venerdì 24 febbraio 2017

Che occhi erano

Dal Cd " Vegliando le stelle". Una canzone che scrissi per il grande Papa Giovanni Paolo II. Lui è stato il prescelto per preparare l'umanità agli ultimi tempi così scriveva suor Faustina nel suo diario:

“Una volta che pregavo per la Polonia, udii queste parole: « Amo la Polonia in modo particolare e, se ubbidirà al Mio volere, l’innalzerò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta »” (Diario Santa Faustina Kowalska – maggio 1938 – Q. VI, n.1732) (fonte: https://oracolocooperatoresveritatis.wordpress.com/2015/04/03/santa-faustina-kowalska-le-profezie-dimenticate/)

Dunque, se lo è scelto proprio Gesù, daltronde la sua elezione fu una grande novità. Fu il primo Papa straniero, dopo secoli in cui venivano sempre scelti italiani. 
(Papa dal 22/10/1978 al 02/04/2005 ).
"Nato a Wadovice, in Polonia, è il primo papa slavo e il primo Papa non italiano dai tempi di Adriano VI. Nel suo discorso di apertura del pontificato ha ribadito di voler portare avanti l'eredità del Concilio Vaticano II. Il 13 maggio 1981, in Piazza San Pietro, anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima, fu ferito gravemente con un colpo di pistola dal turco Alì Agca. Al centro del suo annuncio il Vangelo, senza sconti. Molto importanti sono le sue encicliche, tra le quali sono da ricordare la "Redemptor hominis", la "Dives in misericordia", la "Laborem exercens", la "Veritatis splendor" e l'"Evangelium vitae". Dialogo interreligioso ed ecumenico, difesa della pace, e della dignità dell'uomo sono impegni quotidiani del suo ministero apostolico e pastorale. Dai suoi numerosi viaggi nei cinque continenti emerge la sua passione per il Vangelo e per la libertà dei popoli. Ovunque messaggi, liturgie imponenti, gesti indimenticabili: dall'incontro di Assisi con i leader religiosi di tutto il mondo alla preghiere al Muro del pianto di Gerusalemme. Così Karol Wojtyla traghetta l'umanità nel terzo millennio. La sua beatificazione ha luogo a Roma il 1° maggio 2011."

"Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esorta-zioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche. A Papa Giovanni Paolo II si ascrivono anche 5 libri: "Varcare la soglia della speranza" (ottobre 1994); "Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio" (novembre 1996); "Trittico romano", meditazioni in forma di poesia (marzo 2003); "Alzatevi, andiamo!" (maggio 2004) e "Memoria e Identità" (febbraio 2005)."

"Nessun Papa ha incontrato tante persone come Giovanni Paolo II: alle Udienze Generali del mercoledì (oltre 1160) hanno partecipato più di 17 milioni e 600mila pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose (più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000), nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo; numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri". 

Quando morì, dovevo andare a fare un concerto, ma decidemmo di non farlo, davvero mi sentivo di nuovo orfano. 
Devo dire che con i Papi successivi non è stata la stessa cosa. 
Sono entrato in semianario a settembre 1986, ed a settembre dell'87 partecipai ad un convegno per seminaristi simpatizzanti del Movimento dei Focolari, a Castelgandolfo e lì il Papa volle accoglierci, nel cortile per nazionalità, venivamo infatti dai 5 continenti. E di quell'evento eccovi la foto. Si la mano di San Giovanni Paolo II è sulla mia testa. Quella mano me la sento ancora.
Da un anno in seminario avevo fatto una bellissima esperienza con altri seminaristi che non sapevo fossero "focolarini". Il loro modo di volersi bene e di tenere in alto la Parola di Dio e di condividere, mi piaceva molto. Venivo da una fabbrica e trovare il calore di una vita condivisa, per me era il top. Purtroppo con l'alternarsi dei rettori non fu più la stessa cosa e questa vita me la sono dovuta tenere stretta e difenderla da tutti gli attacchi possibili e immaginabili. Facessero la stessa lotta alle vere malattie del clero, non staremmo nella situazione attuale.
...ascoltiamo la canzone che è meglio...



Dal CD Vegliando le stelle: "Che occhi erano"

Entriamo nel testo...

Prima strofa

Occhi chiari, mare calmo,
alla sera della vita
sei rimasto dentro al cuore
e dentro l’anima.


Mi ha colpito ultimamente un articolo su Aleteia: "Le persone che credono hanno una luce negli occhi. Le Piccole sorelle dell'Agnello condividono la saggezza dei poveri". Qui si legge:
Mentre stavamo andando alla Rambla a prendere dei fiori per la festa della Madonna, abbiamo incontrato Claudio, uno dei nostri amici di strada, che ci ha detto: “Come sono felice di vedervi. Mi piace parlare con persone che credono. Quando si ha la fede, si ha tutto!”.
“Guardate tutte queste persone che passano”, dice guardandosi intorno, in un momento di silenzio. “Sono tristi, non cercano nulla, non desiderano Dio. Camminano come dei ciechi. Le persone che credono portano una luce negli occhi”.
“Io sono un peccatore, ma mi piace pregare il Padre Nostro. Perché chi recita questa preghiera diventa puro. Poi torno ad essere un peccatore, ma mentre la recito sono purificato. Venite, preghiamo insieme adesso: voi la recitate, e io ripeto ogni frase dopo di voi“.
E in mezzo a fiumi di persone che attraversano la Rambla, abbiamo iniziato a pregare il Padre Nostro. È una preghiera che ha il potere di guarire, di purificare e di trasformare i cuori, “ricoprendo con la Sua infinita misericordia la miseria del nostro peccato”. Rimetti a noi i nostri debiti … e liberaci dal male". (fonte: http://it.aleteia.org/2017/02/02/persone-credono-luce-occhi/)

San Giovanni Paolo II aveva questa luce negli occhi. Io me ne beavo. I primi piani delle televisioni mostravano questa sua bellissima qualità. Occhi belli, chiari, profondi, ma soprattutto mostranti Dio. E alla "sera della vita", ne traboccavano. E' stato un faro che ancora illumina.

Seconda strofa

Occhi chiari, mare dentro,
con la tua bella presenza,
rischiaravi mille lacrime,
mille e più speranze.


Parole dolci per gli ultimi, i poveri, i dimenticati, ma parole roventi per corrotti e corruttori. Chi non ricorda il discorso contro i mafiosi nella paina di Agrigento il 9 maggio 1993? Magari tanti di essi erano proprio tra le prime fila a prendere in giro il Santo...


Il Ritornello

Occhi chiari, e profondi,
occhi trasparenti il Cielo,
del Dio che muore per amore
perdonando.
Occhi chiari, e profondi,
occhi trasparenti il Cielo,
di quella Madre a cui dicevi: “tutto tuo”,
Che occhi erano? Erano specchi
Che occhi erano? Erano finestre
Che occhi erano?Erano ponti.


La sua vita certamente in salita, dopo l'attentato del 1981. Ha dovuto abbracciare croci non indifferenti, nel suo corpo e nella Chiesa. Un paragrafo della sua biografia su wikipedia elenca tutti i problemi di salute:

Essendo il più giovane papa eletto dai tempi di papa Pio IX (1846), Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato in ottima salute. Era un uomo relativamente giovane che, diversamente dai suoi predecessori, faceva abitualmente escursioni, nuotava e sciava. Tuttavia, dopo oltre quindici anni sul seggio papale, un attentato ed un gran numero di traumi fisici, la sua salute cominciò a declinare. Nell'estate del 1992 gli fu rimosso un tumore benigno al colon, nel 1993 si slogò una spalla scivolando al termine di un'udienza e nel 1994 si ruppe il femore destro a seguito di una caduta nel bagno del suo appartamento privato.
Fu sottoposto per questo, il 29 aprile 1994, ad un intervento di artroprotesi all'anca, il quale gli permise di tornare a camminare seppur con l'uso del bastone. Nel corso della benedizione natalizia del 1995 fu costretto ad interrompere il suo discorso per un malore. La stampa allora parlò di una recidiva del tumore asportatogli tre anni prima, ma solo dopo si seppe che, come confermato dal suo medico personale dott. Renato Buzzonetti si trattava di un attacco di appendicite acuta, il quale venne curato efficacemente attraverso una terapia medica fino all'intervento programmato di appendicectomia al quale il papa fu sottoposto nell'ottobre del 1996.
Il papa inoltre si ammalò di Parkinson. I primi sintomi, sempre secondo il dott. Buzzonetti in un'intervista a L'Osservatore Romano, apparvero alla fine del 1991 con un lieve tremore della mano sinistra, progredendo nel tempo e rendendo sempre più difficoltosi i movimenti e la pronuncia delle parole[34]. Con l'avanzare dell'età fecero comparsa anche problemi osteoarticolari, tra cui un'artrosi acuta al ginocchio destro, che, a partire dal 2002, rese sempre più difficoltoso per il papa il camminare e lo stare in piedi a lungo. Fu costretto per questo a utilizzare prima una pedana mobile e poi una sedia a rotelle. Nonostante questi disagi, continuò a girare il mondo. Disse di accettare la volontà di Dio che lo faceva papa e così rimase determinato a mantenere la carica fino alla morte, o finché non sarebbe diventato mentalmente inabile in maniera irreversibile. Coloro che lo hanno incontrato dicono che, sebbene provato fisicamente, sia sempre stato perfettamente lucido[35][36].
Nel settembre 2003, il cardinale Joseph Ratzinger, spesso considerato la «mano destra» di papa Wojtyła[37], disse «dovremmo pregare per il Papa», sollevando serie preoccupazioni circa lo stato di salute del pontefice.
(fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Giovanni_Paolo_II#I_problemi_di_salute)

Così scrisse nella lettera apostolica "SALVIFICI DOLORIS" datata 11 febbraio 1984: (...)
31. Questo è il senso veramente soprannaturale ed insieme umano della sofferenza. E'soprannaturale, perché si radica nel mistero divino della redenzione del mondo, ed è, altresì, profondamente umano, perché in esso l'uomo ritrova se stesso, la propria umanità, la propria dignità, la propria missione.
La sofferenza certamente appartiene al mistero dell'uomo. Forse essa non è avvolta quanto lui da questo mistero, che è particolarmente impenetrabile. Il Concilio Vaticano II ha espresso questa verità che « in realtà, solamente nel mistero del Verbo Incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Infatti..., Cristo che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione »(100). Se queste parole si riferiscono a tutto ciò che riguarda il mistero dell'uomo, allora certamente si riferiscono in modo particolarissimo all'umana sofferenza. Proprio in questo punto lo « svelare l'uomo all'uomo e fargli nota la sua altissima vocazione » è particolarmente indispensabile. Succede anche — come prova l'esperienza — che ciò sia particolarmente drammatico. Quando però si compie fino in fondo e diventa luce della vita umana, ciò è anche particolarmente beato. « Per Cristo e in Cristo si illumina l'enigma del dolore e della morte ».

Nella canzone parlo ancora degli occhi di Giovanni Paolo II, che sono specchi, finestre, ponti. Tre elementi che servono a comunicare tutto di sè. Sono specchi, perché chiunque può vedere se stesso, in quella umanità martoriata da mille croci; sono finestre, in quanto attraverso di esse si può scorgere l'umano e il divino che aveva dentro; sono ponti, perché sempre con tutto quello che è stato ha voluto lanciare ponti di comunione per unire e mai dividere.


 Terza strofa

Occhi veri mai distratti,
pieni solo di mistero
che rispondono a ogni dubbio
con la vita di chi crede.


La testimonianza data da San Giovanni Paolo II è straordianria. Il suo ministero lunghissimo di 26 anni, 5 mesi e 17 giorni ed è stato il terzo pontificato più lungo della storia (dopo quello di Pio IX e quello tradizionalmente attribuito a Pietro apostolo). Alla storia ha consegnato un capitolo esageratamente ricco di opere di ogni tipo. La caduta del muro di Berlino si fa risalire a lui. La sua fede rispondeva ai dubbi di un mondo incredulo e sempre più brancolante nel buio. Le grandi menti volevano dei segni, come Padre Pio lo fu, anche Giovanni Paolo II lo è stato. Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. 

 Quarta strofa

Occhi veri mai illusi
che la croce sia di miele
ma dolore puro e crudo
che donato rende liberi


E ditemi se sia sceso dalla croce... Non l'ha forse abbracciata tutta e amata fino in fondo, pur di salvare qualcuno?  Certamente con i marpioni della curia romana sarà entrato in collisione tante volte, ma non poteva tenere tutto sotto controllo... Ma guardiamo al positivo. Le giornate mondiali dei giovani, sono nate da una sua grande intuizione. Io personalmente ho partecipato a quella di Parigi dell'agosto 1998, e a quella di Toronto di fine luglio 2002. Già a quella di Parigi, potei partecipare, come cantautore, ad una serata per gli italiani, in una zona che adesso non ricordo. A quella di Toronto, la cosa fu molto più grande. Prima che il Papa arrivasse, ci fu un concerto di cantanti internazionali ed ebbi la fortuna di parteciparvi. Avevo davanti a me 800.000 persone... Le note erano quelle di una mia canzone: Jesus on line. Quando a ottobre di quell'anno cominciai Scienze delle comunicazioni, alla Pontificia Univerisità Salesiana, un ragazzo sud americano collelga negli studi, appena mi vide mi riconobbe e mi disse: "Eri tu a Toronto che cantavi "Jesus on line"? Rimasi di stucco del fatto che uno degli 800.000 ragazzi, si ricordasse di me...


Ritornello

Occhi chiari, e profondi,
occhi trasparenti il Cielo,
del Dio che muore per amore
perdonando.
Occhi chiari, e profondi,
occhi trasparenti il Cielo,
di quella Madre a cui dicevi: “tutto tuo”,
Che occhi erano? Erano specchi
Che occhi erano? Erano finestre
Che occhi erano?Erano ponti.


Una cosa che molti non sanno dell'attentato al Papa del 13 maggio 1981, è che la mano di Agca (l'attentatore), fu deviato, dalla Madonna e da una suora mistica, suor Rita Montella. Antonio Socci, ha scritto una biografia a Giovanni Paolo II e una a Padre Pio. In quest'ultima parla di questo fatto straordinario. Riporto uno stralcio del libro

 Sistemando dei libri ho aperto un incartamento che neanche sapevo di avere e che conteneva la straordinaria vicenda di Cristina Montella, la "bambina" di padre Pio. Mi tuffo nella lettura, scopro un continente sconosciuto. E dopo qualche giorno mi metto alla ricerca di colui che ha raccolto tante testimonianze e documenti straordinari su di lei.
     Un caldo e luminoso giorno di agosto percorro in macchina verso sud la valle spoletana, che corre sotto Assisi. Sembra di essere in pellegrinaggio: sfioro Santa Maria degli Angeli con la grande basilica che contiene la Porziuncola, poi Rivotorto (una chiesina costruita sopra la stalla in cui Francesco visse alcuni mesi con i suoi compagni), quindi Spello, infine Trevi. E, dirigendomi verso Montefalco, nel mezzo della campagna trovo il santuario della Madonna della Stella.
     Vive quì il padre passionista Franco D'Anastasio, un raffinato biblista che è stato per anni rettore del santuario San Gabriele dell'Addolorata. Proprio sul santo e specialmente sulla sua "presenza carismatica" ha scritto una quantità di pregevoli opere che fanno di lui oggi il suo maggior biografo e storico. Uno dei suoi libri recenti è dedicato alle analogie fra San Gabriele e padre Pio.
     Ma negli ultimi anni padre D'Anastasio ha portato a termine una imponente ricerca storica, raccogliendo una montagna di documenti e testimonianze, sulla figura di suor Rita Montella (al secolo Cristina Montella), monaca agostiniana morta in fama di santità il 26 novembre 1992 nel monastero di clausura di Santa Croce sull'Arno, in Toscana. 
La vita di suor Rita, anzi soprattutto la sua vocazione, così piena di doni, di carismi superiori ( a cominciare dalla bilocazione), è intrecciata fin dall'inizio a quella di padre Pio e particolarmente alla sua "azione riparatrice". Il suo legame con il santo cappuccino è speciale, come vedremo, ed è documentato e testimoniato fra l'altro da padre Teofilo dal Pozzo - stimatissima e autorevole figura di francescano - che fu direttore spirituale di suor Rita e superiore della provincia cappuccina di Foggia, quindi superiore diretto e amico di padre Pio,
     Padre Teofilo fu un testimone diretto delle misteriose "missioni" congiunte di padre Pio e di suor Rita. E fu in modo rigoroso e profondo il primo a verificare i carismi e la santità di vita di suor Rita, insieme ad altri autorevoli religiosi e religiose. Padre D'Anastasio, raccogliendo tutte queste testimonianze, ha potuto però attingere anche alla sua conoscenza personale della suora da cui, nel corso degli anni, ha appreso informazioni importanti. Una delle quali davvero sconvolgente, riguarda l'attentato a Giovanni Paolo II di cui per altro suor Rita era coetanea.
     Suor Rita, subito dopo il 1981, in un colloquio confidò a padre Franco - facendogli promettere di tenere il segreto almeno fino alla morte di lei - di essere stata presente in bilocazione in piazza San Pietro quel 13 maggio 1981. Ma c'è di più : "Assieme alla Madonna deviai il colpo dell'attentatore del papa". Queste le sue testuali parole.
     Si tratta di una rivelazione che ovviamente lascia sconcertati, che può essere presa in esame solo considerando l'assoluta affidabilità di questa religiosa, la sua vita santa e i doni soprannaturali che ebbe e che sono testimoniati da persone del tutto degne di fiducia a cominciare da ciò che di lei attestò san Pio da Pietrelcina il quale, come vedremo, proprio con suor Rita ha compiuto alcune delle sue imprese straordinarie.
          (...) A questo sconcertante segreto peraltro si aggiunge un'altra breve frasetta che suor Rita si lasciò sfuggire - in una diversa circostanza in modo indipendente - alla signora Gabriella Panzani, da tanti anni amica della religiosa. Dunque suor Rita un giorno, mentre si parlava dell'attentato al papa, disse: "Quanto ho dovuto faticare perchè non avvenisse di peggio". 

(http://suorritamontella.com/Attentato_al_papa.htm; da Antonio Socci, Il segreto di Padre Pio, Rizzoli 2007, pp. 9-20)

Forse solo quando andremo di là conosceremo tutti i misteriosi legami che i Santi avevano già da quaggiù...

Alla prossima canzone per dare e cantare Dio... 

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