venerdì 16 marzo 2018

La casa sulla roccia

Dal CD Ravvivate il cuore e l'anima una canzone dedicata alla parabola di Gesù più efficace, più netta, limpida, diretta...
Infatti, la nostra vita la si potrebbe descrivere come la somma totale delle scelte fatte. Non c'è momento in cui non bisogna fare una scelta. Vado a destra o a sinistra, salgo su o vado giù. Mi sposto di qua o vado di là. Faccio questo o quest'altro? Si può costruire la propria casa (la propria vita) sulla Roccia, che è Dio, sommando giorno per giorno, direi anche, momento per momento, le opzioni per Dio. Perché tutta la nostra esistenza diventi di Dio, bisogna imparare a sceglierlo, in ogni piccola o grande cosa che facciamo. Matteo (7, 24-29) e Luca (6, 47 - 7,1) riportano la parabola della casa sulla roccia.
Una bellissima e brevissima meditazione di Padre Raniero Cantalamessa ci aiuterà a entrare nel significato della canzone. Adesso ascoltiamola.


Il testo della canzone

Prima strofa
Ascolta, ascolta, metti in pratica la Parola,
la saggezza sarà con te.
Avrai costruito sulla roccia,
avrai costruito la tua casa.


Così scrive Padre Raniero Cantalamessa:

"Tutti sapevano, al tempo di Gesù, che è da stolti costruire la propria casa sulla sabbia, nel fondo delle valli, anziché in alto sulla roccia. Dopo ogni pioggia abbondante si forma infatti quasi subito un torrente che spazza via le casupole che incontra sul suo cammino. Gesù si basa su questa osservazione che aveva forse fatto di persona per costruirvi la parabola odierna delle due case, che è come una parabola a due facce.
"Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia".
Con simmetria perfetta, variando solo pochissime parole, Gesù presenta la stessa scena in negativo: "Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande".
Costruire la propria casa sulla sabbia vuol dire riporre le proprie speranze, certezze su cose instabili e aleatorie che non reggono all'urto del tempo e dei rovesci di fortuna. Tali sono il denaro, il successo, la stessa salute. L'esperienza ce lo mette ogni giorno sotto gli occhi: basta un nonnulla - un piccolo grumo nel sangue, diceva il filosofo Pascal – per far crollare tutto.
Costruire la casa sulla roccia, vuol dire, al contrario, fondare la propria vita e le proprie speranze su ciò "i ladri non possono rubare, né la tignola corrodere", su ciò che non passa. "I cieli e la terra passeranno, diceva Gesù, ma le mie parole non passeranno".
Costruire la casa sulla roccia significa molto semplicemente costruire su Dio. Egli è la roccia. Roccia è uno dei simboli preferiti dalla Bibbia per parlare di Dio: "Il nostro Dio è una roccia eterna" (Is 26,4); "Egli è la Roccia, perfetta è l'opera sua" (Deut. 32,4). "

Seconsa strofa
Ascolta, ascolta se cade pioggia abbondante,
con vento fortissimo,
avrai costruito saldamente.
Nessun danno avrai.


 Ancora Padre Raniero:
"La casa costruita sulla roccia esiste già; si tratta di entrarci! È la Chiesa. Non, evidentemente, quella fatta di mattoni, ma quella composta dalle "pietre vive" che sono i credenti, edificati sulla "pietra angolare" che è Cristo Gesù. La casa sulla roccia è quella di cui parlava Gesù quando diceva a Simone: "Tu sei Pietro e su questa pietra (alla lettera, roccia) edificherò la mia Chiesa" (Mt 16, 18).
Fondare la propria vita sulla roccia significa dunque vivere nella Chiesa; non restarne fuori puntando tutto il tempo il dito contro le incoerenze e i difetti degli uomini di Chiesa. Dal diluvio universale si salvarono solo poche anime, quelle che erano entrate con Noè nell'arca; dal diluvio del tempo che tutto inghiotte si salvano solo quelli che entrano nell'arca nuova che è la Chiesa (cf. 1 Pt 3, 20). Questo non vuol dire che tutti quelli che sono fuori di essa non si salvano; c'è una appartenenza alla Chiesa di altro genere, "nota solo a Dio", dice il concilio Vaticano II che riguarda quelli che senza conoscere Cristo, operano secondo i dettami della propria coscienza."

 Ritornello
Fondando sulla roccia la tua vita,
niente mai potrà distruggerla,
stai lontano dalle sabbie del peccato,
dalle piene dei malvagi stai lontano.

Sulla roccia, che è Gesù, Parola viva.
Sarai al sicuro dalle insidie del nemico,
Se avrai costruito la tua casa sulla roccia
... nessun danno avrai…

Ancora Padre Raniero:
"Il tema della parola di Dio,  mi suggerisce una applicazione pratica. Dio si è servito della parola per comunicarci la vita e rivelarci la verità. Noi esseri umani usiamo spesso la parola per dare la morte e nascondere la verità! Nella introduzione al suo famoso Dizionario delle opere e dei personaggi, Valentino Bompiani racconta questo episodio. Nel luglio 1938 si tenne a Berlino il congresso internazionale degli editori a cui partecipò anche lui. La guerra era già nell'aria e il governo nazista si mostrava maestro nel manipolare le parole a fini di propaganda. Il penultimo giorno, Goebbels che era il ministro della propaganda del Terzo Reich, invitò i congressisti nell'aula del parlamento. Ai delegati dei vari paesi fu chiesta una parola di saluto. Quando venne il turno di un editore svedese, questi salì sul podio e con voce grave pronunciò queste parole: "Signore Iddio, devo fare un discorso in tedesco. Non ho un vocabolario né una grammatica e sono un pover'uomo sperduto nel genere dei nomi. Non so se l'amicizia è femminile e l'odio maschile, o se l'onore, la lealtà, la pace sono neutri. Allora, Signore Iddio, riprenditi le parole e lasciaci la nostra umanità. Forse riusciremo a comprenderci e a salvarci". Ci fu un applauso scrosciante, mentre Goebbels, che aveva capito l'allusione, usciva adirato dalla sala.
Un imperatore cinese, interrogato su quale fosse la cosa più urgente da fare per migliorare il mondo, rispose senza esitare: riformare le parole! Intendeva dire: ridare alle parole il loro vero significato. Aveva ragione. Ci sono parole che, a poco a poco, sono state svuotate completamente del loro significato originario e riempite di un significato diametralmente opposto. Il loro uso non può che risultare micidiale. È come mettere su una bottiglia di arsenico l'etichetta "digestivo effervescente": qualcuno ne resterà avvelenato. Gli stati si sono dati leggi severissime contro quelli che falsificano le banconote, ma nessuna contro quelli che falsificano le parole.
A nessuna parola è successo quello che è successo alla povera parola amore. Un uomo violenta una donna e si scusa dicendo che l'ha fatto per amore. L'espressione "fare l'amore" spesso sta per il più volgare atto di egoismo, in cui ognuno pensa alla sua soddisfazione, ignorando completamente l'altro e riducendolo a semplice oggetto.
La riflessione sulla parola di Dio ci può aiutare, come si vede, anche a riformare e riscattare dalla vanità la parola degli uomini." (fonte: https://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php?mostra_id=12854)

Mi pare proprio che siamo giunti a dover chiedere a Dio di ridarci l'umanità perduta. Tra i gorghi di parole che si consumano esageratamente, rischiamo di affogare nella confusione più totale e di venir portati via dalla violenza dei fiumi di parole in piena.
Menomale che il VERBO, la PAROLA DI DIO è SEMPRE lì a ricordarci: "Passeranno i cieli e la terra, ma le mie parole non passeranno" (Mt 24, 35). Per salvarci ancora una volta dalla piena di cattive o insulse parole, bisogna di nuovo rifondarsi sulla Roccia, la PAROLA che non passa, perché è Eterna, è Dio.

La canzone si ripete da capo in un'altra tonalità...

Da un articolo uscito sulla rivista "Città Nuova":

"La Parola è “l’Amore Vero e il Vero Amore”, è “l’Ideale”: è Gesù stesso.
Queste espressioni, nella loro chiarezza ed assolutezza, sono una limpida e profonda professione di fede.
Alla luce di questa comprensione teologica della Parola di Dio, si comprende il senso di un’esperienza tutta particolare vissuta da Chiara  (Lubich) agli inizi dell’estate del ’49.

“Vivendo una Parola e poi un’altra e un’altra ancora – racconta –, avevamo costatato come, mettendo in pratica qualsiasi Parola di Dio, gli effetti alla fine erano identici”.

Lei stessa ne spiega il motivo: “Il fatto è che ogni Parola, pur essendo espressa in termini umani e diversi, è Parola di Dio. Ma siccome Dio è Amore, ogni Parola è carità. Crediamo d’aver in quel tempo scoperto sotto ogni Parola la carità. E, quando una di queste Parole cadeva nella nostra anima, ci sembrava che si trasformasse in fuoco, in fiamme, si trasformasse in amore. Si poteva affermare che la nostra vita interiore era tutta amore”.

Accogliere e vivere la Parola fa essere altrettante parole vive perché è accogliere Dio stesso che in essa si comunica; è vivere della sua vita: fa essere Amore, come Dio è Amore.
Vivere la Parola per essere la Parola. Quale dunque l’atteggiamento davanti a Dio che parla e si dona? Per instaurare un autentico dialogo con Dio occorra vivere la Parola, essere la Parola." (fonte: http://www.focolaritalia.it/2017/08/31/parola-viva-perche-importante-vivere-la-parola-dio/)

Dunque se viviamo la Parola di Dio diventeremo "Parole vive". C'è chi ha vissuto la Parola in modo eminente ed è senz'altro Maria, la Mamma Celeste. Così scriveva Chiara Lubich:

"Ecco, se Maria ha tutte quelle magnifiche e straordinarie qualità che sai, essa è anche « la perfetta cristiana ».
Ed è tale perché, come dal Vangelo puoi dedurre, ella non vive la propria vita, ma lascia che la legge di Dio viva in lei. È colei che meglio di tutti può dire : « Non sono io che vivo, è Cristo che vive in me » (Gal 2, 20). Maria è la Parola di Dio vissuta.
Se vuoi dunque amarla veramente, « imitala ».
Sii anche tu Parola di Dio viva !
L’imitazione di lei ti fa simile a lei e ti porta ad amarla, perché se un detto dice : « L’amore o trova simili, o fa simili », è vero anche che i simili si amano. Guarda : con chi giocano i bambini ? coi bambini. Chi cercano le giovanette come amiche ? altre giovanette. E gli uomini adulti ? altri uomini adulti.
Imitiamo dunque Maria, diventiamo simili a lei e nascerà spontaneo nel nostro cuore l’amore per lei."
(fonte: http://www.centrochiaralubich.org/it/documenti/scritti/4-scritto-it/1610-l-amore-fa-simili.html)



Nessun commento:

Posta un commento