giovedì 21 luglio 2016

Desideri Infiniti

San Vincenzo Pallotti, mi ha ispirato questa canzone. Confluita nel CD "In fondo all'anima" (2015),
 esprime davvero la mia anima in questo superamento dei "cinquanta". La continua scoperta di Dio Amore e delle sue carezze o delle sue strigliatine, rendono le mie giornate vive, piene, senza cedimenti. Ascoltiamo la canzone:





Il testo di San Vincenzo Pallotti da cui ho preso spunto è il seguente:
 
Dio mio,  amore infinito
dilata le pareti del mio cuore.
Entra Tu nell’anima mia
e spazza via ciò che è  male
opera Tu,  guidami Tu,
usami Tu   e agisci  Tu attraverso me.
Voglio amarti, conoscerti e  abbandonarmi a Te,
come Tu mi ami , mi conosci e hai fiducia in me.
Mio Dio più ti amo, più mi sento nulla e,
per tuo volere, più mi sento tutto in Te.
Mio Dio, Padre mio, tutto mio,
questa è la  vera Sapienza e questa è la pienezza della vita: Amarti.
Mio Dio, non Ti voglio più lasciare.
Il tuo Amore infinito e la tua Misericordia infinita
ti hanno incatenato a me: sei tutto mio!
Dio mio, misericordia mia infinita riempimi di Te.
Immergimi nel mare della Tua infinita Misericordia.
Dio mio amore infinito dell’anima mia
fa che  diffonda intorno a  me il tuo amore
e che ogni tua creatura ti conosca e ami in eterno.
Dio mio, tutto mio,  attirami e fondimi in Te.
Dio mio, amore mio infinito, io mi perdo  in Te.




Questo testo proprio così come l'ho riportato mi fu dato da Suor Stella Marotta, suora della famiglia di San Vincenzo Pallotti, col desiderio di inventare un musical dedicato a San Vincenzo, loro fondatore. Come sappiamo la storia la scrive Dio e per vari motivi la cosa non si concretizzò, ma la canzone è rimasta come prima pietra del progetto. Perché rispecchia nettamente la mia anima, ho voluto farla arrangiare e poi inserirla nel progetto: "In fondo all'anima".


Dallo scritto del Santo alla canzone che ne è scaturita: Desideri infiniti

Dilata il cuore mio, amore infinito.
Dimora dentro me, amore mio.
Dall’anima mia, spazza via,
tutto quello che non è Te.



Opera, guidami, agisci in me
Amarti, conoscerti è Vita-Vera
Abbandonarmi in Te, per esserTi
Riavermi in Te, Amore infinito.


Più Ti amo, e più son nulla d’amore,
Vera Sapienza è amarti
Chi non ti gode qui, non potrà di là…
Pienezza di Vita, amore-amore, mio.



Nell’Uno e Trino Amore,
agape…misericordia,
viene e va, dentro e fuori,
pericoresi… kenosi infinita…
Croce, dono di sé eterno Amore.

Se ci stai dentro sai e non da fuori
Entra e capirai, chi è l’AMORE.
Se ci stai dentro sai e non da fuori
Entra e capirai, vedrai l’AMORE.



Non dire mai, che tu non puoi,
è misericordia pura che innalza già,
dal fango della storia, per vette da vertigini…
per cuori impavidi, senza barriere…



Ci attira già, nel noi divino,

ci fonde già, nell’Uno e Trino,
infinito, indicibile, perdersi
è ritrovarsi in Dio.


Dilata il cuore mio all’ infinito
incatenato a me, amore mio
nell’anima mia Tu prigioniero

profondità d’amore in cui mi perdo



Nell’Uno e Trino Amore,
agape…misericordia,
viene e va, dentro e fuori,
pericoresi… kenosi infinita…Croce,
dono di sé eterno Amore.


Se ci stai dentro sai e non da fuori
Entra e capirai, chi è l’AMORE.
Se ci stai dentro sai e non da fuori
Entra e capirai, vedrai l’AMORE.




Certamente qualcuno mi dirà che c'è una forte personalizzazione. Credo che sia inevitabile. Gli scritti mi danno un input, poi l'estro, il talento, decide cosa deve venir fuori. Ho cercato di incanalare i passaggi decisivi, le profondità spirituali che mi erano più consone ed venuta fuori una struttura circolare, che avanza e poi arretra (con le tonalità) per arrivare sempre al centro del messaggio ritornello. Le strofe si dividono in due parti. La prima parte con un giro armonico do7+ la- si-7, e la seconda parte della strofa che sembrerebbe un ritornello ma non lo è, tra sol e re. Con la seconda strofa la melodia aumento di un tono. Poi si aggancia il reale ritornello che è al centro della canzone proprio per significare che Dio ci abita, ci sta dentro. La canzone, poi, musicalmente si ripete come dall'inizio... e il cerchio si richiude con un sassofono struggente.


Primo step. Chi era San Vincenzo Pallotti?
Da Santi e beati: http://www.santiebeati.it/dettaglio/31050


Va bene, è un buon prete. Ottima preparazione, confessore al Seminario Romano e al Collegio Urbano di Propaganda Fide, attivo in molte opere di carità. Ma perché fondare una “società per l’apostolato cattolico”, come se per questo non ci fossero già le strutture della Chiesa? E, per di più con laici, uomini e donne? Vincenzo Pallotti, romano, nato nel 1795 e prete dal 1818, va incontro a diffidenze e ostacoli nel mondo ecclesiastico perché come pochi altri (don Nicola Mazza a Verona, per esempio) capisce ciò che il tempo esige dai cattolici.
Dopo il tornado della Rivoluzione francese e di Napoleone, vescovi, preti, religiosi, studiosi, si spendono generosamente in difesa della fede. E lui vede e apprezza. Ma dice che non basta, non basta più: il problema vero non è proteggere il recinto dei credenti. No, ora bisogna conquistare altri credenti ancora, dappertutto, abbattendo i recinti. E aggiunge: questo è compito di tutti, perché ogni singolo cristiano ha il dovere di custodire la fede e di diffonderla dove non c’è ancora o non c’è più. Questo è un programma di attacco. Vincenzo rispetta il mandato apostolico peculiare del Papa, dei vescovi, del clero; ma parla poi di “apostolato cattolico” come dovere e competenza di ogni credente, perché "a ciascuno ha comandato Iddio di procurare la salute eterna del suo prossimo". Su questa base sorge nel 1835 l’Opera dell’Apostolato Cattolico, associazione di laici che avrà come “parte interna e motrice” una comunità di sacerdoti, seguita dalla congregazione delle suore dell’Apostolato Cattolico (chiamati comunemente Pallottini e Pallottine). Scopo: far conoscere Cristo con la parola, l’insegnamento, le opere di carità spirituale e materiale.
Gregorio XVI approva l’Opera e a Roma tutti hanno grande stima per don Vincenzo. Ma la sua società d’apostolato, dopo un buon inizio, passa da un ostacolo all’altro, e vede sempre rinviata l’approvazione delle sue regole (fino al 1904). Vincenzo muore con la fama di sant’uomo che ha fatto uno sbaglio. Quello sbaglio che però andrà avanti, trovando i Pallottini sempre vivi e operosi alla fine del XX secolo. Quello sbaglio che ha portato aria nuova nella Chiesa, ma che rallenterà la causa della sua canonizzazione, sempre con malintesi e miopie intorno all’iniziativa. Ci vorrà papa Pio XI a spazzare riserve e diffidenza, proclamando Vincenzo "operaio vero delle missioni", "provvido e prezioso antesignano e collaboratore dell’Azione Cattolica". Giovanni XXIII lo proclamerà santo nel 1963. Due anni dopo, il decreto “Apostolicam actuositatem” del Vaticano II dirà solennemente: "I laici derivano il dovere e il diritto all’apostolato dalla loro stessa unione con Cristo Capo". Le parole di Vincenzo Pallotti risuoneranno così, dopo 130 anni, nella Chiesa universale con la voce di Paolo VI e dei vescovi di tutto il mondo.

Proprio così i Santi sono sempre antesignani, forieri di novità, e vengono spesso riconosciuti dopo tempo. Come capitò a Padre Pio, di ricevere anche tanti dolori dalla stessa Santa Madre Chiesa, ma poi inesorabilmente innalzati sugli altari. Credo che se la Chiesa ascoltasse più attentamente lo Spirito Santo ed escogitasse un metodo per capire più in fretta chi sono i Santi, ne ricaverebbe in bellezza e in santità...


Secondo step: La poesia "Desideri infiniti"
di San Vincenzo Pallotti

Più la rileggo e più mi piace. E' la descrizione di un'immersione nell'Amore infinito e Misericordioso di Dio-Amore. I grandi Santi arrivano a queste altezze. Il sentirsi "nulla" nell'immenso Amore, è una nota comune a tutti loro. Dio scava nei cuori dei Santi, e toglie ogni impurità, ogni attaccamento ogni lordura conseguenza del peccato. A questo dovremmo puntare tutti, ma pochi aprono il cuore alle beatitudini eterne. Si è piuttosto presi dai propri talenti, dai propri desideri, dalle proprie mete e magari non ci si chiede se esse coincidano con quelle di Dio. Meditare questa pagina per me è fare un esame di coscienza. Dove sono? Mi chiedo. So fare spazio a questa possibilità? So spazzare la mia esistenza e la mia anima da ogni orpello nefasto?
San Giovanni della Croce per illustrare l'ascesa al Monte della Perfezione, oltre che nella Salita del Monte Carmelo scrive:

« Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei. »

Ma la purificazione è opera divina: "Mio Dio più ti amo, più mi sento nulla e, per tuo volere, più mi sento tutto in Te". Nella canzone questa relazione cerco di renderla con tre parole chiave: Agape, Kenosi, Pericoresi. Sembrano difficili, ma capendole fanno capire l'Amore intra-trinitario, e l'amore tra noi e tra ognuno di noi e Dio. Credo che nel capirle e poi saperle vivere, vi è tutto il cristianesimo. Agape: l'more che da senza pretendere; Kenosi: offrirsi totalmente senza tenersi nulla per se; Pericoresi: Le persone trinitarie si amano totalmente e si donano totalmente come in una danza ritmica che scandisce il dare e il ricevere. Così dice Gesù: ”Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17, 21). Siamo chiamati a danzare in Dio al ritmo dell'Amore. Occorre solo un "cuore puro" e "Buona volontà". Ognuno con la sua misura entrerà e saprà cosa è, e chi è l'Amore: Se ci stai dentro sai e non da fuori, entra e capirai, chi è l’AMORE. Se ci stai dentro sai e non da fuori, entra e capirai, vedrai l’AMORE.

Terzo step: ascoltiamo la canzone solo con chitarra

Quarto step: entriamo nel testo
Prima strofa

Dilata il cuore mio, amore infinito.
Dimora dentro me, amore mio.
Dall’anima mia, spazza via,
tutto quello che non è Te.




Opera, guidami, agisci in me
Amarti, conoscerti è Vita-Vera
Abbandonarmi in Te, per esserTi
Riavermi in Te, Amore infinito.


Il desiderio infinito di essere abitati dall’infinito Amore, è solo dei Santi? E noi comuni fedeli non potremmo aspirare a tanto? E’ ovvio che sì, Dio è per tutti, anzi, Egli “sarà tutto in tutti” (1 Cor 15, 28) dice San Paolo. E se di qua non ci riusciremo ad aprirci, certamente il Purgatorio servirà ad allargare l’anima all’infinito. Conviene secondo me, sforzarsi già di qua ad allargare il cuore e l’anima.

Seconda strofa



Più Ti amo, e più son nulla d’amore,
Vera Sapienza è amarti
Chi non ti gode qui, non potrà di là…
Pienezza di Vita, amore-amore, mio.




Nell’Uno e Trino Amore,
agape…misericordia,
viene e va, dentro e fuori,
pericoresi… kenosi infinita…
Croce, dono di sé eterno Amore.


Davvero l’amore allarga il cuore in automatico. Provare per credere e credere per provare. E in cosa consiste tutta la Sapienza? Nell’amare il Signore. E chi lo ama? “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui” Gv 14, 21. Chi non lo ama qui certamente non lo farà di là… Dunque occhio al tempo che scorre e allo spazio che si restringe. Non ci rimane che l’oggi per amare Dio. E ci si ritrova nel seno del Padre…nel circolo d’Amore dei TRE.


Centro della canzone: Ritornello

Se ci stai dentro sai e non da fuori
Entra e capirai, chi è l’AMORE.
Se ci stai dentro sai e non da fuori
Entra e capirai, vedrai l’AMORE.


Quando scrivevo questo ritornello avevo in mente quanto Chiara Lubich descrive della sua esperienza mistica del 16 Luglio 1949 a Fiera di Primiero, davanti al tabernacolo della Chiesetta dei frati francescani. La Ascoltiamo.
Il Patto del luglio 1949 from CChL on Vimeo.



Terza strofa

Non dire mai, che tu non puoi,
misericordia pura che innalza già,
dal fango della storia, per vette da vertigini…
per cuori impavidi, senza barriere…



Ci attira già, nel noi divino,

ci fonde già, nell’Uno e Trino,
infinito, indicibile, perdersi
è ritrovarsi in Dio.

Quante volte ci tiriamo indietro perché non ci sentiamo all’altezza della situazione, come se tutto dipendesse da noi. Invece dovremmo fidarci solo del Signore e lasciare che Lui agisca in Noi e ci porti dove la Sua Magnanimità vuole portarci.

Quarta strofa

Dilata il cuore mio all’ infinito
incatenato a me, amore mio
nell’anima mia Tu prigioniero

profondità d’amore in cui mi perdo



Nell’Uno e Trino Amore,
agape…misericordia,
viene e va, dentro e fuori,
pericoresi… kenosi infinita…Croce,
dono di sé eterno Amore.

E’ Lui nostro prigioniero? L’infinito che si fa piccolo è un mistero d’amore infinito, non lo comprenderemo mai abbastanza. Si è fatto piccolo nell’Incarnazione e si fa piccolo nelle continue visite alle nostre anime. Miracolo d’Amore Eterno e perciò infinito.


Centro della canzone: Ritornello

Se ci stai dentro sai e non da fuori
Entra e capirai, chi è l’AMORE.
Se ci stai dentro sai e non da fuori
Entra e capirai, vedrai l’AMORE.

Di nuovo il centro della canzone per chiudere il cerchio e per poi aprirlo all’infinito amore di Dio. I Desideri così si allargano all’infinito. Guai a noi a non avere grandi sogni, grandi desideri, soprattutto il desiderio di ritornare in seno al Padre, da dove siamo usciti per amore e solo per amore e per amore vi faremo ritorno. Vi voglio far ascoltare una testimonianza di un sacerdote che trivellato dai colpi miracolosamente rinsavito, racconta di essere stato nel seno del Padre… era in una trasmissione di Porta a Porta… di qualche anno fa…

"Siamo gocce di luce..."

La canzone si chiude con il sassofono a far da apripista alla meditazione sui desideri infiniti…sull’Amore infinito di Dio…

Alla prossima canzone per "Dare e Cantare Dio" ...