venerdì 27 gennaio 2017

Mai più la notte

Mi fu commissionata (nel caso mi fosse venuta l'ispirazione) da don Virgilio Marone, sacerdote che fa parte del mio focolare, ossia della mia comunità sacerdotale di cui faccio parte da più di vent'anni. E' responsabile della pastorale scolastica della Diocesi di Nola e ogni anno per le scuole del territorio diocesano, crea degli eventi che coronano percorsi avviati all'inizio dell'anno: "Il festival dei diritti dei ragazzi" e "la giornata della Shoà". Due percorsi formativi attorno a cui lavorano Dirigenti scolastici, insegnanti, professionisti dei media, ma soprattutto i ragazzi delle scuole coinvolte. Per questo secondo evento del il 2008 composi "Mai più la notte".
Partii da due cose: il grido di Giovanni Paolo II contro le guerre, che mi era rimasto impresso e un concetto sempre di Giovanni Paolo II: la notte spirituale dell'umanità intera, che sembra non finire mai. Infatti, ci siamo ancora immersi dentro.
Propongo "Mai più la notte" per questa puntata perché da poco si è svolta la giornata della memoria, o della Shoà, ma voglio far memoria di tutti gli olocausti che ancora sono in atto...

Ascoltiamo la canzone:



Il testo della canzone:

 Prima strofa

Ma quante notti, l’umanità,
ha passato e passerà?
Quante notti, quante guerre,
in nome di presunte civiltà.


Giovanni Paolo II ai giovani cattolici croati 2 giugno 1996 festa della SS: Trinità. Credo che sia un messaggio per tutti i giovani del mondo che non passerà mai di moda. Questi giovani venivano fuori dalla guerra fratricida dei Balcani che scoppiò nel 1990 ed era finita da poco: un altro olocausto...come se ne sono ripetuti ancora, perché l'umanità nin impara mai dai propri errori...

Carissimi giovani cattolici croati!
1. "Grazia e pace a voi da Dio, nostro Padre, e dal Signore nostro Gesù Cristo!" ( Rm 1, 7 ). Questo è il saluto che porgo a ciascuno di voi, presenti all’Incontro della Gioventù cattolica croata, e che volentieri estendo ai vostri connazionali in Patria e all’estero, in particolare a quanti, pur desiderandolo, non hanno avuto la possibilità di prendere parte a codesto raduno fraterno e festoso.
(...) Si tratta di un incontro molto importante per voi, poiché segna una tappa significativa nel cammino verso il Grande Giubileo dell’Anno 2000, come del resto è indicato dal motto del vostro incontro: "Con Cristo verso il terzo millennio". Cristo "sa quello che c’è in ogni uomo" ( Gv 2, 25), in modo particolare sa quello che c’è nel cuore dei giovani; perciò Egli è in grado di rispondere appieno alle loro attese più profonde.

2. "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6, 68). Ecco la risposta data da Pietro, risposta che la Chiesa rinnova con lui lungo i secoli. Questa stessa professione di fede segna la bimillenaria storia del Cristianesimo nella vostra terra. Anche i luoghi in cui siete radunati, Spalato e Salona, conservano questa memoria spirituale, segnata da una secolare presenza della Beata Vergine, eloquentemente testimoniata dall’antico santuario della Madonna dell’Isola.
Cari giovani, la risposta di Pietro e di tutta la Chiesa "deve diventare sempre più consapevole in ciascuno di voi, fino a rendervi di essa araldi con i vostri coetanei che, pur lontani dalla fede, cercano la vita e quindi cercano Dio, forse senza saperlo. Proprio perché è risposta di vita, non possiamo accontentarci di pronunciarla da soli: dobbiamo cercare di farne partecipi anche gli altri, pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in noi (cf. 1 Pt 3, 15)" ( Discorso ai giovani di Roma, 28 marzo 1996).

Seconda strofa 

 E non si ricordano più, olocausti indicibili,
silenti accordi diabolici,
in nome di presunte verità,
sulla storia degli uomini.


3. Il futuro del mondo e della Chiesa vi appartiene. Cristo attende i giovani, come attendeva il giovane che gli pose la domanda: "Che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?" (Mt 19, 16). La risposta del Signore: "Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti" (Mt 19, 17) interpella ognuno di voi. Accogliendo i suoi comandamenti e seguendo fedelmente Gesù Cristo, sperimenterete la gioia che è propria di chi si lascia afferrare dall’amore divino e ne diviene ardente e generoso testimone.
Sappiate adoperare bene il tempo della vostra giovinezza, tempo di singolare ricchezza dell’uomo, tempo di importante "crescita" umana e spirituale. Abbiate il coraggio di dire "No!" ai finti ideali ed ai falsi maestri. "No!" all’edonismo, al materialismo, al consumismo, all’uso degli stupefacenti, alla brama del denaro e del potere. "Sì!", invece, alla vita, alla famiglia, al lavoro onesto per tutti e giustamente remunerato, al servizio disinteressato, al sacrificio inteso a promuovere il bene comune. Dite "Sì" a Cristo che è la Via, la Verità e la Vita (cf. Gv 14, 6). Cristo non delude mai. Egli è il compagno e l’amico vero dei giovani. Aiutati e guidati dai vostri Vescovi e dagli altri Pastori della Chiesa, sappiate fare del Vangelo il criterio fondamentale della vostra esistenza, e sarete in grado di realizzare così i vostri progetti giovanili: costruirete un futuro degno dell’uomo. Pur esigente, questa è l’unica strada che conduce alla vera felicità, a cui ogni essere umano anela dal profondo del cuore.

Ritornello 

No, non si può tacere
tutto il male che c’è,
per ogni vita che si spegne
ingiustamente.
Ma no, non si può tacere.
Ogni olocausto è una vergogna,
dell’uomo che s’inganna,
che non vuol credere,
che la vita non è tutta in un’idea,
anche se pensata, anche se creduta…


4. Davanti a voi sta la grande sfida della ricostruzione materiale e spirituale dei vostri Paesi. Si tratta di un processo che richiede speciali energie e una fiducia incrollabile. Impresa veramente audace, ma con Cristo, tutto sarà possibile.
Cristo vi chiama ad essere i nuovi evangelizzatori, gli apostoli del terzo millennio in una società finalmente libera, dopo la notte oscura delle ideologie che hanno invano tentato di edificare un mondo senza Dio, ed hanno finito per costruire una prigione per l’uomo. Siate testimoni della Verità di Cristo che libera e che dona a tutti la speranza; proclamate la Verità evangelica che svela il senso pieno dell’esistenza umana. Con le rovine spirituali del passato, occorre rimuovere anche le macerie materiali, causate dall’immane tragedia della guerra che per lunghi mesi ha sconvolto le vostre regioni e ha impedito, tra l’altro, per cinque anni la realizzazione di questo vostro incontro, reso oggi finalmente possibile dalla tenacia dei vostri Vescovi. Occorre rimuovere le macerie, per far rifiorire la vita sul suolo bagnato dal sangue di tanti innocenti.

Terza strofa
Ma in quante notti, l’umanità,
ha dovuto morire, povera,
perché l’ingiustizia impera,
con l’arroganza dei potenti.

5. (...) Carissimi giovani cattolici croati: la fede vi spinge a restituire alla vostra Patria il suo vero volto umano e cristiano. Tocca a voi costruire la pace ed impegnarvi alacremente, affinché in quella parte dell’Europa in cui vivete torni a regnare un clima di operosa concordia sulla base dei valori su cui si fonda la convivenza internazionale. Dio, Padre dei popoli, di tutti i popoli, vi invita al perdono e alla riconciliazione, per riprendere il cammino della costruzione di una nuova civiltà, la civiltà dell’amore. A Zagabria, durante la mia indimenticabile visita pastorale nel settembre del 1994 ebbi modo di lanciarvi un appello, che ripeto oggi: "Voi giovani siete chiamati ad essere in prima linea nella ricostruzione della pace. Ma per questo non c’è che una strada: mettersi in ascolto di Cristo, lasciandosi permeare dalla forza della sua grazia" ( Angelus all’Ippodromo di Zagabria, 11 settembre 1994). Occorre l’audacia del perdono: chiedere ed offrire il perdono, per liberare il cuore da sentimenti di odio e di vendetta. 

Quarta strofa
Ma quante aurore, l’umanità,
può riaccendere ancora,
perché la speranza affiora,
quando si crede solo nell’amore.

6. Cari giovani, alle soglie del terzo millennio la Chiesa ha particolarmente bisogno della vostra testimonianza, della vostra fede e della vostra speranza. Questo è tempo provvidenziale di grazia per voi, giovani generazioni croate; questo è il giorno che il Signore ha fatto per voi (cf. Sal 117[118], 24): è il tempo di porre il Vangelo al centro non solo della vostra vita, ma delle vostre società, perché vi diffonda la sua luce per il presente e per il futuro dei vostri Paesi.
Prego il Signore perché questo vostro incontro, come seme fecondo, dia vita ad un albero rigoglioso (cf. Mc 4,31). Ripeto a voi oggi il messaggio del Concilio: "Siete voi che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni della storia... La Chiesa vi guarda con fiducia e con amore" ( Messaggi all’umanità: AAS 58 [1966] 17-18). Cari giovani, tornando alle vostre case, portate nel cuore la risposta di Pietro che avete deciso di fare vostra: "Signore, tu solo hai parole di vita eterna!". Recatela alle vostre famiglie, ai vostri coetanei, nelle scuole, nelle contrade nelle città e nei paesi. Anche dalla vostra testimonianza dipende il futuro della Chiesa che vive in quelle care regioni. In questo cammino di fede vi guidi Maria, Madre del Redentore, Madre della speranza. Alla celeste Madre di Dio, tanto venerata nei numerosi santuari grandi e piccoli delle vostre terre, affido voi, giovani della Croazia e della Bosnia ed Erzegovina. Ella guidi i vostri passi incontro a Cristo, "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1, 9), affinché con Lui possiate entrare nel terzo millennio del Cristianesimo. E mentre invoco l’abbondanza della grazia, dell’amore e della pace di Dio su ciascuno di voi e sulle vostre famiglie, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.  (Dal Vaticano, Domenica 2 giugno 1996, solennità della Santissima Trinità).


Ritornello 



No, non si può tacere
tutto il male che c’è,
per ogni vita che si spegne
ingiustamente.
Ma no, non si può tacere.
Ogni olocausto è una vergogna,
dell’uomo che s’inganna,
che non vuol credere,
che la vita non è tutta in un’idea,
anche se pensata, anche se creduta…


Mai più la guerra...

Anche Papa Francesco come Giovanni Paolo II: “Mai più la guerra”. Durissimo appello di Bergoglio all’Angelus per la pace in Siria (1 settembre 2013). Il Papa ha fatto sue le parole che il predecessore polacco, esattamente dieci anni fa, pronunciò alla vigilia della seconda guerra in Iraq. “C’è un giudizio di Dio – ha gridato con forza Francesco – e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire”. Per questo motivo il Papa indisse per il 7 settembre 2013, vigilia della natività della Madonna, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero perché “l’umanità – ha spiegato Francesco – ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di pace“. Dalle 19 alle 24, ha annunciato il Papa, “ci riuniremo in preghiera in piazza San Pietro in spirito di penitenza per implorare il dono della pace. Chiedo alle Chiese particolari sparse nel mondo di fare lo stesso”...


Da allora la guerra in Siria ancora non si è conclusa... la nostra pregniera certo non è stata vana ma probabilemnte è stata troppo debole...


 

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