mercoledì 14 agosto 2019

Bella più Bella

L’ho scritta tanti anni fa se non ricordo male, intorno al 2002. La canzone piacque a Niki il mio arrangiatore e volle inserirla nel suo unico CD che lui si è prodotto: Cento passi più del tempo.
In seguito nel 2014 decido di inserirla nel CD “In fondo all’anima” dopo aver concordato con Niki alcune modifiche.

Ascoltiamo la canzone.




Bella più bella. Il titolo. 

Così scriveva Tomislav Vlasic:

“Un mese fa la Madonna è apparsa alla piccola Jelena che le ha chiesto: « Madonna mia, perché sei così bella? ». E la risposta è stata: «Io sono bella perché amo. Se volete diventare belli, amate e non avrete tanto bisogno dello specchio ». Allora la Madonna parla al livello della bambina. 
Io dico: guardate, abbiamo tutti una chance per diventare belli nella nostra vita se c'è amore. E questa è la più grande chance o la più grande critica per tutti noi. Se la Madonna dice: «Voi non sapete ancora amare», questa deve essere per noi proprio la cosa che ci scuote. E tutti i problemi nel mondo e nella vita vengono perché non sappiamo amare, non perché non abbiamo tanti soldi quanti ne abbiamo bisogno o altre cose. I problemi vengono quando non si ama. L'amore è un'altra parola per la conversione. Nessuno può dire « io mi sono convertito ieri». La conversione è un processo e nessuno può dire «io ho amato ieri». Un bambino non si interessa di ieri, vuole essere amato oggi dalla madre. Così se la Madonna ci invita alla preghiera, al digiuno, all'amore, è una cosa molto importante.
(p Tomislav vlasic - 22 marzo 1985)

Prima strofa
Quante parole non ho
Per dirti quello che vorrei.
Quale mistero tu sei?
Chiaro negli occhi suoi,
velato in quelli miei... vorrei.

"Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?"(Mt 12,48)
“È molto difficile, a mio avviso, cogliere l'abisso di bellezza della Vergine Madre perché siamo, rispetto a lei, piccoli, come il bimbo nel seno della madre: non può ancora vedere il suo volto, solo più tardi lo vedrà e spesso, soltanto da adulto, scoprirà l'importanza di quella presenza nella sua vita. Maria è grande proprio nel suo scomparire, nel suo "non esserci" per amore, solo lo Spirito Santo può darci di comprendere qualcosa di lei e qual è la sua funzione nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa.

Più che parlare di Maria, bisognerebbe cantarla: i poeti le hanno dedicato dei versi, gli artisti hanno realizzato delle opere bellissime, come la Pietà di Michelangelo. Molti sono i modi di onorare la Madonna, basti pensare alle varie feste liturgiche a lei dedicate o ai numerosi santuari mariani, disseminati in tutto il mondo.

Maria è un mistero, che non potremo mai conoscere a fondo, non dico mistero nel senso di qualcosa che non si può capire: il mistero non è incomprensibile, è inesauribile, per quanto si faccia non si riuscirà mai a coglierlo appieno.”

Seconda strofa
Quante parole non ho
per darti quello che c’è in me.
Quale mistero d’amore tu sei?
Chiaro negli occhi suoi,
velato in quelli miei... vorrei e saprei...

“ Amare nell'attimo presente è vivere in comunione con Maria, che è la donna d'amore; fare la volontà di Dio è amare perché Dio è Amore e tutto il Vangelo è il Vangelo dell'Amore. Alla fine della vita saremo giudicati sull'amore; basti pensare alla pagina evangelica sul giudizio finale, quando gli eletti si sentiranno dire: "Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?" (Mt 25,34-37). Il brano evangelico si conclude con la grande risposta di Gesù: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40). Gesù non dice: "…è come se l'aveste fatto a me", ma "…l'avete fatto a me", ciò significa che qualunque cosa facciamo al nostro prossimo, al fratello, alla sorella, la facciamo a Gesù nel prossimo. Alla fine della vita saremo giudicati soltanto sull'amore. Qualunque persona incontriamo è Gesù, non ci resta che amare, amare ogni momento Dio e amare il prossimo, perché in lui c'è Gesù, e questo nell'attimo presente; né possiamo amare genericamente, ma una realtà per volta, una persona per volta, interamente; anche le mamme, quando hanno un parto gemellare, generano un figlio per volta. L'amore è sempre personale, e si esprime nel presente: se non amiamo nel presente, non amiamo.
Per accogliere in noi il mistero di Maria, per vivere in comunione con lei la sua stessa vita, lasciamola libera di situarsi al centro della nostra anima e di insegnarci ad amare, ad aprirci ogni momento alla Parola di Dio, meditandola nel nostro cuore, come faceva lei, e mettendola poi in pratica soprattutto amando i fratelli e le sorelle che incontriamo nell'attimo presente, facendo quello che dobbiamo fare nell'amore: tutto è amore e dono di Dio.”

(Fonte: http://www.suorebellamore.it/it/scritti-spirituali/parole-da-vivere/28-archivio-pl/144-febbraio-2013?tmpl=component&print=1&page= )


Ritornello
 ...dirti che sei bella, più bella, perché ami.
Saperti esistere per me è poter vivere.
Dirti che sei bella, più bella perché credi.
Il Cielo in te s’è fatto vita anche per me.
Ora so che se ci sei,
son bello anch’io, in te.

“Nel silenzio della chiesa, ancora una volta, si dischiude una luce di Cielo. È Chiara stessa a raccontarlo, nella lettera del 19 luglio 1949 indirizzata a Igino Giordani: «Allora guardai sopra di me, dove stava una bella statua della Mamma, e compresi come Ella fosse soltanto Parola di Dioe La vidi bella oltre ogni dire: tutta vestita della Parola di Dio che è la Bellezza del Padre, segreta custode dello Spirito in sé. E, appena l’amai, mi amò e mi mostrò con chiarezza di Cielo tutta la sua bellezza: Madre di Dio!».
Maria la “Tuttabella”, come da sempre è stata cantata. Se il Verbo è lo splendore del Padre, la sua bellezza, Maria, interamente rivestita della Parola di Dio, riflette lo stesso splendore, la stessa bellezza del Verbo. L’idea di Maria tutta Parola non è completamente nuova. Andrea di Creta (+ c. 740) scrive ad esempio di lei come di un «libro vivente in cui la parola spirituale è stata silenziosamente inscritta dalla viva penna dello Spirito». Un teologo medievale, Ruperto di Deutz, afferma che la Parola di Dio è raccolta in Maria, «nel cui grembo Dio ha convogliato tutto l’insieme delle Scritture, ogni sua parola».”

Terza strofa
Quante parole ora ho,
se la Parola vive in me.
Anch’io mistero d’amore sarò,
chiaro negli occhi tuoi,
chiaro negli occhi suoi. Saprei e vorrei...

Gustare il Paradiso ’49
«Sempre in Lei era la Parola. Così deve esser dell’Anima nostra: vivere sempre con la Parola: tutta concentrata e solo concentrata sulla Parola».

La grandezza di Maria è essere la Madre del Verbo, che è la Parola di Dio: ha accolto e vissuto la Parola. È la strada per quanti vogliono essere un’altra piccola Maria: vivere la Parola di Dio, essere unicamente Parola di Dio. Soltanto così potremo sedere anche noi nei cieli, abbracciati dalla Trinità.”

Ritornello 
dirti che sei bella, più bella, perché ami.
Saperti esistere per me è poter vivere.
Dirti che sei bella, più bella perché credi.
Il Cielo in te s’è fatto vita anche per me.
Ora so che se ci sei,
sono bello anch’io, in te, Maria.

“Vedendola tutta sostanziata di Parola, riflesso della bellezza del Figlio, il Padre se ne innamora e fa scendere su di lei la sua Parola eterna: Maria diventa la Madre del Verbo fatto carne e la sua bellezza raggiunge il più alto splendore. «Dio – scriverà Chiara più tardi, il 9 luglio 1950 –, non poteva scendere nel peccato e allora inventa Maria che, riassumendo in Sé tutta la bellezza del creato, “inganna” Dio e Lo attira sulla terra».
Agli occhi di Chiara Maria non è più la giovinetta di Nazareth, la più bella creatura del mondo, ma la Madre di Dio, fatta da Dio grande come Dio, tale da poterlo contenere; contenuta nella Trinità e contenente in sé la Trinità.
Ancora una volta le previsioni fatte prima di entrare in chiesa vengono smentite. Erano sicure, seguendo una logica umana, che dopo il Padre e il Figlio si sarebbe manifestato lo Spirito Santo. Lo Spirito, da gran signore, ha invece fatto posto a Maria, la sua sposa, «per chiuderla poi, con la sua manifestazione – scrive Chiara con audacia –, quarta nella Trinità». Con altrettanta audacia san Massimiliano Kolbe afferma che Maria «inserita nell’amore della Santissima Trinità, diviene fin dal primo istante dell’esistenza, per sempre, in eterno, il complementodella Santissima Trinità».
Quarta nellaTrinità, precisa Chiara, non quarta dellaTrinità. Non c’è una “quaternità” nella santissima Trinità. Da quando Gesù è salito al cielo con la sua umanità è tuttavia avvenuto qualcosa di nuovo nella Trinità: la sua carne, che è carne di Maria, si è ormai inserita nel mistero stesso della Trinità. Dopo di lui è poi salita, in anima e corpo, anche Maria: con lei la Trinità accoglie in sé la creazione intera, di cui Maria è come la sintesi e l’espressione. L’iconografia, fin dalle prime basiliche mariane, ha ritratto nelle absidi la Madre seduta accanto al Figlio, attorniata dalle altre due divine Persone e da tutti e tre incoronata Regina. È la vocazione finale – espressa plasticamente – di ogni cristiano, di cui Maria è segno e anticipazione, come ricorda la Lettera agli Efesini: Dio «ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù» (2, 6).”

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