacerdoti coi quali ho condiviso tutta la mia vita sacerdotale: don Peppino, don Virgilio e tanti altri... Gesù davvero mi ha voluto bene, facendomi conoscere persone così lungimiranti, così aperte alle novità di Dio e non solo...

Sono partito dalla mia casa paterna che ero chiuso come dentro a un guscio duro da stanare, ed eccomi qua smussato dalla Provvidenza attraverso tanti volti, tanti cuori, che col loro amore fraterno, mi hanno aiutato a venir fuori, a darmi fiducia... ma ho ancora da lavorare, da levigare, da imparare a consegnare a Dio, quanto mi rimane. Signore mio tu sai se ti amo, ma se non è abbastanza vedi tu come allargare il mio cuore per una donazione che non lesini neanche uno iota della tua Parola...