lunedì 30 maggio 2016

Perchè io lo so

Questa canzone l'ho scritta tra il 2003 e il 2004. Esiste in tre versioni tutte pubblicate: quella del 2005 nel Cd "Attimi di Cielo"; quella del 2011 nel Cd "Vegliando le stelle"; quella del 2015 nel Cd "In fondo all'anima".

Su youtube esiste ancora la prima versione con un video creato da una nonnina, Graziella Ranieri, che vive tra Italia e Germania. Questo primo arrangiamento è di Franco Cleopatra, grande musicista di Pomigliano d'Arco (NA).


Questa canzone è uno sfogo dell'anima, quando arranca e non riesce a prendere il volo. Sa dov'è la meta ma sente tutto il peso della materia con le complicanze delle tentazioni con gli annessi e connessi. Voler volare ma poi constatare che le ali sono di cera, è terribile. Ma nonostante tutto si tenta di dare un volto al dolore, all'Amore che non è amato. Una luce, dalle ceneri, sorge a darti speranza è sempre Lui, che fa capolino quando meno te lo aspetti e ti reindirizza.

Ricordo la sensazione e le emozioni che me la ispirarono. Avevo l'essere in subbuglio, non mi sentivo capito, amato, voluto bene, e vivevo una sorte di isolamento esistenziale, nonostante stessi in comunità con altri sacerdoti coi quali si va d'accordo, ma a volte diventa una vera e propria passione il rimanere. Ero poi a Roma per gli studi e quando gli esami incombevano, le tensioni aumentavano paurosamente e controllarle era un'impresa. Quando il selfcontrol parte per me si profilano due strade: scappare o scassare. Quando me ne viene bene, scappo e mi rifugio davanti a Gesù Eucaristia, o ad un bel panorama, o prendo la chitarra e canto fino allo stemperamento della tensione. Ma nel caso in cui non riesco a scappare, sono dolori. Rompo dapprima in me l'armonia, la pace, l'anima e poi la rompo a chi mi sta attorno: è terribile.

Poi ti trovi a fare meditazione dall'Ufficio delle letture e vi leggi:

"Dio è dappertutto; egli è immenso e dovunque presente, secondo quanto egli ha detto di se stesso: Io sono un Dio vicino e non un Dio lontano (cfr. Ger 23, 23). Non cerchiamo dunque Dio come se stesse lontano da noi, perché lo possiamo avere dentro di noi. Egli dimora in noi come l'anima nel corpo, purché siamo suoi membri sani, siamo morti al peccato e immuni dalla corruzione di una volontà perversa. Allora abita veramente in noi, perché lo ha detto egli stesso: abiterò in essi e camminerò fra loro (cfr. Lv 26, 12). Se noi siamo degni che egli abiti in noi, allora siamo vivificati da lui nella verità, come sue membra vive. «In lui, come dice l'Apostolo, viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17, 28). (Dalle «Istruzioni» di san Colombano, abate -Istr. 1 sulla fede, 3-5; Opera, Dublino, 1957, pp. 62-66), L'immensa profondità di Dio).

 Se sei immerso in Dio, quando l'anima non sente più la pace, ma un'enorme divisione interiore, Dio dov'è?


Ancora San Colombano: "... nella santità di una buona vita; non nel parlare, ma nella fede che sgorga dalla semplicità del cuore".

Occorre fare allora come la Madonna, quando smarrì Gesù e lo andò a cercare nel tempio. Anche noi dobbiamo ricomporre quanto rotto, raccogliere i frammenti e andare a saldarli con una bella confessione e una Eucaristia riparatrice. Mamma mia quante volte ho riparato e quante ancora ne dovrò celebrare per la mia salute spirituale...

Poi all'improvviso mi ritrovo con questa bella frase di San Gregorio Magno: "L'anima afflitta si fa tanto più vicina a Dio quanto più si fa estranea alla stima e al favore umano; si dà subito alla preghiera, e, sotto la pressione esteriore, diventa più pura e più limpida, per penetrare più facilmente nel mondo interiore".

Questa canzone, "perchè io lo so" è nata proprio dall'alchimia del dolore che è diventato preghiera e poi canzone...

Ascoltiamola nella versione del 2011 solo con chitarre arrangiate (ossia organizzate) da Niki Saggiomo...



Ora cerchiamo di spiegare il testo...

Prima strofa

Io lo so che questo è amore:
se non vivo più per me.
Spengo il cuore ai desideri,
per far posto solo a Te.

 Guardando alla Croce, ci si rende conto chi è l'Amore e in cosa consiste: è dono totale di sé. Lo capisci pure con la testa, ma nella realtà si fa fatica a diventare dono "totale di sè" se non si fanno dei passi indispensabili. Uno di questi, consiglia Sant'Agostino, è spegnere tutti i desideri cattivi, da cui partono tutti i pensieri cattivi, tutte le voglie cattive, e da lì poi partono tutti i gesti cattivi e dunque i peccati. Cosa fare allora? Bisogna fare esercizio di spegnimento, appena sorgono i "desideri cattivi", spegnerli, per amore di Gesù, per Amore del Padre e dello Spirito Santo; spegnerli nell'Amore e per l'Amore ai Tre: Dio uno nell'Amore. In questo modo ci si svuota del sé nefasto... Così si legge in due bellissime pagine del libro di Jean Lafrance, Dimorare in Dio:


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Seconda strofa

Io lo so che quest’amore,
chiede che sia tutto in Te.
E’ un morire per amore,
in ogni istante, qui, per Te.

Diciamocelo quant'è, il Paradiso è davvero un grande dono e il ritorno a casa, costa. E' costato a Gesù l'annichilimento: da Dio, che era, solo spirito, si è umanato, "non ha considerato con gelosia la sua uguaglianza con Dio ma spogliò se stesso assumendo la condizione umana" (cfr Fil 2, 7) e poi ha dato la sua stessa vita e il Suo Spirito... Ha dato tutto di sè: ecco l'Amore svelato. E se Gesù ha dato tutto, dandoci un esempio, anche noi dobbiamo dare tutto per Dio. Se non arriviamo alla sua misura, non siamo ancora cristani. "Essere totalmente in Dio" è una meta da raggiungere col "morire per amore in ogni istante..." alla propria volontà per fare solo quella di Dio. Proprio come ha fatto e insegnato Gesù. Infatti, nel fare ciò, ora è il Re dei Re. Anche noi per dono parteciperemo alla Sua Gloria nella "misura del Dono di Cristo" ricevuto e nella misura in cui noi aderiamo e portiamo frutti innestati in Lui "come tralci alla vite".


Special che precede il Ritornello

E’ stringerti di più tra il cuore e l’anima.
Nuda croce che è un”perché” senza risposta.
Ed è stringerti di più tra il cuore e l’essere,
mentre brucio per amore tutto il “sé”.


L'anima che trova l'amore, se ne innamora sempre più e non può fare  ameno di cercarlo e di innamorarsene sempre più. Benedetti mistici che ci insegnano questo amore, con la loro vita, con la loro testimonianza. Così scrive Chiara Lubich:





Dal diario di Chiara Lubich

del 15 novembre 1968

"Da quando si è approfondita la conoscenza del Cuore di Gesù che, vivo, batte in Cielo per noi, con la grazia di Dio si fanno nuove esperienze spirituali. Alla visita, in chiesa, ad esempio, davanti a Lui, quando gli si dice: ti amo, la parola contiene veramente la realtà; non solo la realtà della volontà, ma quella dell’affetto, quell’affetto infocato che è umano ed è divino. Grazie a Dio, in verità, questo si può provare. Che il Cuore di Gesù, fornace ardente di carità, mantenga il nostro cuore al calore del suo ed esso sia lo scrigno che contiene questo unico prezioso nettare: l’amore. Sì, l’amore, quello di chi è da Dio innamorato di Dio. Proprio così. Allora la vita qui in terra è piena, non manca più nulla.
«Cuore per cuore». Così, sinché la fiamma è accesa. Poi, nella desolazione e nell’aridità, ancora cuore desolato per il Cuore abbandonato di Gesù. Ma sempre «Cuore per cuore». Adesso si comprende meglio – e si ripete come cosa nostra –: «Sacro Cuore di Gesù fa’ ch’io ti ami sempre più»".

E' stringerti allora, sempre di più... o meglio ... dando spazio a Lui, Lui ci stringe a sé.


Ritornello

Perché io, lo so e più non so.
Io lo so e più non so, quanto ti amo.
Vorrei dirtelo così:
senza parole, senza parole, senza parole, solo per amore,
senza parole, senza parole, senza parole, solo per amore.


 Per me è così. Più vado avanti e pur sembrandomi che mi stia innamorando sempre più, scopro altre falle, altri "perché" a cui non so dare risposta, ma che devo amare anche se mi addolora prendere coscienza della "distanza" che il peccato ha scavato o scava ancora e che Lui mi rivela, volta per volta. Ma quando mi abbadono alla sua volontà allora rimango senza parole per il gaudio che provo, per la luce che mi rischiara, per l'altro passettino fatto verso l'Eterno e allora il "Ti amo", magari non si dice, ma il cuore lo esprime, la Vita lo dice. 

Così Papa Francesco: "La fede è fare spazio a questo amore di Dio, è fare spazio alla potenza, al potere di Dio ma non al potere di uno che è molto potente, al potere di uno che mi ama, che è innamorato di me e che vuole la gioia con me. Questa è la fede. Questo è credere: è fare spazio al Signore perché venga e mi cambi" (Omelia a Santa Marta 16/03/2015)

Più si fa spazio e più Dio ci plasma, facendoci diventare, quello che Lui ha già pensato che noi siamo. Insomma ci realizziamo totalmente se ci mettiamo totalmente nelle mani di Dio. E solo allora, una volta realizzati, cantiamo il "Ti amo" di risposta a tanto amore che lo stesso Spirito Amore, riversa nei nostri cuori facendoci dire: "Abbà Padre". E' il Verbo che conclude la sua discesa e la sua scesa. Noi diventiamo il Grazie alla Parola detta nell'Eternità quando la nostra anima è stata creata anch'essa Parola del Verbo, e che ritornando a casa non può non dire che se stessa, ossia "Abbà Padre, Grazie".


Terza strofa

Io lo so, ma più non so…
E vorrei esserti vivo.
Quante volte è più dolore,
non sentirti vivo, qui.


Quando si esperimenta la Presenza di Dio, la sua assenza diventa dolore. Capisci un pò cosa patiscono le anime del Purgatorio.

Dai Quaderni di Maria Valtorta. 17 ottobre ’43: Il Purgatorio in cosa consiste...

Dice Gesù:
«Ti voglio spiegare cosa è e in cosa consiste il Purgatorio. E te lo spiego Io con forma che urterà tanti che si credono depositari della conoscenza dell’al di là e non lo sono.
Le anime immerse in quelle fiamme non soffrono che per l’amore.
Non immeritevoli di possedere la Luce, ma neppure degne di entrarvi subito nel Regno di Luce, esse, al loro presentarsi a Dio, vengono investite dalla Luce. È una breve, anticipata beatitudine, che le fa certe della loro salvezza e le fa cognite di cosa sarà la loro eternità ed esperte di ciò che commisero verso la loro anima, defraudandola di anni di beata possessione di Dio. Immerse poi nel luogo di purgazione, sono investite dalle fiamme espiatrici.
In questo, coloro che parlano del Purgatorio dicono giusto. Ma dove non sono nel giusto è nel volere applicare nomi diversi a quelle fiamme.
Esse sono incendio d’Amore. Esse purificano accendendo le anime d’amore. Esse danno l’Amore perché, quando l’anima ha raggiunto in esse quell’amore che non raggiunse in terra, ne viene liberata e si congiunge all’Amore in Cielo.
Ti pare dottrina diversa dalla cognita, vero? Ma rifletti.
Cosa vuole il Dio Uno e Trino per le anime da Lui create? Il Bene.
Chi vuole il Bene per una creatura, che sentimenti ha per la creatura? Sentimenti d’amore.
Quale è il comandamento primo e secondo, i due più importanti, quelli che Io ho detto non esservene più grandi ed essere in quelli la chiave per raggiungere la vita eterna? È il comandamento d’amore: “Ama Dio con tutte le tue forze, ama il prossimo come te stesso”.
Per bocca mia e dei profeti e dei santi, cosa vi ho detto infinite volte? Che la Carità è la più grande delle assoluzioni. La Carità consuma le colpe e le debolezze dell’uomo, perché chi ama vive in Dio, e vivendo in Dio poco pecca, e se pecca subito si pente, e per chi si pente vi è il perdono dell’Altissimo.
A cosa mancarono le anime? All’Amore. Se avessero molto amato, avrebbero commesso pochi e lievi peccati, connessi alla debolezza e imperfezione vostra. Ma non avrebbero mai raggiunto la pertinacia cosciente nella colpa anche veniale. Si sarebbero studiate di non addolorare il loro Amore, e l’Amore, vedendo la loro buona volontà, le avrebbe assolte anche delle venialità commesse.
Come si ripara, anche sulla terra, una colpa? Espiandola e, se appena si può attraverso il mezzo con cui si è commessa. Chi ha danneggiato, restituendo quanto ha levato con prepotenza. Chi ha calunniato, ritrattando la calunnia, e così via.
Ora, se questo vuole la povera giustizia umana, non lo vorrà la Giustizia santa di Dio? E quale mezzo userà Dio per ottenere riparazione? Se stesso, ossia l’Amore, ed esigendo amore. Questo Dio che avete offeso, e che vi ama paternamente, e che vuole congiungersi con le sue creature, vi porta ad ottenere questo congiungimento attraverso a Se stesso.
Tutto si impernia sull’Amore, Maria, fuorché per i “morti” veri: i dannati. Per essi “morti” è morto anche l’Amore.»

Beato chi ama già da quaggiù e si prefigge di meglio amare Dio e il prossimo e con l'aiuto di Dio cerca di riuscirvici sempre meglio e sempre di più.

Quarta strofa

Io lo so che quest’amore,
chiede tutto dalla vita,
chiede il vuoto più totale,
che fa male, perché è amore.



Ebbene sì l'amore esige il dono totale di sé fino a spodestare l'io egoista, cercando di estirparlo fin nella radice. Ricordo quando ad una scuola di psicopedagogia nei colloqui veniva fuori sempre Dio. Allora lo psicologo, mi disse con forza, lei ora Dio non lo deve pensare, deve pensare solo al suo io. Ma purtroppo pur sforzandomi non ci riuscivo a distinguere nettamente il mio io senza Dio. Se per certi versi quella scuola mi servì per mettere a fuoco tanti punti della mia personalità, mi è servita soprattutto per capire il ruolo che Dio ha avuto nella mia vita...

Nella canzone parlo di "vuoto più totale" e  lo esige l'amore, che è tale se fa posto all'Altro. Come Dio Padre fa posto al Verbo e viceversa e, in questo loro essere l'uno nell'altro, sono l'Amore: lo Spirito Santo. Dio Amore, che ha come legge il dono totale di sé e, chi non ama con questa misura non può entrarvici. Ecco che la breve vita diventa il luogo della prova dell'amore, e beato chi la supera. Se non si mette a fuoco la meta difficilmente si fatica per raggiungerla. Allora a tutti vorrei dire: risvegliamo il desiderio del Cielo, perché è lì la nostra Patria. E cerchiamo di abbeverarci a tutte le fonti che ne parlano, altrimenti ci si appiattisce in questa valle di lacrime facendo diventare tante cose idoli muti e falsi che con l'aiuto del "fetente" finiscono per rovinarci e farci cadere nell'abisso.

Dopo la quarta strofa c'è di nuovo lo special e il ritornello... 

Ascoltiamo la canzone nella versione del 2015 col nuovo video.





Alla prossima "canzone per dare e cantare Dio"...