martedì 6 ottobre 2020

Amore immenso

Amore immenso è una canzone che si trova nella seconda parte del CD "Concerto a Maria". Infatti nella prima parte ci sono 12 canzoni dedicate a Maria, la Mamma Celeste, e nella seconda parte ci sono: Amore immenso, Se la tua vita, Somigliarti ancora e Brividi di agosto. Con queste voglio esprimere il mio grazie a Dio per la vita e la vocazione al Sacerdozio. Il CD è uscito in occasione dei miei 25 anni di sacerdozio.

Amore immenso è nata all'improvviso, senza preavviso, un dono Dio alla mi anima. In essa riconosco l'immenso amore di Dio per ognuno di noi. Tutto è partito dalla meditazione di brani tratti dagli scritti di Maria Valtorta sulla creazione: http://www.mariavaltorta.it/Creazione.html . Altro che evoluzionismo... Gesù spiega tantissime cose sulla creazione e dell'interconnessione di tutti gli astri e di come essi influiscono su quanto è sulla terra. All'improvviso mi è venuta un'immagine nella mente, che Dio abbia creato una stella per me in qualche sperduto posto dell'universo. Insomma intuivo che l'amore di Dio non si ferma a farci vivere, o sopravvivere, ma ci innesta in qualcosa di molto più ampio che ora ci sfugge ma che un giorno ci rivelerà. Tutto è stato creato per Amore, anche noi... l'umanità è l'unica creatura disobbediente di tutto l'Universo... 

Nel mio Universo sono pagine sterminate nelle quali l’occhio dell’uomo poteva, e Io avrei voluto così fosse, leggere soprannaturali insegnamenti e leggi di bellezza e bontà. Io l’ho creato, Io Dio Uno e Trino, quest’universo che vi circonda e in esso non ho messo del male per voi. Tutto nell’universo obbedisce ad una legge di amore verso Dio e verso l’ uomo. Ma voi, dal corso ordinato degli astri, dal succedersi delle stagioni, dal fruttificare del suolo, non imparate nulla. Nulla che serva a conquistare i Cieli. Unici che non obbedite, siete il disordine dell’Universo e il vostro disordine pagate con rovine continue, in cui perite come greggi impazzite che precipitano giù da un burrone in torrente mugghiante. (Dai Quaderni 13.10.43)

Ma ora ascoltiamo la canzone:


Un semplice giro di accordi e una melodia che non mi stanco di riascoltare... sarà che "ogni scarrafon è bell a mamma soja"? Certamente...

Ma ora andiamo al testo.

Amore immenso: Il titolo, è venuto dopo che la canzone era nata. Giocoforza direi. Il ritornello ripete tre volte il titolo e questo perché mi rivolgo a Dio Spirito Santo, a Dio Figlio, a Dio Padre... La Trinità Santissima: Amore illimitato, infinito, immenso.


Prima strofa

 

Rivedrò i tuoi occhi chiari di serenità,

nel giorno in cui una stella è nata solo per me,


nell’universo, dove tutto ha senso,

anche una lacrima, una goccia di rugiada, posata su una rosa, 


un filo d’erba, un cuore d’uomo, che diventa angelo,

se si apre al Cielo, come un fiore.


Quando chiuderemo gli occhi di qua e li riapriremo davanti a Dio Amore, ci accorgeremo di essere a casa. La memoria ci verrà ristabilita e così la verità su di noi. Creati nell'eternità e poi innestati nel tempo, e a causa del peccato originale smemorizzati di Dio, scopriremo con quanta fatica abbiamo cercato l'unica cosa necessaria: Dio. Ora che gli staremo davanti capiamo che eravamo stati creati per il Cielo e per dar gloria all'unico che la meritava: Dio. Essendo il nostro creatore, Padre, cosa può volere per noi se non il Bene? Eppure quel peccato dei nostri progenitori, ci ha fatto navigare sulla terra come naufraghi in cerca di terra ferma, in cerca di Pace, in cerca di cosa poteva soddisfare l'ancestrale anelito a qualcosa, o meglio verso Qualcuno, di molto alto: Dio.


  • Castigo. Non sproporzionato ma giusto.
    Per capirlo bisogna considerare la perfezione di Adamo ed Eva. Considerando quel vertice, si può misurare la grandezza della caduta in quell’abisso. (….)
    Le conseguenze del peccato d’origine sono state riparate dal Cristo, per quanto è la Grazia. Ma la debolezza della lesione alla perfezione originale rimane. E questa debolezza è costituita dai fomiti, simili a germi infettivi rimasti nell’uomo in latenza, ma sempre pronti ad entrare in potenza e soverchiare la creatura.
    Dio non violentò il libero arbitrio dell’uomo, mentre l’uomo violentò i diritti di Dio. Né prima, né dopo la colpa, Dio violentò la libertà d’azione dell’uomo. Lo sottopose alla prova. Non ignorava, essendo Dio, che l’uomo non l’avrebbe superata. Ma era giusto che lo sottoponesse per confermarlo in grazia, come aveva, per lo stesso fine, sottoposto alla prova gli angeli, e confermato in grazia quelli che avevano vinto la prova. E sottoponendolo alla prova, lo lasciò libero di agire rispetto ad essa.  Rm 139-140 - 28.5.48 
  • Dio rispettò la volontà umana. L’uomo perseverò nel suo stato di rivolta verso il suo divino Benefattore. Superbamente uscì dall’Eden dopo aver mentito – perché ormai il suo congiungimento con la Menzogna era avvenuto – ed aver addotto povere scuse al suo peccato, mentre che l’essersi fatto cinture di foglie testimoniava che, non perché erano nudi e di apparir tali a Colui che li aveva creati e conservati vestiti solo di grazia e innocenza si vergognavano, ma perché erano colpevoli, avevano paura di comparire davanti a Dio.
    Castigo giusto, dunque. Privazione di quanto spontaneamente l’uomo aveva spregiato: la Grazia, l’integrità, l’immortalità, l'immunità, la scienza. E perciò la perdita della paterna carità di Dio, del suo aiuto possente; e perciò la debolezza dell’anima ferita, la febbre della carne svegliata, delirante e soverchiante la ragione; e perciò la paura di Dio, la perdita dell’Eden dove senza fatica e dolore era la vita; e perciò la fatica, la morte, la soggezione della donna all’uomo, l’inimicizia tra uomo e uomo, tra i figli di un seno, il delitto, l’abuso, tutti i mali che tormentano l’umanità, la paura di morire e del giudizio, il tormento d'aver provocato il dolore e di trasmetterlo a quelli più amati, in un con la vita. Rm 140-141 - 28.5.48
  • Provvidenza anche questo cadere dell’Umanità, questo suo mordere il fango per ricordarsi che è fango animato da Dio, per se stessa soltanto fango; per volontà di Dio, spirito in un fango, a santificarlo, a dargli l’impronta, la somiglianza con l’Inconosciuto, col Perfetto, con lo Spirito, con l’Eterno. Provvidenza questo cadere all’inizio del suo giorno, per avere un lungo espiare e poter risalire tutta la via, tornare al Cielo dall’abisso, tornarvi con la buona volontà, con l’aiuto del Salvatore, con la battaglia contro la tentazione, con la fortezza che spezza le catene della concupiscenza, con la Fede, la Speranza, la Carità, con l’Umiltà santa e la santa Ubbidienza, per giungere a essere meritatamente gloriosi e liberi della libertà gloriosa dei figli di Dio. Az.204 - 7.7.46

(fonte: http://www.mariavaltorta.it/Peccato%20di%20Adamo.html) Il peccato di Adamo ed Eva fanno tremare la stessa Creazione che Dio aveva creato per Amore e per l'uomo, ma che dopo la caduta gli si ribella e "attende tra le doglie del parto, la rivelazione dei figli di Dio" (Rm 8, 19-23).


  • Non v'è bisogno di poderose opere di scienza per giungere a credere. Il più bel libro è l’universo che ho creato dal nulla e senza aiuto di uomo. Sappiate leggere in esso il nome di Dio e guardando l’immensità del firmamento, cominciate a capire l’immensità mia, guardando il moto degli astri, cominciate a capire la mia potenza.
    Atomi di polvere sul granello rotante negli spazi che chiamate Terra – un pulviscolo portato dal soffio di Dio e che passa veloce presso altri infiniti pulviscoli ad esso simili – non vi sentite stritolare la vostra superbia se contemplate il firmamento oltre il quali Io sono? Effimere che durate lo spazio di un attimo d’eternità, non cominciate a comprendere la mia Eternità la cui durata è baratro senza fondo in cui sprofondano i millenni e sono pulsazioni del mio ardore? 23.11.43

  • Pensate che Dio, dal nulla ha fatto l’Universo, e da millenni lancia i pianeti negli spazi e ne regola il percorso, pensate che contiene le acque sui lidi e senza barriere d’argini, pensate che dal fango ha fatto quell’organismo che voi siete, pensate che in esso organismo un seme e poche gocce di sangue che si mescolano, creano un nuovo uomo, il quale nel formarsi è in rapporto con fasi astrali, lontane migliaia di chilometri, ma che pure non sono assenti nell'opera di formazione di un essere, così come regolano, coi loro eteri e i loro sorgere e tramontare sui vostri cieli, il germinare delle biade ed il fiorire degli alberi; pensate che nel suo potere sapiente ha dotato i fiori dotati di organi atti a fecondare altri fiori ai quali fanno da pronubi i venti e gli insetti. Pensate che non vi è nulla che non sia stato creato da Dio, così perfettamente creato, dal sole al protozoo, e che voi a tale perfezione non potete nulla aggiungere. Pensate che la sua sapienza ha ordinato, dal sole al protozoo, tutte le leggi per vivere, e convincetevi che nulla è impossibile a Dio, il quale può disporre a suo agio di tutte le forze del cosmo, aumentarle, arrestarle, renderle più veloci, sol che il suo Pensiero lo pensi. 31/12/43

Dunque tutto è stato creato per Amore e per l'uomo. Dunque tutto è ordinato e finalizzato all'AMORE. Amore significa relazione e dunque la creazione non è avulsa da noi, ma è in relazione con l'umanità. Ecco allora che tutto ha senso nell'universo, anche "una goccia di rugiada". Ma l'umanità di oggi sporcata dal peccato vive senza questa relazione d'amore con la creazione. Sfrutta, dilapida, soggioga, sporca, e pretende di rimanere pulita e sana in un mondo dove ha sporcato tutto e dilapidato tutto... Mamma mia che sterzata dovrebbe fare l'umanità per riprendersi dalle seduzioni del Maligno. Siamo stati come neutralizzati dal "fetente", che oramai ci ha quasi tutti imburattinati. Poveri quelli che non si aprono alla LUCE.

Nella canzone dico all'inizio "...nel giorno in cui una stella nata solo per me". Mi piace pensare che mentre nascevo alla vita e Dio creava la mia anima infondendola nei cromosomi di mia madre e mio padre, che nel frattempo s'erano incontrati, e in qualche parte dell'universo Dio creava anche una stella per me come a bilanciare l'atto creativo dei miei genitori, con un dono proporzionato all'immensità di Dio. Veramente ne scopriremo di misteri una volta ritornati in "Patria", la vera "Patria": il Cielo.

Seconda strofa

 

Rivedrò, i tuoi occhi belli, la tua Luce immensa,

che s’infonde e si diffonde, dove c’è chi s’apre.


E subito vi è vita, amore e pace.

Chi potrà mai dire abbastanza, che sei Amore, Luce creante.


E se ognuno torna in sé, lo scoprirà quanto amore è nel dono di sé,

nel Dio che s'è svenato, perché Egli è AMORE…


Immenso, immenso, immensoooooo…


Che attimo d'infinito amore sarà l'incontro col nostro Creatore! Scopriremo che quella non è la prima volta che abbiamo visto i suoi occhi, ma la seconda. Quando l'anima viene creata, sa riconoscere il suo creatore e sa amarlo già d'amore infinito. Poi accetta la missione e con l'angelo custode scende sulla terra dove un uomo e una donna stanno per diventare papà e mamma. Ma poi il peccato originale, ossia la colpa per la quale i due nostri progenitori (Adamo ed Eva) si giocarono la grazia di Dio e tutti i doni connessi, smemora della bellezza di Dio, del suo amore, e tutto diventa salita, fatica, e se hai la fortuna di incontrare "La VIA, La VERITA', LA VITA (Gesù), allora trovi la strada per uscire dal fango della storia e risalire le vette dello Spirito... ma occorre tanta fatica e tanta abnegazione... 


Tre volte immenso è l'amore di Dio che ci avvolgerà e ci guiderà alla verità tutta intera, all'amore pieno, a ciò che veramente appaga i figli di Dio.


Terza strofa


Mi rivedrò, nei tuoi occhi veri.

Mi svelerai d’essere amore come Te, insieme a chi ti ama.       

    

Sarò così, come tu mi vuoi,

tutto luce, tutto amore, come Te, mio grande e TRINO AMORE.


E se ognuno torna a Te lo risaprà, perché siamo costati sangue e lacrime,

costati sangue e lacrime,  perché Tu sei AMORE…


Immenso, immenso, immensoooooo…

  • La creazione attende di conoscere i figli di Dio per distinguerli dai figli del peccato. Quando lo conoscerà?  Quando, il tempo essendo finito, saranno passati nella grande rassegna tutti gli uomini e separati, secondo giustizia, i figli di Dio dai figli del peccato.
    Per ora è un lavoro continuo, incessante, per giungere a questa rivelazione. Ogni creatura lo deve compiere in se stessa e l’unione di tutte le creature e la conoscenza del lavoro di ognuno, darà la rivelazione dei figli di Dio da distinguersi da quelli che non vollero esserlo.
    Quando tutte le vite saranno riunite nella risurrezione finale, si comporrà il gran quadro della storia dell’umanità, di questo lato della creazione, il più eletto, e, per essere il più eletto, il più insidiato dall’Avversario che nei progenitori assoggettò tutta l’umanità alla vanità, con la permissione di Dio, per provare i suoi figli e poterli premiare con moltiplicati meriti per la loro santità, conseguita con sforzo proprio e non con dono gratuito di Dio. Az.203 - 7.7.46
  • (Fonte: http://www.mariavaltorta.it/Creazione.html) 

Da "L'Evangelo come mi è stato rivelato"

  • Una sfida è corsa da secoli fra l’Eterno e Satana. Satana inorgoglito dalla prima vittoria sull’uomo, ha detto a Dio:  “I tuoi creati saranno per sempre miei. Nulla neppure il castigo, neppure la Legge che vuoi dare loro, li farà capaci di guadagnarsi il Cielo, e questa tua dimora da cui mi hai cacciato, cacciato me, l’unico intelligente fra i tuoi creati, ti rimarrà vuota, inutile, triste come tutte le cose inutili”.  E l’eterno rispose al Maledetto: “ Questo ancora potrai sinché il tuo veleno è solo a regnare nell’uomo. Ma Io manderò il mio Verbo e la sua parola neutralizzerà il tuo veleno, sanerà i cuori, li guarirà dalla demenza di cui li hai insatanassati, ed essi torneranno a Me. Come pecore che sviate ritrovano il pastore, essi torneranno al mio Ovile, e il Cielo sarà popolato. Per essi l’ho fatto. E tu digrignerai i tuoi orridi denti per rabbia impotente, là nel tuo orrido regno, prigione e maledetto, e su te verrà ribaltata dagli angeli la pietra di Dio, e sigillata e tenebre e odio saranno teco e coi tuoi, mentre luce e amore, canto e beatitudine, libertà infinita, eterna, sublime, sarà dei miei”. E Mammona con risata di scherno ha giurato: “E sulla mia Geenna io giuro che quando sarà l’ora io verrò. Sarò onnipresente presso gli evangelizzati e vedremo se io o tu  saremo vincitori”.
    Si, che Satana v'insidia per vagliarvi. Ed Io pure vi circuisco per vagliarvi. I contendenti sono due: Io e lui. Voi nel mezzo. Il duello dell’Amore con l’Odio, della Sapienza con l’Ignoranza, della  Bontà col Male, è su voi e intorno a voi. A stornare i colpi malvagi su voi, Io basto. Mi frappongo fra l’arma satanica e il vostro essere e accetto d'esser ferito in vostra vece perché vi amo. Ma i colpi all’interno di voi, voi li dovete stornare con la vostra volontà, correndo verso di Me, mettendovi nella mia via che è Verità e Vita. Chi non è voglioso di Cielo, non avrà il Cielo. Chi non è atto a esser discepolo  del Cristo, sarà pula leggera che il vento del mondo seco trasporta. Chi è nemico del Cristo, è seme nocivo che rinascerà nel regno satanico.
    Insinuazioni come minacce, derisioni come calunnie, tutto userà il nemico per strappare anime al Cristo e farsene preda .Ma chi persevererà, sarà salvo.
    Chi ha più amore alla vita e al benessere, che alla salute eterna,è libero di andare, di lasciarmi, di occuparsi della piccola vita e del transitorio benessere.  96.2

    Dai quaderni

    Io verrò, per tutti, un giorno. L’ultimo. Ma solo coloro la cui anima sarà stata purificata in vita dall’amore, potranno sostenere, senza precipitare nell’abisso, il mio Volto, il mio Sguardo, la mia Voce il cui tuono farà sconvolgere i firmamenti e tremare gli abissi. 24.6.43


    I pochi anni su questa terra passano presto, si dileguano, avverrà quanto è stato predetto da Gesù. Attendiamo questa pienezza, non senza trepidazione. Qui ancora in via e non ancora in visione, si cerca di percorrere i sentieri da Lui tracciati. Donaci Signore di non smarrirci mai... e di non cadere nelle insidie tramate dal nemico. 

lunedì 11 novembre 2019

Brividi di agosto

Avevo compiuto da poco diciotto anni e guardavo al futuro con ottimismo, anche se non avevo niente di ottimo davanti a me. Avrei dovuto affrontare di lì a poco l'esame di maturità e dopo il diploma di perito elettrotecnico, ci sarebbe stato il nulla, tabula rasa, nessun progetto, nessuna strada da prendere. Tutto da inventare. Mio padre mi chiedeva: "Allora cosa vuoi fare?". Questa domanda mi innervosiva ogni volta che la ascoltavo. Tutti i miei amici sapevano benissimo cosa dovevano fare, io no, mi dovevo inventare qualcosa. Certamente non mi vedevo a fare il sarto, il mestiere di mio padre, anche se col senno di poi, mi sono perso un bel treno. Ma mio padre non ci aveva neanche provato ad insegnarci il mestiere e così ognuno di noi figli prendeva il volo da qualche parte. Il primo fratello mio a undici anni stava già in un'officina meccanica ed era patito per i motori; il secondo da una fabbrica di botti per il vino a poliziotto; la terza e la quarta sorella in fabbrica a cucire pantaloni; io dovevo scegliere... ma cosa? Scrivere canzoi mi piaceva parecchio e avrei voluto fare quello come mestiere, ma si sa che "uno su mille ce la fa"... Partecipai ad un concorso di canzoni organizato da un paesano e lo vinsi, sembrava quella la strada, ma quando mi iscrissi alle selezioni per Sanremo, dopo il provino mi dissero, bella la canzone ma... Mio fratello il poliziotto, che conosceva bene Roma mi portò a fare il provino e al ritorno demmo un passaggio ad un altro ragazzo di Bagnoli che pure scriveva canzoni e per lui la vita già era segnata da un grande dolore, il padre gravemente ammalato.

Brividi di agosto dunque, una canzone che posso definire, la prima canzone che non ho cestinato e che è rimasta lì in attesa che qualcosa cambiasse, che qualche coincidenza o dio-incidenza arrivasse per far cambiare una vita che si preannunciava già come al solito, amara, dura e senza troppe pretese.

Ascoltiamola.



Ricordo ancora l'attimo che mi ha impresso l'emozione da cui è scaturita la canzone. Ero in vacanza alla casa al mare del primo fratello mio, era un pomeriggio, aveva piovuto per cui non si poteva andare al mare. Come al solito avevo la mia chitarra e i miei spartiti e si cantava a squarciagola "Strada facendo" di Baglioni che era primo in classifica. Avevo anche imparato a cantare Yesterday dei Beatles ed altre canzoni... Guardavo la pioggia fuori, un temporale ristoratore che faceva prima rinfrescare e poi riaccendeva l'aria. Proprio mentre le nuvole si sfogavano tra lampi e tuoni, mi sale alla mente la prima frase: "Pomeriggio di pioggia e brividi di agosto...". La scrissi non so in quanti giorni o in quante ore e poi la tenni lì forse per mesi, anni, finché un giorno cominciai a canticchiarla mentre aspettavamo gli altri del gruppo per le prove (allora ci chiamavamo i Suddance). Il batterista, rimase meravigliato e mi chiese: "ma l'hai scritta tu veramente?" Chiamò la mamma perché la ascoltasse anche lei rimase bene impressionata, poi arrivò anche il pianista che cominciò a suonarla. Con l'arrivo del chitarrista finimmo per inventarci un arrangiamento alla buona e da quel momento diventò il nostro cavallo di battaglia.
"Brividi di agosto", brividi di un giovane che lasciava l'adolescenza per addentrarsi nell'età dove si cominciano a fare scelte che poi pesano per la vita e dove finisci per lasciare nei cassetti, sogni cullati e curati.
Conoscemmo un personaggio che sapeva imbrogliare bene e ci imbrogliò qualche soldino, promettendoci mari e monti... ci credemmo per poco, menomale... Da quella esperienza cominciai a stare coi piedi per terra e a cercare l'Unico che può donarci grandi orizzonti e far sognare alla grande: Dio.

"Brividi di agosto" dunque, il primo titolo della colonna sonora della vita mia. Il sottofondo dei primi anni da maggiorenne, delle uscite a fare tardi con gli amici, le prime uscite con la macchina di mia sorella, con la patente appena "conquistata".

Ma adesso entriamo come al solito nel testo.

"Brividi di agosto" il titolo
E chi dice che ad agosto non si possano avere dei brividi? Magari non saranno brividi per il freddo... Infatti, non mi riferivo ad un abbassamento di temperatura, ma ad un'emozione, provata in seguito ad una profonda riflessione. Con la chitarra tra le mani e la voglia di comunicare quanto hai dentro, stai lì a sognare, ma anche a parare i colpi della vita. L'esame di maturità era alle porte, ancora un altro anno, e poi bisognava decidere cosa fare da grande. Il meccanico con mio fratello Salvatore? Tentare di entrare in polizia come mio fratello Pasquale? Diventare cantante? O magari un semplice operaio di una fabbrica di periferia. Quando pensavo al futuro mi mancava il terreno sotto ai piedi, ma a 18 anni non pensavo in alcun modo di diventare sacerdote... Per questo ci sono "mille idee nuove e un'emozione più bella"...che non si può descrivere... È come affacciarsi su un baratro e averne paura. Il futuro lo puoi progettare, ma non lo puoi conoscere... col senno di poi....la mia vita ha avuto una svolta impensabile e imprevedibile proprio con l'incontro con l'AMORE, ossia Dio.

Prima strofa

Pomeriggio di pioggia 
e brividi di agosto.
Mille idee nuove 
e un’emozione più bella,
che non ha descrizione, 
ce l’ho ancora nel cuore.
Non mi riesce a parlare
da diverse settimane.
Proverò con l’amore
a buttar giù queste parole.
Proverò a sognare 
senza lacrime più amare.
Proverò cantando
e il buon umore tornerà.

E quando fai entrare l'Oltre, l'Altro, Dio, la Vita s'impenna, diventa una bella e forte avventura. Ma Gesù non promette la luna... anzi: "Chi vuol venire dietro a me prenda la sua croce e mi segua", anche se "Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi...". Insomma gioie e dolori e così è stato. Dunque a diciotto anni, sentivo un vuoto esagerato incolmabile dalle cose che la vita offriva o faceva sognare. Qualcosa di più bello e di più grande ci doveva essere, l' "Immenso", mi ha cercato, trovato, chiamato. Mai pago di essere arrivato da qualche parte, scopro sempre nuovi orizzonti da raggiungere, da colorare, con la Sua Presenza."Proverò cantando e il buon umore tornerà"... Si "E nei sogni di bambino, la chitarra era una spada e chi non ci credeva era un pirata"... Veramente sognavo ad occhi aperti immaginandomi su chissà quale palco e con chissà quali fans ... Volevo proprio diventare un cantante... Anche se sono venute fuori tante canzoni e anche tanti CD, questa strada non si è mai aperta come avrei voluto io. Sarà che coi tempi che corrono, la Christian Music è piuttosto avversata che aiutata, e poi un prete che canta a chi lo vai a raccontare? Fra poco vorranno solo ucciderci, per non sentire più di scandali e di robacce varie e come al solito pagherà il povero Cristo di turno. "Hanno trattato così il legno verde cosa faranno del legno secco?". Le mie canzoni così sono perle dell'anima mia, che vengono fuori tante volte anche inconsapevolmente. Sono una esternazione di quanto provo dentro, nell'intimo, nell'anima. Sono lo specchio del mio io interiore, sono la verità di me, che si dice in canzone. E così in questo continuo tirar fuori l'interiorità, in questo continuo esodo dell'io all'IO, si dipanano mete, speranze, per arrivi oltre il pensabile e il desiderabile. "Son io e non son io" dico in un'altra canzone ("Al di là c'è da vivere ancora" nel CD "Vegliando le stelle"). "...e il buon umore tornerà..." Non sono mai stato musone, mi piace scherzare ma senza esagerare. Infatti, non prendo mai in giro nessuno, e non mi piace scherzare sui difetti degli altri. Anche perché ne ho così tanti che perderei qualsiasi partita, semmai si giocasse a prendersi in giro. Allora evito. Ma il buon umore torna, quando ho una melodia per una nuova canzone, lì sento una gioia indescrivibile... sento che ricevo molto da Dio in quell'attimo creativo. Sento che la nuova creazione mi possiede finché non la possiedo e quando è tutta fuori, sento che non è più mia, ma di tutti. Che bella alchimia è un atto creativo!

Seconda strofa
Vecchio tramonto
tra nuvole speciali
e pochi alberi
tra la civiltà.
Che paesaggio!
Sembra quasi una cartolina
guastata da un corvo
che vola basso.
Proverò a parlare
facendomi ascoltare.
Proverò a dimenticare
tutte le cose sbagliate.
Proverò ad inventare 
un’altra canzone.

"Un'altra canzone". Oh come sono brutti i periodi di astinenza. Sembra che non si abbia più un motivo per vivere. Tutto si ripete uguale, mentre con una canzone nuova, la routine si rompe per far irrompere nel già dato, un'altra goccia di Cielo. Sì, perché le canzoni sono un irrompere del sovrannaturale, sono ispirate e dunque vengono da Dio, almeno le mie che vogliono solo parlare di Dio. Non oso pensare da chi vengono ispirati i rapper vari che esplicitamente scelgono di stare dalla parte del nemico...(http://www.centrosangiorgio.com/rock_satanico/articoli/pagine_articoli/fedez_l_arte_di_accontentare_massoni_satanisti_e_anticlericali.htm)
Certamente qualcuno mi dirà: "Ma sei così sicuro di essere ispirato da Dio?". Cerco di vivere solo per Dio, e cerco di pensare e fare solo quello che vuole Dio... credo dunque che le canzoni nascendo dalla mia vita, debbano in qualche modo riflettere da quello che vivo e da chi per cui vivo.

Terza strofa

Quella luna sbiadita
e tante stelle ad oriente
stanno lì a guardare
questi pochi amici
e questi giorni di crisi 
ed io resto impietrito.
Chissà poi perché
me la prendo tanto
quando ho voglia di stare solo.
Proverò a capirmi 
se qualcuno mi capirà.
Proverò a cambiare
se qualcuno mi aiuterà.

Quando si vuole veramente qualcosa, si guarda il Cielo e al Cielo si chiede. Guardi in alto e vedi la luna, le stelle, l'ignoto... le sicurezze svaniscono, svanisce l'orgoglio di esserci e di essere qualcosa, qualcuno... si ha bisogno di crescere nella comprensione di sé allora si cerca in giro chi può aiutarti... Mamma mia che fortuna o meglio che PROVVIDENZA, la vocazione, l'entrata in seminario, la bella persona che è stata per me, ancora oggi, il mio animatore di seminario, don Maurizio Pepe. Anche lui sempre alla ricerca di come migliorarsi, andare avanti... e propose anche a me una scuola di psicopedagogia, per ritrovarsi, scrivere i puntini sulle "ì" ancora incomplete... Ancora dico grazie per quelle ore di ricerca del sé per cercare di situarlo sempre più nella realtà. Un cammino in avanti verso la maturità umana e spirituale, mai conclusasi. Infatti, ancora mi cerco, ancora rimango basito davanti a certe scoperte interiori, che trova solo chi si mette a cercare con fatica, accettando vittorie e sconfitte della vita, dell'esistenza...

Qualcuno si chiederà: ora sei arrivato da qualche parte? No cari i miei lettori. Non sono arrivato da nessuna parte se non nella comprensione d'essere un "io" felice di aver capito che riversarlo nell' Io di Dio è tutto il nostro cammino. Dall'io a Dio. Tutto qui e più mi ci riverso più sento una libertà crescente che mi stacca dal tempo verso qualcosa che immagino ma che non so ancora come potrà essere. "Proverò a capirmi se qualcuno mi capirà... proverò a cambiare se qualcuno mi aiuterà".

Che grandi doni ho ricevuto, posso dire solo grazie a don Maurizio, all'allora padre rettore: Mons. Filippo Luciani, al Movimento dei Focolari, alla spiritualità di Chiara Lubich e dunque a Chiara Lubich, ai confratelli sacerdoti coi quali ho condiviso tutta la mia vita sacerdotale: don Peppino, don Virgilio e tanti altri... Gesù davvero mi ha voluto bene, facendomi conoscere persone così lungimiranti, così aperte alle novità di Dio e non solo...

Sono partito dalla mia casa paterna che ero chiuso come dentro a un guscio duro da stanare, ed eccomi qua smussato dalla Provvidenza attraverso tanti volti, tanti cuori, che col loro amore fraterno, mi hanno aiutato a venir fuori, a darmi fiducia... ma ho ancora da lavorare, da levigare, da imparare a consegnare a Dio, quanto mi rimane. Signore mio tu sai se ti amo, ma se non è abbastanza vedi tu come allargare il mio cuore per una donazione che non lesini neanche uno iota della tua Parola...

mercoledì 14 agosto 2019

Bella più Bella

L’ho scritta tanti anni fa se non ricordo male, intorno al 2002. La canzone piacque a Niki il mio arrangiatore e volle inserirla nel suo unico CD che lui si è prodotto: Cento passi più del tempo.
In seguito nel 2014 decido di inserirla nel CD “In fondo all’anima” dopo aver concordato con Niki alcune modifiche.

Ascoltiamo la canzone.




Bella più bella. Il titolo. 

Così scriveva Tomislav Vlasic:

“Un mese fa la Madonna è apparsa alla piccola Jelena che le ha chiesto: « Madonna mia, perché sei così bella? ». E la risposta è stata: «Io sono bella perché amo. Se volete diventare belli, amate e non avrete tanto bisogno dello specchio ». Allora la Madonna parla al livello della bambina. 
Io dico: guardate, abbiamo tutti una chance per diventare belli nella nostra vita se c'è amore. E questa è la più grande chance o la più grande critica per tutti noi. Se la Madonna dice: «Voi non sapete ancora amare», questa deve essere per noi proprio la cosa che ci scuote. E tutti i problemi nel mondo e nella vita vengono perché non sappiamo amare, non perché non abbiamo tanti soldi quanti ne abbiamo bisogno o altre cose. I problemi vengono quando non si ama. L'amore è un'altra parola per la conversione. Nessuno può dire « io mi sono convertito ieri». La conversione è un processo e nessuno può dire «io ho amato ieri». Un bambino non si interessa di ieri, vuole essere amato oggi dalla madre. Così se la Madonna ci invita alla preghiera, al digiuno, all'amore, è una cosa molto importante.
(p Tomislav vlasic - 22 marzo 1985)

Prima strofa
Quante parole non ho
Per dirti quello che vorrei.
Quale mistero tu sei?
Chiaro negli occhi suoi,
velato in quelli miei... vorrei.

"Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?"(Mt 12,48)
“È molto difficile, a mio avviso, cogliere l'abisso di bellezza della Vergine Madre perché siamo, rispetto a lei, piccoli, come il bimbo nel seno della madre: non può ancora vedere il suo volto, solo più tardi lo vedrà e spesso, soltanto da adulto, scoprirà l'importanza di quella presenza nella sua vita. Maria è grande proprio nel suo scomparire, nel suo "non esserci" per amore, solo lo Spirito Santo può darci di comprendere qualcosa di lei e qual è la sua funzione nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa.

Più che parlare di Maria, bisognerebbe cantarla: i poeti le hanno dedicato dei versi, gli artisti hanno realizzato delle opere bellissime, come la Pietà di Michelangelo. Molti sono i modi di onorare la Madonna, basti pensare alle varie feste liturgiche a lei dedicate o ai numerosi santuari mariani, disseminati in tutto il mondo.

Maria è un mistero, che non potremo mai conoscere a fondo, non dico mistero nel senso di qualcosa che non si può capire: il mistero non è incomprensibile, è inesauribile, per quanto si faccia non si riuscirà mai a coglierlo appieno.”

Seconda strofa
Quante parole non ho
per darti quello che c’è in me.
Quale mistero d’amore tu sei?
Chiaro negli occhi suoi,
velato in quelli miei... vorrei e saprei...

“ Amare nell'attimo presente è vivere in comunione con Maria, che è la donna d'amore; fare la volontà di Dio è amare perché Dio è Amore e tutto il Vangelo è il Vangelo dell'Amore. Alla fine della vita saremo giudicati sull'amore; basti pensare alla pagina evangelica sul giudizio finale, quando gli eletti si sentiranno dire: "Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?" (Mt 25,34-37). Il brano evangelico si conclude con la grande risposta di Gesù: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40). Gesù non dice: "…è come se l'aveste fatto a me", ma "…l'avete fatto a me", ciò significa che qualunque cosa facciamo al nostro prossimo, al fratello, alla sorella, la facciamo a Gesù nel prossimo. Alla fine della vita saremo giudicati soltanto sull'amore. Qualunque persona incontriamo è Gesù, non ci resta che amare, amare ogni momento Dio e amare il prossimo, perché in lui c'è Gesù, e questo nell'attimo presente; né possiamo amare genericamente, ma una realtà per volta, una persona per volta, interamente; anche le mamme, quando hanno un parto gemellare, generano un figlio per volta. L'amore è sempre personale, e si esprime nel presente: se non amiamo nel presente, non amiamo.
Per accogliere in noi il mistero di Maria, per vivere in comunione con lei la sua stessa vita, lasciamola libera di situarsi al centro della nostra anima e di insegnarci ad amare, ad aprirci ogni momento alla Parola di Dio, meditandola nel nostro cuore, come faceva lei, e mettendola poi in pratica soprattutto amando i fratelli e le sorelle che incontriamo nell'attimo presente, facendo quello che dobbiamo fare nell'amore: tutto è amore e dono di Dio.”

(Fonte: http://www.suorebellamore.it/it/scritti-spirituali/parole-da-vivere/28-archivio-pl/144-febbraio-2013?tmpl=component&print=1&page= )


Ritornello
 ...dirti che sei bella, più bella, perché ami.
Saperti esistere per me è poter vivere.
Dirti che sei bella, più bella perché credi.
Il Cielo in te s’è fatto vita anche per me.
Ora so che se ci sei,
son bello anch’io, in te.

“Nel silenzio della chiesa, ancora una volta, si dischiude una luce di Cielo. È Chiara stessa a raccontarlo, nella lettera del 19 luglio 1949 indirizzata a Igino Giordani: «Allora guardai sopra di me, dove stava una bella statua della Mamma, e compresi come Ella fosse soltanto Parola di Dioe La vidi bella oltre ogni dire: tutta vestita della Parola di Dio che è la Bellezza del Padre, segreta custode dello Spirito in sé. E, appena l’amai, mi amò e mi mostrò con chiarezza di Cielo tutta la sua bellezza: Madre di Dio!».
Maria la “Tuttabella”, come da sempre è stata cantata. Se il Verbo è lo splendore del Padre, la sua bellezza, Maria, interamente rivestita della Parola di Dio, riflette lo stesso splendore, la stessa bellezza del Verbo. L’idea di Maria tutta Parola non è completamente nuova. Andrea di Creta (+ c. 740) scrive ad esempio di lei come di un «libro vivente in cui la parola spirituale è stata silenziosamente inscritta dalla viva penna dello Spirito». Un teologo medievale, Ruperto di Deutz, afferma che la Parola di Dio è raccolta in Maria, «nel cui grembo Dio ha convogliato tutto l’insieme delle Scritture, ogni sua parola».”

Terza strofa
Quante parole ora ho,
se la Parola vive in me.
Anch’io mistero d’amore sarò,
chiaro negli occhi tuoi,
chiaro negli occhi suoi. Saprei e vorrei...

Gustare il Paradiso ’49
«Sempre in Lei era la Parola. Così deve esser dell’Anima nostra: vivere sempre con la Parola: tutta concentrata e solo concentrata sulla Parola».

La grandezza di Maria è essere la Madre del Verbo, che è la Parola di Dio: ha accolto e vissuto la Parola. È la strada per quanti vogliono essere un’altra piccola Maria: vivere la Parola di Dio, essere unicamente Parola di Dio. Soltanto così potremo sedere anche noi nei cieli, abbracciati dalla Trinità.”

Ritornello 
dirti che sei bella, più bella, perché ami.
Saperti esistere per me è poter vivere.
Dirti che sei bella, più bella perché credi.
Il Cielo in te s’è fatto vita anche per me.
Ora so che se ci sei,
sono bello anch’io, in te, Maria.

“Vedendola tutta sostanziata di Parola, riflesso della bellezza del Figlio, il Padre se ne innamora e fa scendere su di lei la sua Parola eterna: Maria diventa la Madre del Verbo fatto carne e la sua bellezza raggiunge il più alto splendore. «Dio – scriverà Chiara più tardi, il 9 luglio 1950 –, non poteva scendere nel peccato e allora inventa Maria che, riassumendo in Sé tutta la bellezza del creato, “inganna” Dio e Lo attira sulla terra».
Agli occhi di Chiara Maria non è più la giovinetta di Nazareth, la più bella creatura del mondo, ma la Madre di Dio, fatta da Dio grande come Dio, tale da poterlo contenere; contenuta nella Trinità e contenente in sé la Trinità.
Ancora una volta le previsioni fatte prima di entrare in chiesa vengono smentite. Erano sicure, seguendo una logica umana, che dopo il Padre e il Figlio si sarebbe manifestato lo Spirito Santo. Lo Spirito, da gran signore, ha invece fatto posto a Maria, la sua sposa, «per chiuderla poi, con la sua manifestazione – scrive Chiara con audacia –, quarta nella Trinità». Con altrettanta audacia san Massimiliano Kolbe afferma che Maria «inserita nell’amore della Santissima Trinità, diviene fin dal primo istante dell’esistenza, per sempre, in eterno, il complementodella Santissima Trinità».
Quarta nellaTrinità, precisa Chiara, non quarta dellaTrinità. Non c’è una “quaternità” nella santissima Trinità. Da quando Gesù è salito al cielo con la sua umanità è tuttavia avvenuto qualcosa di nuovo nella Trinità: la sua carne, che è carne di Maria, si è ormai inserita nel mistero stesso della Trinità. Dopo di lui è poi salita, in anima e corpo, anche Maria: con lei la Trinità accoglie in sé la creazione intera, di cui Maria è come la sintesi e l’espressione. L’iconografia, fin dalle prime basiliche mariane, ha ritratto nelle absidi la Madre seduta accanto al Figlio, attorniata dalle altre due divine Persone e da tutti e tre incoronata Regina. È la vocazione finale – espressa plasticamente – di ogni cristiano, di cui Maria è segno e anticipazione, come ricorda la Lettera agli Efesini: Dio «ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù» (2, 6).”

martedì 13 agosto 2019

Tempo che ritorna

Con questa canzone partecipai ad un concorso di canzoni mariane organizzato dalla diocesi di Terni e arrivai terzo. In giuria c’era Eugenio Bennato fratello del più famoso Edoardo.

Fu una bella esperienza. In seguito la canzone entrò a far parte del CD Buonenuove ed. Paoline 1999. L’ho ricantato e messa nel nuovo CD Concerto a Maria, album che raccoglie tutte le mie canzoni dedicate alla Mamma Celeste più quattro nuove con cui dico grazie al Signore per i miei 25 anni di ministero sacerdotale.

Il titolo viene dalla lettura di un bellissimo libro di Mobs. Bruno Forte, dedicato a Maria dal titolo: Maria icona del mistero. In questo libro si legge la dicitura “l’eternità nel tempo”. Maria è la supercreatura che permette a Dio Eterno di entrare nel tempo. Ed io sintetizzo: Maria è “Tempo che (fa ritornare) ritorna... l’Eternità nel tempo”.

Come ci ricorda San Luigi Grignion De Monfort è giunto il tempo di Maria. Lei si sta preparando i suoi apostoli che Gesù troverà quando ritornerà per l’epilogo finale.

Maria è infatti la via verso la Via, verità e Vita, ossia Gesù.

Dal trattato della vera devozione a Maria:

PARTE PRIMA - CAPITOLO TERZO MARIA NEGLI ULTIMI TEMPI DELLA CHIESA

1. Maria e gli ultimi tempi

[49] Per mezzo di Maria ebbe inizio la salvezza del mondo, ancora per mezzo di Maria deve avere il suo compimento. Nella prima venuta di Gesù Cristo, Maria quasi scomparve, perché gli uomini, ancora poco istruiti e illuminati sulla persona di suo Figlio, non si allontanassero dalla verità, attaccandosi troppo sensibilmente e grossolanamente a lei. (...) Ma nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei. Non esistono più, infatti, i motivi che determinarono lo Spirito Santo a nascondere la sua sposa mentre elle viveva quaggiù e a manifestarla ben poco dopo la predicazione del Vangelo.

[50] In questi ultimi tempi, Dio vuole dunque rivelare e manifestare Maria, capolavoro delle sue mani

1) Perché ella quaggiù volle rimanere nascosta e si pose al di sotto della polvere con umiltà profonda, avendo ottenuto da Dio e dai suoi Apostoli ed Evangelisti di passare inosservata.

2) Perché ella è il capolavoro delle sue mani, sia quaggiù nell'ordine della grazia che in cielo nell'ordine della gloria, e Dio vuole riceverne gloria e lode in terra dai viventi.

3) Perché è l'aurora che precede e annuncia il sole di giustizia Gesù Cristo, e quindi dev'essere conosciuta e svelata, se si vuole che lo sia Gesù Cristo.

4) Perché, essendo la strada per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, è pure la strada che egli seguirà nella sua seconda venuta, anche se in modo diverso.

5) Perché è il mezzo sicuro e la strada diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente. Per mezzo di lei, dunque, devono trovarlo le anime sante che devono risplendere in santità. Chi trova Maria, trova la vita, cioè Gesù Cristo, via, verità e vita. Ora non si può trovare Maria senza cercarla, né cercarla senza conoscerla; poiché non si cerca, né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia conosciuta più che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità.
 (...)

( fonte: http://louisgrignion.pl/download/trattato_della_vera_devozione_a_maria.pdf )



La canzone sembra quasi una moderna litania che esalta le glorie di Maria e che danno Gloria a Dio.

Prima strofa
E’ la via verso la Via. E’ la Via tra mille vie. 
E’ la gioia di casa mia. E’ la gioia di chi cammina
per la via di Maria, per la via di Maria.
E’ la bellezza di quel Cielo,  Maria.  E’ la bellezza di quel Dio, Maria.                   
E’ la verità dal Vero, Maria.   E’ la verità dell’esserci
per la via di Maria, per la via di Maria.

 
E’ via da Via, vita da qui,
strada che s’intreccia
con quella di Maria.
E’ via del Sole, via del Vento,
tempo che riflette l’Eternità nel tempo.
Tempo che ritorna l’Eternità nel tempo.


E’ la vela di chi naviga, E’ la vela piena di Vento.
E’ la barca, è la storia. E’ l’icona dell’Amore,
Maria, Maria.

E’ la spiaggia di ogni naufrago, Maria. E’ il porto sospirato, Maria.
E’ l’ombra nel deserto, Maria. E’ l’acqua che disseta
lungo la via di Maria, lungo la via di Maria.

E’ via da Via, vita da qui,
strada che s’intreccia
con quella di Maria.
E’ via del Sole, via del Vento,
tempo che riflette l’Eternità nel tempo.
Tempo che ritorna l’Eternità nel tempo.


E’ il silenzio nell’ascolto, Maria. E’ l’ascolto del Vivente, Maria.
E’ il nulla, non essendo, Maria. Su quel vuoto si è dato Dio,
per Maria, per Maria.

E’ via da Via, vita da qui,
strada che s’intreccia
con quella di Maria.
E’ via del Sole, via del Vento,
tempo che riflette l’Eternità nel tempo.
Tempo che ritorna l’Eternità nel tempo. 



lunedì 12 agosto 2019

Mamma Maria

Mamma Maria è in napoletano. L’ho ricavata da un testamento. Sembra strano ma è così. Andammo al capezzale di un nostro amico che era stato professore di latino e greco. Faceva parte dell’Associazione dei cantautori “il mio Dio canta giovane” anche se non era musicista. Il prof. Catello Coppola, era avanti negli anni e veniva a tutti gli incontri. Quando si ammalò chiese di vederci ed io ed altri amici andammo a trovarlo. In un clima sovrannaturale gli impartimmo l’Unzione degli Infermi e la Santa Comunione. La sorella che lo accudiva ci disse che aveva scritto una poesia in napoletano alla Mamma Celeste e voleva che ne ricavassimo una canzone. Mi presi io il compito e nacque Mamma Maria. A noi sembrava che ci desse una consegna: il suo testamento spirituale, racchiuso tutto in quella pagina in vernacolo.
La poesia del prof. Catello, racchiudeva tutti i punti della Sacra Scrittura dove si parlava di Maria. Era una sorte di “via Mariae”. Una via che anche noi siamo chiamati a percorrere. 



Mamma Maria! Te parlava Gabriele
e diceva parole d’ammore.
Dicisti “sì” e Dio pigliaje vita in te.
Mamma Maria! N’copp ‘o piett o bambino,
forte ‘o strignive a te.
E tutto o cielo cantava: “Sia gloria o re dei re”.

Criature nuje
facimme a via sicura.     
Pa mana c porta, mamma Maria.
Jamm senza paura,
pecché a mamma è mamma
e nun c’abbandona mai,
e nun c’abbandona mai.

Mamma Maria! Quanne sentiste o prufeta
che na spada t’aveva trapassà
tremmaste, sì, ma nun te mancaje o curaggio e suffrì.

Mamma Maria! Quanta gioie e duluri
pe Gesù perduto e arritruvato.
Pure o core nuosto s’appacia quando o ritrova.

Rit. Criature nuje
facimme a via sicura.
Pa mana ce porta, mamma Maria.
Jammo senza paura,
pecché a mamma è mamma
e nun nge abbandona mai,
e nun nge abbandona mai.   

Mamma Maria! E piere e sta croce,
ncroce ce staje tu pure.
“Donna chiste è tuo figio” e si mamma e
l’umanità.

Mamma Maria! Gloria! Alleluia!
Criste è risorto e mò vive pe sempe.
Nuje pure, insieme a isse, putimme risorgere.

Criature nuje
facimme a via sicura.
Pa mana ce porta, mamma Maria.
Jammo senza paura,
pecché a mamma è mamma
e nun c’abbandona mai,
e nun nge abbandona mai.

Maria dice sì e Dio si incarna; Maria va in fretta da Elisabetta e viene chiamata Madre di Dio; Gesù nasce a Bethlemme; Maria presenta Gesù al tempio; Maria smarrisce Gesù; Maria sotto la croce; Maria Madre del Risorto; Maria nel Cenacolo a Pentecoste ...
Una via che anche noi siamo chiamati a percorrere perché anche noi facciamo nascere Gesù in noi; col Battesimo veniamo presentati a Dio; col peccato lo smarriamo e con una bella confessione lo ritroviamo; quando arrivano i dolori stiamo sotto la croce se come Maria assistiamo un crocifisso e se siamo noi a soffrire siamo proprio noi Gesù. Ma niente ci deve turbare perché Gesù ha vinto la morte e anche noi risorgeremo.

Una cammino tracciato da Maria dobbiamo solo impegnarci a mettere i nostri piedi nelle sue sante orme.

Così scrive Chiara Lubich in una meditazione dove parla anche lei della Via Mariae: 

"Maria è il tipo e la forma della chiesa, ed è perciò evidente che, in tale sublime creatura, possono trovare il proprio modello tutti i cristiani. Così è stato anche di noi. (“) I diversi momenti della sua vita, presentati dal Vangelo, pur essendo straordinari, ci sono apparsi come tappe successive a cui l’anima nostra poteva guardare, nelle diverse età della vita dello spirito, per averne luce e sprone. E l’illuminazione è stata così forte che abbiamo chiamato la nostra strada: Via Mariae, la Via di Maria. 

Eccone alcune tappe, in estrema sintesi e quasi a titoli. Un primo avvenimento della vita di Maria è l’Annunciazione, quando il Verbo si incarna nel suo grembo. Se noi cerchiamo di capire la vita di alcuni santi, vediamo che qualcosa di analogo è avvenuto anche in loro. Quando si va nella chiesa di San Damiano, in Assisi, dove Chiara è vissuta, a volte la guida, illustrando quel luogo sacro, dice: “Qui Cristo si incarnò nel cuore di Chiara”. Benché Chiara d’Assisi vivesse anche prima una fervente vita cristiana, l’incontro con san Francesco, che era la personificazione della parola “povertà” ridetta, attraverso un carisma dello Spirito, al mondo, provocò in lei qualcosa di nuovo: fece sviluppare e crescere Cristo nella sua anima, fino a farla una delle più grandi sante della Chiesa cattolica. Così, quando qualcuno s’imbatte nel carisma dell’unità e acconsente a farlo suo, avviene pure in lui qualcosa di simile a quanto è successo in Maria e in certi santi: Cristo, nel suo cuore, può veramente crescere spiritualmente, come per una attualizzazione del battesimo. 

Il secondo episodio della vita di Maria è la sua visita a Elisabetta per aiutarla. Ma, appena arrivata sul posto, avendo trovato nella parente un’anima aperta ai misteri di Dio, ha sentito di poterle comunicare il suo grande segreto, e lo ha fatto col Magnificat, narrando, in questo modo, a Elisabetta la sua straordinaria esperienza. Tutti coloro che conoscono il movimento e scelgono Dio come l’ideale della propria vita, avvertono che, per tradurre in pratica questa scelta, debbono incominciare ad amare. Ed amano. Ma l’amore è luce. Ed essi comprendono qualcosa dell’azione di Dio presente in loro, colgono, per la prima volta, il filo d’oro del suo amore nella loro vita. E raccontano volentieri ai fratelli quanto hanno capito. È la loro esperienza. Il terzo avvenimento della vita di Maria è la nascita di Gesù. Nel movimento si ama e si è amati perché tutti vogliono amare. Ma questo vicendevole amore frutta la presenza di Gesù tra gli uomini, ed è – come ho già accennato – un “generare Cristo” a imitazione di Maria. 

Maria presenta il Figlio al Tempio e incontra il vecchio Simeone. È un momento di gioia per lei, perché quell’uomo giusto e pio conferma che il bambino è Figlio di Dio. Ma è pure un dolore perché Simeone le dice: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Anche chi vuol vivere la spiritualità del movimento passa un momento simile. È quando viene a sapere che, per poter camminare per questa strada, è necessario un “sì” alla croce. È l’annuncio del mistero di Gesù crocifisso e abbandonato come essenziale alla vita d’unità. Dopo le parole a lei rivolte da Simeone, Maria sperimenta ben presto il patire, nella fuga in Egitto, subendo così quella persecuzione che si macchiò del sangue di tanti innocenti. Proporzioni fatte, è ciò che succede a quanti seguono la Via Mariae. L’ideale che essi vivono e presentano al mondo è in antitesi con esso. Non c’è da meravigliarsi allora che, quando cominciano a diffonderlo, venga attaccato dalle prime critiche. Occorre in quei momenti reagire, amando in queste croci Gesù crocifisso e abbandonato, il perseguitato per eccellenza, sicché il Risorto continui a splendere nel proprio cuore. 

Gesù, a 12 anni, si ferma a Gerusalemme e parla ai dottori nel Tempio. Maria, ritrovatolo, gli dice: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”. E Gesù risponde: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”."



 Sempre Chiara rispondendo au giornalista risponde:

Giornalista: "Per lei personalmente, Chiara, chi è Maria?"

Chiara: Per me personalmente, Maria è tantissimo, nel senso... a parte che Maria è quella che è anche senza che io dica qualche cosa di lei, comunque... Intanto è la capo della mia Opera. E' lei la fondatrice, è lei la regina, è lei la madre ed è lei la capo di quest'Opera. E tutti gli altri siamo persone che cercano di fare un po' le sue parti presso tutte le persone che aderiscono al Movimento.

In particolare poi, per me Maria è il mio "dover essere". Io sento che noi siamo un po' il "poter essere Maria", ma che dobbiamo guardare sempre a lei come il dover essere, diventare altre lei. 

Diventando altri Gesù, si diventa in qualche modo anche altre lei.

Questo un pochino il concentrato del mio amore per la Madonna, del mio rapporto.


Papa Francesco al n. 60 della Enciclica Lumen Fidei fa questa bellissima preghiera:

Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa.
Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede.
Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare.
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!