giovedì 8 febbraio 2018

"Basta sorridere"

Tratta dal mio primo lavoro "Innamorami di Te", lavoro discografico per niente indovinato dall'allora arrangiatore. Purtroppo andrebbero tutte riarrangiate e ricantate con le tecniche moderne... Magari lo faremo ....

Che titolo? "Basta sorridere"... e magari risolvi tutto... ma è proprio così? Non la scriverei più una canzone così...ma c'è una storia da raccontare...

L'immagine impressa nelle parole "Fischiettando vado incontro al tempo..." risale ai tempi del dopo maturità, sempre in cerca di lavoro e sembrava che ne avessi trovato uno che mi faceva guadagnare almeno quel pò per sopravvivere. Eravamo agli inizi del 1984, ne avevo già cambiato diversi: dal contadino stagionale, all'elettricista e ora mi trovavo in una fabbrica di finte pelli. Arrotolavo chilometri di finta pelle, dalla quale tagliavamo le parti difettate. Bastava una merenda e dalle sette di mattina alle 18 del pomeriggio ero recluso in quattro mura dove la cultura era uno spruzzo di luce filtrato da una finestra in alto da dove forse entrava un pò di aria fresca. La religiosità era una statua del cuore di Gesù che stava così in alto che nessuno si accorgeva che ci fosse. Io stesso dopo anni mi son vergognato di esserci passato sotto e di non avergli mai lanciato almeno un'occhiata e fatto almeno un segno di croce. Eppure quella statua ci ammoniva con la sua sola presenza. Quando ho rischiato la vita, pur di spegnere l'incendio che era divampato, col senno di poi, quella presenza di Gesù me la sono sentita addosso...

A quei tempi soprattutto quando le giornate si allungavano, mi piaceva ritornare a casa a piedi percorrendo delle stradine campestri. Un giorno tornavo particolarmente felice, non ricordo il perché, ma mi piaceva osservare le margherite gialle sotto alle viti appena inverdite e l'erba lussureggiante di quei prati ameni. Tutto quel verde mi faceva sorridere alla vita e al futuro. E così mi sembra, sia stato. Il futuro per me è consistito nell'aver riconosciuto una presenza discreta che mi ha fatto muovere l'anima dal fango verso l'azzurro del Cielo... È bastato sorridere alla Vita, per poterla incontrare e riceverne l'invito più sconvolgente e trasformante. Grazie Gesù!

Avevo compiuto 19 anni e stavo vivento il mio ventesimo. Le prime libertà, le notti con gli amici a giocare a carte, a condividere il niente... E poi la prima macchina tutta mia con la quale scorribandare con gli amici e un'adolescenza da togliersi di dosso, che ancora pesava, ma che non voleva proprio andare via. Un sogno nel cassetto: diventare cantautore e una vita avanti per progettare qualsiasi cosa, tranne che fare il meccanico (mestiere del primo fratello mio) e il sarto (mestiere di mio padre).

L'immagine dunque della canzone, risale al mio ventesimo anno di età, ma la canzone l'ho scritta mentre ero già in seminario, con un pezzo di strada già fatta in vista della meta: diventare sacerdote.


Ma ora passiamo al testo e cerchiamo di entrarci dentro.

Prima strofa
Fischiettando vado incontro al tempo
che mi sorriderà, che mi convincerà.
Mi cambierà un po' dentro,
farò i miei conti e poi continuerò.

A vent'anni si fanno sogni stratosferici e se non ti infili in uno di essi, la vita passa e ti ritrovi col niente. Dio poi, che non credevo potesse esistere, tanto da farmi prendere una decisione così totalitaria, ha bussato... e menomale che non c'ho pensato due volte... e menomale che non mi sono fatto neanche tanti conti. Infatti, lasciando il lavoro rimanevo squattrinato e la situazione sarebbe diventata davvero difficile. Chi andava a pensare che ci sarebbero stati dei benefattori, che ancora ringrazio, e che mi avrebbero aiutato nell'impresa? Benedetta incoscienza, o benedetta fiducia in chi tutto può.
I cambiamenti sono stati davvero inaspettati e visibili.
Di nuovo coi libri in mano, a misurarmi con materie che all'istituto tecnico non avevo neanche sfiorato col pensiero: latino, greco, filosofia... teologia... Quella finestrella, lì nella fabbrica, da cui arrivava uno spiffero di cielo, ora era diventata uno scoperchiamento completo del tetto e la mia mente beveva assetata tutto quel sapere vecchio e nuovo.
"Mi cambierà un pò dentro!", dico nella canzone, in realtà col senno di poi, quella decisione di entrare in seminario, mi ha cambiato totalmente, dandomi prospettive inaudite e insperate. E seppure avessi fatto qualche conto, quello che ho ricevuto è stato infinitamente molto di più di quello che stavo dando con il mio "Sì". Si è realizzata sotto ai miei occhi e il mio cuore esterrefatti la Parola: "Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna" (Mt 19, 29).
E ancora vado, "incontro al tempo" al mio tempo, quello che il Signore ha voluto donarmi e che per questo non finirò mai di ringraziare in modo consono e adeguato, per il dono ricevuto: un tempo vivo, pieno, vivace, creativo, con anche annessa una colonna sonora composta dalle mie canzoni.

Seconda strofa
Stradina di campagna e Tu sei al centro.
M’illumino di Te, c’è pace intorno a me.
Vivendo questa vita
mi sento più felice stando in Te.
Ecco l'immagine spiegata all'inizio di questa pagina, "la stradina di campagna", la novità è che a vent'anni Dio non c'era al centro, solo dopo la folgorazione della chiamata, ho capito che quella pace, in quella passeggiata si chiamava Dio. Quando ho scritto la canzone l'immagine che mi era ritornata prendeva una nuova fisionomia e una nuova coscientizzazione del cammino che stavo percorrendo verso Dio, in Dio e con Dio. O Signore, Tu ci sei sempre e ci ami davvero d'Amore Eterno, perché veniamo così presto annichiliti dal nemico che come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare?E se la vera Felicità consiste nello stare con Te, O Dio, perché ci ritroviamo così spesso senza ali ossia senza la Tua GRAZIA?

 Così si legge nei Quaderni del 43 di M. Valtorta - 6 giugno 1943
:

Dice Gesù:

«Quest’oggi voglio parlarti della “grazia”. Vedrai che ha attinenza con gli altri argomenti anche se a tutta prima non ti pare. Sei un po’ stanca, povera Maria (Valtorta), ma scrivi lo stesso. Queste lezioni ti serviranno per i giorni di digiuno in cui Io, tuo Maestro, non ti parlerò.
Cosa è la grazia? L’hai studiato e spiegato molte volte. Ma Io te lo voglio spiegare a modo mio nella sua natura e nei suoi effetti.
La grazia è possedere in voi la luce, la forza, la sapienza di Dio. Ossia possedere la somiglianza intellettuale con Dio, il segno inconfondibile della vostra figliolanza in Dio.
Senza la grazia sareste semplicemente delle creature animali, arrivate ad un tale punto di evoluzione da essere provvedute di ragione, con un’anima, ma un’anima a livello di terra, capace di condursi nelle contingenze della vita terrena ma incapace di elevarsi nelle plaghe in cui si vive la vita dello spirito. Poco di più dei bruti, perciò, i quali si regolano soltanto per istinto e, in verità, vi superano molto spesso col loro modo di condursi.
La grazia è dunque un dono sublime, il più grande dono che Dio, mio Padre, vi poteva dare. E ve lo dà gratuitamente perché il suo amore di Padre, per voi, è infinito come infinito è Lui stesso. Volere dire tutti gli attributi della grazia vorrebbe dire scrivere una lunga lista di aggettivi e sostantivi, e non spiegherebbero ancora perfettamente cosa è questo dono.

Ricorda solo questo: la grazia è possedere il Padre, vivere nel Padre; la grazia è possedere il Figlio, godere dei meriti infiniti del Figlio; la grazia è possedere lo Spirito Santo, fruire dei suoi sette doni. La grazia, insomma, è possedere Noi, Dio Uno a Trino, ed avere intorno alla vostra persona mortale le schiere degli angeli che adorano Noi in voi.
 
Un’anima che perde la grazia perde tutto. Per lei inutilmente il Padre l’ha creata, per lei inutilmente il Figlio l’ha redenta, per lei inutilmente lo Spirito Santo l’ha infusa dei suoi doni, per lei inutilmente sono i Sacramenti. È morta. Ramo putrido che sotto l’azione corrosiva del peccato si stacca a cade dall’albero vitale e finisce di corrompersi1 nel fango. Se un’anima sapesse conservarsi come è dopo il Battesimo e dopo la Confermazione, ossia quando essa è imbibita letteralmente dalla grazia, quell’anima sarebbe di poco minore a Dio. E questo ti dica tutto.
Quando leggete i prodigi dei miei santi voi strabiliate. Ma, mia cara, non c’è nulla da strabiliare.  

I miei santi erano creature che possedevano la grazia, erano dèi, perciò, perché la grazia vi deifica. Non l’ho forse detto Io nel mio Vangelo che i miei faranno gli stessi prodigi che Io faccio? Ma per essere miei occorre vivere della mia Vita, ossia della vita della grazia.
 
Se voleste, potreste tutti essere capaci di prodigi, ossia di santità. Anzi Io vorrei che lo foste perché allora vorrebbe dire che il mio Sacrificio è stato coronato da vittoria e che Io vi ho realmente strappati all’impero del Maligno, relegandolo nel suo Inferno, ribattendo sulla bocca di esso una pietra inamovibile e ponendo su essa il trono di mia Madre, che fu l’Unica che tenne il suo calcagno sul dragone, impotente di nuocerle.

Non tutte le anime in grazia possiedono la grazia nella stessa misura. Non perché Noi la si infonda in misura diversa, ma perché in diversa maniera voi la sapete conservare in voi. Il peccato mortale distrugge la grazia, il peccato veniale la sgretola, le imperfezioni la anemizzano.

Vi sono anime, non del tutto cattive, che languono in una etisia spirituale perché, con la loro inerzia, che le spinge a compiere continue imperfezioni, sempre più assottigliano la grazia, rendendola un filo esilissimo, una fiammolina languente. Mentre dovrebbe essere un fuoco, un incendio vivo, bello, purificatore. Il mondo crolla perché crolla la grazia nella quasi totalità delle anime e nelle altre langue. 

La grazia dà frutti diversi a seconda che più o meno è viva nel cuore vostro. 

Una terra è più fertile quanto più è ricca di elementi e beneficiata dal sole, dall’acqua, dalle correnti aeree. Vi sono terre sterili, magre, che inutilmente vengono irrorate dall’acqua, scaldate dal sole, corse dai venti. Lo stesso è delle anime. Vi sono anime che con ogni studio si caricano di elementi vitali e perciò riescono a fruire del cento per cento degli effetti della grazia.

Gli elementi vitali sono: vivere secondo la mia Legge, casti, misericordiosi, umili, amorosi di Dio e del prossimo; è vivere di preghiera “viva”. Allora la grazia cresce, fiorisce, mette radici profonde e si eleva in albero di vita eterna. Allora lo Spirito Santo, come un sole, inonda dei suoi sette raggi, dei suoi sette doni; allora Io, Figlio, vi penetro della pioggia divina del mio Sangue; allora il Padre vi guarda con compiacenza vedendo in voi la sua somiglianza; allora Maria vi carezza stringendovi sul seno che ha portato Me come i suoi figliolini minori ma cari, cari al suo Cuore; allora i nove angelici cori fanno corona alla vostra anima tempio di Dio e cantano il “Gloria” sublime; allora la vostra morte è Vita e la vostra Vita è beatitudine nel mio Regno.»


Lancio al ritornello
La vita mi sorriderà anche se c’è il buio.
Che gioia, che gioia mi dai, che gioia!...


Ritornello
Basta sorridere e sei già contento
sta cambiando colore il mio mondo
Basta sorridere e sei già contento
sta cambiando colore anche il tuo mondo.

 Oh Gesù, aver ascoltato da Te cosa è la Grazia, è stato un tuffo nella SS. Trinità. Almeno in me, nasce il desiderio di seguirti fedelmente, di donarmi totalemente, di non volerti mai offendere, di corrispondere il più possibile alla GRAZIA... Ma poi eccomi fare i conti coi freni che questa mia umanità frappone a tanta Luce. Allora viene lo sconforto, la paura di non farcela già più, ma Tu stesso vieni in aiuto della nostra debolezza:


Quaderni (di M. Valtorta) 15 giugno 1943.

Dice Gesù: «Che il demonio cerchi di turbarti, è naturale. Non può più farlo sulla carne, e cerca perciò di turbare il tuo spirito. Esso fa quello che è sua occupazione. Ossia tenta di avvilire le anime, di spaventarle, di farle titubare. Generalmente cerca di farle peccare per staccarle da Me. Quando a questo non riesce, perché l’anima è ben vigilante e l’insidia non entra, allora tenta di spaventarla e mettere pensieri in apparenza buoni, ma che in verità sono nocivi.

Vedi, Maria. Tra il pensiero: “Io diverrò santa” e il pensiero: “È impossibile che io diventi santa”, il più pericoloso e il più contrario a Me è il secondo. Il primo non è atto di superbia, se è corroborato da tutti gli sforzi della volontà per raggiungere la santità.
Io ho detto: “Siate perfetti come il Padre mio”. Dicendo così, non vi ho fatto una semplice esortazione, ma vi ho dato un dolce comando, dandovi la misura della perfezione: quella di Dio, il Perfettissimo. Perché Io vi avrei voluto tutti perfetti per avervi tutti intorno a Me in eterno.
L’anima deve perciò tendere alla santità, dire a se stessa: “Voglio divenire santa” senza titubanze, senza fiacchezze.  

Riconoscete di essere deboli? Ma Io lo so più di voi che siete deboli, eppure vi ho detto: “Siate perfetti”, perché so che se lo volete, con l’aiuto mio, potete essere perfetti, ossia santi.
Questo il Maligno non lo vuole. Sa bene, perché è intelligentissimo, che quando un’anima ha fatto il primo passo nella via della santità, ha gustato il primo boccone della santità, il cui sapore è ineffabile , diviene nostalgica di santità e per lui è perduta. Allora crea pensieri di falsa modestia e di diffidenza.
“Non è possibile che io meriti il Paradiso. Per quanto Dio sia buono, è possibile che mi possa perdonare, aiutare? È possibile che io, anche col suo aiuto lo possa accontentare? Sono buona a nulla”.
Oppure sibila le sue insinuazioni. “Ma ti pare che tu possa divenire santa? Quello che provi, che senti, che vedi, sono illusioni di mente malata. È la tua superbia che te le fa pensare. Tu santa? Ma non ricordi questo... questo... questo? E non ricordi cosa ha detto il Cristo? Tu pensando così fai un nuovo peccato, il mio stesso. Pensi di esser simile a Dio...”.
Lascialo sibilare. Non merita risposta. 

Quello che provi è da Dio, quello che pensi è il desiderio mio che si ripercuote in te. Perciò è cosa santa. Ti ho detto quale è il segno mio. È la pace. Quando in te senti pace è segno che è cosa di Dio quello che provi, senti, vedi, pensi. Continua senza titubare. Io sono con te.

Quando il Nemico nostro cerca di darti troppa noia, di’: “Ave Maria, Madre di Gesù, mi affido a te”. Il demonio ha ancora più ribrezzo del nome di Maria che del mio Nome e della mia Croce. Non ci riesce, ma cerca di nuocermi nei miei fedeli in mille maniere. Ma l’eco soltanto del nome di Maria lo mette in fuga. Se il mondo sapesse chiamare Maria, sarebbe salvo. 
Quindi invocare i nostri due Nomi insieme è cosa potente per fare cadere spezzate tutte le armi che Satana avventa contro un cuore che è mio. Da sole le anime sono tutte dei nulla, delle debolezze. Ma l’anima in grazia non è più sola. È con Dio. 

Perciò quando l’altro ti turba con riflessioni di falsa modestia o di timore, devi sempre pensare: 
“Non sono io che penso esser santa, ma è Gesù che vuole che io lo sia. Siamo noi: Gesù e io, Dio e io, che vogliamo che ciò avvenga per gloria sua”.
Non ho forse detto Io: “Quando due saranno riuniti insieme a pregare, il Padre concederà loro il richiesto”? Ma che sarà quando Uno dei due è Gesù stesso? 

Allora il Padre darà la grazia richiesta con misura piena, scossa, abbondante. Perché il Figlio è potente sul Padre e tutte le cose sono fatte in nome del Figlio.»

Terza strofa
Camminando questa strada piango e sogno
son lacrime d’amore sogni d’altri tempi.
C’è un punto ancora fermo
ma lo rimuoverò.  Così farò.

Quarta strofa
Stringendomi nel cuore quella promessa
non ti deluderò. Fortemente t’amerò.
Se mi starai vicino
più forte e più sicuro io sarò.

Dopo quanto raccomandato dal Signore Gesù attraverso, Maria Valtorta, quanto abbiamo letto prima, non ci resta che avventurarci per la strada che Gesù stesso ha tracciato per ognuno di noi e non voltarci più indietro. C'è da faticare un pò ma ne vale "Il Paradiso". 

Lancio al ritornello

La vita mi sorriderà anche se c’è il buio.
Che gioia, che gioia mi dai, che gioia!...


Ritornello

Basta sorridere e sei già contento
sta cambiando colore il mio mondo
Basta sorridere e sei già contento
sta cambiando colore anche il tuo mondo.


"Basta sorridere"... ma per concludere...

Un sorriso non costa nulla e rende molto.
Arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
ma il suo ricordo è talora eterno.
Nessuno è così ricco da poterne fare a meno.
Nessuno è così povero da non poterlo dare.
Crea felicità in casa;
è sostegno negli affari;
è segno sensibile dell'amicizia profonda.
Un sorriso dà riposo alla stanchezza;
nello scoraggiamento rinnova il coraggio;
nella tristezza è consolazione;
d'ogni pena è naturale rimedio.
Ma è bene che non si può
comprare, né prestare, né rubare,
poiché esso ha valore solo nell'istante in cui si dona.
E se poi incontrerete talora chi non vi dona l'atteso sorriso, siate generosi e date il vostro;
perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso
come chi non sa darlo ad altri.

               Fr. Frederik W. Faber (1814-1863)

Ci son persone che vivono per il tuo sorriso e altre che rosicheranno quando capiranno di non essere riuscite a spegnerlo. (Roberto Benigni)

Vero...spero di essere tanto forte da resistere a tutti gli attacchi possibili, e così riuscire a non spegnere mai il sorriso del mio cuore e della mia anima.

 

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