lunedì 12 agosto 2019

Mamma Maria

Mamma Maria è in napoletano. L’ho ricavata da un testamento. Sembra strano ma è così. Andammo al capezzale di un nostro amico che era stato professore di latino e greco. Faceva parte dell’Associazione dei cantautori “il mio Dio canta giovane” anche se non era musicista. Il prof. Catello Coppola, era avanti negli anni e veniva a tutti gli incontri. Quando si ammalò chiese di vederci ed io ed altri amici andammo a trovarlo. In un clima sovrannaturale gli impartimmo l’Unzione degli Infermi e la Santa Comunione. La sorella che lo accudiva ci disse che aveva scritto una poesia in napoletano alla Mamma Celeste e voleva che ne ricavassimo una canzone. Mi presi io il compito e nacque Mamma Maria. A noi sembrava che ci desse una consegna: il suo testamento spirituale, racchiuso tutto in quella pagina in vernacolo.
La poesia del prof. Catello, racchiudeva tutti i punti della Sacra Scrittura dove si parlava di Maria. Era una sorte di “via Mariae”. Una via che anche noi siamo chiamati a percorrere. 



Mamma Maria! Te parlava Gabriele
e diceva parole d’ammore.
Dicisti “sì” e Dio pigliaje vita in te.
Mamma Maria! N’copp ‘o piett o bambino,
forte ‘o strignive a te.
E tutto o cielo cantava: “Sia gloria o re dei re”.

Criature nuje
facimme a via sicura.     
Pa mana c porta, mamma Maria.
Jamm senza paura,
pecché a mamma è mamma
e nun c’abbandona mai,
e nun c’abbandona mai.

Mamma Maria! Quanne sentiste o prufeta
che na spada t’aveva trapassà
tremmaste, sì, ma nun te mancaje o curaggio e suffrì.

Mamma Maria! Quanta gioie e duluri
pe Gesù perduto e arritruvato.
Pure o core nuosto s’appacia quando o ritrova.

Rit. Criature nuje
facimme a via sicura.
Pa mana ce porta, mamma Maria.
Jammo senza paura,
pecché a mamma è mamma
e nun nge abbandona mai,
e nun nge abbandona mai.   

Mamma Maria! E piere e sta croce,
ncroce ce staje tu pure.
“Donna chiste è tuo figio” e si mamma e
l’umanità.

Mamma Maria! Gloria! Alleluia!
Criste è risorto e mò vive pe sempe.
Nuje pure, insieme a isse, putimme risorgere.

Criature nuje
facimme a via sicura.
Pa mana ce porta, mamma Maria.
Jammo senza paura,
pecché a mamma è mamma
e nun c’abbandona mai,
e nun nge abbandona mai.

Maria dice sì e Dio si incarna; Maria va in fretta da Elisabetta e viene chiamata Madre di Dio; Gesù nasce a Bethlemme; Maria presenta Gesù al tempio; Maria smarrisce Gesù; Maria sotto la croce; Maria Madre del Risorto; Maria nel Cenacolo a Pentecoste ...
Una via che anche noi siamo chiamati a percorrere perché anche noi facciamo nascere Gesù in noi; col Battesimo veniamo presentati a Dio; col peccato lo smarriamo e con una bella confessione lo ritroviamo; quando arrivano i dolori stiamo sotto la croce se come Maria assistiamo un crocifisso e se siamo noi a soffrire siamo proprio noi Gesù. Ma niente ci deve turbare perché Gesù ha vinto la morte e anche noi risorgeremo.

Una cammino tracciato da Maria dobbiamo solo impegnarci a mettere i nostri piedi nelle sue sante orme.

Così scrive Chiara Lubich in una meditazione dove parla anche lei della Via Mariae: 

"Maria è il tipo e la forma della chiesa, ed è perciò evidente che, in tale sublime creatura, possono trovare il proprio modello tutti i cristiani. Così è stato anche di noi. (“) I diversi momenti della sua vita, presentati dal Vangelo, pur essendo straordinari, ci sono apparsi come tappe successive a cui l’anima nostra poteva guardare, nelle diverse età della vita dello spirito, per averne luce e sprone. E l’illuminazione è stata così forte che abbiamo chiamato la nostra strada: Via Mariae, la Via di Maria. 

Eccone alcune tappe, in estrema sintesi e quasi a titoli. Un primo avvenimento della vita di Maria è l’Annunciazione, quando il Verbo si incarna nel suo grembo. Se noi cerchiamo di capire la vita di alcuni santi, vediamo che qualcosa di analogo è avvenuto anche in loro. Quando si va nella chiesa di San Damiano, in Assisi, dove Chiara è vissuta, a volte la guida, illustrando quel luogo sacro, dice: “Qui Cristo si incarnò nel cuore di Chiara”. Benché Chiara d’Assisi vivesse anche prima una fervente vita cristiana, l’incontro con san Francesco, che era la personificazione della parola “povertà” ridetta, attraverso un carisma dello Spirito, al mondo, provocò in lei qualcosa di nuovo: fece sviluppare e crescere Cristo nella sua anima, fino a farla una delle più grandi sante della Chiesa cattolica. Così, quando qualcuno s’imbatte nel carisma dell’unità e acconsente a farlo suo, avviene pure in lui qualcosa di simile a quanto è successo in Maria e in certi santi: Cristo, nel suo cuore, può veramente crescere spiritualmente, come per una attualizzazione del battesimo. 

Il secondo episodio della vita di Maria è la sua visita a Elisabetta per aiutarla. Ma, appena arrivata sul posto, avendo trovato nella parente un’anima aperta ai misteri di Dio, ha sentito di poterle comunicare il suo grande segreto, e lo ha fatto col Magnificat, narrando, in questo modo, a Elisabetta la sua straordinaria esperienza. Tutti coloro che conoscono il movimento e scelgono Dio come l’ideale della propria vita, avvertono che, per tradurre in pratica questa scelta, debbono incominciare ad amare. Ed amano. Ma l’amore è luce. Ed essi comprendono qualcosa dell’azione di Dio presente in loro, colgono, per la prima volta, il filo d’oro del suo amore nella loro vita. E raccontano volentieri ai fratelli quanto hanno capito. È la loro esperienza. Il terzo avvenimento della vita di Maria è la nascita di Gesù. Nel movimento si ama e si è amati perché tutti vogliono amare. Ma questo vicendevole amore frutta la presenza di Gesù tra gli uomini, ed è – come ho già accennato – un “generare Cristo” a imitazione di Maria. 

Maria presenta il Figlio al Tempio e incontra il vecchio Simeone. È un momento di gioia per lei, perché quell’uomo giusto e pio conferma che il bambino è Figlio di Dio. Ma è pure un dolore perché Simeone le dice: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Anche chi vuol vivere la spiritualità del movimento passa un momento simile. È quando viene a sapere che, per poter camminare per questa strada, è necessario un “sì” alla croce. È l’annuncio del mistero di Gesù crocifisso e abbandonato come essenziale alla vita d’unità. Dopo le parole a lei rivolte da Simeone, Maria sperimenta ben presto il patire, nella fuga in Egitto, subendo così quella persecuzione che si macchiò del sangue di tanti innocenti. Proporzioni fatte, è ciò che succede a quanti seguono la Via Mariae. L’ideale che essi vivono e presentano al mondo è in antitesi con esso. Non c’è da meravigliarsi allora che, quando cominciano a diffonderlo, venga attaccato dalle prime critiche. Occorre in quei momenti reagire, amando in queste croci Gesù crocifisso e abbandonato, il perseguitato per eccellenza, sicché il Risorto continui a splendere nel proprio cuore. 

Gesù, a 12 anni, si ferma a Gerusalemme e parla ai dottori nel Tempio. Maria, ritrovatolo, gli dice: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”. E Gesù risponde: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”."



 Sempre Chiara rispondendo au giornalista risponde:

Giornalista: "Per lei personalmente, Chiara, chi è Maria?"

Chiara: Per me personalmente, Maria è tantissimo, nel senso... a parte che Maria è quella che è anche senza che io dica qualche cosa di lei, comunque... Intanto è la capo della mia Opera. E' lei la fondatrice, è lei la regina, è lei la madre ed è lei la capo di quest'Opera. E tutti gli altri siamo persone che cercano di fare un po' le sue parti presso tutte le persone che aderiscono al Movimento.

In particolare poi, per me Maria è il mio "dover essere". Io sento che noi siamo un po' il "poter essere Maria", ma che dobbiamo guardare sempre a lei come il dover essere, diventare altre lei. 

Diventando altri Gesù, si diventa in qualche modo anche altre lei.

Questo un pochino il concentrato del mio amore per la Madonna, del mio rapporto.


Papa Francesco al n. 60 della Enciclica Lumen Fidei fa questa bellissima preghiera:

Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa.
Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede.
Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare.
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!

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