lunedì 15 maggio 2017

Al di là c'è da vivere ancora

Una canzone che a un primo memento può sembrare triste e al negativo, ma è come un ponte tra il già e il non ancora. L'ho scritta in un pomeriggio in cui il mondo mi crollava addosso e mi faceva porre tante domande. Una di queste era: perché hai scelto proprio me che sono così difettoso anche nel credere? Perché mi hai fatto venire a Roma a studiare pur sapendo che non sono la cima dell'Himalaya nello studiare? Perché devo fare tanti esami in cui tanti argomenti sembrano inutili e incapibili? Insomma non era un buon momento e questa canzone ha fermato quell'attimo amaro. Ha una struttura musicale dove scendo e salgo di tonalità avendo trovato un incastro che mi permetteva di giocare su questo, fino a fare una citazione di un'altra mia canzone: Innamorami di Te. Non è un richiamo a caso anche se è venuto senza che me lo aspettassi. Quando l'ho finita e l'ho ricantata, quella citazione, sembrava la spinta che mi aiutava a porre fiducia solo in Dio. Il testo poi è caratterizzato dalla ripetizione di tutta la canzone fino al doppio finale con in mezzo la citazione di Innamorami di Te. Insomma una struttura particolare non la semplice strofa e ritornello.  

Ascoltiamola.


dal CD "Vegliando le stelle" 2011


 Entriamo nel testo.

La prima parte della canzone

È chiaro scuro,
mi divide a metà.
Sono io o non son io?

Ti sento e non vedo.
Vorrei ma non riesco.
Morire è difficile.


Sono due parti uguali molto brevi quindi credo che insieme formano la strofa o le strofe. Comunque le commento insieme. Quando si è in una prova arriva la confusione, e non sai cosa è chiaro e cosa è scuro. Qualcuno diceva che al mattino presto tutte le mucche hanno le stesso colore sembrano nere c'è bisogno del sole per distinguerle. Così quando si è sotto una prova permessa da Dio, la vita è come se si appiattisse e le scelte giornaliere costano sangue e lacrime, decidersi per Dio costa il "martirio". La scelta che si fa, nonostante il buio, diventa "meritoria" per l'anima, che nonostante tutto sceglie Dio e non il peccato. Nella prova Dio si ritira, ma lì l'anima si decide veramente per Dio. Ultimamente mi è capitato di leggere dagli scritti di M. Valtorta, il capitolo sull'Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli e, Gesù in quel contesto fa vedere come prima della Cena, gli Apostoli non erano in pace e ogni cosa diventava motivo per litigare. Allora Gesù entra nel Cenacolo e rimette la Pace e dopo aver fatto il discorso del "vado a prepararvi un posto", assegna a tutti il posto attorno al tavolo e a Giuda il traditore, il migliore, di fronte. Ha già dato una prima razione di agnello e del vino, e poi dice:

"...ma ora gli angeli sono tutti richiamati dal loro Signore. E' ora di demoni... Con le ali d'oro essi, gli angeli del Signore, si coprono gli occhi, si fasciano e si dolgono che non siano ali di colore cruccioso, perché è ora di lutto, e lutto crudele, sacrilego... Non ci sono angeli sulla terra questa sera. Sono presso il trono di Dio per coprire col loro canto le bestemmie del mondo deicida e il pianto dell'innocente. E noi siamo soli... Io e voi: soli. E i demoni sono padroni dell'ora...". (fonte: http://www.scrittivaltorta.altervista.org/09/09600.pdf capitolo 600.9)

La prova per eccellenza si consumò quel giovedì santo. E nessuno degli Apostoli fu risparmiato come sappiamo e nemmeno la Madre addolorata. Dunque le prove servono e devono accadere, Dio le permette, e quando ci sono, bisogna affrontarle con coraggio e con molta preghiera, proprio come fece Gesù nel Getsemani e come Gesù stesso consigliò agli Apostoli dormienti: "Vegliate e pregate per non cadere in tentazione". Benedette prove. Infatti, dopo che si sono superate ti lasciano una nuova pace e una nuova comprensione di Dio. Ma è duro starci dentro e aspettare che passi la notte e arrivi il giorno. Nella canzone con la frase "morire è difficile" mi riferisco all'uomo vecchio che sempre sorge ed è difficile abbatterlo. Un mio amico sacerdote diceva che è come la barba, spunta ogni mattina, e quando non sei stato attento a tagliartelo in fretta, poi diventa difficile trovare un rasoio affilato per poterlo recidere. L'uomo vecchio diceva San Paolo, è quella parte di noi che va recisa per far posto all'uomo nuovo redento e che deve somigliare, come dice sempre Gesù agli Apostoli, ai Serafini.

La seconda parte della canzone

Che anima ho,
se non voglio combattere.
Un perdente che non vince da secoli.
È amaro l’inferno che mi porto dentro.


Nella  prova bisogna combattere. Rifiutare il combattimento significa soccombere. Nel Diario di Suor Faustina Kowalska Gesù offre due pagine bellissime in cui con 25 consigli aiuta l'anima di chi sta nella prova. Così vi si legge:

Gesù ha iniziato dicendo “Figlia Mia, voglio istruirti sulla lotta spirituale:

1. Non confidare mai in te stessa, ma affidati completamente alla Mia volontà
La fiducia è un’arma spirituale. La fiducia è parte dello scudo della fede che San Paolo menziona nella Lettera agli Efesini (6,10-17): l’armatura del cristiano. L’abbandono alla volontà di Dio è un atto di fiducia. La fede in azione dissipa gli spiriti negativi.
2. Nell’abbandono, nelle tenebre e nei dubbi di ogni genere ricorri a Me ed al tuo direttore spirituale, che ti risponderà sempre a Mio nome
In tempi di guerra spirituale, prega immediatamente Gesù. Invoca il Suo Santo Nome, che è molto temuto nell’inframondo. Porta le tenebre alla luce dicendolo al tuo direttore spirituale o al tuo confessore e segui le sue istruzioni.
3. Non metterti a discutere con nessuna tentazione, chiuditi subito nel Mio Cuore
Nel Giardino dell’Eden, Eva ha negoziato con il diavolo e ha perso. Dobbiamo ricorrere al rifugio del Sacro Cuore. Correndo verso Cristo diamo le spalle al demoniaco.
4. Alla prima occasione rivelala al confessore
Una buona confessione, un buon confessore e un buon penitente sono una ricetta perfetta per la vittoria sulla tentazione e sull’oppressione demoniaca.
5. Metti l’amor proprio all’ultimo posto, in modo che non contamini le tue azioni
L’amor proprio è naturale, ma dev’essere ordinato, libero dall’orgoglio. L’umiltà vince il diavolo, che è l’orgoglio perfetto. Satana ci tenta all’amor proprio disordinato, che ci porta al mare dell’orgoglio.
6. Sopporta te stessa con molta pazienza
La pazienza è un’arma segreta che ci aiuta a mantenere la pace della nostra anima, anche nelle grandi tormente della vita. La pazienza con se stessi fa parte dell’umiltà e della fiducia. Il diavolo ci tenta all’impazienza, a che si ritorca contro noi stessi di modo che ci irritiamo. Guarda te stesso con gli occhi di Dio. Egli è infinitamente paziente.
7. Non trascurare le mortificazioni interiori
La Scrittura insegna che alcuni demoni possono essere espulsi solo con preghiera e digiuno. Le mortificazioni interiori sono armi di guerra. Possono essere piccoli sacrifici offerti con grande amore. Il potere del sacrificio per amore fa fuggire il nemico.
8. Giustifica sempre dentro di te l’opinione dei superiori e del confessore
Cristo parla a Santa Faustina che vive in un convento, ma tutti abbiamo persone con autorità sopra di noi. Il diavolo ha come obiettivo quello di dividere e conquistare, per cui l’umile obbedienza all’autentica autorità è un’arma spirituale.
9. Allontanati dai mormoratori come dalla peste
La lingua è uno strumento potente che può fare molto danno. Mormorare o spettegolare non è mai una cosa di Dio. Il diavolo è un bugiardo che suscita accuse false e pettegolezzi che possono uccidere la reputazione di una persona. Rifiuta le mormorazioni.
10. Lascia che gli altri si comportino come vogliono, tu comportati come voglio Io da te
La mente di una persona è la chiave nella guerra spirituale. Il diavolo cerca di trascinare tutti. Ringrazia Dio e lascia che le opinioni altrui vadano per la loro strada.
11. Osserva la regola nella maniera più fedele
In questo caso Gesù si riferisce alla regola di un ordine religioso. La maggior parte di noi ha fatto qualche voto davanti a Dio e alla Chiesa e dobbiamo essere fedeli alle nostre promesse, ovvero voti matrimoniali e promesse battesimali. Satana tenta all’infedeltà, all’anarchia e alla disobbedienza. La fedeltà è un’arma per la vittoria.
12. Dopo aver ricevuto un dispiacere, pensa a che cosa potresti fare di buono per la persona che ti ha procurato quella sofferenza
Essere un vaso di misericordia divina è un’arma per il bene e per sconfiggere il male. Il diavolo lavora sull’odio, sull’ira, sulla vendetta e sulla mancanza di perdono. Qualcuno ci ha danneggiato in qualche momento. Cosa gli restituiremo? Dare una benedizione spezza le maledizioni.
13. Evita la dissipazione
Un’anima che parla sarà più facilmente attaccata dal demonio. Effondi i tuoi sentimenti solo davanti al Signore. Ricorda, gli spiriti buoni e cattivi ascoltano ciò che dici a voce alta. I sentimenti sono effimeri. La verità è la bussola. Il raccoglimento interiore è un’armatura spirituale.
14. Taci quando vieni rimproverata
La maggior parte di noi è stata rimproverata in qualche occasione. Non abbiamo alcun controllo su questo, ma possiamo controllare la nostra risposta. La necessità di avere ragione tutto il tempo può portarci a tranelli demoniaci. Dio conosce la verità. Il silenzio è una protezione. Il diavolo può utilizzare la giustizia per farci inciampare.
15. Non domandare il parere di tutti, ma quello del tuo direttore spirituale; con lui sii sincera e semplice come una bambina
La semplicità della vita può espellere i demoni. L’onestà è un’arma per sconfiggere Satana, il menzognero. Quando mentiamo, mettiamo un piede sul suo terreno, ed egli cercherà di sedurci ancor di più.
16. Non scoraggiarti per l’ingratitudine
A nessuno piace essere sottovalutato, ma quando ci troviamo di fronte all’ingratitudine o all’insensibilità, lo spirito di scoraggiamento può essere un peso per noi. Resisti a qualsiasi scoraggiamento perché non proviene mai da Dio. È una delle tentazioni più efficaci del demonio. Sii grato in tutte le cose della giornata e ne uscirai vincitore.
17. Non indagare con curiosità sulle strade attraverso le quali ti conduco
La necessità di conoscere e la curiosità per il futuro sono una tentazione che ha portato molte persone alle camere oscure degli stregoni. Scegli di camminare nella fede. Decidi di confidare in Dio che ti porta per la via che va al cielo. Resisti sempre allo spirito di curiosità.
18. Quando la noia e lo sconforto bussano al tuo cuore, fuggi da te Stessa e nasconditi nel Mio Cuore
Gesù offre una seconda volta lo stesso messaggio. Ora si riferisce alla noia. All’inizio del Diario, ha detto a Santa Faustina che il diavolo tenta più facilmente le anime oziose. Stai attento alla noia, è uno spirito di letargo o accidia. Le anime oziose sono facile preda dei demoni.
19. Non aver paura della lotta; il solo coraggio spesso spaventa le tentazioni che non osano assalirci
La paura è la seconda tattica più comune del diavolo (l’orgoglio è la prima). Il coraggio intimidisce il diavolo, che fuggirà davanti al coraggio perseverante che si trova in Gesù, la roccia. Tutte le persone lottano, e Dio è la nostra forza.
20. Combatti sempre con la profonda convinzione che Io sono accanto a te
Gesù istruisce una suora in un convento a “combattere” con convinzione. Può farlo perché Cristo l’accompagna. Noi cristiani siamo chiamati a lottare con convinzione contro tutte le tattiche demoniache. Il diavolo cerca di terrorizzare le anime, bisogna resistere al terrorismo demoniaco. Invocate lo Spirito Santo durante la giornata.
21. Non lasciarti guidare dal sentimento poiché esso non sempre è in tuo potere, ma tutto il merito sta nella volontà
Tutto il merito si basa sulla volontà, perché l’amore è un atto della volontà. Siamo completamente liberi in Cristo. Dobbiamo compiere una scelta, una decisione per il bene o il male. In quale terreno viviamo?
22. Sii sempre sottomessa ai superiori anche nelle più piccole cose
Cristo qui sta istruendo una religiosa. Tutti abbiamo il Signore come nostro Superiore. La dipendenza da Dio è un’arma di guerra spirituale, perché non possiamo vincere con i nostri mezzi. Proclamare la vittoria di Cristo sul male fa parte del discepolato. Cristo è venuto a sconfiggere la morte e il male, proclamalo!
23. Non t’illudo con la pace e le consolazioni; preparati a grandi battaglie
Santa Faustina ha sofferto a livello fisico e spirituale. Era preparata a grandi battaglie per la grazia di Dio che l’ha sostenuta. Nelle Scritture Cristo ci istruisce chiaramente ad essere preparati a grandi battaglie, a indossare l’armatura di Dio e a resistere al diavolo (Ef 6, 11). Stare attenti e discernere sempre.
24. Sappi che attualmente sei sulla scena dove vieni osservata dalla terra e da tutto il cielo
Siamo tutti in un grande scenario in cui il cielo e la terra ci guardano. Che messaggio stiamo offrendo con la nostra forma di vita? Che tipo di tonalità irradiamo: luce, oscurità o grigio? Il modo in cui viviamo attira più luce o più oscurità? Se il diavolo non ha successo nel portarci all’oscurità, cercherà di mantenerci nella categoria dei tiepidi, che non è gradita a Dio.
25. Lotta come un valoroso combattente, in modo che Io possa concederti il premio. Non aver troppa paura, poiché non sei sola

Le parole del Signore a Santa Faustina possono diventare il nostro motto: lotta come un cavaliere! Un cavaliere di Cristo conosce bene la causa per la quale lotta, la nobiltà della sua missione, il re che serve, e con la certezza benedetta della vittoria lotta fino alla fine, anche a costo della vita. Se una giovane senza istruzione, una semplice suora polacca unita a Cristo, può lottare come un cavaliere, ogni cristiano può fare lo stesso. La fiducia è vittoriosa.

(fonte: http://www.papaboys.org/non-aver-paura-della-lotta-il-solo-coraggio-spesso-spaventa-le-tentazioni-che-non-osano-assalirci/)

 Il ritornello o anche terza parte

È chiaro, non credo,
non riesco a capire.
Al di là c’è da vivere ancora.

Non credo, è chiaro,
non riesco a vedere,
al di là c’è da credere ancora…

Decidersi adesso,
senza andare lontano,
qui ed ora, allora, o mai più.
  (si ripete tutto nella nuova tonalità da Do a Re  e poi...)

 La ripetizione di tutta la canzone fin qui in un'altra tinalità, serve a sottolineare che le prove ritornano, con altre peculiarità e tu le dovrai vivere con forza e coraggio che vengono da Dio a Lui bisogna sottomettersi con umiltà e con molta carità attirarlo a sé. Così ancora Suor Faustina in alcuni pensieri consiglia:

– Dio non ci mette alla prova più di quanto non la possiamo sostenere.
– Non temo nulla. Egli manda all’anima che soffre una grazia ancor più grande della sua stessa sofferenza, anche se l’anima non se ne rende conto. In simili momenti, un atto di fiducia dà a Dio più gloria che ore intere trascorse in orazione.
– Nulla di nuovo accade sotto il sole, o Signore, senza la tua volontà. Sii benedetto per tutto quello che mi mandi. Non posso penetrare i tuoi segreti a mio riguardo, ma, fidandomi unicamente della tua bontà, avvicino le labbra al calice che tu mi porgi. Gesù, io confido in te!

– Non capisco come si possa mancare di fiducia nell’Onnipotente. Con Lui tutto è possibile, senza di Lui nulla. Egli mi dice molto spesso: Non mi piace che ti abbandoni a inutili paure. Chi potrà nuocerti, dal momento che tu sei con me? Io amo l’anima che crede nella mia bontà senza incertezze. Posso fidarmi di lei a mia propria volta e le concedo tutto ciò che chiede.
– Gesù mi disse: In ogni anima compio l’opera della mia misericordia. Chi confida in essa non perirà, perché tutti i suoi interessi sono miei. Ad un tratto, Gesù prese a lamentarsi con me per la sfiducia da lui incontrata nelle anime più care: ciò che mi ferisce è la loro diffidenza nei miei confronti, dopo che hanno sbagliato. Se esse non avessero sperimentato già la bontà illimitata del mio cuore, ciò mi addolorerebbe meno.
– Il mio nulla affonda nel mare della tua misericordia, o Padre di misericordia. Con la fiducia d’un bambino, mi getto tra le tue braccia per ricompensarti della diffidenza di tante anime.
– Quanto sono pochi quelli che ti conoscono realmente! Hanno paura a confidare in te! Anch’io desidero, con estremo ardore, che la festa della tua misericordia sia da tutti conosciuta, perché essa corona tutte le tue opere e di ciascuna ti prendi cura con l’amore di una madre.
– Vi sono momenti nella vita, in cui direi che l’anima non è più in grado d’affrontare il linguaggio degli uomini. Tutto l’affatica, nulla le dà pace; ha solo bisogno di pregare. Sta unicamente in questo il suo sollievo. Se si rivolgerà alle creature, non ne ricaverà che un’inquietudine maggiore.
– Per perseverare nella preghiera l’anima deve armarsi di pazienza e coraggiosamente superare difficoltà interiori ed esteriori. Difficoltà interiori sono la stanchezza, lo scoraggiamento, l’aridità, le tentazioni; quelle esteriori provengono, invece, da ragioni di rapporti umani.
– Con la preghiera si può affrontare qualsiasi genere di lotta. L’anima dovrà pregare in qualunque stato essa si trovi.
– Deve pregare l’anima pura e bella perché, in caso contrario, perderà la sua bellezza.
– Deve pregare l’anima che aspira alla santità, perché altrimenti non le sarà data.
– Deve pregare l’anima appena convertita, se non vuole fatalmente ricadere.
– Deve pregare l’anima immersa nei peccati per ottenere di venirne fuori.- Non c’è anima esonerata dal pregare, perché è attraverso la preghiera che discendono le grazie.
– Quando preghiamo, dobbiamo adoperare l’intelligenza, la volontà e il sentimento.
– Gesù mi fece capire che l’anima deve mantenersi fedele alla preghiera malgrado i patimenti, le aridità e le tentazioni, perché da una simile preghiera dipende quasi sempre l’attuazione dei più grandi progetti di Dio. Se da parte nostra tale perseveranza fosse assente, creeremmo difficoltà a quanto Dio intende operare in noi e attorno a noi per mezzo nostro.

– Gesù mia guida, insegnami ad aprire fino in fondo la mia misericordia ed il mio amore a chiunque abbia bisogno della mia preghiera, affinché questa, al modo stesso delle opere, porti impresso il sigillo della tua misericordia.
– Una volta in cui chiesi a Gesù come potesse tollerare, senza punirli, lo sterminato numero di peccati e i crimini che vengono commessi sulla terra, mi rispose: per punirli ho l’eternità; adesso prolungo il tempo della mia misericordia.
– Desidero colmare di grazie tutte le anime; sono esse, semmai, che non le vogliono ricevere. Trovano tempo per tutto, solamente non ne trovano per me. Infelici quelle che non vorranno riconoscere che questo è il tempo in cui vengo loro incontro.
– Quanto più conosco la grandezza di Dio, tanto più gioisco che egli sia tale.
– Infinitamente mi rallegro della grandezza di lui e mi fa piacere essere tanto piccola perché, così, egli mi prende in braccio e mi stringe al suo cuore.
– Riflettendo però sul culto che rivolgo a Dio, trovo che esso è ben poca cosa, una goccia appena in confronto dell’immensa gloria che riceve in cielo. Mio Dio, ti mostri già infinitamente buono accettando la mia adorazione e la mia supplica e volgendo con favore il tuo volto su di me.
– Quanta pena mi fa la gente che non crede nel mondo soprannaturale! Ti prego, o Dio, con tutta l’anima, affinché anch’essi siano penetrati da un raggio della tua misericordia e tu li stringa a te paternamente.
– Nei momenti in cui mi sento interiormente abbandonata, non mi turbo perché so che Dio non abbandona mai un’anima se non quando l’anima stessa spezza il nodo dell’amore con la propria infedeltà. Ma che sforzi enormi occorrono per compiere bene dei doveri, quando si ha una salute cagionevole! Cristo lo sa.
– È bene invocare l’aiuto del Signore mentre si sta conversando con una persona. Ho molta paura di conversazioni, le quali sembrano confidenziali: occorre da parte di Dio che ci dia luce affinché tali discorsi riescano utili alle anime. Dio viene in aiuto ma bisogna chiederlo, e non fidarsi totalmente della propria abilità.
– O mio Gesù, so che per essere utili alle anime bisogna unirsi strettamente a te. O amore eterno, una parola sola di un’anima unita strettamente a te procura alle altre un bene assai maggiore di quanto non lo facciano i grandi discorsi ed i sermoni di un’anima imperfetta.
– La virtù senza prudenza non è virtù. Dobbiamo pregare spesso lo Spirito Santo, chiedendo la grazia della prudenza.
– La prudenza è fatta di riflessione, di saggezza e di ferma risoluzione. La decisione ultima ci appartiene e ne siamo responsabili. Spetta a noi la scelta, ma possiamo e anche dobbiamo domandare luce e consiglio.
– Ho fatto dei propositi anche in altro campo: godere dei successi altrui come se io stessa li avessi ottenuti.
– Oggi ho compreso in che cosa stia la santità. Non sono né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono a rendere la mia anima perfetta, ma l’unione intima con Dio.
– I doni sono un ornamento, non l’essenza della perfezione. La santità e la perfezione stanno nella mia stretta unione con la volontà di Dio. Egli non fa mai violenza al nostro arbitrio. Dipende da noi accettare la grazia di Dio o rifiutarla, collaborare con essa o farne spreco.
– Sappi, mi disse Gesù, che sforzandoti alla tua perfezione, santificherai molte altre anime. Se non cerchi la santità, invece, anche altre anime rimarranno nella loro imperfezione. Sappi che la loro santità dipende dalla tua e che gran parte della responsabilità in questo campo ricadrà sopra di te. Non impaurirti: basta che tu sia fedele alla mia grazia.

– Gesù mi rivolse la parola: “Mia discepola, devi nutrire un grande amore per coloro che ti affliggono; fa’ del bene a quelli che ti vogliono del male”. Risposi: “Mio Maestro, vedi bene che non sento per essi alcun amore, e ciò mi addolora”. Gesù rispose: “Il sentimento non è sempre in tuo potere. Riconoscerai d’avere amore quando, dopo aver ricevuto ostilità e dispiaceri, non perderai la pace, ma pregherai per quelli che ti fanno soffrire e desidererai per essi il loro bene”.
– Nelle persone ammalate o sofferenti, dobbiamo scorgere Gesù inchiodato in croce e non un parassita o un membro improduttivo.
– L’anima che soffre e accetta la volontà di Dio attira più benedizioni che non le persone che lavorano. Povera casa, dove tutti stanno bene! Dio concede molto spesso grazie grandi e numerose in considerazione delle persone sofferenti e allontana molti castighi unicamente per riguardo a loro.
– O umiltà, fiore stupendo sono poche le anime che ti possiedono! Forse perché sei così bella e, al tempo stesso, tanto difficile da conquistare? Dell’umiltà Dio si rallegra. Sopra un’anima umile, egli apre i cieli e fa scendere un mare di grazia. A un’anima così Dio non rifiuta nulla. In tal modo essa diventa onnipotente e influisce sulla sorte del mondo intero. Più essa si umilia, più Dio si china su di lei, la copre della sua grazia, l’accompagna in tutti i momenti della vita. O umiltà, getta le tue radici nel mio essere.

– Non è piccola cosa ciò che si compie per amore. So che non è la grandezza dell’opera, ma la grandezza dello sforzo che verrà premiata da Dio. Quando uno è debole e malato, compie sforzi continui per arrivare a fare quello che tutti gli altri compiono normalmente. Tuttavia non riesce sempre a venirne a capo. La mia giornata incomincia con la lotta e con la lotta anche finisce. Quando la sera mi vado a coricare, mi par d’essere un soldato che torna dal campo di battaglia.
– Dove c’è vera virtù, lì non può mancare il sacrificio. Tutta la vita è un grande sacrificio. Solo attraverso il sacrificio le anime posseggono la capacità d’essere utili.
– Sacrificando me stessa per il prossimo, io reco gloria a Dio. Tuttavia, il mio sacrificio deve derivare dall’amore che ho per lui. È in questo amore verso Dio che tutto si concentra ed ha valore.
– Una volta, per istruirmi sulla vita interiore, Maria mi disse: “La vera grandezza dell’anima sta nell’amare Dio e nell’essere umili davanti a lui, dimenticando completamente se stessi, perché Dio solo è grande”.
– Incomparabile è la gloria che aspetta l’anima la quale, sulla terra, assomiglia a Gesù nel suo soffrire: gli assomiglierà per sempre anche nella gloria. Il Padre celeste glorificherà le nostre anime nella misura in cui scorgerà dentro di noi una rassomiglianza con suo Figlio. 

(fonte: http://www.papaboys.org/pensieri-dal-diario-di-santa-faustina-scuotono-la-nostra-coscienza-nellora-della-misericordia/)

 Quarta parte della canzone con due parti testuali quasi uguali e la citazione della mia canzone Innamorami di Te

Perché non t’incontro,
o non voglio incontrarti.
Perché non m’incontri,
sarebbe più facile dirti… … Innamorami di Te…

Decidersi adesso,
senza andare lontano,
qui ed ora, allora, o mai più.

Perché non t’incontro,
o non voglio incontrarti.
Perché non m’incontri,
sarebbe più facile...


Alla fin fine, è l'incontro con Dio che stempera tutto. 


Su facebook ho trovato questo pensiero che mi sembra ottimo per commentare questi miei versi si intitola: DOV’È DIO? IN LUI CI MUOVIAMO ED ESISTIAMO (Cfr At 17, 28)

C’è una solitudine che inquieta ogni uomo: la paura dell’ignoto. Può essere aiutato a scorgere l’invisibile, recuperando la propria identità allo stato originario, riscoprire così la legge della coscienza, come verità interiore e vita dello spirito. Occorre però molto tempo per arrivare alla consapevolezza di Dio. E’ questa una condizione che ci fa comprendere e desiderare, l’approdo di un cammino frutto di una sintesi di stadi progressivi. L’idea di Dio è certamente diversa in ogni uomo, e non si può quasi mai riconoscere in un altro la propria visione, poiché ogni essere è unico e irripetibile.
Occorre che nella coscienza di ognuno di noi nasca la certezza che esiste Qualcuno che tiene in mano la sorte di questo mondo che passa. Qualcuno che è il principio e la fine della storia dell’uomo. E questo Qualcuno è Amore: Amore fatto uomo, Amore incessantemente presente ovunque. Amore che si manifesta tra gli uomini, in un benevolo accoglimento, in un abbraccio fraterno, in un atto di carità, in un gesto di perdono. Si, Dio è sempre presente tra noi; giacché ogni atto, ogni pensiero, ogni respiro
umano gli appartiene, perché dovunque palpita e si diffonde Dio. Il punto sta nel modo di vedere e di sentire le cose, abbracciandole e componendole nella divina armonia, superando il presente, e superando le barriere del tempo e dello spazio. E’ in questa percezione, in questo identificarsi, in questo pieno aderire all’Alto che si realizza il sommo bene: uno stato così sublime e profondo che non si può esprimere a parole; è lo stare in intima comunione col Tutto, al vibrar all’unisono con il Divino Spirito, che racchiude l’eterno e l’infinito. La pura contemplazione immersa in uno stato di sensazioni, pensieri e sentimenti congiunti insieme, desiderando l’annullamento in Dio della propria volontà; solo così l’uomo si compie e si perfeziona in Dio.
Infatti ci ha creati per amore e con la capacità di amare, ci ama gratuitamente ed in infiniti modi. E’
più intimo a noi di quanto lo siamo a noi stessi; ci conosce meglio di quanto conosciamo noi stessi. Non potrebbe essere diversamente, perché la sua promessa mira al definitivo: amarci per l’eternità e senza limiti. In effetti, nessuno ha mai visto Dio così come Egli è in se stesso. Tuttavia Dio non è per noi totalmente invisibile, non è rimasto semplicemente inaccessibile. E’ apparso in mezzo a noi e si è fatto visibile in Gesù, per entrare nella nostra vita. Egli non è rimasto ad una distanza irraggiungibile, ma è entrato ed entra nella nostra vita con la sua Parola, contenuta nella Sacra Scrittura; nei Sacramenti attraverso i quali opera nella nostra esistenza, specialmente con l’Eucaristia; nella liturgia della Chiesa, nella sua preghiera; nella comunità viva dei credenti, dove percepiamo la Sua presenza; nell’incontro con il nostro prossimo, in particolare con persone, che sono da Lui toccate e trasmettono la Sua luce; negli avvenimenti attraverso i quali Egli interviene nella nostra vita; nei segni della creazione, che ci ha donato. Dio non ci ha solo offerto l’amore, bensì lo ha vissuto per primo e pienamente e bussa in tanti modi al nostro cuore per suscitare il nostro amore di risposta. Ci chiama insistentemente ad essere “conformi all’immagine del Figlio suo “ mediante l’opera dello Spirito Santo, il quale agisce in modo misterioso in tutti i credenti di buona volontà, nella società e nel cosmo, per trasfigurare e divinizzare gli esseri umani. C’è bisogno di trasformare in realtà vivente e operante la fede in Dio, che sembra trovarsi nella maggior parte degli uomini, ma che, il più delle volte, resta verbale, astratta e inefficace.
In conclusione, la solitudine dell’uomo, svanisce alla luce di Cristo, che è immagine perfetta “del Dio Invisibile” Viviamo quindi la nostra esistenza terrena in comunione fraterna, con serenità, affetto e benevolenza, aiutandoci a vicenda ad alleviare la nostra solitudine e “raccogliere” le nostre anime nel cuore di Dio. 

(fonte: https://www.facebook.com/Leternit%C3%A0-%C3%A8-adesso-395281840530737/)

Al di là di ogni cosa, prova o gioia che sia, c'è da vivere e credere ancora... alla prossima canzone per dare e cantare Dio... 

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