sabato 7 gennaio 2017

Maria, poesia


L'ho scritta tra il '94 e il '95 e registrata nel 1996, e poi pubblicata nel mio lavoro "Fatti per essere" (maggio '96) con l'arrangiamento del maestro Peppe Sasso. In seguito ripresa riarrangiata da Niki Saggiomo solo con le chitarre e confluita nel CD "Vegliando Le stelle" (2011). C'è anche una terza versione che è entrata nel CD "Concerto a Maria" uscito nel 2019. Un iter particolare. A qualcuno non piaceva il titolo "Maria Poesia" e mi suggerì "Maria una scia" infatti sulla cassetta "Fatti per essere" (perché allora non c'erano ancora i CD), feci scrivere questo titolo, ma poi alla SIAE mandai il titolo mio "Maria, poesia". E' andata così, l'altro titolo proprio non mi piaceva...
Il testo e lo schema della canzone è costituito da tre parti uguali ed una quarta che potrebbe sembrare ritornello, ma non è, perchè difatti non ritorna... Si potrebbe chiamare una variazione al tema. La tonalità LA a me venne per caso, ma pensandoci bene è la nota con cui si accordano gli strumenti e Maria è davvero la NOTA di DIO su cui tutti si devono "accordarsi", umani e schiere angeliche.

L'intuizione centrale della canzone viene da uno scritto di Chiara Lubich: "LA voglio rivedere in te" che riporto in seguito...

Sono entrata in chiesa un giorno
e con il cuore pieno di confidenza gli chiesi :
« Perché volesti rimanere sulla terra,
su tutti i punti della terra,
nella dolcissima Eucaristia,
e non hai trovato,
Tu che sei Dio,
una forma per portarvi e lasciarvi anche Maria,
la Mamma di tutti noi che viaggiamo ? ».
Nel silenzio sembrava rispondesse :
Non l’ho portata perché la voglio rivedere in te.

Anche se non siete immacolati,
il mio amore vi verginizzerà
e tu, voi,
aprirete braccia e cuori di madri all’umanità,
che, come allora, ha sete del suo Dio
e della madre di Lui.
A voi ora
lenire i dolori, le piaghe,
asciugare le lacrime.
Canta le litanie
e cerca di rispecchiarti in quelle. (Chiara Lubich)

Adesso ascoltiamola...

( Fonte: http://www.centrochiaralubich.org/it/documenti/scritti/4-scritto-it/186-la-voglio-rivedere-in-te.html )


Versione 2011 di "Vegliando Le stelle" arrangiamento Niki Saggiomo

Versione nuova...
Commentiamo il testo della canzone.

Prima strofa

Maria, Poesia, entra in casa mia,
con la tua bella armonia.
Come ti creò, Maria?
Come creò
quel tuo silenzio orante,
che ci sta di fronte e mai distante!?
Proprio qui, posso riviverti
e averti sempre in casa mia.


L'Apostolo Giovanni, sotto la croce ebbe in consegna Maria e scrive: "Poi disse al discepolo: "Ecco tua Madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con se" (Gv 19, 27). Ogni buon discepolo deve accogliere Maria in casa sua perché Ella è stata strumento per il quale la salvezza s'è affacciata in Paradiso prima e poi sulla terra...
Lo spiega bene l'angelo Azaria a Maria Valtorta, facendole capire la grandezza della Madre Di Dio.

Riporto lo scritto dell'8 dicembre del '43 dettato trascritto dalla mistica pari pari come le veniva dettato.

8 dicembre 1943 Immacolata Concezione e II Domenica di Avvento

«Meditiamo cantando le glorie di Maria Ss. La S. Messa di questa festività è tutta un inno alla potenza di Dio e alla gloria di Maria. Mettiamoci, per ben comprenderla questa liturgia di luce e fuoco, nei sentimenti della Regina e Maestra di ogni creatura che ami il Signore. Regina e Maestra! Degli uomini. Ma anche degli angeli . Vi sono misteri che voi non sapete, che non ci è concesso di svelare completamente. Ma sollevarne un velo è concesso perché qualche anima molto amata ne goda. Ed io lo sollevo per te. Un lembo di velo. Dall'ostacolo rimosso ti si concederà di affissare lo sguardo spirituale sull'infinita Luce che è il Cielo, e nella Luce meglio comprenderai . Guarda, ascolta e sii beata .
Quando il peccato di Lucifero sconvolse l'ordine del Paradiso e travolse nel disordine gli spiriti meno fedeli, un grande orrore ci percosse tutti, quasi che qualcosa si fosse lacerato, si fosse distrutto, e senza speranza di vederlo risorgere più. In realtà ciò era. Si era distrutta quella completa carità che prima era sola esistente lassù, ed era crollata in una voragine dalla quale uscivano fetori d'Inferno.
Si era distrutta l'assoluta carità degli angeli, ed era sorto l'Odio. Sbigottiti, come lo si può essere in Cielo , noi, i fedeli al Signore, piangemmo per il dolore di Dio e per il corruccio suo. Piangemmo sulla manomessa pace del Paradiso , sull'ordine violato, sulla fragilità degli spiriti. Non ci sentimmo più sicuri essere impeccabili, perché fatti di puro spirito. Lucifero e i suoi uguali ci avevano provato che anche l'angelo può peccare e divenire demonio. Sentimmo che la superbia poteva - era latente - e poteva svilupparsi in noi. Tememmo che nessuno fuorché Dio, potesse resistere ad essa se Lucifero aveva ad essi ceduto. Tremammo per queste forze oscure che non pensavamo potessero invaderci, che potrei dire: ignoravamo che esistessero, e che brutalmente ci si disvelavano. Abbattuti, ci chiedevamo, con palpiti di luce: "Ma dunque l'esser così puri non serve? Chi mai allora darà a Dio l'amore che Egli esige e merita, se anche, noi siamo soggetti a peccare ?".
Ecco allora che, alzando il nostro contemplare dall'abisso e dalla desolazione alla Divinità, e fissando il suo Splendore, con un timore sino allora ignorato, contemplammo la seconda Rivelazione del Pensiero Eterno. E se per la conoscenza della prima venne il Disordine creato dai superbi che non vollero adorare la Parola Divina, per la conoscenza della seconda* tornò in noi la pace che si era turbata. Vedemmo Maria nel Pensiero eterno. Vederla e possedere quella sapienza che è conforto, sicurezza, e pace, fu una sola cosa. Salutammo la futura nostra Regina con il canto della nostra Luce, e la contemplammo nelle sue perfezioni gratuite e volontarie.
Oh! bellezza di quell'attimo in cui a conforto dei suoi Angeli l'Eterno presentò ad essi la gemma del suo Amore e della sua Potenza! E la vedemmo umile tanto da riparare da sé sola ogni superbia di creatura. Ci fu maestra da allora nel non fare dei doni uno strumento di rovina. Non la sua corporea effige, ma la sua spiritualità ci parlò senza parola, e da ogni pensiero di superbia fummo preservati per aver contemplata per un attimo, nel Pensiero di Dio, l'Umilissima soavità di quella fulgida rivelazione. Per secoli e secoli, per l'eternità, gioimmo e gioiamo e gioiremo del possedere Colei che avevamo spiritualmente contemplata. La Gioia di Dio è la nostra gioia e noi ci teniamo nella sua Luce per essere di essa compenetrati e per dare gioia e gloria a Colui che ci ha creati. Ora dunque ripieni dei suoi stessi palpiti meditiamo la Liturgia che parla di Lei.
"Con gioia"...

Seconda strofa

Poesia Maria, insegnami la via,
con la tua dolce fantasia.
Come ti creò, Maria,
quel Dio che scelse te come suo cielo,
come sfondo al suo immenso Amore.
Proprio qui, posso riviverti
e ritrovarmi casa sua, casa tua.


Così continua Azaria: ... Carattere della vera umiltà è la vera gioia che nessuna cosa turba.
 Chi è umile in modo relativo ha sempre un motivo di turbamento anche nei suoi più schietti trionfi. Il vero e completo umile, invece, non ha turbamento di sorta. Quale che sia il dono o il trionfo che lo riveste di speciale veste, egli è gioioso e non teme, perché sa e riconosce che quanto lo fa diverso dai più non è cosa che egli si è fatta con mezzi umani, ma è cosa che viene da altre sfere e che nessuno gli può rapire. La contempla e considera come vestimento di gran valore che gli è stato dato per portarlo un tempo e che deve essere usato con quella cura che si ha per ciò che non è nostro e va reso senza lesioni a chi lo ha donato. Sa anche che questo rivestimento regale, non chiesto per avidità di apparire, gli è stato dato da una Sapienza infinita che ha giudicato bene di darlo. Non c'è dunque affanno per ottenerlo o per conservarlo.  

L'umile che è veramente tale non brama cose straordinarie e non si turba se chi ha dato leva. Dice: "Tutto è bene perché la Sapienza così vuole". Perciò l'umile è sempre nella gioia. Perché non brama, perché non è avaro di ciò che gli viene dato, perché non si sente menomato se gli vien tolto. Maria Ss. ebbe questa gioia. Dal suo nascere al suo assurgere la ebbe sulla Terra, anche fra le lacrime del suo lungo Calvario di madre del Cristo, anche sotto il mare di strazio del Calvario di suo Figlio. Ebbe, nel suo dolore che non fu simile a nessun altro, la gioia esultante di fare, sino al sacrificio totale, ciò che Dio voleva, ciò che Dio le aveva significato di pretendere da Lei da quando l'aveva rivestita con le vesti della salvezza e coperta col manto di giustizia come sposa ornata di gioielli.

Misura quale caduta sarebbe stata quella di Maria se, avendo avuto la Concezione Immacolata, la giustizia, e ogni altro gioiello divino, avesse calpestato ogni cosa per seguire la voce dell'eterno Corruttore? Ne misuri la profondità? Non ci sarebbe più stata redenzione per gli uomini non più Cielo per gli uomini, non più possesso di Dio per gli uomini. Maria vi ha dato tutto questo perché con la vera gioia degli umili ha portato le sue vesti di Beneamata dall'Eterno e ha cantato le lodi di Lui, di Lui solo, pur fra i singhiozzi e le desolazioni della Passione. Ha esultato! Che profonda parola! Ha sempre esultato magnificando con lo spirito il suo Signore , anche: quando la sua umanità conosceva lo scherno di tutto un popolo, ed era sommersa e torchiata dal suo dolore e dal dolore della sua Creatura.

Ha esultato pensando che quel suo dolore, quel dolore del suo Gesù, dava gloria a Dio salvando uomini a Dio. Sopra i gemiti della Madre, sopra i suoi lamenti di Donna, cantava la gioia del suo spirito di Corredentrice. Cantava con la sommissione a quell'ora, con la speranza nelle parole della Sapienza, con l'amore che benediceva Dio di averla trafitta. La lunga passione di Maria ha completato Maria, unendo alle grandi cose che Dio in Lei aveva fatte, le grandi cose che Ella sapeva fare per il Signore. Veramente mentre le sue viscere di Madre gridavano lo strazio della sua tortura, il suo spirito fedele cantava: "Io ti esalto, o Signore, perché mi hai protetta e non hai permesso che i miei nemici potessero rallegrarsi a mio riguardo".

Vedi che umiltà? Chiunque altro avrebbe detto: "Sono contento di aver saputo rimanere fedele anche nella prova. Sono contento di aver fatto la Volontà di Dio". Non sono queste parole di peccato. Ma un filo di orgoglio è ancora in esse. "Io sono contento perché ho fatto". L'io della creatura che si sente autore unico del bene compiuto. Maria Ss. dice: "Io ti esalto perché Tu mi hai protetta". Dà a Dio il merito di averla tenuta sana in quelle ore di lotta... 

Ritornello o quarta parte con cambiamento di tema

 Dio può rinascere quaggiù
ogni volta che ci sei tu, Maria,
in chi ripete insieme a te
quel “sì” libero e sincero,
quando c’è da stare sotto ad una croce,
vicino a quel fratello nel dolore… Ci sei tu,
che non sei rimasta come è rimasto Lui: Eucaristia,
Una voce chiara disse: “Maria non c’è, ma la voglio rivedere in te”.
E ci sarà, saremo noi, altre Maria,
che daranno Dio al mondo
per far rivivere chi vita non ha più.


Continua Azaria: ... Dio aveva preparata una degna dimora al suo Verbo. Ma Maria ha saputo serbare quella dimora degna di Dio, che in lei doveva incarnarsi. Imitatela, o creature. In misura minore, come si conviene a voi, che non dovete concepire il Cristo, ma per quanto vi è necessario a portare il Cristo in voi, Dio vi dà i mezzi ed i doni atti a fare di voi dei templi e altari dimora del vostro cuore degna del Santo che chiede di entrare in voi per godere di voi e vivere fra i figli degli uomini, da Lui amati senza misura.

E se non avete saputo imitarla, e la vostra dimora è ormai una dimora profanata o smantellata dai troppi che l'hanno abitata, ricostruitela in Maria che è l'amabile e instancabile Madre che genera i figli al Signore , perché attraverso a Maria si va alla Vita, e perciò, chi è languente o morto e non osa alzare gli occhi al Signore, può tornare vivo e gradevole all'Eterno se entra nel Seno, nel Cuore che hanno dato al mondo il Salvatore.

Il Signore Gesù ti ha spiegato la luce del capitolo sapienziale. Io non mi permetto di parlare dove Egli ha parlato. Ma a conferma del mio dire ti faccio notare le parole che la Sapienza applica a Maria: "La mia delizia è stare coi figli degli uomini"-  Con questi figli, che le sono costati tanto pianto. Ma è delle vere Madri piangere e amare, e amare per quanto si è pianto, amare tanto da portare all'amore, piangere tanto da convertire i perversi.

Perché troverebbe delizia a stare fra gli uomini - Ma considerate quanto, nella già piena di Grazia, e perciò di Sapienza, avrà lasciato la Parola portata per nove mesi nel Seno, e sul seno per tanti anni. Sul seno nell'infanzia e puerizia, e nella morte, nel Cuore purissimo per 33 anni. Mai è stato inerte Dio-Figlio per la sua amabile Madre. Mai, Egli che non è mai inattivo neppur coi colpevoli uomini...

 Terza strofa

Maria, una scia ti segue in quella via,
come una grande sinfonia. Figli tuoi siamo, Maria,
nati così, dal tuo dolore intenso,
da quell’Amore eterno crocifisso.
Proprio qui, possiamo riviverti per poi entrare nel tuo Cielo, Maria.


Conclude così Azaria: ... Perciò tutta la Sapienza si è fusa con tutta la Purezza, e Maria non può che parlare con la parola di Dio, con quella parola che il Cristo ha detto Vita di chi l'ascolta. Canta Maria, Lei che sa ciò che è in Lei: "Beato l'uomo che mi ascolta e veglia alla mia porta e attende all'ingresso della mia casa". Abitacolo di Dio, Ella sa che chi in Lei entra trova Dio. Ossia, così come Ella canta: "Chi troverà Lei avrà trovata la Vita e riceverà dal Signore la salute".
Veramente chi vive in Lei ha salute, vita, sapienza, gloria, letizia e onore perché Ella è tutto questo, avendo le sue radici in Dio stesso, fondata come è sul monte di Dio per esserne il Tempio, amata più di ogni altra creatura dal Signore Altissimo, dovendo Essa in eterno essere la Madre dell'Uomo. 

 Oh! parola poco meditata, meno ancora compresa, nella quale è compendiata tutta la figura di Maria. Cosa è Maria? É la Riparatrice . Ella annulla Eva. Ella riporta le cose sconvolte al punto dove erano quando le sconvolse il Serpente maligno ed Eva imprudente.
L'angelo la saluta: "Ave".
Si dice che Ave è il capovolgimento di Eva . Ma Ave è ancora un'eco che ricorda il Nome Ss. di Dio, così come lo ricorda ancor più vivamente, e come te l'ho spiegato, il nome del Verbo: Jeoscué. Nel tetragramma sacro che ì figli del Popolo di Dio avevano formato per pronunciare nel segreto tempio dello spirito l'irripetibile Nome, già è Ave . Il principio della parola con cui Dio mandò a far della Tutta Bella la Santa Madre e Corredentrice. Ave: quasi che, come realmente avvenne, Egli annunciandosi col suo Nome, entrasse a farsi carne in un seno, nell'Unico Seno che poteva contenere l'Unico.

Ave, Maria, Madre dell'Uomo come Eva, più di Eva , che hai riportato l'uomo, attraverso all'Uomo, alla sua Patria, alla sua eredità, alla sua figliolanza, alla sua Gioia.
Ave, Maria, Seno di santità in cui è rideposto il seme della Specie, perché l'eterno Abramo abbia i figli di cui l'invidia satanica lo aveva fatto sterile. Ave, Maria, Madre "Deipara" del Primogenito eterno, Madre pietosa dell'Umanità, lavata nel suo pianto e nel Sangue che è tuo sangue.
Ave, Maria, Perla del Cielo, Luce di Stella, Bellezza soave, Pace di Dio. Ave, Maria piena di Grazia in cui è il Signore, mai divisa da Lui che in Te prende le sue delizie e i suoi riposi. Ave, Maria, Donna benedetta fra tutte le, donne, amore vivente, fatta dall'Amore sposa all’Amore, Madre dell’Amore. In Te purezza, in Te Pace, in Te Sapienza, in Te ubbidienza, in Te umiltà, in Te perfette le tre e le quattro virtù ... 

Maria, il Cielo delira d'amore nel contemplare Maria. Il suo canto aumenta sino a note incomparabili. Nessun mortale, per santo che sia, può comprendere cosa sia per tutto il Cielo Maria. Tutte le cose sono state fatte per il Verbo. Ma anche tutte le opere più grandi sono state fatte dall'Amore Eterno in Maria e per Maria . Perché Colui che è potente l'ha amata senza limite, e l'ama. E la Potenza di Dio sta nelle sue mani di Giglio purissimo per essere sparsa su chi a Lei ricorre.
Ave! Ave! Ave! Maria!... ».


Davvero questa pagina ci "alza un velo" sulla bellezza e la grandezza di Maria. Gli occhi di Azaria, ci lasciano percepire, sempre per donazione di Dio, un'altra coprensione del mistero che è la Madre di Dio e della umanità redenta.

Alla prossima canzone per dare e cantare Dio...


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