domenica 18 dicembre 2016

Un cielo...

A qualche giorno da Natale, questa canzone cade proprio bene. "Un Cielo c'è" è un titolo ricavato dal ritornello che spiegherò dopo. L'arrangiamento è di Tony Bungaro e Jimmy Marchetti. Nel 1997 l'ho incisa e nel 1999 è entrata nel CD "Buonenuove".
La genesi di testo e musica è da raccontare. Nel 1996 stavo registrando le canzoni per il mio secondo lavoro che si chiamerà "Fatti per essere" e l'arrangiatore, Peppe Sasso, mi chiede di trovare le parole ad una sua composizione. Anche se non mi piace scrivere parole su musiche di altri mi prestai al gioco. Peppe voleva scrivere una canzone nuova per Natale. Ci lavorai per qualche settimana poi la registrammo. A me però la musica non mi soddisfaceva e così dopo qualche mese ne realizzai una che mi sembrava più consona. Con la nuova melodia volli inserirla nel progetto "Buonenuove". Mentre la registravamo, Tony Bungaro, cantautore ora affermato, che mi stava aiutando negli arrangiamenti del Cd che poi divenne BuoneNuove", mi propose di partecipare a un concorso canoro che avrebbe avuto in giuria il grande Mogol, paroliere di Lucio Battisti, ed altri autori che ora non ricordo, dunque un concorso importante che si svolgeva ad Ancona. Niki l'altro arrangiatore ed amico mi accompagnò in questa avventura. Restammo ospiti di una sua lontana zia a cui era morto da poco il marito e a cui celebrammo la Messa. Facemmo anche visita ad un'amica pomiglianese che da poco era andata a farsi suora di clausura a Montalto delle Marche presso le clarisse. Passammo anche di là e chiedemmo preghiere perché andasse bene questa esperienza al di là di tutto, per dare un messaggio di speranza.
Passammo il primo turno, il secondo, arrivammo alla finale. Ero cotto per davvero. Non vedevo l'ora di ritornare a casa. All'ultima serata ospite speciale c'era un ragazzo che a sanremo quell'anno era stato escluso dalle nuove proposte, ma che a me era piaciuto, Alex Britti. Tutto rasato con un codino al centro della testa. Quando lo salutai lo benedissi, augurandogli ogni bene.
Quando iniziarono le premiazioni della manifestazione, non ero al terzo posto, né al secondo...per cui dissi a Niki prendiamo le nostre cose e andiamocene. Mentre stavamo per uscire avvisano: primo classificato come miglior testo e migliore interpretazione, don Mimmo Iervolino con "Un Cielo c'è". Dovettimo ritornare indietro, posare le chitarre, ritogliere i cappotti perché eravamo sotto Natale era il 19 dicembre del 1997 e faceva un freddo cane, fuori c'era nevischio. Salimmo di nuovo sul palco per prenderci i premi: un milione di lire, un cesto enorme di doni e i complimenti di Mogol che ebbe a dire: "L'unica canzone coerente per testo, musica e interpretazione". A questo punto mi dicevo: "E' fatta, ora pioveranno proposte discografiche...". In realtà l'unica proposta venne dalle Suore Paoline: una cooproduzione al 50%. Meglio che niente. Qualche mese dopo, un discografico presentatomi da un amico sacerdote di Monopoli (BA) mi disse: "se facciamo un contratto poi ti devi dimenticare di essere prete". Insomma sembra che il mondo della musica leggera in Italia, non possa accettare che si faccia musica e si possa essere anche sacerdote di Santa Romana Chiesa. Inoltre, credo, di non aver vinto il pregiudizio secondo cui un prete può solo cantare canzoni per la Messa e non anche canzoni d'autore. Dopo centinaia di concerti ovunque, mi sento sempre dire: "ma canta come un cantante normale"... ma cosa vorrà dire? E cosa si aspettano invece le persone quando sentono dire che c'è un prete che canta?
Certo è che nonostante il premio di Mogol, e altri premi pure arrivatimi da sora Provvidenza, e dopo tantissime uscite televisive anche importanti, sono rimasto sconosciuto. Non mi spiego come con una mia stessa canzone, fa un video una persona qualunque e ottiene migliaia di cliccate, la posto io, solo poche centinaia... Ci sarà qualcosa? Qualcuno che ama farmi scomparire? "Risposta non ho o forse chi lo sà..."
Ritornando alla serata dell'Ankon Festival 1997, bisogna che vi racconti cosa ho saputo mentre ritiravo i premi. Il responsabile del locale che aveva organizzato la manifestazione, mentre mi da l'assegno di un milione di lire, mi dice che non era riuscito a pilotare la premiazione perché Mogol s'era impuntato su di me. Saranno state le preghiere delle suore di clausura che nel frattempo avevano pregato per me a non permettere l'ennesima corruzione e ingiustizia? Da allora ho apprezzato ancora di più Mogol.
Ascoltiamo adesso la canzone... il video è stato fatto da una nonnina di quasi ottanta anni a cui regalai il mio Cd tanto tempo fa...



Una piccola curiosità. Avevo messo un video di questa canzone, fatto da me sul mio canale youtube, ma youtube mi ha chiesto di toglierlo perché le canzoni hanno il copyright. Il Cd Bunenuove, dove è questa canzone è edito dalle Paoline, ma abbiamo fatto una cooproduzione, per cui la nonnina Ranieri, ha potuto pubblicare il suo video con la mia canzone e io invece l'ho dovuto togliere pur essendone il cooproduttore. Scherzi del destino...

Andiamo a commentare il testo
 
Prima strofa 

Quanta vita ancora c’è da far rivivere,
che grida dalle strade e dai telegiornali.
Sono l’aperitivo ed anche il digestivo del pranzo di Natale di questa civiltà.
Mi vien da digiunare e poi partire per andare ad asciugare
almeno qualche lacrima.

Amara constatazione, che ti fa rabbrividire. I telegiornali vanno in onda più o meno a orario di pranzo, e quando ci sono le guerre sembrano proprio fatti per farti passare l'appetito. Quando giungono poi le feste di Natale, quelle immagini dai vari fronti, ti demoralizzano, ti straziano il cuore, e non ci si riesce mai ad abituarvici. Eppure una assuefazione da violenza c'è. Almeno io non ne posso più. Oramai si sa che le guerre le programmano a tavolino i venditori di armi e, interi popoli inermi devono sottostare a logiche di interessi sovranazionali per fare piene le tasche delle lobby delle guerre. Le Nazioni Unite si vestono da pacieri, ma in realtà vanno a curare interessi di lobbisti senza scrupoli. Chi avrà ragione in un mondo dove si usa pure Dio per ammazzare? Si dimentica che nella Bibbia è scritto: "Nessuno tocchi Caino" (cfr. Gen 4, 15). Lo dimenticano, ebrei, cristiani e musulmani...
Nell'opulente natale consumistico della pseudo civiltà del XXI secolo, dopo che ce lo hanno svuotato di significato e di Dio, del Dio bambino umanatosi per noi, veniamo affogati in mille pubblicità di surrogati natalizi, dai panettoni al buonismo tout cour... Anche quando ti propongono di essere buono facendo una donazione, devi stare attento che dietro non ci siano dei senza Dio che ne approfittano per riempirsi le tasche... A volte mi grido dentro: "In che mondo sono capitato". 
Ed io ancora posso fare la differenza perché credo nel Dio-Amore, nel Dio di Gesù Cristo, e imparo ogni giorno a distinguere la luce dalle tenebre, ma chi invece non ha Dio come riferimento, quale confusione avrà nella testa? Quali punti di riferimento? Quale strada riuscirà a percorrere? E' scritto nel libro profetico di Geremia al cap. 17, 5-8:   
       
        «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,
        che pone nella carne il suo sostegno
        e dal Signore si allontana il suo cuore.
        Egli sarà come un tamerisco nella steppa,
        quando viene il bene non lo vede;
        dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
        in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
        Benedetto l'uomo che confida nel Signore
        e il Signore è sua fiducia.
        Egli è come un albero piantato lungo l'acqua,
        verso la corrente stende le radici;
        non teme quando viene il caldo,
        le sue foglie rimangono verdi;
        nell'anno della siccità non intristisce,
        non smette di produrre i suoi frutti».

Perché dunque, questa umanità arranca e fa sempre la stessa esperienza? Si allontana da Dio e trova la morte e non impara mai... dopo 2000 anni di cristianesimo ancora ci sono guerre per soddisfare le tasche dei senza Dio che vendono armi come se la storia non ci fosse stata e non avesse insegnato niente. Si constata sempre e la storia ce lo insegna, che senza Dio non potrà esserci vita, le nostre esistenze senza la VITA che è Dio, si spegnerebbero inesorabilmente. Chiamano progresso questa andata agli inferi. Abbiamo visto cosa ha prodotto il consumismo senza regole e senza scrupoli: un mondo inquinato e corrotto. E' triste ma è così. Dovremmo imparare dagli errori, ma sembra che non ne siamo capaci. Oramai il lieto fine sta solo nei film americani.

 Seconda strofa

Quanta storia ancora c’è da far cambiare rotta,
alla deriva troppo spesso tra le pubblicità.
Ogni giorno spacca il cuore una violenza nuova.
Caino ha gli occhi bassi non vuol guardare in alto.
E tutto si ripete ormai ma c’è chi l’ ha spezzata questa storia e si aprirà...

Si, la storia va raddrizzata, ma se non c'è riuscito il Dio che si è fatto uomo, Gesù di Nazaret, potremmo mai riuscirvici noi senza il suo aiuto? eppure non ci è dato di essere pessimisti. Dobbiamo credere che in fondo al tunnel c'è la Luce che ci aspetta, una Luce d'Amore che riscalda i cuori. Potessimo imparare dagl'infiniti conflitti, che non portano da nessuna parte, aborriremmo tutte le guerre e pregheremmo ogni Caino di alzare il proprio sguardo al Cielo, perché solo da lì può venire una Parola nuova, una Parola eterna che sana e che salva. C'è chi ha spezzato la storia di dolore in cui si era ficcata l'umanità col tranello del demonio. Il Cielo si è riaperto perché l'Amore è diventato visibile e ci ha tracciato una strada, l'unica strada per far ritorno a casa, la vera CASA.

Ritornello

Un Cielo c’è che ci ha amati e ci riama ed è per noi
che si è fatto tenero bambino, figlio dell’umanità.
E d’ora in poi tutte le storie che ci sfiorano
hanno un volto nuovo quello Suo.


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Dalla Santa Messa della notte di Natale

"E' apparsa la grazia di Cristo,
apportatrice di salvezza per tutti gli uomini".
(Tt 2, 11)
Dai "Discorsi" di Sant'Agostino Vescovo (Sermo 196, 3)


Dove ti trovi, Signore, per causa mia?


Il Signore Gesù volle essere uomo per noi. Non si pensi che sia stata poca la misericordia: la Sapienza stessa giace in terra! In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1,1). O cibo e pane degli angeli! Di te si nutrono gli angeli, di te si saziano senza stancarsi, di te vivono, di te sono come impregnati, di te sono beati. Dove ti trovi invece per causa mia? In un piccolo alloggio, avvolto in panni, adagiato in una mangiatoia. E per chi tutto questo? Colui che regola il corso delle stelle succhia da un seno di donna: nutre gli angeli, parla nel seno del Padre, tace nel grembo della madre. Ma parlerà quando sarà arrivato in età conveniente, ci annunzierà con pienezza la buona novella. Per noi soffrirà, per noi morirà, risorgerà mostrandoci un saggio del premio che ci aspetta, salirà in cielo alla presenza dei discepoli, ritornerà dal cielo per il giudizio. Colui che era adagiato nella mangiatoia è divenuto debole ma non ha perduto la sua potenza: assunse ciò che non era ma rimase ciò che era. Ecco, abbiamo davanti il Cristo bambino: cresciamo insieme con lui.

Dalla Messa di Natale del Signore

"E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi".
(Gv 1, 14)
Dai "Discorsi" di Sant'Agostino Vescovo (Sermo 188, 2,2-3,3)


Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio!


Quali lodi potremo dunque cantare all'amore di Dio, quali grazie potremo rendere? Ci ha amato tanto che per noi è nato nel tempo lui, per mezzo del quale è stato creato il tempo; nel mondo fu più piccolo di età di molti suoi servi, lui che è eternamente anteriore al mondo stesso; è diventato uomo, lui che ha fatto l'uomo; è stato formato da una madre che lui ha creato; è stato sorretto da mani che lui ha formato; ha succhiato da un seno che lui ha riempito; il Verbo senza il quale è muta l'umana eloquenza ha vagito nella mangiatoia, come bambino che non sa ancora parlare.
Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio: sappi accogliere l'insegnamento di tanta umiltà, anche in un maestro che ancora non parla. Tu una volta, nel paradiso terrestre, fosti così loquace da imporre il nome ad ogni essere vivente (Cf. Gn 2, 19-20); il tuo Creatore invece per te giaceva bambino in una mangiatoia e non chiamava per nome neanche sua madre. Tu in un vastissimo giardino ricco di alberi da frutta ti sei perduto perché non hai voluto obbedire; lui per obbedienza è venuto come creatura mortale in un angustissimo riparo, perché morendo ritrovasse te che eri morto. Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto (Cf. Gn 3); lui che era Dio volle diventare uomo per ritrovare colui che era morto. La superbia umana ti ha tanto schiacciato che poteva sollevarti soltanto l'umiltà divina.

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Terza Strofa

Quanto perdono c’è da offrire a piene mani,
che chiuda quelle buche e tutte le ferite.
Ogni giorno fredda il cuore un conflitto nuovo.
Dall’Africa al Giappone ogni guerra è non Amore.
Quanti popoli ci chiamano, richiamano quel volto di quel Dio: Amore.
 

Come Dio in Gesù ha espresso tutto il perdono di un Dio all'uomo peccatore così l'uomo per redimenrsi deve usare misericordia verso il suo prossimo. "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno" è l'esempio che Dio ci ha lasciati per poterne prendere esempio. Non è scritto nel Padre Nostro, "rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori"? Se Dio ci perdona, noi non possiamo non perdonare. Quel "come" significa che verremo perdonati sulla misura del nostro perdono. Se non perdoniamo non ci sarà perdono per noi. E' chiarissimo, non ci possono essere fraintendimenti. Ama di più chi perdona di più. Dio ama alla Dio e noi con l'aiuto di Dio dobbiamo imparare a perdonare. Perdonare significa dimenticare, non rivangare ad ogni occasione...
Le immagini di Aleppo di questi giorni sono insopportabili eppure sembra che le nazioni unite non possano nulla: perché? Questo grido di tanti innocenti sale a Dio e la civiltà dell'opulenza fa ben poco. Quanta colpa ho pure io nel rimanere sbigottito davanti a tanto orrore e nel non riuscire neanche a chiedere sufficientemente nella preghiera il dono della pace per questi popoli martoriati da tanta violenza. Che Dio ci perdoni e perdoni soprattutto queli che ci governano che permettono alle industrie delle armi di fare profitto a discapito di questi poveri malcapitati. Gesù ha detto: chi di spada ferisce, di spada perisce... noi italiani che esportiamo armi cosa dovremmo aspettarci?

dal Fatto quotidiano del 4 maggio 2016: "Nell’ultimo anno è triplicata la vendita di armi italiane all’estero e sono aumentate le forniture verso Paesi in guerra: in particolare quelle verso l’Arabia Saudita, condannata dall’Onu per crimini di guerra nel conflitto in Yemen e per la quale il Parlamento europeo ha chiesto un embargo sulla vendita di armamenti. Cresce anche l’intermediazione finanziaria delle principale banche italiane, Intesa e Unicredit, e tra i piccoli istituti coinvolti compare ancora Banca Etruria e una banca libica (...) Ma il dato politicamente più importante è il boom di vendite verso Paesi in guerra, in violazione, attraverso escamotage, della legge 185/1990 che vieta l’esportazione e il transito di armamenti verso Paesi in stato di conflitto e responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Un sotterfugio che un ex ministro della Difesa di nome Sergio Mattarella denunciò anni fa come “un grave svuotamento delle disposizioni contenute nella legge 185”: il governo può aggirare il divieto di forniture militari a un paese in guerra se con esso ha stipulato un accordo intergovernativo nel campo della difesa e dell’import-export dei sistemi d’arma. Il caso più grave riguarda le forniture belliche alle forze aeree del regime Saudita, che da oltre un anno conducono bombardamenti indiscriminati su città, scuole e ospedali in Yemen che finora hanno provocato almeno 2mila morti civili, per un quarto bambini. Crimini di guerra ripetutamente condannati dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che a febbraio hanno spinto il Parlamento europeo ha chiedere un embargo sulla vendita di armi a Riyad."

(fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/04/armi-triplica-vendita-del-made-in-italy-e-tra-gli-intermediari-spunta-banca-etruria/2692759/).

I cattolici cosa dovrebbero fare? Come minimo dovrebbero togliere i propri risparmi da quelle banche e spostarli verso chi non fa profitti con le armi e con altre schifezze del genere...

Ogni guerra e ogni contorno della guerra è "NON AMORE". Ci accorgiamo che l'Italia va a rotoli, ma mai andiamo a vedere le vere cause. Ci si allontana da Dio diventando dei Caino? Cosa dovremmo aspettarci da Dio un applauso? Si driblano politicamente le leggi orientate alla pace per permettere affari a banche e lobby che hanno come fine solo i profitti, senza pensare ai danni collaterali verso tanti innocenti... Insomma se vendiamo armi avremo sulla coscienza anche noi i morti innocenti, vittime di quelle armi.

Ernesto Olivero al Festival biblico svoltosi dal 19 al 29 maggio 2016 ha detto:

"Un mondo di pace è possibile? «Isaia ci dice che la pace arriverà quando le armi non saranno più costruite. Le armi uccidono cinque volte: primo quando sono finanziate tolgono soldi alla sanità e alla scuola, secondo tanti giovani con intelligenze enormi non possono dedicare le loro energie a studiare come combattere malattie inguaribili. Terzo quando sparano non scherzano. Quattro chiamano vendetta. Cinque: quando tornano a casa i soldati impazziscono». «Noi siamo il mondo: perché non costruiamo un mondo senza armi? Non è fanatismo, ma un discorso pragmatico. La pace deve entrare nella dimensione politica»". 

Quarta strofa

Quanta gente ancora c’è che aspetta te e me
al battito del tempo, agli angoli del mondo.
Dal freddo di una grotta al caldo di Calcutta
sei sempre Tu che aspetti questa civiltà.
Son tanti ormai a crederci che tutto si può fare insieme a Te (te): miracoli.


Vorrei tanto che fosse semplice, lavorare per la pace. Vorrei tanto che davvero un giorno l'umanità si svegliasse dal torpore creato da tanta violenza e finalmente diventasse adulta nella fede in Dio Amore. Intanto questa società multiculturale, multirazziale, tutta multi in ogni cosa, che in nome di una cultura laica permissiva in tutto, è diventata intollerante solo verso Gesù Cristo, chissà perché? Ma dove si è ritrovato Caino, senza Dio? Povera umanità che ancora arranca nel ritrovare la via, la luce, la salvezza. Eppure il Dio fatto uomo, ha desiderato comunicarci la sua divinità. Sembra che ci dicesse: "Vuoi davvero diventare Dio? Ok, ti insegno la VIA, la VERITA' e la VITA...", ma come sempre e forse in questo periodo storico di più, l'umanità che vuole redimersi da sola, finisce sempre per scavarsi un fosso per poi caderci dentro... ma il prossimo, forse, non avrà fondo e credo che non ci saranno neanche rimedi...


Ritornello

Un Cielo c’è che ci ha amati e ci riama ed è per noi
che si è fatto tenero bambino, figlio dell’umanità.
E d’ora in poi tutte le storie che ci sfiorano
hanno un volto nuovo quello Suo.


Di Chiara Lubich: Hanno sloggiato Gesù

S’avvicina Natale e le vie della città s’ammantano di luci.

Una fila interminabile di negozi, una ricchezza senza fine, ma esorbitante.
A sinistra della nostra macchina ecco una serie di vetrine che si fanno notare. Al di là del vetro nevica graziosamente:
illusione ottica.

Poi bambini e bambine su slitte trainate da renne e animaletti waltdisneyani.
E ancora slitte e babbo-Natale e cerbiatti, porcellini, lepri, rane burattine e nani rossi. Tutto si muove con garbo.

Ah! Ecco gli angioletti…
Macché!
Sono fatine, inventate di recente,
quali addobbi al paesaggio bianco.

Un bambino coi genitori si leva
sulle punte dei piedini e osserva, ammaliato.

Ma nel mio cuore l’incredulità e
poi quasi la ribellione: questo mondo ricco
si è “accalappiato” il Natale e tutto il suo contorno,
e hanno sloggiato Gesù!

Ama del Natale la poesia, l’ambiente,
l’amicizia che suscita, i regali che suggerisce,
le luci, le stelle, i canti.
Punta sul Natale per il guadagno migliore dell’anno.

Ma a Gesù non pensa.
“Non c’era posto per lui nell’albergo”…
Nemmeno a Natale.

Stanotte non ho dormito.
Questo pensiero mi ha tenuta sveglia.

Se rinascessi farei tante cose.
Se non avessi fondato l’Opera di Maria,
ne fonderei una che serve i Natali degli uomini sulla terra.
Stamperei le più belle cartoline del mondo.
Sfornerei statue e statuette coll’arte più pregiata.
Inciderei poesie, canzoni passate e presenti,
illustrerei libri per piccoli e adulti
su questo “mistero d’amore”,
stenderei canovacci per rappresentazioni e film.

Non so quel che farei…

“Venne fra i suoi e non lo ricevettero…”

Oggi ringrazio la Chiesa che ha salvato le immagini.

Quando sono stata, venticinque anni fa,
in una terra in cui dominava l’ateismo,
un sacerdote scolpiva statue d’angeli
per ricordare il Cielo alla gente. Oggi lo capisco di più.
Lo esige l’ateismo pratico
che ora invade il mondo dappertutto.

Certo che questo tenersi il Natale e
bandire invece il Neonato è
qualche cosa che addolora.


Che almeno in tutte le nostre case
si gridi Chi è nato, facendogli festa come non mai.


(Fonte: https://maik07.wordpress.com/2008/12/22/hanno-sloggiato-gesu-di-chiara-lubich/)

Tantissimi auguri...
Alla prossima canzone per dare e cantare Dio...


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