venerdì 9 agosto 2019

Se ho gli occhi tuoi dal CD "Concerto a Maria" 2019

Fin da quando l'ho scritta ho sentito che era una canzone speciale, più delle altre. Da qualche tempo dicevo allo Spirito Santo: "Ma non hai parole e canzoni per Maria tua Sposa che io possa trovare?". Con l'ispirazione di questa mia, mi è sembrato che mi desse una risposta. Lo Spirito Santo Sposo della Vergine Madre, ha tutto l'Amore, e non si esaurirà l'Eternità per raccontare, poetare, lodare Maria.

Quante volte ho desiderato avere gli occhi di Maria per non vedere il male o per vederlo con occhi senza rancore, senza odio... E chi più di Lei può insegnare come amare anche i nemici? Allora mi è uscito dall'anima la frase: se ho gli occhi tuoi... il resto è uscito come dettato da qualcuno. E così la melodia semplice e profonda. Insomma non so se è un capolavoro, ma a me sembra una delle più belle canzoni che ho scritto.

Inoltre vorrei chiarire che avrei potuto dire, "Se avessi gli occhi tuoi" e invece mi veniva spontaneo: "Se ho gli occhi tuoi". Infatti, lo sforzo di somigliare a Maria vivendola nelle piccole cose quotidiane, come insegnano tanti santi, è quanto ho in cuore e quanto mi sforzo di fare con l'aiuto di Dio, ogni giorno, ogni momento.

Ascoltiamo la canzone.




Prima strofa
Se ho gli occhi tuoi, il mondo non è cenere.
Se ho gli occhi tuoi la morte non può esistere
Se ho gli occhi tuoi un fiore resta un fiore.
Se ho gli occhi tuoi un uomo non è un numero
 


Se ho gli occhi tuoi i miei saranno liberi
Se ho gli occhi tuoi è Luce dalle tenebre
Se ho gli occhi tuoi mi vesto d’infinito
Con gli occhi tuoi perdono chi mi uccide
perdono chi mi uccide.



 Papa Francesco il 1 gennaio 2019 ha detto nell'omelia:

Lasciamoci guardare. Questo soprattutto nel momento del bisogno, quando ci troviamo impigliati nei nodi più intricati della vita, giustamente guardiamo alla Madonna, alla Madre. Ma è bello anzitutto lasciarci guardare dalla Madonna. Quando ci guarda, lei non vede dei peccatori, ma dei figli. Si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima; gli occhi della piena di grazia rispecchiano la bellezza di Dio, riflettono su di noi il paradiso. Gesù ha detto che l’occhio è «la lampada del corpo» (Mt 6,22): gli occhi della Madonna sanno illuminare ogni oscurità, riaccendono ovunque la speranza. Il suo sguardo rivolto a noi dice: “Cari figli, coraggio; ci sono io, la vostra madre!”

Questo sguardo materno, che infonde fiducia, aiuta a crescere nella fede. La fede è un legame con Dio che coinvolge tutta intera la persona, e che per essere custodito ha bisogno della Madre di Dio. Il suo sguardo materno ci aiuta a vederci figli amati nel popolo credente di Dio e ad amarci tra noi, al di là dei limiti e degli orientamenti di ciascuno. La Madonna ci radica nella Chiesa, dove l’unità conta più della diversità, e ci esorta a prenderci cura gli uni degli altri. Lo sguardo di Maria ricorda che per la fede è essenziale la tenerezza, che argina la tiepidezza. Tenerezza: la Chiesa della tenerezza. Tenerezza, parola che oggi tanti vogliono cancellare dal dizionario. Quando nella fede c’è posto per la Madre di Dio, non si perde mai il centro: il Signore, perché Maria non indica mai sé stessa, ma Gesù; e i fratelli, perché Maria è madre.

Sguardo della Madre, sguardo delle madri. Un mondo che guarda al futuro senza sguardo materno è miope. Aumenterà pure i profitti, ma non saprà più vedere negli uomini dei figli. Ci saranno guadagni, ma non saranno per tutti. Abiteremo la stessa casa, ma non da fratelli. La famiglia umana si fonda sulle madri. Un mondo nel quale la tenerezza materna è relegata a mero sentimento potrà essere ricco di cose, ma non ricco di domani. 

Madre di Dio, insegnaci il tuo sguardo sulla vita e volgi il tuo sguardo su di noi, sulle nostre miserie.  Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi.

(fonte: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2019/documents/papa-francesco_20190101_omelia-giornatamondiale-pace.html )

Desidero Madre guardare la realtà con gli occhi tuoi, perché in essa tu vedi solo il bello, il vero e il buono, ossia Dio, e sai distinguere le tenebre e i tranelli del nemico. Aiutaci Madre, come ha detto anche il Papa, ad assumere il tuo sguardo positivo, il tuo sguardo divino.
 
Seconda strofa
Se ho gli occhi tuoi non dico più parole
Se ho gli occhi tuoi vedo quel che è vero
Se ho gli occhi tuoi con gli occhi tuoi
non ho più paura amo anche il nemico.

Con gli occhi tuoi i miei saranno chiari
con gli occhi tuoi  ritorno dall’inferno
Se ho gli occhi tuoi non filtro il moscerino
e la trave dal mio occhio toglierai  ed io vedrò
con gli occhi tuoi.


 
"Nello sguardo di Maria c’è il riflesso più puro della luce di Dio uno e trino, ma c’è anche tutta la devozione di Maria all’Altissimo, la sua umilissima disposizione al servizio d’amore alla volontà del Padre, la serena fiducia del suo riposo in Dio in una pace imperturbabile, i bagliori del fuoco d’amore che arde nel suo cuore santissimo, un amore che supera la misura di tutte le creature angeliche e terrestri. (...)

Gli occhi di Maria sono stati il paradiso di Gesù sulla terra, una volta esiliato dal cielo, il suo ambiente naturale e a Lui più idoneo nell’infanzia e giovinezza beata nella casetta di Nazareth, il suo riposo nei momenti di stanchezza e di fatica, la sua pace quando subiva gli urti dell’umana incomprensione e agitazione, la sua consolazione nei momenti di dolore e di pianto, il suo conforto nelle pene piccole e grandi, il suo alimento spirituale più gustoso perché fatto di amore purissimo e di perfetta sottomissione alla volontà di Dio. Nelle sue numerose e ingravescenti fatiche apostoliche, dove Gesù trovava umano ristoro meglio che nello sguardo materno-filiale-sponsale di sua Madre? Quale persona umana a Lui più vicina e più amante? E quali dolcezze dovevano fluire dalla sua bocca verso il Figlio suo Dio e Signore!" (fonte: http://divinaconsolatio.altervista.org/alterpages/files/LosguardodiMaria.pdf )

Anche noi desiderando di avere lo sguardo di Maria, diciamo di voler essere altre piccole Maria per dar ristoro a Gesù che è sempre in cerca di anime che lo possano ospitare e dargli quell'amore di cui è assetato.

Ritornello
Se ho gli occhi tuoi, con gli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, negli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, con gli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, negli occhi tuoi
di certo è già tempo, del tuo tempo … Maria
...


 "Per mezzo di Maria ebbe inizio la salvezza del mondo, ancora per mezzo di Maria deve avere il suo compimento. Nella prima venuta di Gesù Cristo, Maria quasi scomparve, perché gli uomini, ancora poco istruiti e illuminati sulla persona di suo Figlio, non si allontanassero dalla verità, attaccandosi troppo sensibilmente e grossolanamente a lei. Così sarebbe certamente accaduto -se ella fosse stata conosciuta -a causa dell'incanto meraviglioso che Dio le aveva conferito anche nell'aspetto esteriore. Ciò è così vero che san Dionigi l'areopagita osserva che quando la vide, l'avrebbe presa per una dea a motivo delle segrete attrattive e dell'incomparabile bellezza che aveva, se la fede, nella quale era ben fermo, non gli avesse insegnato il contrario. Ma nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei. Non esistono più, infatti, i motivi che determinarono lo Spirito Santo a nascondere la sua sposa mentre elle viveva quaggiù e a manifestarla ben poco dopo la predicazione del Vangelo." San Luigi Grignion De Monfort

( fonte: http://louisgrignion.pl/download/trattato_della_vera_devozione_a_maria.pdf  )


Terza strofa

Se ho gli occhi tuoi, il mondo non è un carcere
Con gli occhi tuoi, le mie mani sono libere.

Con gli occhi tuoi, i miei saranno scudi,
con gli occhi tuoi ritorno in Paradiso
Se ho gli occhi tuoi mi vesto d’infinito,
la trave dal mio occhio toglierai
e io ci vedrò con gli occhi tuoi.

 "Convinciti dunque che quanto più guarderai Maria nelle tue preghiere, contemplazioni, azioni e sofferenze -se non con uno sguardo distinto e attento, almeno con uno generale e impercettibile, -tanto più perfettamente troverai Gesù Cristo. Egli, infatti, è sempre con Maria, grande, potente, operante e incomprensibile, più ancora che nel cielo e in qualsiasi altra creatura dell'universo. La divina Maria,completamente immersa in Dio, è ben lontana pertanto dal divenire un ostacolo ai perfetti nella via dell'unione con Dio. Anzi, non c'è mai stata finora né ci sarà mai alcuna creatura che aiuti più efficacemente in questa grande opera, sia comunicando le grazie utili a questo fine -«nessuno è ricolmo del pensiero di Dio, se non per mezzo di lei», dice un santo ó sia assicurandovi contro le illusioni e inganni dello spirito maligno.

Dove Maria è presente non c'è lo spirito maligno. E un segno infallibile che si è condotti dallo spirito buono è l'essere molto devoti a Maria, il pensare spesso a lei e il parlarne di frequente. È questo il pensiero di un santo, il quale aggiunge che, come la respirazione è sicuro indizio che il corpo non è morto, così il frequente ricordo e l'invocazione affettuosa di Maria sono un segno sicuro che l'anima non è morta per il peccato. Come dicono la Chiesa e lo Spirito Santo sua guida, soltanto Maria ha distrutto tutte le eresie. Perciò non avverrà mai -anche se i critici borbottano -che un fedele devoto di Maria cada nell'eresia o nella illusione almeno formale. Potrà certo, benché più difficilmente di altri, commettere un errore materiale, confondere la menzogna con la verità e lo spirito maligno con quello buono; ma presto o tardi conoscerà la sua colpa e il suo errore materiale e, quando li avrà conosciuti, non si ostinerà a credere e sostenere ciò che aveva creduto.

Chi dunque vuole progredire nella via della perfezione ed incontrare sicuramente e perfettamente Gesù Cristo -senza il pericolo di cadere nell'illusione che è ordinaria nelle persone di preghiera -abbracci «con cuore generoso e animo pronto» questa devozione alla santissima Vergine, che forse prima non conosceva. Entri in questo eccellente cammino a lui sconosciuto e che io gli sto indicando: «Io vi mostro una via migliore di tutte». È una via tracciata da Gesù Cristo, Sapienza incarnata, nostro unico Capo. Percorrendola, il membro di questo Capo non può sbagliarsi. E una via facile, per la pienezza della grazia e dell'unzione dello Spirito Santo di cui è ricolma. Camminandovi, non ci si stanca né s'indietreggia. È una via breve: in poco tempo ci conduce a Gesù Cristo. È una via perfetta: sul suo percorso non c'è fango, né polvere, né la minima sozzura di peccato. Infine, è una via sicura, per la quale si giunge a Gesù Cristo e alla vita eterna in modo diritto e sicuro, senza deflettere né a destra né a sinistra. Prendiamo dunque questa strada e in essa camminiamo giorno e notte, sino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo."

(fonte: http://louisgrignion.pl/download/trattato_della_vera_devozione_a_maria.pdf  )


Ritornello
Se ho gli occhi tuoi, con gli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, negli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, con gli occhi tuoi
Se ho gli occhi tuoi, negli occhi tuoi
di certo è già tempo, del tuo tempo … Maria ...
 


"Orsú, dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi, e mostraci dopo questo esilio Gesú, il frutto benedetto del tuo seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria."
In questo tempo fisserò i tuoi occhi, o Maria, perché i miei siano piú pieni di Dio. E mi lascerò guardare da te perché tu mi riempia di Grazia e di Bene! Grazie, o Maria!


(fonte: http://www.reginamundi.info/finestra/occhi-di-maria.asp )

giovedì 8 agosto 2019

Madre sei dal Cd "Concerto a Maria" 2019

Anche "Madre sei" fa parte di questo nuovo CD, di quelle 12 canzoni dedicate a Maria, durante questi miei 25 anni di ministero sacerdotale.
L'ho scritta qualche anno fa. Nel Movimento dei Focolari si approfondiva la figura di Maria. Facendo meditazione sulle belle pagine a Lei dedicate da Chiara Lubich mi venne l'ispirazione per questa canzone.

È così bella la mamma

È così bella la Mamma nel perenne raccoglimento in cui il Vangelo ce la mostra: «Serbava tutte queste cose nel suo cuore». Quel silenzio pieno ha un fascino per l'anima che ama. Come potrei vivere io Maria nel suo mistico silenzio quando la nostra voca­zione é a volte parlare per evangelizzare, sempre allo sbaraglio in tutti i luoghi ric­chi e poveri, dalle cantine alle strade, alle scuole, ovunque? Anche la Mamma, ha parlato. E ha dato Gesù. Nessuno mai al mondo fu apostolo più grande. Nessuno ebbe mai parola co­me Lei che diede il Verbo. La Mamma é veramente e meritata­mente Regina degli Apostoli. E Lei tacque. Tacque perché in due non potévano parlare. Sempre la parola ha da poggiare su un silenzio, come un dipinto sullo sfondo. Tacque perché creatura. Perché il nul­la non parla. Ma su quel nulla parlò Gesù e disse: Se stesso. Iddio, Creatore e Tutto, parlò della creatura. Come allora vivere Maria, come profu­mare la mia vita del suo fascino? Facendo tacere la creatura in me, e su questo silenzio lasciando parlare lo Spi­rito del Signore. Così vivo Maria e vivo Gesù. Vivo Gesù su Maria. Vivo Gesù vivendo Maria.

Chiara Lubich
(fonte: http://www.loppiano.it/LN/1987%203.pdf )

Madre sei. Già il titolo è tutto un programma. Maria è Madre, non solo di Dio, ma di tutti noi che nasciamo alla fede e poi camminiamo nella storia tra alti e bassi, luci e tenebre e se non stiamo attenti cadiamo nelle trappole del nemico numero uno.




Ascoltiamo la canzone




Prima strofa

Madre, che sei la Madre,
che tutto può.
Vieni in soccorso di questi,
figli tuoi.
Prega per noi,
ancora in viaggio verso il Cielo,
dove in ansia ci aspetterai.


Così si legge nella Lumen Gentium Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II al n. 53:

"Maria e la Chiesa
Infatti Maria vergine, la quale all'annunzio dell'angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore. Redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia eccezionale precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri. Insieme però, quale discendente di Adamo, è congiunta con tutti gli uomini bisognosi di salvezza; anzi, è « veramente madre delle membra (di Cristo)... perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra » (S. Agostino). Per questo è anche riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità; e la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amatissima."

 La Mamma Celeste stessa ci parla da 39 anni da Medjugorje e ci chiama "cari figli", dunque ha coscienza di essere MADRE... in alcuni messaggi sottolinea la sua maternità:

Messaggio del 2 gennaio 2008 (Mirjana) Medjugorje
"Cari figli, con tutta la forza del mio cuore, io vi amo e mi dono a voi. Come la madre lotta per i propri figli, io prego e lotto per voi. Da voi chiedo di non temere ad aprirvi, per potere amare con il cuore e donarvi agli altri. (...).

Messaggio del 2 febbraio 2008 (Mirjana) Medjugorje
Cari figli, io sono con voi! Come Madre vi raduno perchè desidero cancellare dai vostri cuori ciò che ora vedo. Accogliete l'amore di mio Figlio e cancellate dal cuore la paura, il dolore, la sofferenza e la delusione. Vi ho scelto in modo speciale perchè siate la luce dell'amore di mio Figlio. Vi ringrazio!
 Non so voi, ma io da questi messaggi sento tutto l'amore della Madre per l'umanità intera e soprattutto per quella più lontana da Dio. Lei ci viene in soccorso e attende paziente il nostro ritorno e poi ci guida, ci conduce per mano, proprio come una Madre, una vera Mader fa coi propri figli.

Messaggio del 2 maggio 2008 (Mirjana) Medjugorje
Cari figli ! Per la volontà di Dio sono qui con voi in questo luogo. Desidero che apriate i vostri cuori e che mi riceviate come Madre. Io con il mio amore vi insegnerò la semplicità della vita e la ricchezza della Misericordia e vi guiderò a mio Figlio. La strada verso Lui può essere difficile e dolorosa, ma non abbiate paura; io sarò con voi. Le mie mani vi sosterranno fino alla fine, fino alla gioia eterna e perciò non abbiate paura di aprirvi a me. Vi ringrazio. Pregate per i sacerdoti. Mio Figlio ve li ha donati.
Messaggio del 30 maggio 2008 (Ivan) Medjugorje
Cari figli, anche oggi la Madre vi invita: pregate per i miei figli che si sono allontanati da mio Figlio. Pregate. Pregate che ritornino a mio Figlio e trovino la pace in Lui. Grazie, cari figli, per aver risposto alla mia chiamata!

 Seconda strofa
Madre che sei la Madre
che tutto dà.
Dal tuo dolore immenso,
vita verrà.
Prega per noi,
ancora annebbiati dal male,
da cui ci difenderai.

 Maria da tutto, ha dato tutto di sé e tutto del Figlio e ancora si dona e dona grazie attraverso il Figlio Gesù.

"MARIA MADRE E MAESTRADI VITA SPIRITUALE" di Jesús Castellano Cervera, o.c.d.

È Madre perché genera nuovi figli nella Chiesa
, Maestra perché li attira con il suo esempio per condurli alla carità perfetta realizzazione della santità evangelica aperta a tutti. Come Maestra spirituale ci insegna «alla sua scuola»; una scuola di santità dove la vita evangelica è il modello, e l’amore di Dio sopra ogni cosa diventa il dono e l’impegno; ma ancora dove la contemplazione mariana del Verbo ne è il cammino, e il servizio generoso, sull’onda della sua carità come esperienza di vita nuova, l’espressione di una vera e propria spiritualità apostolica.
Finalmente, nella preghiera dopo la comunione si sottolinea il cammino dell’imitazione delle virtù della Madre e l’impegno della testimonianza dell’amore di Dio nel mondo.

Possiamo infatti dire che questa visione della maternità spirituale di Maria e della sua efficace ed interiore pedagogia esprime molto bene una linea di spiritualità mariana ecclesiale come è quella carmelitana, come risplende nella grande schiera dei santi e sante del Carmelo con i suoi tre Dottori della Chiesa e con figure di grande rilievo come la beata Elisabetta dellaTrinità e Santa Teresa Benedetta della Croce. Mi sia permesso citare di Edith Stein una bella pagina, intrisa del suo genio filosofico, del suo voler fondare una nuova pedagogia e del suo essere vicina come ebrea e come donna alla Vergine di Nazaret per proporla come Maestra e Madre spirituale, con un sottile ed elevato tono di femminile genialità. Ecco questo testo tratto da una sua conferenza sull’educazione della donna alla luce di Maria:
«Chiamare Maria nostra Madre, non è una semplice immagine. Maria è nostra Madre. In un senso reale ed eminente, in un senso, cioè, che trascende la maternità terrena. Ella ci ha generato alla vita della grazia, quando ha donato tutta se stessa; tutto il suo essere, il suo corpo e la sua anima, alla maternità divina. È per questo che ci è tanto vicina. Ci ama, ci conosce, s’impegna a fare di ciascuno di noi ciò che deve essere; sopratutto: a portare ciascuno di noi alla più intima unità al Signore. (...) Ma come la grazia non può compiere la propria azione nelle anime se esse non le si aprono con tutta libertà, così anche Maria non può realizzare in pieno la sua maternità, se gli uomini non si abbandonano a lei. Le donne che desiderano corrispondere in pieno alla loro vocazione femminile, nei diversi modi possibili, raggiungeranno nel modo più sicuro il loro fine se non solo terranno davanti agli occhi l’immagine viva della Virgo-Mater e cercheranno di imitarla nel lavoro della loro formazione, ma si affideranno alla sua direzione, si porranno tutte sotto la sua guida. Ella può formare a propria immagine coloro che le appartengono... Ecco segnati i gradini che conducono la donna al suo posto, voluto da Dio, nel corpo della Chiesa: esser figlia di Dio, essere organo voluto da Dio nel corpo della Chiesa per maternità naturale e soprannaturale; simbolo ecclesiale e soprattutto figlia di Maria». (fonte: http://www.culturamariana.com/pubblicazioni/fine19/Pdf/Fine19_Castellano_250-274.pdf )
 
Il Ritornello
Madre e ancora Madre,
nel “Pensiero Pensato”, Madre.
Per dar vita alla VITA, Madre.
Madre e ancora Madre,
nel “Pensiero Pensato”, Madre.
Per dar vita alla VITA, Madre.
Dell’uomo e degli Angeli               
Madre e Regina…            
Dell’uomo e degli Angeli Madre
e Regina sei.

Da qiuanto detto finora, vivendo Maria diamo vita alla Vita di Dio in noi, ossia Gesù in noi, la Trinità in noi. E non aggiungo altro... Ma del ritonello vorrei solo spiegare "Nel Pensiero Pensato" riportando una rivelazone ad una mistica:

"Quando il peccato di Lucifero sconvolse l'ordine del Paradiso e travolse nel disordine gli spiriti meno fedeli, un grande orrore ci percosse tutti, quasi che qualcosa si fosse lacerato, si fosse distrutto, e senza speranza di vederlo risorgere più. In realtà ciò era. Si era distrutta quella completa carità che prima era sola esistente lassù, ed era crollata in una voragine dalla quale uscivano fetori d'Inferno.
   Si era distrutta l'assoluta carità degli angeli, ed era sorto l'Odio. Sbigottiti, come lo si può essere in Cielo, noi, i fedeli al Signore, piangemmo per il dolore di Dio e per il corruccio suo. Piangemmo sulla manomessa pace del Paradiso, sull'ordine violato, sulla fragilità degli spiriti. Non ci sentimmo più sicuri di essere impeccabili, perché fatti di puro spirito. Lucifero e i suoi uguali ci avevano provato che anche l'angelo può peccare e divenire demonio. Sentimmo che la superbia poteva, era latente, e poteva svilupparsi in noi. Tememmo che nessuno, fuorché Dio, potesse resistere ad essa se Lucifero aveva ad essa ceduto. Tremammo per queste forze oscure che non pensavamo potessero invaderci, che potrei dire: ignoravamo che esistessero, e che brutalmente ci si disvelavano. Abbattuti, ci chiedevamo, con palpiti di luce: "Ma dunque l'esser così puri non serve? Chi mai allora darà a Dio l'amore che Egli esige e merita, se anche noi siamo soggetti a peccare?".
   Ecco allora che, alzando il nostro contemplare dall'abisso e dalla desolazione alla Divinità, e fissando il suo Splendore, con un timore sino allora ignorato, contemplammo la seconda Rivelazione del Pensiero Eterno. E se per la conoscenza della prima venne il Disordine creato dai superbi che non vollero adorare la Parola Divina, per la conoscenza della seconda tornò in noi la pace che si era turbata.
   Vedemmo Maria nel Pensiero eterno. Vederla e possedere quella sapienza che è conforto, sicurezza e pace, fu una sola cosa. Salutammo la futura nostra Regina con il canto della nostra Luce, e la contemplammo nelle sue perfezioni gratuite e volontarie. Oh! bellezza di quell'attimo in cui a conforto dei suoi angeli l'Eterno presentò ad essi la gemma del suo Amore e della sua Potenza! E la vedemmo umile tanto da riparare da sé sola ogni superbia di creatura."
(fonte: http://www.valtortamaria.com/operaminore/libro-azaria/6/sezione/50/8-dicembre-1946-2 )

Terza strofa
Madre che sei “Amore”
da Dio Amore.
Pura dal puro Trino e
perfetto Amore.
Prega per noi,
ancora in viaggio verso il Cielo,
che ci otterrai perché tu sei…

Dunque Maria viene dall'Amore trinitario, è amore perché figlia perfetta del Padre, Madre perfetta del Figlio di Dio, Sposa perfetta dell'Eterno Amore. Unica e presente in Dio prima dellea creazione del tempo e di tutto quello che vi è dentro, e dunque Maria è eterna, seconda solo alla Trinità, e prende il posto che radi Lucifero. Ora si comprende meglio: "Gli ultimi saranno primi e i primi gli ultimi" (cfr. Mt 20, 16).
Fare con Lei il viaggio di questa vita è compagnia sicura e fedele. Può una vera Madre abbandonare i suoi figli? Allora con Lei saremo al sicuro, guai a perdere la sua mano nel trambusto di questa vita. Come bambini persi in una folla sconosciuta, così ci rotroveremmo a gridare e a a cercare di nuovo le mani amorose della Madre.

Il Ritornello si ripete alla fine due volte
Madre e ancora Madre,
nel “Pensiero Pensato”, Madre.
Per dar vita alla VITA, Madre.
Madre e ancora Madre,
nel “Pensiero Pensato”, Madre.
Per dar vita alla VITA, Madre.
Dell’uomo e degli Angeli               
Madre e Regina…            
Dell’uomo e degli Angeli Madre
e Regina sei.

Maria Madre e Regina degli Angeli e dei Santi, per Grazie e per i suoi meriti.

Messaggio del 2 aprile 2012 (Messaggio straordinario dato a Mirjana)
 

Cari figli, come Regina della pace desidero dare a voi, miei figli, la pace, la vera pace che viene attraverso il Cuore del mio Figlio Divino. Come Madre prego che nei vostri cuori regni la sapienza, l’umiltà e la bontà, che regni la pace, che regni mio Figlio. Quando mio Figlio sarà il Sovrano nei vostri cuori, potrete aiutare gli altri a conoscerlo. Quando la pace del cielo vi conquisterà, coloro che la cercano in posti sbagliati e così danno dolore al mio Cuore materno la riconosceranno. Figli miei, grande sarà la mia gioia quando vedrò che accogliete le mie parole e che desiderate seguirmi. Non abbiate paura, non siete soli. Datemi le vostre mani ed io vi guiderò. Non dimenticate i vostri pastori. Pregate che nei pensieri siano sempre con mio Figlio, che li ha chiamati affinché lo testimonino. Vi ringrazio.


Per concludere una preghuera di San Bonaventura

Le Beatitudini di Maria

Il pensiero di Maria non parta dalla tua mente.
Il nome di Maria non abbandoni il tuo labbro.

L'Amore di Maria non si spenga nel tuo cuore.
Seguendo Maria non ti perderai.

Appoggiandoti a Maria non cadrai.
Sperando in Maria non temerai.

Ascoltando Maria non sbaglierai.
Vivendo con Maria ti salverai.

Ecco la nona beatitudine:
Beati quelli che si sono consacrati a Maria:
i loro nomi sono scritti nel libro della vita.

(San Bonaventura da Bagnoregio)
 (fonte: http://www.reginamundi.info/preghiere/PreghiereAgostino.asp )

martedì 21 maggio 2019

"Mille Ave Maria" dal CD "Concerto a Maria" 2019

La seconda canzone del CD "Concerto a Maria" uscito il 26 giugno 2019 si può dire che è il prosieguo della prima: "Cari figli miei" (vedi tra le altre canzoni del blog). Come ho già spiegato nella pagina dedicata a "Cari figli miei", essa riguarda una pratica inventata da Padre Silvano fondatore dell'Associazione "Apostoli della pace". Consiste nel recitare tante Ave Maria durante la giornata insieme agli altri componenti della famiglia e contarle fino ad arrivare a mille. A questo punto si scarica dal sito degli Apostoli della Pace: http://www.milleavemaria.it/home/en/  l'assegno, lo si compila e lo si può mandare da Padre Silvano a Medjugorje che ha inventato il museo delle Ave Maria che gli arrivano da tutto il mondo. Lui stesso spiega che la pratica delle Mille Ave Maria è la preghiera di chi sta all'asilo della spiritualità. Il rosario detto bene è di chi sta alle elementari dello Spirito; chi recita l'ufficio (lodi e vestri) starebbe alle superiori e chi fa meditazione e aggiunge tutte le altre pratiche, sta all'università...
Ma dire solo le Ave Maria non basta, infatti dice Padre Silvano che se alle Ave Maria non corrispondono "germogli di speranza", ossia conversioni, grazie, miracoli... significa che esse sono state recitate male e sono sterili. Tutte le preghiere ben fatte ottengono frutti nello Spirito e di conseguenza frutti di bene verso coloro per i quali si prega. Così si può fare una verifica, dice Padre Silvano. Dopo ogni incontro di preghiera bisogna saper vedere i germogli che la Madre di Dio fa sbocciare. Si impara così a dire grazie per essi e si rende Gloria a Dio e alla Madre. Si diventa anche più sensibili al bene che sboccia, invece di prestare attenzione alla logoca dei telegiornali, che ci fanno vedere solo il negativo che accade intorno a noi. Insomma è un bel esercizio spirituale, semplice ma efficace. Ascoltiamo la canzone.



Mille Ave Maria
Il titolo, lo abbiamo già spiegato nella introduzione all'ascolto della canzone, non agiungo altro

 Prima strofa
Mille rose, mille grani,
per i campi di Maria,
per le storie di noi santi,
santi ancora per la via.


 Ogni Ave Maria è una Rosa che sale al Cielo dalla Mamma Celeste... Così Ella disse alla mistica Maria Valtorta l'8 maggio 1947:

«Ti ho dato il giorno 5, la vista intellettiva di ciò che è un Rosario ben detto: pioggia di rose sul mondo. Ad ogni Ave che un'anima amante dice con amore e con fede io lascio cadere una grazia. Dove? Da per tutto: sui giusti a farli più giusti, sui peccatori per ravvederli. Quante! Quante grazie piovono per le Ave del Rosario! Rose bianche, rosse, oro. Rose bianche dei misteri gaudiosi, rosse dei dolorosi, d'oro dei gloriosi. Tutte rose potenti di grazie per i meriti del mio Gesù. Perché sono i suoi meriti infiniti che dànno valore a ogni orazione. Tutto è e avviene, di ciò che è buono e santo, per Lui. Io spargo, ma Egli avvalora. Oh! Benedetto mio Bambino e Signore! Vi do le rose candide dei meriti grandissimi della perfetta, perché divina, e perfetta perché volontariamente voluta conservare tale dall'Uomo, Innocenza di mio Figlio. Vi do le rose porpuree degli infiniti meriti della Sofferenza di mio Figlio, così volonterosamente consumata per voi. Vi do le rose d'oro della sua perfettissima Carità. Tutto di Mio Figlio vi do, e tutto di Mio Figlio vi santifica e salva. Oh! io sono nulla, io scompaio nel Suo fulgore, io compio solo il gesto di dare, ma Egli, Egli solo è l'inesauribile fonte di tutte le grazie! E voi, mie dilette anime, ascoltate questa Mia parola: Fate con spirito ilare la volontà del Signore. Fare la Sua Ss. Volontà con tristezza è dimezzare il grande merito del farla. La rassegnazione è già cosa che Dio premia. Ma la gioia del fare la Volontà di Dio centuplica il merito, e perciò il premio, del fare questa divina Volontà, sempre, sempre, sempre giusta, anche se forse all'uomo non pare tale. Fate dunque con spirito ilare ciò che Dio vuole. E sarete a Lui gradite e a me, Madre vostra, dilettissime. State in pace sotto lo sguardo mio che non vi abbandona.»

(Fonte: Maria Valtorta, I Quaderni del 45-50, 8 maggio 1947, ed. CEV)

 Seconda strofa
Mille rampe per il cielo,
per volare nell’azzurro,
cuore caldo e sempre puro
che si riempirà di pace.


Ogni Ave Maria dunque, è una rampa per andare in alto, un colpo d'ala per salire, ascendere verso le altezze dello Spirito e per tenere caldo il cuore nella pace di Dio.
Ma vediamo dentro all'Ave Maria cosa c'è:

Spiegazione e commento alla preghiera dell'Ave Maria

"Ave"

Composta di due parti, l'Ave Maria è fra le preghiere più diffuse e amate dell'intera cristianità. Una prima parte, di lode, precede una seconda di più schietta supplica. Questa prima parte, di chiaro riferimento biblico, è la lode per eccellenza a Maria, perché composta da parole rivelate, contenute nel Van­gelo. Questa lode costituisce per noi un filo spirituale che si dipana dall'Angelo e da Elisabetta per secoli sino ai nostri giorni.
La lode inizia con le parole del saluto rivolto dall'angelo Gabriele a Maria: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1, 28). L'invito a gioire (kàire, nell'originale Vangelo di Luca, in greco) è sostituito nella preghiera con il saluto latino "ave". Il medesimo invito alla gioia rivolto a Maria, che ella ha accolto e realizzato pienamente, è infatti rivolto anche a noi, ogni giorno.

"Maria, piena di grazia"

Il nome Maria, inserito nella preghiera, prende il posto del piena di grazia delle parole dell'Annunciazione, creando una sovrapposizione: la Vergine è la piena di grazia (Kekaritoméne) per eccellenza, ricolma di Spirito Santo, compimento di Israele, primizia della Chiesa e modello di ogni cristiano.
Nel nome Maria è anche inscritto il destino della Vergine. Se ne accogliamo l'origine egizio-ebraica, il significato del nome risulta essere "amata da Dio" (la radice egizia Myr vuol dire "amata", l'ebraica yam è l'abbreviazione di Iahvè). Se guardiamo invece al mondo aramaico, il significato è di "principessa", "grande signora". In entrambi i casi, il nome racchiude in sé tutto il significato e il mistero di colei che ha generato il Figlio di Dio.

"il Signore è con te"

Questa formula, applicata a Maria, ci apre orizzonti ampissimi. Nella Bibbia questa espressione ricorre nel sottolineare la vicinanza di Dio al Suo popolo, spesso nell'ottica dell'Alleanza, della quale l'arca è il simbolo visibile e concreto. La Vergine stessa, nel contesto della Nuova Alleanza, è la Nuova Arca, nella quale lo Spirito Santo realizza e irradia la Sua azione.
Le parole assumono altresì un significato consolatorio e di rassicurazione, rispondendo direttamente alla più che umana domanda di Maria all'Angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» (Lc 1, 34). L'Angelo la rassicura: non deve temere nulla, finché il Signore è con lei, perché «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1, 34).
In aggiunta a questo, la vicinanza del Signore a Maria prende un significato di prossimità anche fisica: Dio, Cristo, è veramente dentro Maria, incarnato nel suo ventre.

"Tu sei benedetta fra le donne"

Queste parole, insieme a quelle successive, sono quelle di Elisabetta, cugina di Maria, per come ce le riferisce il Vangelo di Luca (Cf. Lc 1, 42). Elisabetta, rischiarata dallo Spirito Santo, riconosce in Maria «la benedetta fra tutte le donne». Anche il figlio che Elisabetta porta in grembo nonostante l'età avanzata, partecipa - ed anzi anticipa - della gioia della madre: «ppena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo» (Lc 1, 44). Maria è la bendetta da Dio, Creatore, autore della vita, in azione in modo del tutto speciale in Maria.

"e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù"

Elisabetta, dopo aver riconosciuto Maria come la benedetta fra le donne, riconosce il frutto benedetto che ella porta nel proprio ventre. Una qualifica già anticipata a Maria dall'Angelo a proposito di Gesù: «sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo» (Lc 1, 32). Gesù, frutto delo Spirito Santo (Cf. Lc 1, 35; 4, 18) e di Maria è il Benedetto per eccellenza, delle stessa natura di Dio, eppure pienamente frutto del seno di Maria: tanto fu, infatti, soprannaturale il concepimento, quanto normale fu la gestazione della Vergine. Per nove mesi, come ogni altra donna, Maria portò il Verbo fatto carne nel proprio utero, ne percepì i movimenti, lo alimentò, lo vide crescere nella rotondità del suo ventre. Possibile che Maria, come ogni madre, abbia trasmesso al Cristo qualcosa dei propri lineamenti, del colore della propria pelle, il colore dei propri occhi, qualcosa del proprio carattere. Dopo aver accolto l'azione divina nella propria anima e nella porpia vita con il suo "sì" all'opera di Dio, Maria ne accolse il frutto nel proprio corpo. Un "frutto" chiamato Gesù, nome frequente fra gli Ebrei del tempo, letteralmente «Iahvè salva».

"Santa Maria"

La proclamazione della santità di Maria ci introduce nella seconda parte della preghiera, che, pur mantenendo indissolubili legami con le Sacre Scritture, è stata composta in seno alla Chiesa. Per quanto l'attributo della Santità appartenga soltanto a Dio in modo pieno ed esclusivo, in una maniera che totalmente trascende la natura umana, Maria è detta santa. Come è possibile questo? Molte sono le persone e le cose ad essere dette "sante": il popolo di Israele, i Profeti, gli Apostoli, ; santa è la Chiesa; santi il tempio, l'altare, Gerusalemme. Santo è ciò che entra in relazione con Dio e partecipa della Sua santità. Sato è chi imita, con tutti i limiti umani, l'inarrivabile santità di Dio: «Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione» (1Ts 4, 3). Alla base di questa imitazione di Dio sono Cristo, maestro e modello supremo, e lo Spirito Santo, elargitore di grazie.

"Madre di Dio"

Il ruolo di Maria come genitrice, letteralmente colei che ha generato, di Cristo è molto ben sottolineata dalle Chiese orientali, con l'appellativo greco di Theotòkos. Come è possibile che una donna generi una Persona divina che è Dio dall'eternità? Maria è madre di Dio perché, in modo mirabile e misterioso, nelle sue viscere e attraverso le sue viscere il Verbo di Dio si incarna. Cristo mantiene la Sua natura pienamente divina - cio che é - e ne assume anche una pienamente umana, attraverso la carne di Maria. Riconoscendo, come già fecero i padri conciliari ad Efeso (431) e Calcedonia (451), che Maria è veramente madre di Dio, noi riconosciamo che Gesù è veramente Dio e veramente uomo. Nessuna creatura umana è stata pensata e poi elevata a così alta dignità: «redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo, e a Lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, [Maria] è insignita del sommo ufficio e della eccelsa dignità di Madre del Figlio di Dio, e perciò prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo. Per il quale dono di grazia esimia precede di gran lunga tutte le creature, celesti e terrestri» (Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, 53, pp. 164-65).

"Prega per noi peccatori

Chiediamo qui alla Madre di Dio di intercedere per noi presso la Santissima Trinità. Intercedere significa intervenire a vantaggio di qualcuno, ottenere una grazia. Maria può intercedere in quanto è dalla parte di Dio e dalla parte nostra. Quella di Maria è una sorta di "onnipotenza" indiretta: solo Dio è onnipotente, ma Maria può ottenere da Dio ciò che è bene per quei figli bisognosi che Dio stesso le ha affidato (Cf. Gv 19, 26). A Maria ci rivolgiamo consapevoli di essere, come tutti, peccatori, malati di peccato. Ma è proprio per i malati che è venuto Cristo, come ci ricordano i Vangeli (Cf. Lc 5,31; Mc 2,17 Mt 9,12). Non nascondiamo le nostre miserie, ma poniamole invece tutte di fronte al Figlio dell'Altissimo e a Sua madre.

"adesso"

Chi di noi può dire di non necessitare, proprio ora, di qualche cosa da Dio? E quanto grandi, spesso, sono queste cose! Nell'adesso dell'Ave Maria riecheggia l'oggi del pane quotidiano del Padre Nostro. L'uomo, totalmente bisognoso di Dio, ha bisogno del Suo intervento in ogni momento. Credere il contrario è solo un'illusione.
Ma l'adesso della preghiera è anche una lezione ed un ammonimento per l'uomo, troppo spesso perso nei rimpianti di un passato che non può più essere modificato e nelle illusioni di un futuro ancora irrealizzato ed incerto. In tale atteggiamento l'adesso, l'oggi, il quotidiano, vengono espulsi dalla vita dell'uomo. L'Ave Maria ci insegna a ridare al presente la sua giusta ed importante dimensione; a vivere, sul modello della fiducia di Maria, il nostro oggi con intensità ed operosità, alimentandolo con la memoria del passato e l'attesa del futuro.

"e nell'ora della nostra morte"

Fra le cose che il futuro riserva a tutti, inesorabilmente, c'è la morte. Temuta, esorcizzata, allontanata, ignorata, ma inevitabilmente presente. Mettendoci faccia a faccia con le nostre paure, l'Ave Maria ci richiama con forza alla mente questa realtà. Per ben cinquanta volte in un Rosario pronunciamo la tanto temuta parola: morte! Non ci sono trapasso, decesso o dipartita. C'è solo la morte, nella sua onesta crudezza. La nostra fede ci dice che Cristo, morendo, ha distrutto la morte; la nostra natura umana con ogni sua fibra si oppone all'evento. Che cosa possiamo fare, allora? L'Ave Maria, Maria stessa, ci mostra l'unica cosa possibile: guardare Cristo. Cristo affisso sulla croce, insultato e morente; al Suo corpo morto, chiuso nel sepolcro dietro una ietra fatta rotolare; al Cristo veramente ed eternamente vivo, trasfigurato nella gloria delle Risurrezione. Con Gesù come modello e con il sostegno di Maria, la speranza di oggi ci sostiene nel presente e ci dispone con serenità al futuro e a quell'ultima ora. Preghiamo come la beata Elisabetta della Trinità, giovane mistica francese del primo Novecento: «La morte non è altro che il sonno del bambino che si addormenta sul cuore della mamma. Finalmente la notte dell'esilio sarà tramontata per sempre, ed entreremo nel possesso dell'eredità dei santi nella luce». Guardiamo a Maria come a questa nostra mamma.
(fonte: http://www.preghiamo.org/spiegazione-ave-maria-commento.php )

 Il Ritornello
Mille Ave Maria
Mille Ave Maria
da pregare nell’amore
e con l’Amore

Mille Ave Maria
Mille ave Maria
da cantare con lo Spirito
Sposo di Maria…  di Maria 


Dopo quanto scritto, bisogna convenire che recitare un'Ave Maria deve diventare quello che per un'artista è creare un'opera d'arte. L'artista nel creare un'opera da tutto se stesso, tutte le sue potenze dell'anima e del corpo, così ognuno dovrebbe profondere in un'Ave Maria tutto il suo essere per rendere alla Madre tutto l'amore possibile. Questo si può fare quando si prega nello Spirito e con lo Spirito, quando cioè si è immersi in Dio. E se, come diceva Sant'Agostino "chi canta bene prega due volte", allora le Ave Maria bisognerebbe crearle e cantarle ogni volta.
"Pregare nell'Amore", è una cosa semplice come tutte le cose di Dio, ma di una profondità abissale come tutte le cose di Dio. Pregare nell'Amore significa essere così riempiti di Spirito Santo, che quando preghiamo stiamo in Lui, ossia nell'Amore del Padre e del Figlio, siamo nella Trinità.

In un bellissimo articolo padre Diego Fares, approfondisce quanto Papa Francesco aveva detto ai Gesuiti del Myanmar così scrive:

"Nel suo incontro con i gesuiti del Myanmar, il Papa ha parlato degli Esercizi e della Contemplazione per crescere nell’amore. Mi è piaciuta la sua interpretazione: “Raggiungere l’amore” significa “crescere nell’amore”. Per noi, l’idea di raggiungere qualcosa – raggiungere un obiettivo – ha un senso di azione compiuta, e forse ciò ha fatto sì che la Contemplazione per raggiungere l’amore, pratica che si fa a conclusione degli Esercizi, venga vissuta come una chiusura, quando in realtà essa è un’apertura. Se le cambiamo il nome e alla conclusione degli Incontri di preghiera di quest’anno, ad esempio, proponiamo una “Contemplazione per crescere nell’amore”, non sentiamo che qualcosa è finito, ma che qualcosa si apre: abbiamo
un esercizio spirituale da praticare nella vita attiva.
La Contemplazione per crescere nell’amore è il frutto con il suo seme, figura che riassume tutti gli Esercizi e che ciascuno può seminare nel giardino e nei metaforici “vasi” della propria vita quotidiana.
Ci sono due “indicazioni” di sant’Ignazio per crescere nell’amore. Sono corti come un tweet, ma sono pieni di sapienza.
La prima indicazione è questa: “L’amore deve essere messo più nelle opere che nelle parole”.
Se continuiamo con la metafora del frutto e del seme, quello che ci dice Ignazio è in quali vasi seminare l’amore affinché cresca bene. Se lo si mette in un’opera concreta, l’amore attecchisce immediatamente e cresce. Pertanto, dobbiamo esercitarci nel “metterlo più nelle opere che nelle parole”. Attenzione che non dice “solo” nelle opere. Tuttavia, in quella tensione sempre feconda in cui si muove il Vangelo, tra pratica e annuncio, la prima deve avere un certo primato.
Il secondo appunto dice: “L’amore consiste nella comunicazione fra le due parti”.
Sant’Ignazio ci descrive la dinamica della comunicazione: “Vale a dire, nel dare e comunicare l’amante all’amato ciò che ha o ciò che può dare, e così, al contrario, l’amato all’amante; cosicché, se uno ha la scienza, darla a colui che non ce l’ha, e lo stesso se ha onori, se ha ricchezza, e così via, l’uno all’altro”. Crescere nell’amore significa, quindi, crescere nella comunicazione." 
 (fonte: https://agensir.it/chiesa/2017/12/20/contemplazione-per-raggiungere-lamore-consigliata-per-coloro-che-si-sentono-poveri-nella-preghiera-e-desiderano-crescere-nellamore/ )


Dunque si può pregare stando nell'Amore, ma in esso c'è un cammino da fare... Infatti, Dio non si può contenere in poche parole, in un'idea, in un libro...insomma in qualcosa di piccolo e definitivo. Semmai dobbiamo preparare il cuore a diventare sempre più grande per potergli far contenere Dio e traboccarne... anche se Dio essendo infinito noi non potremmo mai possederlo. Semmai sarà Lui a possedere noi, nella misura in cui gli ci abbandoniamo.

Terza strofa
Mille pietre, sono cuori,
che di carne diverranno,
mille anime salvate
che a Dio ritorneranno

Per ogni Ave Maria una grazia scende dal Cielo ed io immagino che tanti cuori si convertano e da dure pietre diventino cuori che sanno amare, ossia cuori umani, di carne e non assatanassati dal denaro, dal senso o dalla ricerca del potere. Ritornare a Dio con tutto il cuore, significa, non solo coi sentimenti, ma con tutto quello che siamo, affinché quanto facciamo e pensiamo sia un riflesso della Sua presenza in noi.
Guardandoci intorno ci si scoraggerebbe prima di cominciare, ma se abbiamo Dio dalla nostra chi potrà competere? Occorre una grande fede in Dio Amore, e in questo dobbiamo esercitarci ogni giorno: accrescere il nostro rapporto con Dio

Quarta strofa
Germogli di speranza
mille grazie sbocceranno
per le mani di Maria
a Gloria di Dio-Amore.

Così nel Trattato delle vera devozione a Maria il Monfort:

"Dio vuol dunque rivelare e manifestare Maria, il capolavoro delle sue mani, in questi ultimi tempi:
1) Perché ella si nascose in questo mondo e si pose al di sotto della polvere con la sua profonda umiltà, avendo ottenuto da Dio, dai suoi Apostoli ed Evangelisti, di non essere manifestata.
2) Perché essendo il capolavoro delle mani di Dio, sia quaggiù per la grazia che in cielo per la gloria, egli vuole esserne glorificato e lodato sulla terra dai viventi.
3) Siccome ella è l'aurora che precede e manifesta il Sole di giustizia, che è Gesù Cristo, deve essere conosciuta e svelata, affinché lo sia Gesù Cristo.
4) Essendo la via per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, ella lo sarà ancora quando verrà la seconda, sebbene non nello stesso modo.
5) Essendo il mezzo sicuro e la via diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente, è per mezzo di lei che devono trovarlo le anime sante destinate a risplendere in santità. Chi troverà Maria troverà la vita, cioè Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita. Ma non si può trovare Maria se non la si cerca; né si può cercarla se non la si conosce: poiché non si cerca né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia più conosciuta che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità.
6) Maria deve risplendere, più che mai, in misericordia, in forza e in grazia in questi ultimi tempi: in misericordia, per ricondurre e ricevere amorosamente i poveri peccatori e gli sviati che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa cattolica; in forza contro i nemici di Dio, gli idolatri, gli scismatici, i maomettani, gli ebrei e gli empi induriti, che si ribelleranno terribilmente per sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti quelli che saranno loro contrari; infine ella dovrà risplendere in grazia, per animare e sostenere i valorosi soldati e fedeli servi di Gesù Cristo che combatteranno per i suoi interessi.
7) Infine Maria deve essere terribile al diavolo e ai suoi seguaci come un esercito schierato in battaglia, specialmente in questi ultimi tempi, poiché il diavolo, ben sapendo che gli rimane poco tempo, e molto meno che mai, per perdere le anime, raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e i suoi combattimenti; susciterà presto crudeli persecuzioni e tenderà terribili insidie ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che egli vince più difficilmente degli altri."


Il ritornello
Mille Ave Maria
Mille Ave Maria
da pregare nell’amore
e con l’Amore

Mille Ave Maria
Mille ave Maria
da cantare con lo Spirito
Sposo di Maria… (bis)

Prima abbiamo spiegato cosa significa "pregare nell'Amore", ora vogliamo approfondire cosa significhi "cantare con lo Spirito Sposo di Maria".

Così scrive Padre Reginaldo Maranesi O.F.M. Capp. in un articolo "La presenza dello Spirito Santo nella vita di Maria Santissima":
 

"Il Concilio Vaticano II, nel capitolo VIII della Lumen Gentium – sintesi mirabile della dottrina della Chiesa sulla Vergine Maria – afferma che la Madonna, in quanto scelta ad essere la madre di Dio e del Redentore, è la figlia prediletta del Padre e il tempio dello Spirito Santo (n. 53-54). 

Nell’opera della nostra salvezza, Maria è la collaboratrice della Trinità e, in particolare è il capolavoro dello Spirito Santo. Tutta la vita della Madonna infatti è permeata, pervasa e plasmata dallo Spirito Santo. Maria è legata allo Spirito Santo da un vincolo così profondo e personale che qualche Padre della Chiesa e diversi santi, l’hanno chiamata “Sposa dello Spirito Santo”: Gesù infatti ha unito la Madonna e lo Spirito Santo più di quanto un figlio unisce tra loro un padre e una madre." (...) Sono tre i momenti nei quali, in modo tutto particolare, lo Spirito Santo scende con la sua potenza divina d’amore sulla Madonna e compie in Lei le sue meraviglie: l’Immacolata Concezione, l’Annunciazione e la Pentecoste.(...) La Madonna è dunque possessione esclusiva e totale dello Spirito Santo; e tutti quelli che avvicina sono toccati dallo Spirito (cfr. Lc 1,41; 2,27).  

Maria appare come l’arca della nuova alleanza che richiama la nube luminosa che adombrava la Tenda dell’antica alleanza (cfr. Es 13,22). Tutta la vita della Madonna, come la vita terrena di Gesù, è posta sotto il segno dello Spirito Santo. È lo Spirito che infiamma il cuore di Maria e lo fa traboccare nel canto del Magnificat. È ancora lo Spirito Santo che spinge Maria a sollecitare amabilmente dal Figlio suo il primo miracolo alle nozze di Cana. Fu certamente lo Spirito Santo che sostenne Maria ai piedi della Croce e che dilatò il suo cuore per accogliere tutti noi come figli nella persona dell’apostolo Giovanni. Fu infine «lo Spirito Santo che, divampando con supremo ardore nell’animo di Maria pellegrina sulla terra, la rese bramosissima di riunirsi al Figlio glorioso e la dispose a conseguire degnamente, a coronamento dei suoi privilegi, quello dell’Assunzione in anima e corpo al cielo» (Paolo VI). 

Immersa nella gloria della SS.ma Trinità, glorificata col Figlio e incoronata Regina,la Madonna, sempre guidata dallo Spirito Santo, continua ad essere presente a tutti noi suoi figli. «Assunta in cielo – ci ha ricordato il Concilio – non ha deposto la sua funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenere le grazie della salute eterna [...] Per questo Maria è invocata con titoli di “Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice” (L.G. 62). 

Da queste riflessioni sulla presenza dello Spirito Santo nella vita della Madonna, una nota spicca in modo inconfondibile: la piena, totale docilità e disponibilità di Maria all’azione dello Spirito.  La Madonna si abbandona pienamente alle mozioni dello Spirito e, nel buio della fede, dice il suo “Sì” ad ogni suo impulso e ad ogni sua ispirazione. Per questo accoglie Gesù prima nella mente e poi nel suo seno: prima crede e poi concepisce. «Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la vivono» (Lc 11,28) dirà Gesù proprio in rapporto alla sua madre e per indicare la sua vera grandezza. 

Tutta la vita di Maria – nota M.Magrassi – è condensata in tre parole: 
    – Ecce, eccomi: l’abbandono generoso.
 – Fiat, sì: la sottomissione amante.
 – Magnificat: il canto della lode e della riconoscenza.
Sotto questo aspetto, la Madonna è modello incomparabile per la nostra vita soprannaturale.
«Tutti quelli che si lasciano guidare dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio» (Rm 8,14). Dobbiamo imitare la Madonna nell’essere pienamente docili all’azione dello Spirito Santo che è un maestro delicato, dolce e soave, ma estremamente esigente e crocifiggente.  


Lo Spirito Santo non può compiere in noi la sua opera di santificazione senza far morire le opere della carne. Per questo ci chiede sacrifici e rinunce per liberarci dalle nostre schiavitù. S.Paolo diceva ai primi cristiani e lo ripete anche a noi: «Non vogliate contristare lo Spirito Santo di Dio col quale foste segnati» (Ef 4,30). Con le nostre infedeltà e resistenze, lo Spirito Santo è come paralizzato dentro di noi: e questo spiega il perché di tante santità mancate.
Solo nella fedeltà piena allo Spirito Santo che ci spinge a compiere sempre la santa e santificante volontà di Dio, potremo raggiungere la pienezza dell’amore: la santità.(...) 


(fonte: https://www.spiritosanto.org/formazione/articoli/0041.html )
 

martedì 29 gennaio 2019

Luce bianca

copertina della musicassetta
Ho scritto questa canzone "Luce Bianca" per una compilation dedicata a Maria che producemmo a fine degli anni '90 con la diramazione campana dell'Associazione di cantautori cristiani taliani denominata "Il mio Dio canta giovane" fondata da don Giosy Cento e altri. Nella stessa compilation c'era anche un'altra mia canzone in napoletano "Mamma Maria". 
Fu una bella avventura. Il nostro arrangiatore, Niki Saggiomo non completava mai il lavoro, una sera facemmo un blitz a casa sua e ce ne andammo da lì col lavoro finito alle quattro del mattino. Eravamo così stanchi che lasciammo nelle registrazioni anche delle leggere stonature. Imparammo che non si poteva cantare a tutte le ore e soprattutto con la stanchezza anche l'udito andava a farsi friggere e di conseguenza, l'intonazione. Determinati a completare il lavoro ci accontentammo del risultato e lo pubblicammo in una cassetta audio dal titolo: "Maria la via a Cristo 2000" (1997).

 Ascoltiamo la canzone nella nuova versione confluita nel CD "Concerto a Maria" 2019...




Il titolo della canzone "Luce Bianca"

Nel periodo in cui scrissi questa canzone vivevo con molta intensità la spiritualità del Movimento dei Focolari. Avevo frequentato la scuola per sacerdoti a Loppiano e con quella spinta sono arrivato alla fine del II millennio e all'inizio del III. Chiara Lubich aveva avuto nell'estate del '49 una serie di rivelazioni private, in cui si può cogliere l'immensa luce che lega Maria alla Luce dello Spirito Santo. Così si legge in uno scritto del 27 luglio 1949:

La Mamma era perfetta ma pur sempre perfettibile perché in Lei lo Spirito Santo cresceva. Gesù non poteva non fare la Volontà del Padre. Egli non poteva fare la volontà della Mamma se non fosse stata identica a quella del Padre. La Vergine quando diceva qualcosa a Gesù lo diceva come Lei lo sentiva, per lo Spirito Santo che era in Lei. Ma Gesù - essendo perfetto e non perfettibile -, facendo rinunciare a Lei la sua volontà, il suo Spirito Santo, allargava la sua capacità d'acquistare nuovo Spirito Santo. E dunque Egli La trattava apparentemente con durezza, perché l'amava. (...) Lei, obbediente, si sottometteva alla volontà del Figlio, che era un dilatare il cuore, un amare di più, e con questo suo amore (fatta Gesù) era la Luce di Gesù in modo che Lui faceva la Volontà di Maria divenuta sua, cioè del Padre. Gesù però, continuamente riportava la Mamma alla "grandezza, perfezione" di Dio Padre. (...) Forse ora si comprende il "che c'è tra te e me, o donna?" come dire: "Ricorda che fra me e te c'è l'infinito... quindi! Entra in me e fa con me la volontà del Padre". Poi Egli compie il miracolo richiesto.

(Fonte: Chiara Lubich, Maria, Città Nuova, p. 37-38)

Maria diventa Luce percé tutta trasformata dalla SS. Trinità. Lei che è Madre di Dio, Figlia del Padre, sposa dello Spirito non può non essere Luce Bianca, che contiene tutti gli altri colori, ossia tutte le virtù, vissute tutte in modo eminente. Maria incoronata dalla Luce è descritta nella pagina della visione della Pentecoste, nell'  "Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta:

La Vergine, seduta sola sul suo sedile, ha ai lati, sui lettucci, Pietro e Giovanni: alla destra Pietro, alla sinistra Giovanni. Mattia, il novello apostolo, è tra Giacomo d'Alfeo e il Taddeo. Davanti a Lei, la Madonna ha un cofano largo e basso di legno scuro, chiuso. Maria è vestita di azzurro cupo. Ha sui capelli il velo bianco e sopra questo il lembo del suo manto. Gli altri sono tutti a capo scoperto.
   Maria legge lentamente a voce alta. Ma, per la poca luce che giunge sin là, io credo che più che leggere Ella ripeta a memoria le parole scritte sul rotolo che Ella tiene spiegato. Gli altri la seguono in silenzio, meditando. Ogni tanto rispondono se ne è il caso.
   Maria ha il viso trasfigurato da un sorriso estatico. Chissà cosa vede di così capace da accenderle gli occhi, come due stelle chiare, e da arrossarle le guance d'avorio, come se su Lei si riflettesse una fiamma rosata? È veramente la mistica Rosa…
   Gli apostoli si sporgono in avanti, stando un poco per sbieco, per vederla in viso mentre così dolcemente sorride e legge, e pare la sua voce un canto d'angelo. E Pietro se ne commuove tanto che due lucciconi gli cascano dagli occhi e per un sentiero di rughe, incise ai lati del suo naso, scendono a perdersi nel cespuglio della barba brizzolata. Ma Giovanni riflette il sorriso verginale e si accende come Lei di amore, mentre segue col suo sguardo ciò che la Vergine legge sul rotolo e, quando le porge un nuovo rotolo, la guarda e le sorride.
   La lettura è finita. Cessa la voce di Maria. Cessa il fruscio delle pergamene svolte e avvolte. Maria si raccoglie in orazione segreta, congiungendo le mani sul petto e appoggiando il capo contro il cofano. Gli apostoli la imitano…
  Un rombo fortissimo e armonico, che ha del vento e dell'arpa, che ha del canto umano e della voce di un organo perfetto, risuona improvviso nel silenzio del mattino. Si avvicina, sempre più armonico e più forte, ed empie delle sue vibrazioni la Terra, le propaga e imprime alla casa, alle pareti, alle suppellettili. La fiamma del lampadario, sino allora immobile nella pace della stanza chiusa, palpita come se un vento l'investisse, e le catenelle della lumiera tintinnano vibrando sotto l'onda di suono soprannaturale che le investe.
   Gli apostoli alzano il capo sbigottiti e, come quel fragore bellissimo, in cui sono tutte le note più belle che Dio abbia dato ai Cieli e alla Terra, si fa sempre più vicino, alcuni si alzano pronti a fuggire, altri si rannicchiano al suolo coprendosi il capo con le mani e il manto, o battendosi il petto domandando perdono al Signore, altri ancora si stringono a Maria, troppo spaventati per conservare quel ritegno verso la Purissima che hanno sempre.
   Solo Giovanni non si spaventa, perché vede la pace luminosa di gioia che si accentua sul volto di Maria, che alza il capo sorridendo ad una cosa nota a Lei sola e che poi scivola in ginocchio aprendo le braccia, e le due ali azzurre del suo manto così aperto si stendono su Pietro e Giovanni, che l'hanno imitata inginocchiandosi.
 Ma tutto ciò, che io ho tenuto minuti a descrivere, si è fatto in men di un minuto.
  E poi ecco la Luce, il Fuoco, lo Spirito Santo, entrare, con un ultimo fragore melodico, in forma di globo lucentissimo, ardentissimo, nella stanza chiusa, senza che porta o finestra sia mossa, e rimanere librato per un attimo sul capo di Maria, a un tre palmi dalla sua testa, che ora è scoperta, perché Maria, vedendo il Fuoco Paraclito, ha alzato le braccia come per invocarlo e gettato indietro il capo con un grido di gioia, con un sorriso d'amore senza confini. E dopo quell'attimo in cui tutto il Fuoco dello Spirito Santo, tutto l'Amore è raccolto sulla sua Sposa, il Globo Ss. si scinde in tredici fiamme canore e lucentissime, di una luce che nessun paragone terreno può descrivere, e scende a baciare la fronte di ogni apostolo.
   Ma la fiamma che scende su Maria non è una lingua di fiamma dritta sulla fronte che bacia, ma è una corona che abbraccia e cinge come un serto il capo verginale, incoronando Regina la Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, l'incorruttibile Vergine, la Tutta Bella, l'eterna Amata e l'eterna Fanciulla che nulla cosa può avvilire e in nulla, Colei che il dolore aveva invecchiata ma che è risorta nella gioia della Risurrezione, avendo in comune col Figlio un accentuarsi di bellezza e di freschezza di carni, di sguardi, di vitalità… avendone già un anticipo della bellezza del suo glorioso Corpo assunto al Cielo ad essere il fiore del Paradiso.
   Lo Spirito Santo rutila le sue fiamme intorno al capo dell'A­mata. Quali parole le dirà? Mistero! Il viso benedetto è trasfigurato di gioia soprannaturale e ride del sorriso dei Serafini, mentre delle lacrime beate sembrano diamanti giù per le gote della Benedetta, percosse come sono dalla luce dello Spirito Santo.
   Il Fuoco rimane così per qualche tempo… E poi dilegua…
Della sua discesa resta a ricordo una fragranza che nessun terrestre fiore può sprigionare… Il profumo del Paradiso…
 Gli apostoli tornano in loro stessi… Maria resta nella sua estasi. Soltanto si raccoglie le braccia sul petto, chiude gli occhi, abbassa il capo… Continua il suo colloquio con Dio… insensibile a tutto… Nessuno osa turbarla.
   Giovanni, accennandola, dice: «È l'Altare. E sulla sua gloria si è posata la Gloria del Signore…».
   «Sì. Non turbiamo la sua gioia. Ma andiamo a predicare il Signore e siano manifeste le sue opere e le sue parole fra i popoli», dice Pietro con soprannaturale impulsività.
   «Andiamo! Andiamo! Lo Spirito di Dio arde in me», dice Giacomo d'Alfeo.
   «E ci sprona ad agire. Tutti. Andiamo ad evangelizzare le genti».
   Escono, come fossero spinti o attratti da un vento o da una forza gagliarda…

La prima strofa

Luce bianca,
madre mia,
ecco la via
verso il duemila.

Luce bianca
Santo Spirito,
che di te facesti piena
e come Te è ora,
Luce bianca.

Eravamo nel '97 e fummo antesignani rispetto a Papa Giovanni Paolo II che nella bolla di indizione del giubileo del 2000 dice che sarà Maria a guidarci verso il 2000.
Così legge al n. 14 del documento pontificio:

La gioia giubilare non sarebbe completa se lo sguardo non si portasse a Colei che nell'obbedienza piena al Padre ha generato per noi nella carne il Figlio di Dio. A Betlemme si compirono per Maria « i giorni del parto » (Lc 2, 6), e ricolma dello Spirito diede alla luce il Primogenito della nuova creazione. Chiamata ad essere la Madre di Dio, dal giorno del concepimento verginale Maria ha vissuto pienamente la sua maternità, portandola a coronamento sul Calvario ai piedi della croce. Per dono mirabile di Cristo, qui Ella è diventata anche Madre della Chiesa, indicando a tutti la via che conduce al Figlio.
Donna del silenzio e dell'ascolto, docile nelle mani del Padre, la Vergine Maria è invocata da tutte le generazioni come « beata », perché ha saputo riconoscere le meraviglie compiute in lei dallo Spirito Santo. Mai si stancheranno i popoli di invocare la Madre della misericordia e sempre troveranno rifugio sotto la sua protezione. Colei che, con il figlio Gesù e con lo sposo Giuseppe, fu pellegrina verso il tempio santo di Dio, protegga il cammino di quanti si faranno pellegrini in questo anno giubilare. E voglia intercedere con particolare intensità durante i prossimi mesi per il popolo cristiano, perché ottenga l'abbondanza della grazia e della misericordia, mentre gioisce per i duemila anni trascorsi dalla nascita del suo Salvatore.
A Dio Padre nello Spirito Santo vada la lode della Chiesa per il dono della salvezza in Cristo Signore adesso e nei secoli a venire.
 (https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/jubilee/documents/hf_jp-ii_doc_19981129_bolla-incarnationis-mysterium.html)

 Maria è via verso la Via e noi la vedevamo Madre che ci accompagnava verso il nuovo millennio. Nel 97 eravamo pieni di speranze. Chi avrebbe mai pensato che le guerre invece di diminuire, sarebbero aumentate, e chi avrebbe mai immaginato all'escalation delle violenze di ogni tipo e che i martiri cristiani sarebbero aumentati ogni giorno di più?

Il ritornello

Luce bianca, luce bianca, 
luce bianca...
Luce amore, amore luce,
dono da imitare e dare
bianco sale sole bianco,
che risplende e dà calore
oltre il duemila,
oltre la storia,
nel pieno della gioia...

"Dono da imitare e dare". Significa che anche noi se seguiamo Maria, possiamo diventare luce. Ce lo dice bene San Luigi Maria Grigno De Monfort nel "Trattato della vera devozione a Maria" dai nn. 34-38:

Dio Spirito Santo vuol formarsi degli eletti in lei e per mezzo di lei e le dice: «Metti radici nei miei eletti»: mia prediletta e mia sposa, poni la radice di tutte le tue virtù nei miei eletti, perché crescano di virtù in virtù e di grazia in grazia. Io mi sono tanto compiaciuto in te, quando vivevi sulla terra, nell'esercizio delle più alte virtù che desidero trovarti ancora sulla terra, senza che per questo tu abbia a lasciare il cielo. Riproduciti pertanto nei miei eletti, perché io possa vedere in loro con intima gioia le radici della tua fede invincibile, della tua umiltà profonda, della tua mortificazione universale, della tua orazione sublime, della tua carità ardente, della tua ferma speranza e di tutte le tue virtù. Tu sei sempre la mia sposa più fedele, più pura e più feconda che mai. La tua fede mi dia fedeli, la tua purezza vergini, la tua fecondità eletti e templi.
Quando Maria ha messo le sue radici in un'anima, vi produce meraviglie di grazia, quali lei sola può compiere, perché lei sola è la Vergine feconda che non ebbe, né avrà mai chi le somigli in purezza e fecondità.
In unione con lo Spirito Santo, Maria ha realizzato la più grande opera che mai sia esistita o sarà, cioè un Dio uomo. Di conseguenza ella compirà anche le più grandi cose che avverranno negli ultimi tempi. La formazione e l'educazione dei grandi santi, che vivranno verso la fine del mondo, sono riservate a lei, perché soltanto questa Vergine singolare e miracolosa può produrre, insieme allo Spirito Santo, le cose singolari e
straordinarie. Quando lo Spirito Santo, suo sposo, trova Maria in un'anima, vola ed entra con pienezza in quest'anima, e le si comunica tanto più abbondantemente quanto maggior posto essa fa alla sua sposa. Uno dei grandi motivi per cui oggi lo Spirito Santo non opera meraviglie sorprendenti nelle anime, è perché non vi trova un'unione abbastanza salda con la sua Sposa fedele e indissolubile. Dico Sposa indissolubile, poiché da quando questo Amore sostanziale del Padre e del Figlio ha sposato Maria per produrre Gesù Cristo, il capo degli eletti, e Gesù Cristo negli eletti, non l'ha mai ripudiata, perché essa si è mantenuta sempre fedele e feconda. 

Da quanto ho detto bisogna logicamente trarre delle conclusioni. Maria ha ricevuto da Dio un grande dominio sulle anime degli eletti. Ella infatti, non potrebbe fissare in loro la sua tenda, come il Padre le ha ordinato; né formarli, nutrirli, generarli alla vita eterna come madre; né possederli come propria e personale eredità; né formarli in Gesù Cristo; né formare Gesù Cristo in loro; né mettere nel loro cuore le radici delle sue virtù ed essere la compagna indissolubile dello Spirito Santo per tutte le opere di grazia. Ella non potrebbe, dico, fare tutto questo, se non avesse diritto e dominio sulle loro anime per una grazia singolare dell'Altissimo, il quale, avendole dato potere sopra il proprio Figlio unico e naturale, glielo ha dato altresì sopra i propri figli adottivi, non solo quanto al corpo - ciò che sarebbe poca cosa - ma pure quanto all'anima. Maria è la regina del cielo e della terra per grazia, come Gesù ne è il re per natura e per conquista. Ora, come il regno di Gesù Cristo consiste principalmente nel cuore, secondo quel che è scritto: «Il regno di Dio è dentro di voi», così il regno della santissima Vergine sta principalmente all'interno dell'uomo, cioè nella sua anima. È soprattutto nelle anime che essa è glorificata insieme col Figlio, più che in tutte le creature visibili, tanto che possiamo chiamarla con i Santi: Regina dei cuori.
(Fonte: http://louisgrignion.pl/download/trattato_della_vera_devozione_a_maria.pdf)

Seconda strofa:

Luce bianca,
che mai si stanca
di condurci
presso il Figlio.

Luce bianca
Santo Spirito
quanto chiara hai illuminato
quella valle anche per noi,
di Luce bianca.

 Ci sono delle cose che ci dovrebbero far pensare. Dio ci vuole salvi e la Mamma Celeste non sa più come dircelo. Ci sono fiumi di luce che irrorano le tenebre in cui siamo immersi ma veramente è difficile parlare a questa generazione senza essere derisi su tantissimi argomenti come il peccato, la grazia, le profezie, i mistici e quant'altro. Ad esempio c'è questa pagina che per me è molto chiara ma per tanti fratelli è ostica. Si trova nei quaderni di M. Valtorta e parla del grado di corruzione in cui siamo arrivati che uguaglia quello del tempo del diluvio, leggiamola. Si tratta di un dettato di Gesù a Maria Valtorta:

Così come Dio ha dato ad ogni Nazione il suo angelo tutelare, Lucifero le ha dato il suo demone. Ma come i diversi angeli delle Nazioni ubbidiscono ad un unico Dio, così i diversi demoni delle Nazioni ubbidiscono ad un unico Lucifero. L'ordine dato da Lucifero nella presente vicenda ai diversi demoni non è diverso a seconda degli Stati. È un ordine unico per tutti. Donde si comprende che il regno di Satana non è diviso e perciò dura.
Questo ordine può essere enunciato cosi : "Seminate orrore, disperazione, errori, perché i popoli si stacchino, maledicendolo, da Dio". I demoni ubbidiscono e seminano orrore e disperazione, spengono la fede, strozzano la speranza, distruggono la carità. Sulle rovine seminano odio, lussuria, ateismo. Seminano l’inferno.
E riescono perché trovano già il terreno propizio. Anche i miei angeli lottano a difesa del Paese che ho loro assegnato. Ma i miei angeli non trovano terreno propizio. Onde rimangono soccombenti rispetto ai nemici infernali. Per vincere, i miei angeli dovrebbero essere aiutati da animi viventi nel e per il Bene. Viventi in Me. Ne trovano. Ma sono troppo pochi rispetto a quelli che non credono, non amano, non perdonano, non sanno soffrire. È il caso di ripetere: "Satana ha chiesto di vagliarvi". E, dal vaglio, risulta che la corruzione è come nei tempi del diluvio, aggravata dal fatto che voi avete a lato il Cristo e la sua Chiesa, mentre ai tempi di Noè ciò non era.
L’ ho gai detto e lo ripeto: "Questa è lotta fra Cielo e inferno".
Voi non siete che un bugiardo paravento. Dietro le vostre schiere battagliano angeli e demoni. Dietro i vostri pretesti è la ragione vera: la lotta di Satana contro Cristo. Questa è una delle prime selezioni dell’Umanità, che si avvicina alla sua ora ultima, per separare la messe degli eletti dalla messe dei reprobi. Ma purtroppo la messe degli eletti è piccola rispetto all’altra. Quando Cristo verrà per vincere l’eterno antagonista nel suo Profeta troverà pochi segnati, nello spirito, dalla Croce".

"I Quaderni del 1943", pagg. 182 - 183

 Insomma questa terra è davvero una valle di lacrime in preda alla guerra più desolante, come ha detto Gesù, fra angeli e demoni che stanno dietro a tutto ciò che ci accade. Quando apriremo gli occhi alla fede? Quando chiederemo quel supplemento di LUCE, che occorre per poter vedere con gli occhi di Dio? Chiediamo allora la LUCE BIANCA.

Secondo ritornello:

Luce bianca, luce bianca, 
luce bianca...

Luce bianca del mio Dio
senza Te siam come ciechi,
ma con Te siam più sicuri
d’arrivare a quella meta
oltre il duemila,
oltre la storia,
nel pieno della gioia.

Essere Luce diventare luce. La Mamma Celeste a Medjugorje in tantissimi messaggi ce lo ha detto e continuerà a dircelo... 

Messaggio del 14 marzo 1985
Cari figli, nella vostra vita tutti avete sperimentato la luce e le tenebre. Dio concede a ogni uomo di conoscere il bene e il male. Io vi invito alla luce, che voi dovete portare agli uomini che vivono nelle tenebre. Ogni giorno nelle vostre case giungono persone che sono nelle tenebre. Cari figli, donate loro la luce. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!  



Messaggio del 22 giugno 1985 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Ripetete spesso nel gruppo di preghiera questa supplica a Dio: “O Dio, il nostro cuore è nel buio profondo: ciononostante è legato al tuo Cuore. Il nostro cuore si dibatte tra te e Satana: non permettere che sia così! tutte le volte che il nostro cuore è diviso tra il bene e il male, sia illuminato dalla tua luce e ritrovi la sua unità. Non permettere mai che in noi ci siano due amori, che in noi possano coesistere due fedi e che mai possano coabitare in noi: la menzogna e la sincerità, l’amore e l’odio, l’onestà e la disonestà, l’umiltà e l’orgoglio. Innalza a te il nostro cuore come quello di un bimbo perché sia rapito dalla tua pace e ne senta sempre nostalgia. Fa’ che la tua volontà e il tuo amore trovino dimora in noi che almeno qualche volta desideriamo davvero essere figli tuoi. E quando, o Signore, questo desiderio si attenua, vieni in nostro aiuto per ravvivarlo. Ti apriamo le nostre anime perché siano toccate dalla tua misericordia, che ci aiuterà a vedere chiaramente tutti i nostri peccati, e a capire che ciò che ci rende impuri è il peccato. O Dio, noi desideriamo essere tuoi figli umili e devoti, tuoi figli amati e sinceri, come tu vorresti. O Gesù, fratello nostro, ottieni a noi il perdono del Padre e la grazia di compiere sempre la sua volontà. Aiutaci a vedere con chiarezza ciò che Dio ci dona, perché talvolta rinunciamo a compiere un’opera buona, quasi temendo che sia un male per noi. Amen”. Dopo la preghiera recitate tre volte il Gloria al Padre.
 

Messaggio del 27 giugno 1985 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Molti di voi mi hanno visto come una luce in fondo a una galleria. Si sono avvicinati a quella luce per guardarla e sono rimasti fermi ad ammirarla. Io, però, desidero che voi diventiate luce! 

Messaggio del 5 giugno 1986
Cari figli, oggi vi invito a decidervi se desiderate vivere i messaggi che vi sto dando. Desidero che siate attivi nel vivere e nel comunicare i messaggi. In modo particolare, cari figli, desidero che tutti siate il riflesso di Gesù il quale illuminerà questo mondo infedele che cammina nel buio. Desidero che tutti siate luce a tutti e che testimoniate nella luce. Cari figli, non siete chiamati al buio ma alla luce, per questo vivete la luce con la vostra vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! 

Dopo la parte musicale, dove c'è 
un virtuosismo di chitarra acustica,
si ripete solo la prima parte del ritornello.

Luce bianca, luce bianca, 
luce bianca...

 Riporto la preghiera che la Madonna dettò a Medjugorje il 22 giugno 1985:

“O Dio, il nostro cuore è nel buio profondo: ciononostante è legato al tuo Cuore. Il nostro cuore si dibatte tra te e Satana: non permettere che sia così! tutte le volte che il nostro cuore è diviso tra il bene e il male, sia illuminato dalla tua luce e ritrovi la sua unità. Non permettere mai che in noi ci siano due amori, che in noi possano coesistere due fedi e che mai possano coabitare in noi: la menzogna e la sincerità, l’amore e l’odio, l’onestà e la disonestà, l’umiltà e l’orgoglio. Innalza a te il nostro cuore come quello di un bimbo perché sia rapito dalla tua pace e ne senta sempre nostalgia. Fa’ che la tua volontà e il tuo amore trovino dimora in noi che almeno qualche volta desideriamo davvero essere figli tuoi. E quando, o Signore, questo desiderio si attenua, vieni in nostro aiuto per ravvivarlo. Ti apriamo le nostre anime perché siano toccate dalla tua misericordia, che ci aiuterà a vedere chiaramente tutti i nostri peccati, e a capire che ciò che ci rende impuri è il peccato. O Dio, noi desideriamo essere tuoi figli umili e devoti, tuoi figli amati e sinceri, come tu vorresti. O Gesù, fratello nostro, ottieni a noi il perdono del Padre e la grazia di compiere sempre la sua volontà. Aiutaci a vedere con chiarezza ciò che Dio ci dona, perché talvolta rinunciamo a compiere un’opera buona, quasi temendo che sia un male per noi. Amen”. Dopo la preghiera recitate tre volte il Gloria al Padre.

Alla prossima canzone per dare e cantare Dio...