lunedì 1 maggio 2017

Troverai la Vita

Unica canzone inedita del CD "Le mie canzoni più belle scelte per voi" del 2007. L'ho scritta in contemporanea con "Vegliando le stelle". Ebbe però la fortuna di essere subito arrangiata da Niki Saggiomo e messa poi nella raccolta.
L'ho inventata dunque nell'agosto 2006 di ritorno dalla bellissima esperienza con gli scout: la route, tra le colline di Grosseto. Ricordo ancora l'emozione dopo il travaglio del parto. Come al solito avevo celebrato Messa al mattino e dopo mi ero intrattenuto con la chitarra in sagrestia per un ringraziamento a tu per tu, senza occhi indiscreti e senza dover dar conto a un particolare pubblico. Sono le mie migliori cantate, quando non devo stare attento se stecco, se canto male o bene, e sono tutto cuore per il mio Dio. Una vera e propria lode a Dio mia e personalissima. Tutte così sono nate le mie più belle canzoni. Ascoltiamola.


In questa canzone è centrale la scelta di Dio. Le storie di ognuno sono intrise di saliscendi che ti invitano a fare continuamente scelte difronte alle quali si può essere veri o falsi. A proposito di scelte, su intenet ho trovato in una pagina tantissime citazioni e ce ne sono alcune che mi sono piaciute particolarmente come quella di Susanna Tamaro che scrive: 

"Quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la tua stessa profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno che sei venuta al mondo. Senza farti distrarre da nulla, aspetta, aspetta ancora, stai ferma in silenzio e ascolta il tuo cuore. E quando poi ti parla alzati e va’ dove lui ti porta, va’ dove ti porta il cuore.” (Susanna Tamaro)". (http://aforisticamente.com/2015/01/03/frasi-citazioni-e-aforismi-sulle-scelte/)
Si deve seguire il cuore. Sant'Agostino scriveva:

"E l’uomo vuole lodarti, lui piccola parte di quanto hai creato; l’uomo che si porta attorno il suo essere mortale, l’uomo che viene accompagnato dalla testimonianza del suo peccato e dalla prova che tu resisti ai superbi. Nonostante ciò anche l’uomo, piccola parte di quanto hai creato, vuole lodarti. Tu lo spingi a trovare le sue delizie nel lodarti, perché ci hai creati per te e il nostro cuore è senza pace finché non riposa in te". (dalle confessioni: http://www.vatican.va/spirit/documents/spirit_20020821_agostino_it.html)

Il cuore dunque richiama il suo Creatore e solo questi può colmare un cuore da lui creato...è inutile perdere tempo con altre cose che non solo non riempiono, non soddisfano, ma spesso portano alla morte dello spirito. 

Entriamo nel testo della canzone.

Il titolo: Troverai la Vita.
La Vita con la "V" maiuscola è Colui che ha detto di sé: "Io sono la Via, la Verità, la Vita". Ma prima di dirlo con le parole lo ha detto con migliaia di miracoli. E' il Signore Gesù: l'uomo Dio, il Dio umanato. Il Dio che ci ha visitati per redimerci, allungando le sue mani nel baratro dove eravamo finiti, per esserci alleati col diavolo. Il peccato ci fa colleghi del superbo, suoi alleati nel male. Eravamo, dunque, lontano da Dio, esiliati, avendo ereditato morte e dolori, conseguenza del peccato. Fin qui il BUON PASTORE, è venuto a prendere le sue pecorelle smarrite. 
Troverai la Vita, se alla Vita apri il cuore e gli permetti di parlarti, amarti, sollevarti dal torpore in cui ci ha prostrati la bestia inducendoci a peccare. 
Troverai la Vita se lasci uno spiraglio dove la Luce può filtrare e dare il suo calore, il suo soffio vitale.

La prima strofa.

Guardare in faccia alla vita,
anche se è dura da vivere.
Non sempre ha un volto felice,
che ti ispira fiducia.

La vita con la "v" minuscola, è quella che molti esseri umani vivono, credendo che tutto si risolva su questa enorme "tomba" che è la terra. Invece c'è un oltre dello Spirito, a cui l'umanità anelerebbe se non fosse annichilita dal "nemico" numero 1 della vita. Bisogna guardare in faccia alla Vita come fece il cieco nato che dopo essere stato guarito incontra Gesù per la prima volta. Così è descritto l'incontro, nell' "Evangelo come mi è stato rivelato" di M. Valtorta:

«Vieni qui», ordina Gesù.
Il giovane si avvicina senza posare il suo carico, sogguarda Gesù e, credendolo uno desideroso di acquistare le mele, dice: «Il mio padrone le ha già vendute. Ma ne ha ancora, se vuoi. Sono belle e buone. Venute ieri dai pometi di Saron. E se ne comperi molte ne hai un forte sconto, perché...».
Gesù sorride alzando la destra a porre freno alla parlantina del giovane. E dice: «Non ti ho chiamato per acquistare le mele, ma per rallegrarmi con te e benedire con te l'Altissimo che ti ha usato grazia».
«Oh, sì! Io lo faccio di continuo, e per la luce che vedo e per il lavoro che posso fare, aiutando mio padre e mia madre, finalmente. Ho trovato un buon padrone. Non è ebreo, ma è buono. Gli ebrei non mi volevano per... perché sanno che sono stato cacciato dalla sinagoga», dice il giovane posando al suolo le ceste.
«Ti hanno cacciato? Perché? Che hai fatto?».
«Io niente. Te lo assicuro. Il Signore ha fatto. Egli in sabato mi ha fatto trovare quell'uomo che si dice sia il Messia, ed Egli mi ha guarito, come Tu vedi. E per questo mi hanno cacciato».
«Allora Colui che ti ha guarito non ti ha fatto in tutto un buon servizio», tenta Gesù.
«Non lo dire, uomo! È una bestemmia la tua! Prima di tutto mi ha mostrato che Dio mi ama, poi mi ha dato la vista... Tu non sai cosa è "vedere", perché hai sempre visto. Ma uno che non aveva mai visto! Oh!... È... Sono tutte le cose insieme che si hanno con la vista. Io ti dico che quando ho visto, là presso Siloe, ho riso e pianto, ma di gioia, eh? Ho pianto come non avevo pianto nella sventura. Perché ho capito allora quanto essa era grande e quanto buono era l'Altissimo. E poi posso guadagnarmi la vita, e con lavoro decoroso. E poi... - questo è quello che più di tutto spero mi conceda il miracolo avuto - e poi spero poter incontrare l'uomo che si dice Messia e il suo discepolo che mi ha...».
«E che faresti allora?».
«Lo vorrei benedire. Lui e il suo discepolo. E vorrei dire al Maestro, che deve venire proprio da Dio, di prendermi per suo servo».
«Come? Per causa sua sei all'anatema, con fatica trovi lavoro, puoi essere anche più punito, e vuoi servirlo? Non sai che sono perseguitati tutti coloro che seguono Colui che ti ha guarito?».
«Eh! lo so! Ma Egli è il Figlio di Dio, così si dice fra noi. Per quanto quelli di lassù (e accenna al Tempio) non vogliono che si dica. E non merita lasciare tutto per servire Lui?».
«Credi tu dunque nel Figlio di Dio e nella sua presenza in Palestina?».
«Io lo credo. Ma vorrei conoscerlo per credere in Lui non solamente nell'intelletto ma con tutto me stesso. Se Tu sai chi è e dove si trova, dimmelo, perché io vada a Lui e lo veda, e creda completamente in Lui, e lo serva».
«Lo hai veduto già, né c'è bisogno che tu vada a Lui. Quello che tu vedi in questo momento e che ti parla è il Figlio di Dio».
Io non potrei asserirlo con piena sicurezza, ma mi è parso che nel dire queste parole Gesù abbia quasi avuto una brevissima trasfigurazione, divenendo bellissimo e direi splendente. Direi che, per premiare l'umile credente in Lui e confermarlo nella sua fede, abbia, per la durata di un baleno, svelato la sua bellezza futura, voglio dire quella che assumerà dopo la risurrezione e conserverà nel Cielo, la sua bellezza di creatura umana glorificata, di corpo glorificato e fuso all'inesprimibile bellezza della Perfezione che è sua. Un attimo, dico. Un baleno. Ma l'angolo semioscuro, dove si sono ridotti per parlare, sotto l'archivolto del vicolo, si illumina stranamente di una luminosità che si sprigiona da Gesù che, ripeto, si fa bellissimo.
Poi torna tutto come prima, meno il giovane che ora è a terra, col viso nella polvere, e che adora dicendo: «Io credo, Signore, mio Dio!». (fonte: http://www.scrittivaltorta.altervista.org/08/08518.pdf)

Che bellezza questo incontro che fa capire che il cieco nato è vero dentro e fuori e può incontrarsi con la Via, la Verità, la Vita, ossia Gesù. E noi quando riusciremo in questa pacificazione interiore?

Seconda strofa

Guardarsi in faccia da dentro,
capire che spesso si è falsi.
Il fuori e il dentro coincidono,
soltanto di rado.

 Al cieco nato, che incontra Gesù, si contrappongono i farisei che erano incapaci di guardarsi dentro. Nel prosieguo del racconto della Valtorta si legge:

Al Cieco che era prostrato a terra Gesù dice: "«Alzati. Io sono venuto nel mondo per portare la luce e la conoscenza di Dio e per provare gli uomini e giudicarli. Questo mio tempo è tempo di scelta, di elezione e di selezione. Io sono venuto perché i puri di cuore e d'intenzione, gli umili, i mansueti, gli amanti della giustizia, della misericordia, della pace, coloro che piangono e quelli che sanno dare alle diverse ricchezze il loro reale valore e preferire quelle spirituali alle ricchezze materiali, trovino ciò che il loro spirito anela, e quelli che erano ciechi, perché gli uomini hanno alzato muraglie spesse ad interdire la luce, ossia la conoscenza di Dio, vedano, e quelli che si credono veggenti divengano ciechi...».
Intervengono i farisei: «Allora Tu odii molta parte degli uomini e non sei buono come dici di essere. Se lo fossi, cercheresti che tutti vedessero, e chi già vede non divenisse cieco», interrompono alcuni farisei sopraggiunti dalla via principale e avvicinatisi con altri, cautamente, alle spalle del gruppo apostolico.
Gesù si volge e li guarda. Non è certo più trasfigurato in dolce bellezza, ora! È un Gesù ben severo quello che fissa sui suoi persecutori i suoi sguardi di zaffiro, e la sua voce non ha più la nota d'oro della letizia, ma è bronzea, e come suono di bronzo è incisiva e severa mentre risponde: «Non sono Io quello che voglio che non vedano la verità coloro che al presente la combattono. Ma sono essi stessi che alzano delle lastre davanti alle loro pupille per non vedere. E si fanno ciechi di loro libera volontà. E il Padre mi ha mandato perché la divisione avvenga e siano veramente noti i figli della Luce e quelli delle Tenebre, coloro che vogliono vedere e coloro che vogliono farsi ciechi».
«Siamo forse anche noi fra questi ciechi?».
«Se lo foste e cercaste di vedere, non ne avreste colpa. Ma è perché dite: "Noi ci vediamo", e poi non volete vedere, che peccate. Il vostro peccato rimane perché non cercate di vedere pur essendo dei ciechi».
«E cosa dobbiamo vedere?».
«La Via, la Verità, la Vita.
Un cieco nato, come era costui, col suo bastoncello può sempre trovare la porta della sua casa e girare in essa, perché conosce la sua casa. Ma, se fosse portato in altri luoghi, non potrebbe entrare dalla porta della nuova casa, perché non saprebbe dove si trova e darebbe di cozzo contro le muraglie.
Il tempo della nuova Legge è venuto. Tutto si rinnova e un mondo nuovo, un nuovo popolo, un nuovo regno sorgono. Ora quelli del tempo passato non conoscono tutto questo. Essi conoscono il loro tempo. Sono come dei ciechi portati in un nuovo paese dove è la casa regale del Padre, ma della quale non conoscono l'ubicazione.
Io sono venuto per condurli ed introdurli in essa e perché vedano. Ma sono Io stesso la Porta per la quale si accede nella casa paterna, nel Regno di Dio, nella Luce, nella Via, nella Verità, nella Vita. E sono anche Colui che è venuto a radunare il gregge rimasto senza guida e a condurlo in un unico ovile: in quello del Padre. Io so la porta dell'Ovile, perché sono insieme Porta e Pastore. E vi entro e vi esco come e quando voglio. E vi entro liberamente, e dalla porta, perché sono il vero Pastore..."
 (fonte: http://www.scrittivaltorta.altervista.org/08/08518.pdf)

Nella scelta di essere o non essere, di vivere o non vivere, di peccare o non peccare, di amare o di odiare.... vi è tutto il nostro dover essere... da una scelta dipende il nostro presente e il nostro futuro.

Se Dio in Gesù uomo-Dio ha dato la sua stessa Vita per salvarci, cosa dovremmo fare noi?

Il ritornello

Ma la realtà e la verità,
non fanno a botte mai.
Se solo andassi più giù, in profondità,
ti troveresti in alto a un cielo azzurro,
che la vita poche volte sfiora,
perché troppo presi dal quaggiù,
tra mille distrazioni e tante tentazioni,
la vita se ne andrà e non ti lascerà che il nulla.


Per incontrare la vera realtà, dovremmo essere senza peccato, o essere toccati dalla GRAZIA, da Gesù. E come diceva Sant'Agostino: "Dio è più addentro del tuo stesso cuore. Dovunque fuggirai è là. Dove andresti se volessi fuggire da te stesso?... Ma egli è più intimo di te stesso non hai dove fuggire da Dio irato, se non a Dio placato. Altrove non hai scampo. Vuoi fuggire lontano da lui? Rifugiati presso di lui." (En. in ps. 74, 9) 

Se è così intimo a noi stessi, impariamo a comunicare con lui. Se Dio è Amore, possiamo comunicare solo attraverdso l'Amore.

Sempre negli scritti di Valtorta Gesù prima di Ascendere al Cielo pronuncia un discorso del quale mi ha colpito quanto segue:

"Sta per venire lo Spirito Santo, il Santificatore, e voi ne sarete ripieni. Fate d’esser puri come tutto quello che deve avvicinare il Signore. Ero Signore Io pure come Esso. Ma avevo indossato sulla mia Divinità una veste per potere stare fra voi, e non solo per ammaestrarvi e redimervi con gli organi e il sangue di essa veste, ma anche per portare il Santo dei santi fra gli uomini, senza la sconvenienza che ogni uomo, anche impuro, potesse posare gli occhi su Colui che temono di mirare i Serafini. Ma lo Spirito Santo verrà senza velo di carne e si poserà su voi e scenderà in voi coi suoi sette doni e vi consiglierà.
Ora, il Consiglio di Dio è cosa così sublime che occorre prepararsi ad esso con una volontà eroica di una perfezione che vi faccia somiglianti al Padre vostro e al vostro Gesù, e al vostro Gesù nei suoi rapporti col Padre e con lo Spirito Santo. Quindi, carità perfetta e purezza perfetta, per poter comprendere l’Amore e riceverlo sul trono del cuore.
Perdetevi nel gorgo della contemplazione. Sforzatevi di dimenticare che siete uomini e sforzatevi a mutarvi in serafini. Lanciatevi nella fornace, nelle fiamme della contemplazione. La contemplazione di Dio è simile a scintilla che scocca dall’urto della selce contro l’acciarino e suscita fuoco e luce. È purificazione il fuoco che consuma la materia opaca e sempre impura e la trasmuta in fiamma luminosa e pura.
Non avrete il Regno di Dio in voi se non avrete l’amore. Perché il Regno di Dio è l’amore, e appare con l’Amore, e per l’Amore si instaura nei vostri cuori in mezzo ai fulgori di una luce immensa che penetra e feconda, leva le ignoranze, dà le sapienze, divora l’uomo e crea il dio, figlio di Dio, il mio fratello, il re del trono che Dio ha preparato per coloro che si dànno a Dio per avere Dio, Dio, Dio solo. Siate dunque puri e santi per l’orazione ardente che santifica l’uomo, perché lo immerge nel fuoco di Dio che è la carità. Voi dovete essere santi.
 
 
 Terza strofa

Guardare in faccia alla vita,
anche quando è dura la salita,
sapendo che c’è chi ti ama
e per te ha dato la sua vita…

Dio non si può amare solo quando è bel tempo, ma proprio quando è tempo di persecuzione, lì si dimostra il valore nel nostro amore, ed ecco perché il martirio, ossia la testimonianza fino a dare la vita. Essa è dimostrazione del grande amore che si vuole ricambiare a Dio. I primi cristiani non cercavano la morte, solo se essa arrivava per la cattiveria dei loro persecutori, la accettavano come dono di Dio, proprio come il Cristo. Nello scritto del cieco nato, quando oramai i farisei erano stati silenziati, Gesù dice all'ex cieco:

«Tu hai dimenticato tutto per Me. Ora sarai certamente punito e perderai il posto. Lo vedi? Io ti porto sempre dolore. Per Me hai perduto la sinagoga e ora perderai il padrone...».
«E che me ne faccio di tutto ciò, se ho Te? Tu solo hai valore per me. E lascio tutto per seguirti, sol che Tu me lo concedi. Lascia soltanto che porti queste frutta a chi le ha comperate e poi sono con Te». «Andiamo insieme. Poi andremo da tuo padre. Perché tu hai un padre e devi onorarlo col chiedergli la sua benedizione». «Sì, Signore. Tutto ciò che vuoi. Però insegnami molto perché io non so nulla, proprio nulla, neppur leggere e scrivere, perché ero cieco».
«Non preoccuparti di ciò. La buona volontà ti farà scuola».

Secondo ritornello

È questa la realtà e la verità,
che non fanno a botte mai.
Se solo andassi più giù in profondità…
Ti ritroveresti in alto a un cielo azzurro,
che se la Vita incontrassi adesso,
venderesti ogni cosa per averla,
darebbe senso ad ogni cosa, darebbe vita alla tua vita
e finalmente troveresti, ameresti la VITA.


Bellissima la frase detta da Sidonia detto Bartolmai (ossia il cieco nato): "Tu solo hai valore per me." Sapremmo anche noi dire e poi col martirio firmare, quanto detto? Tu solo hai valore per me. Bartolmai in Gesù ha trovato tutto. Ha trovato la Vita, il senso della vita, l'alfa e l'omega della Vita: tutto. Questa verità oggi è così vilipesa da una cultura atea e denigrante tutto quanto è cristiano, tutto quanto è Vita, Amore vero. Leggevo in un articolo che nel medievo il cristianesimo faceva nascere gli ospedali per aiutare a vivere, e ora negli stessi, dopo che sono stati laicizzati, si dona la morte legalizzata. Aggiungo di mio, che lì dove due diventavano "una carne sola" davanti a Dio, la laicizzazione ha portato a cambiare il luogo dell'unione, per portarli lontano da Dio, per poi unire individui anche in modo innaturale... Gli stati leggiferano cose che in altri tempi sarebbero state denominate senz'altro come diaboliche. Daltronde nascono templi a satana in nome della libertà di culto, cos'altro dovremo aspettarci in futuro? Come ai tempi di Gesù venivano trucidati in nome delle leggi dell'impero, e come oggi in alcuni regimi totalitari i cristiani in nome di leggi inique vengono ancora ferocemente martirizzati, certamente dovremo aspettarci, ancora martirio gratuito da parte di chi vede nei cristiani dei "nemici". Ebbene questi aguzzini sapranno un giorno d'essere stati ingannati dal nemico di Dio, e di essere stati al suo comando. Come fu salutare l'offerta del martirio di Santo Stefano per la conversione di San Paolo, così il sangue dei nuovi martiri possa divenire fecondo per i moderni aguzzini.

Lo special della canzone

La vita è un volto, un cuore:
Gesù presenza di Dio.
La vita è scelta di essere di Dio Amore


"Ricordiamo che siamo chiamati ad essere testimoni di Cristo: Egli vuole arrivare a tutti gli uomini col suo messaggio di pace, di giustizia, d'amore, proprio tramite noi.
Testimoniamolo dovunque ci troviamo per motivi di famiglia, di lavoro, di amicizia, di studio o per le varie circostanze della vita.
Diamo questa testimonianza anzitutto col nostro comportamento: con l'onestà della vita, con la purezza dei costumi, col distacco dal denaro, con la partecipazione alle gioie e sofferenze altrui.
Diamola in modo particolare con il nostro reciproco amore, la nostra unità, in modo che la pace e la gioia pura, promesse da Gesù a chi gli è unito, ci inondino l'animo fin da quaggiù e trabocchino sugli altri.
E a chiunque ci chiederà perché ci si comporta così, perché si è così sereni, pur in un mondo tanto travagliato, rispondiamo pure, con umiltà e sincerità, quelle parole che lo Spirito Santo ci suggerirà, dando così testimonianza a Cristo anche con la parola, anche sul piano delle idee.
Allora, forse, tanti di coloro che lo cercano, potranno trovarlo.
Altre volte potremo essere fraintesi, contraddetti, potremo diventare oggetto di derisione, magari di avversione e di persecuzione. Gesù ci ha avvertititi anche di questo: «Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» .
Siamo ancora sulla strada giusta. Proseguiamo perciò a testimoniarlo con coraggio anche in mezzo alle prove, anche a prezzo della vita. La mèta che ci attende lo merita: è il Cielo, dove Gesù, che amiamo, ci riconoscerà davanti al Padre suo per tutta l'eternità." 
(fonte: http://www.centrochiaralubich.org/it/documenti/scritti/4-scritto-it/908-chi-dunque-mi-riconoscera-davanti-agli-uomini.html)

E termino il commento a questa mia canzone riprendendo parte del ritornello augurando a tutti di ritrovarsi "in alto a un cielo azzurro":

È questa la realtà e la verità,
che non fanno a botte mai.
Se solo andassi più giù in profondità…
Ti ritroveresti in alto a un cielo azzurro...
 


                                        Alla prossima canzone per dare e cantare Dio... 

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